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Autore: Helena Hufflepuff    10/02/2019    2 recensioni
Rose Weasley è tormentata da una presenza che la inquieta in biblioteca. Aiutata da un professore e una bibliotecaria decide di saperne di più, scoprendo segreti insospettabili e non solo...
N.B.: i personaggi non seguono i dettami di "The Cursed Child"
Genere: Angst, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Neville Paciock, Padma Patil, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Amicizie e pregiudizi

Il sole fuori dalle finestre era un globo infuocato che minacciava di incendiare l’orizzonte. Aveva piovuto tutto il giorno, le finestre erano ancora imperlate di gocce oziose che, attraversate dai raggi, disegnavano arcobaleni sul pavimento. Questo distraeva i frequentatori della biblioteca della Scuola e Stregoneria di Hogwarts, che preferivano puntare i loro sguardi su questi spettacoli di luce che sui libri. Ma una ragazza di dodici anni sembrava l’unica che non trovava interessanti quegli effetti di luce. Era china su un’enorme copia di Animali Fantastici: dove Trovarli, ed era ferma da un’ora e mezza sulla pagina dei Knarl.

Non riusciva a ricordarsi quello che leggeva, era la settima volta che rileggeva la stessa frase. Qualcosa, una presenza, la disturbava, non le lasciava la possibilità di concentrarsi. Si guardò di nuovo dietro, nervosamente, torturando la sua cravatta bronzo e blu, eppure ancora una volta non c’era nessuno.

Riprovò a leggere… niente da fare, ancora quella stupida sensazione. Ci rinunciò ed andò al bancone, dove Madama Patil stava aggiustando la copertina di alcuni libri dall’aria millenaria.

“Prendo questo” le disse, e lei le porse il volume dei prestiti. Alzò un attimo lo sguardo e tutto d’un tratto si illuminò in volto.

“Ma tu… tu sei la figlia di Hermione Granger, vero?”

“Be’, sì…” disse lei; era un po’ infastidita di dover ammettere che, se era simile ad un incrocio tra le foto di Hermione Granger e Ronald Weasley nelle Cioccorane, era perché era effettivamente loro figlia.

“La conoscevo, era in classe con mia sorella Calì… non la conosci, ha insegnato Divinazione qui fino all’anno scorso, quando ha chiesto un congedo per andare a studiare i metodi di Divinazione degli indù…” scosse la testa come a scacciare un pensiero e, mentre controllava lo stato di conservazione del libro, notò dove era il segnalibro. “Stai leggendo dei Knarl? Caspita, a me sono capitati nei G.U.F.O. … sei come tua madre; porterai molto onore alla nostra Casa!” disse, accennando allo stemma Corvonero cucito sulla maglia della ragazzina.

“Speriamo, ma…” Rose si sentì un po’ in imbarazzo a chiedere, ma non poteva fare altrimenti; doveva sapere perché non riuscisse a concentrarsi in quel luogo di pace. “Non è che c’è stato qualcuno o… qualcosa... che girava senza motivo apparente tra gli scaffali?”

“Che ne ciondolano ce ne sono sempre, cara… ma ho notato che spesso c’è un Serpeverde che entra poco dopo di te e…” sgranò gli occhi vedendo qualcuno correre verso l’uscita della biblioteca con un libro sottobraccio “… e se n’è appena andato senza registrare il prestito! Ah, ma stavolta mi sente, eccome se mi sente. Lo porto dalla Preside, poco ma sicuro!”

Cominciarono a correre dietro alla figuretta verde argento che guizzava alla luce del sole morente, ma lui aveva troppo vantaggio, a meno che…

“Di qua!” sussurrò loro un uomo quasi sulla quarantina, leggermente stempiato e con le unghie sporche di terriccio.

“Professor Paciock, che ci fa lei qui?”

“So dove va il ragazzo. Seguitemi” e detto ciò scivolò dietro un arazzo raffigurante delle dame che giocavano alla pallacorda. La bibliotecaria e Rose lo seguirono a ruota.

Il cunicolo era buio, stretto e umido; ad un certo punto si biforcò in due scalinate, e il professor Paciock imboccò quella più ripida, a sinistra.

“Neville, sai chi è quel piccolo furfante?”

“Scorpius Malfoy”

“Malfoy?” Rose non riusciva a crederci. L’aveva conosciuto sul treno l'anno prima, ma l’aveva guardata in un modo… Lei pensava che sarebbero riusciti a diventare, se non amici, almeno conoscenti; eppure da quando quel maledetto Cappello aveva gridato, dopo qualche minuto, “Serpeverde!”, sembrava essersi trasformato nel “viscido Malfoy”, tale e quale al padre Draco, di cui suo padre Ron amava tanto parlare male.

Che il figlio fosse come il padre e la perseguitasse per il fatto che sua mamma era una Nata Babbana? Non poteva crederlo, perché quello sguardo sul treno… non disgustato, né tutto il contrario, ma soltanto di curiosità gentile, preludio, chissà, di una buona e genuina amicizia… Perché la piantonava?

“Nev, saresti così gentile da dirmi perché anche tu segui Malfoy?”

“Semplice: ho sentito che ci sono figli di Mangiamorte che cercano di ricreare una sorta di setta, e dato che Malfoy ha orari prevedibili ed è figlio e nipote di Mangiamorte… lo tengo sott’occhio dall’inizio dell’anno. Adesso dovrebbe essere qui”. E scostando un arazzo, si ritrovarono all’inizio delle scale che portavano alla Guferia.

“Saliamo?” domandò Rose inquieta. Voleva sapere perché la tormentava da sempre. Che fosse lei la prima vittima dei Nuovi Mangiamorte, in quanto femmina e figlia di una Nata Babbana e di un traditore del suo sangue? A quel pensiero cominciò a sudare freddo, ma fortunatamente si mantenne lucida; comunque si portò all’imboccatura delle scale silenziosamente, quanto bastava per vedere che Scorpius chiamava a sé un piccolo allocco giallognolo e gli legava alla zampa una busta di pergamena violetta, come quelle che si usavano al Ministero per i promemoria.

Si spostò appena in tempo per fingere di essere immersa in una vivace discussione sull’alimentazione dei Knarl con Madama Patil e il professor Paciock, ma Scorpius non li degnò di uno sguardo, e imboccò a testa bassa la buia scala a chiocciola che lo conduceva nel Sotterraneo, nella Sala Comune Serpeverde.

Quando furono ben certi che se ne fosse andato, Padma Patil disse: “Chissà cosa staranno covando… quelle Serpi mi mettono i brividi, soprattutto quando parlano adoranti dei tentacoli della piovra gigante…” trattenne a stento un brivido. “Vabbe’, ragazzi, io vi lascio: c’era la Dama Grigia che dava un’occhiata - mi dà una mano se serve, ma è meglio non esagerare. Ci vediamo… e il prestito è di trenta giorni!” disse prima di scomparire nuovamente dietro l’arazzo da cui erano sbucati poco prima.

“Bene, Rose… ti terrò informata su eventuali sviluppi della faccenda Malfoy, ma per ora ho avvertito i Caposcuola di Corvonero e Tassorosso di assicurarsi che non siano un pericolo né per te, né per altri non-Purosangue… Hogwarts non ha alcuna voglia di rivivere certi periodi bui” Guardò per un attimo con lo sguardo vacuo fuori dalla finestra, poi ritornando in sé aggiunse: “Tra poco sorge la luna, è tempo di raccogliere le Mandragole… ti aspetto a lezione domani dopo pranzo, Weasley!” Sebbene avesse un tono formale, prima di imboccare la scala principale per uscire dal castello, Rose era sicura che gli avesse fatto l’occhiolino.

Mentre si dirigeva verso la Sala Grande per la cena, incontrò Albus… o meglio, incontrò un tornado oro-rosso che la abbracciò con affetto.

“Cuginetta, mi sei mancata tanto! Quella lezione di Storia della Magia era interminabile… ma che fine avevi fatto?”

“Oh, niente… lo sai che ci hanno divisi, ora io Rüf ce l’ho con i Tassi”

“Ah, già, è vero…” disse Al rattristandosi un po’. Era così legato a Rose che non averla nelle stesse lezioni lo abbacchiava. Fortunatamente Storia della Magia era l’unica in cui non erano assieme, del resto erano inseparabili, ed una coppia molto affiatata.

“Tu adesso non avevi lezione… cosa hai fatto di bello mentre io mi ammazzavo di noia in classe?”

“Niente di che, sono andata in biblioteca, ma…”

E gli raccontò tutto, per filo e per segno, compresa la busta che Malfoy aveva inviato con l’allocco.

“Mio papà dice che il papà di Malfoy non è cattivo, solo sfortunato di capitare nella famiglia in cui è capitato” disse Albus, comprensivo.

“Mio padre la pensa diversamente, e l’hai sentito anche tu in moltissime occasioni. Solo che… non lo credo possibile. Insomma, anche la famiglia di zio Sirius era con Tu-Sai-Chi-Era, ma lui ne era un accanito oppositore! La famiglia non pregiudica l’individuo, no?”

“Sarà… ma è meglio se non ci stai troppo con la mente sui Malfoy: se zio Ron lo scopre ti butta fuori di casa!”

“Ma tanto so che zia Ginny e zio Harry mi accoglierebbero a braccia aperte dalla porta accanto, quindi la cosa non mi preoccupa!” disse arrivata in Sala Grande, mentre salutava James e si recava al tavolo Corvonero accanto a Lorcan Scamander, un ragazzo un po’ folle, ma sincero e gentile.

Dopo la cena accompagnò i cugini al ritratto della Signora Grassa e si scambiò con loro alcune notizie sulle rispettive famiglie, scoprendo così che Ginny aveva avuto un avanzamento di carriera e sarebbe stata l’inviata speciale per il Regno Unito alla Coppa del Mondo di Quidditch, che si sarebbe svolta in Spagna (“Sta studiando spagnolo in tutta fretta, e zio Ron dice che sembra una colpita dall’Incantesimo Languelingua”); salutò il ritratto che sembrò molto contrariata (lo era sempre quando si ricordava che non era Grifondoro anche lei), dopodiché si recò nella sua Sala Comune.

C’era un certo trambusto, e la cosa le parve parecchio strana: di solito di sera la Sala Corvonero era molto tranquilla, con gente che studiava, faceva i compiti o leggeva uno dei numerosi libri presenti nella biblioteca interna.

“Che succede?” chiese a Lorcan, che giocava distratto con una Puffola Pigmea verde che apparteneva a chissà chi.

“Bah, è arrivato un allocco. Sembra uno della scuola, dallo stato in cui versa. Abbiamo chiamato la professoressa Caporal per visitarlo, si è schiantato contro la finestra chiusa e non è ridotto granché bene. Però alla zampa portava questa busta, con su il tuo nome, e l’ho tolta prima che qualcuno leggesse il nome del destinatario, se no… non sono sicuro che l’avresti mai vista”.

Rose tese la mano… e imbiancò non appena vide la busta violetta che aveva visto spedire da Scorpius Malfoy nel pomeriggio. Ringraziò Lorcan dell’interessamento e se ne andò nel dormitorio femminile deserto, dove estrasse la sua fiamma da viaggio dal barattolo e aprì il plico. Il primo foglio era scritto con una calligrafia piccola, inclinata a destra e stretta:

 

Cara Rose,

         non credo tu mi conosca, ma ti ho vista sul treno e mi sei parsa tanto intelligente e arguta che pensavo tu avessi più anni di me, poi mio papà mi ha informato che sei figlia di un Purosangue che lui ha definito “bizzarro ma buono” e di una Nata Babbana molto intelligente.

Ti ho visto spesso in biblioteca, e se ti sei sentita osservata me ne scuso, ma mi piaceva prenderti a modello. La mia vera passione è il disegno, ma non ho mai potuto dirlo a nessuno, nemmeno ai miei. Comunque volevo solo che tu lo sapessi, perché ho visto su alcune brutte copie dei tuoi compiti che anche tu disegni molto bene e… non so… potremmo incontrarci a disegnare con alcuni miei amici di Serpeverde, Grifondoro e Tassorosso.

Ti mando alcuni dei miei lavori, perché vorrei che tu diventassi mia amica.

 

Con affetto,

Scorpius Hyperion Malfoy

 

PS: avrai sentito dire che ci sono dei Serpeverde che cercano di formare un gruppo di nuovi Mangiamorte. Sono degli esaltati, tutti dal quinto anno in su, ma io e i miei amici ne stiamo ben lontani. Se il prof. Paciock ne vuole sapere di più, digli di seguire Bellatrix Avery e le sue degne compari – Merlino solo sa cosa combinano nei loro incontri segreti tutti i venerdì del mese a mezzanotte nel bagno delle ragazze al secondo piano. Sperando che tu non mia voglia del male per averti involontariamente disturbato in Biblioteca, un caro saluto. 

 

Gli altri fogli erano disegni a carboncino con accenni di acquerello. Erano molto delicati, e ritraevano non solo lei, ma anche scorci della biblioteca al calar del sole, o di prima mattina, quando tutto assumeva una delicata tinta rosa pastello, e le parve bello e… ammirevole, che un ragazzo tanto giovane potesse nascondere tanta sensibilità.

In fondo suo papà poteva anche sbagliarsi… Magari non sarebbero stati amici del cuore né lo sarebbero stati per sempre, ma questo non era un motivo per rinunciare in partenza, no?

Con questa consapevolezza nel cuore, Rose raccolse le carte nel suo comodino, si infilò sotto le coperte e finalmente si addormentò con un sorriso sulle labbra.

*****

NdA: in attesa degli ultimi aggiustamenti alle long in lavorazione, ecco una piccola OS che ho scritto qualche tempo fa e che ho deciso meritasse di uscire. Come avrete notato, le Case non sono quelle di Cursed Child ma: 1) questa è stata scritta prima che uscisse la pièce teatrale; e 2) anche con tutto il mio impegno non riesco ad accettare quell'opera come canon, quindi ho deciso di tenere i personaggi come li avevo pensati io ;P

Lasciatemi un commentino, se vi va; nel frattempo, buona lettura! ^_^

   
 
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