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Autore: ghostmaker    10/02/2019    4 recensioni
[Storia dedicata ai Guardiani della galassia]
[La storia partecipa ad "Angst vs Fluff (Contest a squadre di edite e inedite)" indetto da Claireroxy sul forum di EFP]
Natale, giorno in cui le famiglie si riuniscono, si scambiano regali, mangiano, ridono, giocano, insomma un giorno particolare per tutti. A volte, questa volta, il giorno di Natale è anche qualcosa di più, così come succede per questa famiglia allargata che in un altro luogo chiamano “Guardiani della Galassia”!
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Groot, Nuovo personaggio, Peter Quill/Star-Lord, Rocket Racoon
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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È la vigilia di Natale, tutti sono più buoni, ma proprio tutti? Questa è la domanda che si sta ponendo Mantis mentre osserva Quill e Rocket alle prese con una discussione, per lei, tanto inutile quanto insignificante.
«Ti avevo detto che di comprare qualche pallina di Natale, non di prenderne un vagone e riversarlo in casa mia!»
«Nostra!» urla dall’altra stanza Gamora.
«Ti ho detto che erano in offerta!» replica Rocket.
«Ah sì?»
«Sì!»
«E allora mi spieghi perché non ho il resto dei soldi che ti ho dato? Che ne hai fatto? Dici che hai risparmiato eppure di soldi non ne vedo!»
Rocket aggrotta le sopracciglia, si volta verso Drax indicandolo.
«È colpa sua, ha voluto prendersi da mangiare anche se questa notte avremo la tavola strapiena. Chiedilo a lui!»
Drax ha in mano una coscia di pollo e la sta divorando avidamente, non si accorge che è diventato lui l’argomento della discussione.
«Sei stati tu?» chiede Quill sempre più furente.
Drax si guarda dietro alle spalle.
«Donna, cosa hai combinato?»
Mantis scuote le spalle. «Sta parlando con te».
L’uomo riguarda Quill, finisce il suo spuntino e poi, senza un minimo sorriso, risponde: «No».
Peter scuote la testa, e mantenendo la voce molto bassa, domanda: «Hai capito di cosa stiamo parlando noi due?» Quill si volta per indicare Rocket ma il procione si è dileguato.
Evitando giri di parole, magari Drax potrebbe non comprenderle, Quill dice: «Palline di Natale».
«Ah, capito» risponde Drax scoppiando a ridere.
Dall’altra stanza la voce di Gamora rimbomba nella casa. «Le ha rubate, lo vuoi capire Peter? Lascia stare e vieni qui da me un secondo per favore».

Drax, ancora ridendo, guarda Mantis, la ragazza contraccambia lo sguardo dell’uomo con un sorriso e lui le fa un complimento dei suoi.
«Sei terrificante da guardare, ma è una cosa buona!»



I can't stop this feeling
Deep inside of me
Girl, you just don't realize
What you do to me
 
When you hold me
In your arms so tight
You let me know
Everything's alright
 
I'm hooked on a feeling
I'm high on believing
That you're in love with me […] [1]



BENVENUTA MEREDITH





Peter è rimasto alcuni minuti appoggiato alla porta aperta della stanza, i suoi occhi sono luminosi, la felicità che prova nel guardare la sua amata, anche solo mentre si pettina i lunghi capelli, è indescrivibile.
«Sei bellissima» le dice mentre si avvicina a Gamora.
Lei rimane seduta davanti alla specchiera, lo guarda intensamente e sorride più bella che mai. Lui s’inginocchia per poterla abbracciare, la riempie di baci perché non è in grado di fermarsi; ricorda ancora quanto tempo ha lasciato passare prima che le parole non dette fossero pronunciate.
«Ragazza, non ti rendi conto di cosa mi fai».
«Anch’io ti amo Peter, ma se mi stringi, ancora per poco, rischi di scoprire cosa mi stai facendo tu adesso».
Quill lascia la donna immediatamente.
«Troppo? Ti facevo male? Che succede? Hai bisogno di qualcosa?»
«Magari che tu non sia così apprensivo».
Gamora si alza a fatica dalla sedia perché il pancione è la cosa più pesante che abbia mai portato addosso in vita sua.
«Tranquillo, il mio inquilino si sta preparando, ma per ora preferisce rimanere al caldo».
«Inquilina volevi dire!»
Sorride Gamora, lei è la dimostrazione vivente di quanto sia bella una donna in attesa di un figlio; sorride Quill, lui è la dimostrazione vivente di quanto diventino stupidi gli uomini che attendono la nascita del loro figlio e, secondo Rocket, per Peter è facile sembrare stupido dato che lo è già in modo determinante.

Fuori dalla casa Groot si sta rilassando osservando le stelle in cielo, quelle splendidi luci luminose, quando viene distratto da un rumore proveniente dal capanno degli attrezzi.
«Io sono Groot!»
«Ma come diavolo hai capito che ero io?» dice Rocket sbuffando.
«Io, sono Groot».
«Ho capito, ho sbagliato a rubare quelle palline di Natale, ma mi stavamo chiamando e non ho resistito».
«Io sono Groot».
«Ehi, ho capito che ho sbagliato, non servono quelle parole! Da quando hai la fotosintesi puberale, sei una rottura di coriandoli!»
La finestra della casa si apre.
«Forza voi due entrate, è quasi ora!» urla Quill.
«Io sono Groot».
«Il tonto si è dimenticato» risponde ridendo Rocket all'amico.

Arriva un auto e il guidatore la parcheggia nel vialetto, all’interno della casa Mantis percepisce chi è il nuovo arrivato. «Lei è qui».
«Ha accettato davvero? Stento a crederci» dice Quill a Gamora.
«Dovevi sprangare le finestre e chiudere la casa come se fosse un bunker!» esclama Rocket ridacchiando.
Gamora apre la porta facendo entrare l’ospite.
«Sei la benvenuta».
Nebula entra senza rispondere, nessun sorriso, la sua tristezza perenne non è cambiata neppure per questo giorno di festa. Gamora abbraccia la sorella e per un istante Nebula sembra quasi sorridente, anche se le sue labbra disegnano una strana smorfia sul suo viso.
Drax la accoglie a modo suo. «Risparmiami il tuo lurido sguardo, donna!»
«Calmati Drax, oggi è un giorno di festa per tutti, e anche Nebula è parte della nostra famiglia» dice Quill cercando di stemperare gli animi focosi dei due. «Siediti lì a tavola».
Nebula accetta l’invito, si siede accanto alla sorella che la abbraccia nuovamente.
«Stai esagerando Gamora, non credi?»
«No, per niente; abbiamo passato quasi tutta la vita a litigare eppure sei qui con noi, e poi bisogna accogliere bene la futura zia che ci verrà a trovare spesso nei prossimi giorni».
«Esatto» risponde Quill allungando le braccia verso Nebula.
«Ti servono ancora!» è la minaccia, non troppo velata, che la donna rivolge a Peter.

La cena è squisita; la tavola è imbandita di ogni tipo di cibo terrestre e alieno, Quill alterna l’abbuffata a momenti in cui si dedica alla sua amata, che in questa giornata è particolarmente sensibile alle attenzioni del suo uomo.
«E tu che cosa fai?» chiede Drax a Rocket che si è alzato da tavola per raggiungere lo stereo.
«Dillo a lui. È lui quello che adora la musica» risponde il procione indicando Peter.
«Bella idea» esclama Quill. «Balla con me» chiede Peter a Gamora.
I due si alzano e iniziano a danzare sulle note di una delle canzoni preferite da entrambi e i loro sguardi sono intensi, l’affiatamento nato anni prima, fin dal primo incontro, è così affinato che mentre ballano non sentono altro oltre al loro cuore che batte all’unisono.

«Ehi, mi daresti il tuo occhio?» chiede Rocket a Nebula.
«Io sono Groot».
«No, non mi serve a niente, giusto per averlo io» dice ridendo Rocket.
«Toccami soltanto con un tovagliolo e ti strappo le zampe» mormora Nebula cercando di non farsi sentire perché, dopotutto, questo è un giorno di festa.

La musica finisce, Quill solleva il bicchiere e propone un brindisi.
«Vorrei ricordare in questo giorno una persona che purtroppo non può partecipare a questa nostra riunione famigliare. Ovunque tu sia Yondu, sei nei nostri pensieri».
«Io sono Groot».
«Già amico mio, lui ti chiamava rametto. Manca a tutti il suo ghigno» dice Rocket commentando la frase commossa di Groot.

Scocca la mezzanotte, tutti si abbracciano, anche Nebula che è trasportata dall’emozione di vivere un giorno in allegria. Mantis sorride a Drax che simula di stare male alla vista della ragazza, Gamora e Quill si baciano appassionatamente ma gli sguardi di Rocket e Groot mettono in soggezione Peter.
«Si può sapere cosa avete da guardare voi due?»
«Io sono Groot».
«Lo penso anch’io» dice Rocket.
«Stai ridendo! Cosa vi è passato per la mente?» chiede Quill imbronciato.
«Niente, niente, dicevo che non siete capaci di baciarvi, è semplicemente zucchero e miele. Dovresti essere più…»
«Io sono Groot».
«Esatto! Più figo. Dai, mostraci il ballo della vittoria di Bacon». [2]
«Ci manca che prendo ordini da un mammifero da spazzatura» dice Quill sorridendo sarcasticamente.
«A chi hai detto mammifero di spazzatura» risponde Rocket infastidito. «E poi è meglio di procione?» chiede lui stesso, a bassa voce, a Drax.
«Non ne ho idea, però a me sembra meglio di coniglio» risponde Drax scuotendo la testa in segno di assenso alla propria risposta.
Nel discorso s’intromette Quill. «Dovete parlare ancora tanto di quell’uomo? [3] Anche io sono muscoloso!»
«Guardati allo specchio; sei a un panino dall’obesità» risponde Rocket piegandosi in due dal ridere.
Mantis si alza di scatto da tavola. «È ora!»
Solo Nebula ha compreso la situazione perché aveva gli occhi puntati sulla sorella.
«Muovetemi!» urla. «Ci siamo!»
«Ragazzi mi dispiace interrompere il vostro divertimento ma pare che l’inquilino abbia deciso di uscire da casa» dice Gamora mostrando il sorriso nonostante il dolore lancinante all’addome.
Il panico! Le donne sono le uniche ad avere la mente libera e attiva, organizzano il trasporto di Gamora all’ospedale; gli uomini, invece, sono in panico completo, catturati da un vortice di preoccupazioni del tutto ininfluenti per la situazione da affrontare. Drax è l’unico che non si preoccupa di niente, anzi, sta ridendo e gridando a squarcia gola.
«Qui sul tavolo! Fatelo uscire qui come facciamo dalle mie parti!»

Il primo gruppo, a bordo della jeep: alla guida Nebula, affianco a lei Mantis con le antenne illuminate per codificare qualsiasi emozione negativa possa provenire dai sedili posteriori dove sono seduti Gamora, che seguendo il ritmo delle contrazioni, respira affannosamente, e Quill che controlla se il metodo della respirazione è giusto.
«Ragazza, non devi smettere di respirare, devi fare come ha detto il dottore» dice sempre più preoccupato Quill.
«Che cosa ne può sapere un dottore maschio? Prova tu a respirare bene se ne sei capace».
«Tesoro, non essere tesa, ti farà solo male il nervosismo» dice Quill.
«Non sono nervosa!» risponde Gamora che, per la contrazione involontaria di tutti i muscoli, rifila un pugno allo stomaco a Peter.
«Scusa, non volevo».
«Non preoccuparti, hai solo distrutto il cellulare» dice Quill mostrando il telefono semi distrutto. «Provo a chiamare qualcuno dell’altra macchina per sentire se funziona».
Quill chiama Drax. «Ascoltami, avete per caso del nastro adesivo con voi? … Sì, trasparente va bene… perché me lo chiedi se non ce l’hai?»
Secondo gruppo a bordo della macchina di Nebula: alla guida Rocket, affianco Drax che parla al cellulare con Quill, dietro Groot che si è rimpicciolito per entrare più comodamente nell’auto.
Drax spegne il cellulare mentre Rocket sghignazza da solo.
«Io sono Groot».
«Niente amico, sto solo pensando che mi servirebbe proprio il volante di quest’auto» risponde Rocket.
«Una nuova idea per qualche marchingegno elettronico?» chiede Drax.
«No. Immagina la faccia di Nebula quando domani mattina salirà in macchina!»
I due ridono fragorosamente mentre Groot non ha parole da riservare ai due simpaticoni, neppure le tre che ripete sempre.

Il primo gruppo è arrivato all’ospedale, Gamora e Quill entrano nella sala parto mentre Mantis e Nebula si siedono nella sala d’aspetto e pochi minuti dopo arriva a destinazione anche il secondo gruppo.

Passano le ore, nella sala d’aspetto il gruppetto cerca di mantenere la calma, anche se con Drax e Nebula troppo vicini c’è sempre il rischio di una guerra. Nei corridoi c’è un via vai di persone, ma nessuna di queste è ancora uscita dalla sala parto. In quel posto ci sono troppe emozioni, Mantis non è in grado di distinguere quelle di Gamora e Quill dalle altre, ma poi, improvviso, eccolo, il medico.
«Famiglia Quill?»
«Ehm… sì, siamo noi» risponde Rocket con titubanza.
«Bene, sono lieto di annunciare la nascita di una splendida bambina! Ora li stanno portando in una stanza e fra qualche minuto potrete andarli a vedere».
Il gruppo inizia a gridare dalla felicità, si abbracciano tutti, non esiste più diffidenza o malumore per cose ormai superate; oggi sono tutti insieme per festeggiare e niente potrà scalfire questa gioia.

Nella camera dell’ospedale, l’infermiera, con voce gentile e premurosa, consegna la neonata nelle mani di Gamora. «Complimenti signora».
Gamora prende tra le sue braccia questo piccolo essere appena nato che le sta sorridendo. «Eccoti qui, ti sei fatta attendere ma il tuo papà ed io ti abbiamo aspettata con gioia e amore».
Quill è senza parole, osserva la bimba e per la prima volta nella sua vita non sente la necessità di camuffare le sue emozioni con delle battute spiritose. Si avvicina alle sue donne e con voce calma chiede a Gamora: «Hai deciso come la chiameremo?»
«Sai, non ho mai avuto dubbi e l’unico nome, l’ideale per lei, è quello di tua madre».
«Meno male! Mi sarei sentito a disagio se l’avessimo chiamata Thanos lo stesso».
«Io ti amo, ma a volte sei proprio un …»
Quill ferma le parole di Gamora mettendole una mano sulla bocca. «Non fare spoiler, lascia che Meredith scopra da sola quanto è cretino suo padre» poi bacia la piccola, bacia la donna, si sdraia sul letto e abbraccia entrambe con la tenerezza che ogni uomo sprigiona dal proprio cuore quando tocca il cielo con un dito per la felicità.

Il momento di tenerezza dura pochi minuti perché il gruppo di amici entra nella stanza. Quill li osserva e nota subito il silenzio con cui il gruppo si avvicina al letto; Gamora, sorridente, mostra a tutti i presenti il faccino della piccola Meredith togliendole dal viso la copertina bianca.
«Assomiglia tutta a suo padre» dice fiero Drax.
«Ma se è verde?» risponde Nebula.
«Appunto» è l’affermazione lapidaria di Drax.
«Io sono Groot».
«Hai ragione amico; a lui scivola addosso tutto come l’acqua» conferma Rocket
«Nulla mi scivola addosso come l’acqua! I miei riflessi sono troppo veloci e la acchiapperei!» è la risposta lapidaria di Drax
Gamora guarda la piccola figlia. «Meredith, vivrai circondata dai più grandi idioti della galassia».
«A proposito d’idioti… a che diavolo servono queste palline di Natale?» chiede Rocket a Quill.
«Te le sei portate addietro?» dice Quill incredulo.
«Quando qualcosa è mia non la lascio incustodita!»
«Non importa Rocket, dovevamo metterle… però… pensandoci bene…»
Quill guarda Groot con un sorriso malefico.

È l’alba, la luce del sole penetra attraverso le finestre della stanza dell’ospedale illuminando questo gruppo strampalato; i raggi solari colpiscono le palline di Natale appese su Groot, diventato il vero albero del Natale, ed esse proiettano delle sagome colorate sul soffitto: la piccola Meredith ride tra le braccia della madre mentre il padre le accarezza il viso, Nebula è seduta accanto alla sorella e le tiene la mano, Mantis non smette più di piangere per l’emozione, Rocket e Drax sorridono osservando ogni smorfia divertita che Meredith regala loro mentre li guarda. Queste persone saranno pure degli idioti ma insieme sono soprattutto una vera famiglia.



[…] Hey you with the pretty face
Welcome to the human race
A celebration,
mister blue sky's up there waitin'
And today
is the day we've waited for […][4]





N.d.A.
Spero vi siate divertiti con questa storia ambientata in un “presente” dove non esistono supereroi ma razze aliene che convivono insieme e che, come per i guardiani della galassia, formano delle famiglie allargate. Il “sangue” ci unisce, ma spesso sono i sentimenti a fare di un gruppo una vera famiglia.





Crediti

Nel testo ho scelto di segnalare con gli “apici” soltanto quattro punti particolari per non farvi leggere una storia costellata da “asterischi” che avrebbero potuto disturbare visivamente la lettura.
  1. Testo tratto dalla canzone “Hoked on a feeling” cantata dai Blue Swede inserita nel film “I guardiani della galassia volume 1”
  2. Il riferimento di Rocket è verso l’attore Kevin Bacon e al ballo che esegue nel film “Footloose”
  3. Quill si riferisce a Thor dicendo “quell’uomo”. Un piccolo tributo allo spezzone del film “Avengers: Infinity War” nel quale i guardiani della galassia fanno la conoscenza con il Dio del tuono.
  4. Testo tratto dalla canzone “Mr. Blu Sky” cantata dalla Electric Light Orchestra, inserita nel film “I guardiani della galassia volume 2”.
* All’interno della storia ci sono frasi tratte dai film “Guardiani della galassia Volume 1 & 2”.
** All’interno della storia ci sono frasi tratte dal film “Avengers: Infinity War”
  
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