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Autore: Lady K    11/02/2019    1 recensioni
[Alphys/Undyne, primo della serie “Their SOULs are filled with love”]
Con questa Fanfiction cercherò di raccontare, secondo la mia interpretazione, come si è evoluto nel tempo il rapporto tra Alphys e Undyne: dal loro incontro nella discarica in poi, fino a prima che Frisk cada nel Sottosuolo e comincino gli eventi di Undertale. Il tutto rispettando i piccoli indizi sparsi nei dialoghi (anche nascosti) del gioco. Tanta tenerezza e shippamento alle stelle, accorrete numerosi xD
Rating giallo e Avvertimento per via del primo capitolo.
[Revisione in corso: 2 capitoli su 8 completati.]
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Alphys, Undyne
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Their SOULs are filled with love'
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UT SOUL skipped beat capitolo 2
Capitolo secondo! Ehm, c'è un lievissimo accenno al tema forte del primo capitolo, ma proprio minuscolo. Non dovrebbe dare fastidio però. Andiamo!

...And her SOUL skipped a beat


Capitolo 2 - È solo una sorpresa

-O-oh, non cadere, no!!-
Alphys si aggrappò goffamente alla scaletta di ferro che aveva recuperato dal laboratorio sotterraneo.
Sin dal suo risveglio, il mostro giallo aveva cominciato a spazzare e pulire da cima a fondo l'edificio dove si trovava a vivere, nella rovente regione di Hotland.
In quel momento stava riorganizzando le librerie collocate al piano superiore; in realtà, quest'ultimo si raggiungeva tramite delle sofisticate scale mobili parecchio ripide, e non vi era alcun soffitto a dividerlo da quello sottostante. Il complesso insomma, escludendo però le aree del suo scantinato, era un'unica enorme stanza dalle pareti altissime, con le uscite al piano terra e un locale sopraelevato a nord.
Grosse piastrelle azzurre ricoprivano tutto il pavimento del laboratorio, mentre i muri erano di un particolare giallo tendente al verde, che risultava quasi fastidioso se lo si fissava troppo a lungo. Fatta eccezione per la grande console computerizzata e il frigorifero d'acciaio al piano inferiore, Il mobilio era interamente in legno grezzo con tonalità differenti, dal marrone al beige.
In effetti, tale bizzarra dimora in balia dell'arsura non era certo stata custodita da un proprietario che godeva di un ottimo gusto estetico. Ciononostante, quella mattina la scienziata si era impegnata a rendere il laboratorio un posto perlomeno vivibile, qualcosa che non accadeva da davvero tanto tempo.
Poco fa stava per perdere l'equilibrio per via di un fumetto pericolosamente vicino al bordo di uno scaffale. L'aveva visto con la coda dell'occhio e si era agitata un attimo, rischiando di cadere dalla scaletta. Del resto, la sua collezione di manga e anime in VHS e DVD era il suo tesoro personale, nonché la sua più grande e adorata fissazione. In breve, ci teneva moltissimo.
...Purtroppo però, a seguito dell'assurda bugia che aveva detto ad Undyne il giorno prima, ora doveva trovare il modo di far quadrare quanto dichiarato: "Storia umana", così aveva scritto nei pezzetti di carta che voleva appiccicare sopra ciascun ripiano che componeva i quattro mobili incriminati, ovvero quelli destinati a contenere i suoi amati fumetti e le rispettive versioni animate.
Alphys fece quindi un bel respiro e iniziò il lavoro, stando attenta a tenersi ben salda alla scala pieghevole con la mano sinistra. Alzò l'altro braccio per raggiungere il ripiano più alto della prima libreria, così da poterci incollare il foglietto bianco già munito di nastro adesivo ai lati. Una volta etichettate tutte le sfilze di manga e cofanetti dalle diverse sfumature, il mostro dinosauro scese dai gradini e ripeté le stesse azioni per gli altri tre mobili, lasciando intatta all'estrema destra l'unica libreria piena zeppa di tomi e manuali di scienza.
Alla fine zampettò all'indietro e rivolse lo sguardo verso il suo operato. Sembrava tutto a posto.
No, non è tutto a posto. Le ho mentito...
Già, quella menzogna le pesava sulla coscienza. L'aveva buttata lì tutta d'un fiato, senza quasi rendersene conto.
Oltre alle mille motivazioni che avrebbe potuto tentare di far valere, benché di sicuro con scarso successo, la verità era che non voleva essere ricollegata a una ragazzina nerd sfigata. Le era già bastato aver fatto la figura di una miserabile in procinto di...
Chiuse gli occhi di scatto e li riaprì, scuotendo il muso per cercare di scacciare via quel brutto pensiero.
Ma all'improvviso si fermò a riflettere sul perché avesse mentito proprio a lei. Insomma, era davvero così importante per la scienziata il giudizio di Undyne? L'aveva incontrata appena il giorno prima, eppure si era già sentita in sintonia con lei. E la guerriera non si era risparmiata nel trasmetterle tutta la sua gentilezza e preoccupazione...
Stava ancora fissando con occhi spenti e bocca semichiusa le librerie, e non si accorse della manina squamosa premuta delicatamente sul suo petto, un piccolo gesto atto a calmare il battito della sua ANIMA bianca.
Fu il sibilare stridente della porta automatica del laboratorio a far tornare Alphys alla realtà.
-Alphys! Ci sei, vero?-
Poteva riconoscere quella voce robotica tra un milione.
-Mettaton! E-eccomi, sono qui sopra!- esclamò entusiasta il mostro dinosauro.
Guardò prima le scale mobili lì di fronte, poi il limite a ovest della stanza e viceversa, chiedendosi se dovesse raggiungere lei l'amico al piano terra. Sfortunatamente, scendere dal locale superiore si era rivelato da sempre alquanto laborioso; l'unica soluzione era fare il giro largo per prendere le altre scale che permettevano di ritornare di sotto, dal lato opposto rispetto a dove si trovava Alphys.
Non fece in tempo a pensarci troppo poiché vide Mettaton già agli ultimi gradini, e in un attimo il robot grigio le si parò davanti facendo scricchiolare la rotellina posta all'estremità di una sottile gamba di ferro, l'unico componente meccanico che gli consentiva di rimanere in piedi.
Allungò dunque le braccia snodabili, strinse con i suoi pallidi guantoni le mani di Alphys e si inchinò leggermente con il suo corpo squadrato. Esso era composto infatti da due grossi blocchi metallici di diversa altezza e lunghezza, uniti tra loro di modo che la sezione più piccola restasse nella parte inferiore: qui la scienziata gli aveva impiantato quattro pulsanti a manovella, che venivano utilizzati per una miriade di funzioni specifiche.
In quel preciso istante, tutta l'emotività del mostro robotico si stava palesando attraverso l'insieme luminoso dei ventiquattro pannelli del blocco principale, che potevano cambiare colore proprio in base al suo stato d'ANIMA. Quattro di questi erano stati installati a parte, subito sotto il display costituito dai sopracitati riquadri a LED, come se fossero una piccola striscia furbetta che simulava una bocca.
Il timbro da seduttore che però risuonò nella stanza non parve provenire da alcuna porzione in particolare del suo corpo.
-Carissima, mi dispiace che non mi sia fatto vivo per un bel pezzo. Sai, il mondo della televisione è...-
All'ultima frase alzò il tubo flessibile di un braccio con fare teatrale, inducendo la scienziata ad allargare il suo sorriso scoprendo i denti.
Non voleva affatto deriderlo, sapeva bene che Mettaton adorava lo spettacolo in generale, e rispettava la sua passione. Rivederlo dopo tanto tempo, semplicemente, non poteva che farle piacere. Aveva avuto l'impressione che la loro amicizia si fosse un pochino incrinata da quando lei aveva finito di costruirgli il suo agognato corpo da performance, ma Alphys ci teneva ancora molto a lui.
-L-lo so Mettaton, non sono arrabbiata. S-sono contenta di rivederti.-
-Come te la passi qui al laboratorio? Aspetta...-
L'amico si guardò intorno per una manciata di secondi, il display luccicante attento a ogni dettaglio.
-Oooh, Alphys, oggi la tua casa brilla come una stella del cinema! ...Beh, quasi. Comunque non c'era bisogno di questa accoglienza e... Oh...-
Si fermò quando notò che Alphys lo stava guardando perplessa.
-Oh, giusto, non potevi sapere che volessi farti visita... Ma, ma quindi...-
A quel punto il robot unì i suoi morbidi guanti in pelle e creò la forma di un cuore rovesciato con i suoi pannelli.
-Alphys, Alphys, stai aspettando qualcuno di importante? Un nuovo amico?-
Una volta apparsa la candida figura qualcosa si era mosso dentro di lei, l'aveva interpretata in chissà quale modo. Non ci badò molto visto che durò a malapena uno schiocco di dita, tuttavia cominciò a sudare freddo e a far tremolare la punta della coda.
-E-ecco, domani verrà qui u-una mia amica. L'ho i-incontrata ieri alle Cascate. Leggeremo q-qualche manga e...-
All'improvviso sbarrò gli occhioni e si portò le mani sulla bocca. Panico assoluto.
-Oh mio dio! Che c-cosa le offrirò? Ho s-solo noodles, patatine, non p-posso darle quelle robacce! Oh n-no, no no...-
Il mostro dinosauro iniziò a correre da una parte all'altra, proprio lì davanti alle librerie, inciampando quasi nel suo stesso camice.
Mettaton osservò la scena sbigottito; dovette anche spostare la scaletta pieghevole vicino al muro per evitare che Alphys ci sbattesse contro.
-Calma tesoro, respira profondamente, troverai una soluzione. Di che tipo di mostro si tratta?-
Quella interruppe il suo frenetico andirivieni e si rivolse all'amico. L'espressione di terrore che aveva sul volto si affievolì un poco.
-U-un... mostro... pesce...-
Stette così per un momento, poi alzò lentamente il muso mentre le si illuminarono gli occhi.
-C-certo, ci sono, ora s-so cosa fare! P-perdonami Mettaton, devo andare, d-devo fare in fretta!-
Il robot allora le mostrò una mano con il pollice alzato, rivelandole che era fiero di lei.
-Sapevo che ti sarebbe venuta un'idea! Tranquilla Alphys, spero che ci rivedremo presto.-
La scienziata era già vicino alle scale mobili dall'altro capo della stanza quando gli rispose: -C-ciao Mettaton! A presto!-

***

Alphys smise finalmente di correre all'impazzata solo una volta arrivata nella caverna che le interessava. Si trovava di nuovo a Waterfall, ma era molto lontana dalla zona nella quale era stata allestita la discarica.
In quanto figura essenziale del mondo dei mostri, era corretto pensare che conoscesse il Sottosuolo come le sue tasche. Nonostante ciò, era anche vero che gran parte di esso non lo vedeva dal vivo da moltissimo tempo, considerando che oramai si affidava soltanto alle registrazioni delle telecamere nascoste seminate in giro per le regioni.
Quella grotta si estendeva in lunghezza in modo imponente; era quasi completamente ricoperta d'acqua, un immenso lago scuro ma pulitissimo. Dalla sua superficie spuntavano qua e là grosse e robuste canne acquatiche, e il vento di tanto in tanto le faceva muovere con grazia soffiando dolcemente. Nella zona a nord, oltre il ponticello di legno su cui poggiavano i suoi piedini e aldilà dell'acqua cristallina, vi era una striscia di terra calpestabile avvolta nel buio, dove si ergeva una lunga serie di altissime colonne di pietra.
Il mostro dinosauro respirò a fondo, in attesa che la sua ANIMA si calmasse dopo la foga della corsa.
Avanzò poi sulla serpeggiante passerella rialzata che permetteva di guadare il lago, guidata dai bagliori freddi che i Fiori dell'Eco e i funghetti di palude rilasciavano nell'ambiente. Raggiunto il bordo all'estremo ovest, si sedette sul legno duro e immerse le mani in quel liquido blu zaffiro dalle increspature pressoché inesistenti, non preoccupandosi delle maniche del camice che si sarebbero bagnate in men che non si dica.
Trovò immediatamente quello che voleva; arraffò le alghe e cominciò a strapparle con un movimento secco delle braccia.
Ne aveva già ammucchiate un bel po' lì di fianco a lei, quando sentì all'improvviso una voce familiare.
-Alphys, sei tu?-
Trasalì e spostò il muso alla sua sinistra. Era proprio Undyne.
Se ne stava in piedi sulla solida passerella piena di venature, a pochi passi dall'altro mostro. Ancora una volta era riuscita ad avvicinarsi senza che Alphys lo notasse. L'occhio giallo la osservava con simpatia e un pizzico di curiosità.
-U-Undyne! C-ciao, io, io stavo...-
-Ehy, per caso piacciono anche a te le alghe? Queste che crescono qui sono deliziose, quelle più buone hanno un colore particolare, aspetta...-
Si chinò accanto alla mini montagnola di alghe, e solo dopo essersi guadagnata un piccolo cenno - seppur incerto - dalla timida scienziata, ne prese una discreta quantità e iniziò ad esaminarle.
Alla fine protese le mani verso di lei, il volto ricoperto di cicatrici che pareva esplodere dall'eccitazione.
-Ecco, questo tipo di verde qui! Di solito sono più fragranti delle altre, insomma, sono troppo buone!-
-Undyne, i-io non mangio le alghe...-
Brava. Dille la verità.
La guerriera era partita in quarta condividendole quanto sapeva sull'argomento, pertanto non se l'era sentita di interromperla: si ricordava fin troppo bene della pazienza dimostrata da Undyne giù nella discarica, di come in sostanza l'avesse ascoltata per minuti interminabili senza nemmeno batter ciglio.
Tuttavia, voleva in qualche modo rimediare allo sbaglio del giorno prima. Voleva essere sincera.
-Ah, pensavo... Scusami, ho frainteso. Allora a cosa ti servono?-
Oh caspita.
-A-ah, ecco...-
Alphys strinse le mani al petto, l'agitazione che prendeva lentamente il possesso di lei. D'impulso aprì la bocca, e si pentì subito delle sue parole.
-N-non le mangio, no, io le prendo p-perché hanno un'importanza scientifica! C-così come quelle che crescono f-fuori dall'acqua s-sono una specie a r-rischio, u-uniche al mondo, per questo b-bisogna proteggerle e analizzarle a f-fondo! I-insomma le loro p-peculiari vitamine, l-la fibra, e il fatto che si tratti della s-specie pluricellulare è davvero i-interessante, inoltre a giudicare dal b-buio della caverna non so nemmeno s-se usino la fotosintesi c-clorofilliana e...-
No, no, no!!
Undyne aveva un'espressione mista tra il sorpreso e il divertito. Sorrise scoprendo i denti affilati e strizzò l'occhio fintanto che ridacchiava: -Non mi immaginavo una cosa simile! Forse è per questo che le adoro? Ahahah! Alphys, sei una buffa scienziata, lo sai?-
Quella non rispose. Era avvilita. Perché continuava a raccontar frottole? Al loro primissimo incontro l'aveva fatto per non sembrare una povera nerd sempliciotta che aveva bisogno di essere compatita, questo lo sapeva. Ma ora...
Scrutò il suo riflesso nell'acqua scura, cercando di raggruppare le idee.
Una... una sorpresa. Esatto, una sorpresa! Non poteva certo dire ad Undyne che voleva usare le alghe per offrirle qualcosa di buono il giorno successivo, quando sarebbe venuta in visita al laboratorio... Era quello il motivo, giusto?
Alphys abbozzò un sorriso amaro. Forse ora stava cominciando a mentire pure a se stessa.
-Qualcosa non va?- chiese il mostro pesce con voce tenue, sebbene suonasse comunque intrisa d'allegria.
La scienziata raddrizzò le scapole finché non si ritrovò di nuovo davanti al suo sguardo color miele. Nel profondo della sua fragile ANIMA, sperò che l'altra non avesse notato la sua espressione abbattuta di poc'anzi.
-T-tranquilla Undyne... Io... d-devo tornare a Hotland. Mi ha f-fatto piacere rivederti, comunque.-
Muovendo le mani con disinvoltura, la guerriera si aggiustò alcune ciocche della sua lunga chioma scarlatta, ed esclamò: -Anche a me, Alphys. Studia le alghe con calma, mi raccomando! A domani, allora-.
Entrambe si salutarono e si alzarono, pronte a tornare alle loro faccende. Tuttavia, dopo che ebbe afferrato il mucchio di alghe umidicce, Alphys fu la sola ad allontanarsi.
-Ehy... aspetta.-
Il mostro dinosauro si guardò alle spalle.
Undyne era ferma lì, dove l'aveva lasciata. Da quella distanza le risultava difficile scorgerne il viso offuscato dalle tenebre, ma suppose stesse pensando a qualcosa che la faceva sentire un po' a disagio, visto che aveva alzato un braccio muscoloso per grattarsi le scaglie cerulee del capo.
-Mi chiedevo... noi siamo amiche ora, giusto?-
Alphys si girò all'indietro verso di lei, stavolta completamente. Il tono incerto della grande leader delle guardie reali l'aveva sbalordita.
In un rincorrersi di secondi dal ritmo quasi incantato, la sua coda ondeggiò deliziata come se godesse di vita propria, mentre la scienziata rispondeva: -Certo, Undyne. L-lo siamo-.

***

Per tutto il resto della giornata, Alphys lavorò con impegno per concretizzare al meglio la sua idea. Stava lì a progettare, martellare, segare e misurare, ora dopo ora, per rendere tutto perfetto. Osava immaginare che poteva potenzialmente esserlo; quello che aveva in mente era l'ideale per combattere le alte temperature di Hotland, e grazie alle parole di Undyne di quella mattina e alla sua spontaneità, adesso aveva una pista in più da poter seguire.
Non fece alcuna pausa nel mentre, ma non ne risentì: era abituata a lavorare senza sosta, rinunciando anche ai pasti.
Ultimò il macchinario proprio all'ora di cena. Quando provò a inserire qualche alga e ottenne l'effetto desiderato, dalle sue labbra non poterono che uscire dei ripetuti "Sì!" di trionfo. Non provava una gioia così grande nei confronti di una sua invenzione da quando aveva costruito il corpo robotico di Mettaton.
Sfregò dunque sul muso un braccio cicciottello per rimuovere alcune gocce di sudore.
Ce l'aveva fatta...!

Era ormai sera inoltrata, così si concesse una tazzina di noodles ultra-speziati prima di coricarsi nel suo letto azzurro, posto al secondo piano del laboratorio. Non faceva proprio parte di uno stile di vita sano andare a dormire subito dopo aver mangiato, ma Alphys voleva essere sicura di svegliarsi fresca e riposata. L'indomani, in rispetto dell'incontro effettivo con un'amica, si sarebbe fatta peraltro un bagno rilassante.
Portò la coperta fino all'altezza del collo e si lasciò andare a un lungo sospiro. Stava quasi per assopirsi, quando d'un tratto si destò come una furia e riaccese la luce.
-Oh mio dio! Ce l'ho un camice pulito per domani?? Oh no, no!-
Corse in maniera maldestra dinanzi al suo armadio e aprì le ante per controllare, esaminando uno ad uno i camici da laboratorio appesi alle grucce. Dovette però aguzzare la vista strizzando le palpebre, dal momento che si era tolta gli occhiali poco prima di andare a letto e soffriva da tempo - purtroppo - di una lieve miopia.
Poi, lo vide. Un camice dal tessuto immacolato; non sembravano esserci macchie di alcun genere.
Alphys avvicinò le manine al grembo e chiuse gli occhi, ringraziando il fato che per una volta si era posto dalla sua parte.
Oh, povera la mia ANIMA. Che cosa sta succedendo ultimamente?


.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.


Alphys è un tantino imbranata, ma a noi piace anche così ahahah!
È interessante ricreare gli ambienti del gioco tramite la scrittura.
Ma come ho già detto, più che altro il mio obiettivo è creare delle storie che vadano a sviscerare tutti gli elementi AlphysxUndyne presenti in Undertale.
Per quanto il capitolo sia leggermente più corto devo interromperlo qui per concentrarmi bene sul loro primo "appuntamento" nel prossimo.
Ci vediamo!
  
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