Film > Il gobbo di Notre Dame
Segui la storia  |       
Autore: lmpaoli94    11/02/2019    2 recensioni
Un giovane forestiero giunge a Notre - Dame durante una notte di metà settembre.
Il primo ad accoglierlo, nel buio della notte, non fu altro che Quasimodo.
IL campanaro, preso dal senso di bontà, decise di aiutare l'uomo ferito misteriosamente.
Ma si potrà davvero fidare di lui?
Perchè è giunto fin lì percorrendo centinaia di chilometri?
Quale sarà il suo scopo?
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Puoi uscire allo scoperto» fece Quasimodo tenendo ancora in mano la torcia.
IL forestiero, con la paura che gli ribolliva nelle vene, acconsentì alla richiesta del campanaro.
«Che cosa ti prende?»
«Ma tu sei…»
«Storpio? Sì, stai vedendo bene.»
«Oh, scusate… Non volevo mancarvi di rispetto.»
«Ormai ci sono abituato… Voi piuttosto, che ne dite di farmi vedere il vostro vero volto?»
Senza battere ciglio, il forestiero si tolse il mantello che gli ricopriva il viso, mettendo alla luce le sue numerose cicatrici.
«Come vi chiamate?»
«Gerard. Per servirvi» replicò l’uomo con un inchino.
«Il mio nome è Quasimodo… E smettetela di inchinarvi. Non sono abituato a queste riverenze.»
«Dopo che mi avete nascosto e mi avete salvato dall’arresto delle guardie reali, ho un debito con voi… Ditemi quello che volete, e io esaudirò la vostra richiesta.»
Quasimodo soppesò in maniera arguta la richiesta dell’uomo.
«È molto tardi. Ma domani mattina voglio sapere che cosa vi ha portato fin qua nella cattedrale… E soprattutto, voglio sapere che cosa volete da me… Per stanotte potete dormire nel mio letto. Io dormirò sotto le stelle.»
«Ma è molto freddo fuori.»
«Ho dormito con temperature più fredde di queste… Adesso dormite. Buonanotte.»
«Grazie ancora per tutto quello che avete fatto per me.»
«Non fatemi pentire di questa scelta… IL capitano delle guardie è un mio amico…»
«Da come l’avete guardato, non si direbbe.»
Nel sentire quelle parole, Quasimodo squadrò malamente il forestiero.
«Scusate la mia insolenza. Buonanotte» disse infine l’uomo prima di vedere la torcia di Quasimodo spegnersi.
 
 
Quasimodo si era risvegliato alle prime luci dell’alba.
Dopo una nottata di piogge e temporali, il sole stava facendo contorno sulla città francese.
“Un altro insignificante giorno sta per cominciare” fece l’uomo mentre stava per andare a svegliare l’ospite.
Ma con grande sorpresa, Quasimodo vide che l’uomo non era nel suo letto.
Allarmato, cominciò a controllare tutto il piano delle torri campanarie, ma del forestiero nemmeno l’ombra.
< Se n’è andato > fece Victor < Appena tu ti eri addormentato. >
< Che cosa? Se n’è già andato? >
< Sì… >
< Non capisco… Perché prima ha chiesto il mio aiuto e subito dopo è fuggito come se nulla fosse? >
< Perché aveva paura di essere catturato dalle guardie. Il motivo è lampante > intervenne Laverne.
< E poi, se dobbiamo dirla tutta, quell’uomo non mi piaceva per niente > disse invece Hugo.
< Già, nemmeno a me. >
< Lo so che poteva sembrare un pochettino strano… Ma in lui c’era qualcosa che nascondeva… >
< Meglio che se ne sia andato. Avrebbe portato un mucchio di problemi, Quasi. >
< Vado un attimo giù in paese > fece Quasimodo con tono determinato.
< Ma Quasi, le persone… >
< Non mi fanno paura. Anzi, se devono dire qualcosa sul mio aspetto, che lo facciano pure. Non me la prenderò affatto. >
< Vuoi andare in paese per cercare quel forestiero, vero? >
< E anche se fosse? >
< Quasi, dai retta a me. Lascialo andare > ribatté insistentemente Victor.
< Ci vediamo più tardi. >
Ma Quasimodo non voleva sentire ragioni.
Voleva ritrovare quel forestiero a tutti i costi.
Ma cercarlo in una delle città più grandi al mondo era una vera impresa.
Dopo essere sceso dalla torre campanaria, Quasimodo si imbatté nell’Arcivescovo di Notre – Dame.
< Buongiorno, padre. >
< Buongiorno, Quasimodo. Esci dalla cattedrale per fare qualche compera? >
< Sì, ho bisogno di alcune cose che mi mancano > mentì.
< Capisco… Prima che tu te ne vada, un uomo con la faccia sfregiata mi ha consegnato questa lettera di prima mattina. >
< Un uomo sfregiato? >
< Ecco a te… Ho fatto in modo e maniera di tenere a freno la mia curiosità per non leggere quella lettera… >
< Avete fatto bene, padre. >
< Non capisco ancora come ha fatto quell’uomo a ritrovarsi nella mia chiesa appena ho aperto il portone… Voi ne sapete qualcosa? >
< No. Non so niente. >
A Quasimodo non piaceva molto mentire.
Ma in quel frangente non aveva altra scelta.
< Strano… La cosa che ha attirato la mia attenzione è che conosceva il tuo nome… >
< Magari non è un forestiero come poteva sembrare ed è uno del paese. Lo sapete meglio di me che in questa città mi conoscono tutti. >
< Può darsi… Ma di quell’uomo non mi fido. Stai molto attento, va bene? e per qualsiasi cosa, non esitare a chiedere il mio aiuto. Lo sapete quanto tengo a voi. >
< Vi ringrazio per la vostra dimostranza d’affetto, padre. Me ne ricorderò. Ci vediamo più tardi. >
< A presto. >
Nel vedere uscire Quasimodo dalla cattedrale, l’Arcivescovo pensò che era molto raro che il suo campanaro potesse uscire per andare in città in mezzo alla gente.
“Questa situazione non mi piace per niente.”
 
 
Una volta ritrovatosi nelle vie della città, con grande sorpresa nessuno fissò o guardò malamente Quasimodo.
“Sarà che la gente si è abituata al mio viso e al mio corpo… Meglio così.”
Nel mentre si ritrovò dinanzi alle bancarelle della frutta, una voce femminile lo riscosse dai suoi doveri.
< Che ci fai di buon mattino in mezzo a tutte queste persone? >
La voce femminile in questione non era altro che la zingara Esmeralda.
< Buongiorno, Esmeralda. Sto solo facendo un po’ di spesa per l’Arcivescovo. >
< Strano. Di solito vedo che se la fa per sé. >
< Non oggi. Aveva delle questioni urgenti da risolvere. >
< Spero cha vada tutto bene a Notre – Dame. >
< Benissimo. La vita non potrebbe scorrere più tranquilla. >
Mentre Esmeralda stava conversando con il suo amico campanaro, vide che in lui c’era qualcosa che non quadrava.
< Quasimodo, posso parlarti un attimo in privato? >
< Certo. >
Una volta preso per mano, il cuore di Quasimodo cominciò a battere all’impazzata, come se avesse fatto una corsa forsennata.
Ma il battito del suo cuore non era dato dalla stanchezza, ma dal suo amore sepolto e incontrastato per la zingara.
< Quasi, sai qualcosa del comportamento strano di Febo? >
< Comportamento strano? No, non so niente… >
< Ieri sera, dopo la sua della sua ronda notturna, è tornato a casa e non mi ha degnato neanche di uno sguardo. >
< E cosa c’è di strano? Magari è solo stanco. >
< No, Quasimodo. Non credo davvero che sia così… Tu sai qualcosa del suo stato d’animo? >
< No, mi dispiace. >
Quasimodo non volle dire niente sul fatto che Febo e le sue guardie avevano fatto irruzione nel campanile.
Il tutto per evitare spiegazioni troppo lunghe e preoccupanti.
< Ho capito… Scusami per averti trascinato in maniera così misteriosa. È solo che sono molto preoccupata per lui. >
< Non ti preoccupare. Posso capire il tua stato d’animo… Magari potrei parlare con lui senza menzionare il fatto delle tue preoccupazioni. >
< No, non è necessario. Magari sono solo mie preoccupazioni inutili… Grazie ancora di tutto. >
< Figurati. Buona giornata. >
< Altrettanto, Quasimodo. >
Una volta che Esmeralda si fu allontanata, un senso di dispiacere colpì il suo cuore.
Ma non era tempo per pensarci assiduamente.
“Il messaggio datomi dall’Arcivescovo!”
Preso da un senso di curiosità, Quasimodo prese il messaggio per leggerlo di fretta e furia.
ma non riusciva a comprendere nessuna parola.
Sembrava un messaggio in codice.
< Scusa per la calligrafia, Quasimodo > fece il forestiero venendo verso di lui < Ho scritto di fretta e furia. >
< Allora sei qui… Perché stamattina sei scappato come un ladro? >
< Perché non riesco a rimanere in un posto più di un certo numero di ore… Sono un instancabile viaggiatore che non si ferma mai. >
< Più che instancabile viaggiatore, direi che stai fuggendo da qualcosa… >
Ma il forestiero non rispose, limitandosi a fissare Quasimodo.
< Allora? Che cosa nascondi? >
< Il mio passato è fatto di uccisioni e di sofferenze… Da quando avevo dieci anni che vago per le terre di Francia in cerca di guadagnarmi da vivere… E se sono giunto fino a qui, è per cercare un lavoro e un alloggio. Voi potete aiutarmi? >
< L’alloggio ce l’avevi nel campanile. Non ti piaceva stare fin lassù? >
< Non volevo essere trovato dalle guardie reali dopo il mio fattaccio di ieri sera… >
< Allora ti consiglio di andartene immediatamente da qui prima che ti trovino… Hai accoltellato uno di loro. Non si daranno pace per molto tempo. >
< So di avere sbagliato, ma non posso andarmene subito. Non ora almeno… >
< Che diavolo stai cercando?! Non ti capisco! >
< Ve l’ho appena detto! >
< E non potete trovarlo all’infuori di qui? >
< Eccolo laggiù! >
Un urlo acuto risuonò alle orecchie di Quasimodo e del forestiero.
< Prendiamolo! >
Le guardie reali, capitanate da Febo, stavano rincorrendo il criminale.
< Fermati! >
Ma il forestiero non ne voleva sapere.
Dopo essersi nascosto nei vicoli della città parigina, le guardie reali persero le sue tracce.
< Accidenti! L’abbiamo perso! > gridò imbufalito Febo gettando il suo elmo per terra come gesto di stizza.
In quel momento, Quasimodo era in guai seri.
Doveva spiegare al suo amico che cosa lui e il forestiero si erano detti.
< L’ho incontrato per caso, Febo > mentì Quasimodo < Stava cercando un lavoro e un alloggio in città. >
< Molto bene… Essendo ricercato dalla polizia, nessuno dovrà dargli quello che vuole. Deve marcire dietro le sbarre. >
< E’ giusto… >
< Ti ha detto qualcos’altro sulle sue intenzioni? >
< No. Mi dispiace. >
Ma l’istinto di Febo gli diceva di non fidarsi delle parole di Quasimodo.
< Quasi, mi stai nascondendo qualcosa? >
< Perché dovrei? >
< Non lo so… Ogni volta che siamo vicini nel catturarlo, comparì tu improvvisamente come ieri sera… E questo, amico mio, mi da molto da pensare. >
< Che cosa stai insinuando? Pensi che io lo stia proteggendo? >
< Mi dispiace Quasimodo, ma i fatti sembrano essere contro di te… Devo tenerti d’occhio. >
< Fai pure. Io non nascondo nulla… Anzi, mi fa molto male sentirti dire queste parole contro di me. Credevo che tu mi rispettassi. >
< Infatti ti rispetto amico mio, ma devi capire che un mio soldato ha rischiato di morire ieri sera. >
< Mi dispiace per il tuo soldato, ma questo non ti autorizza ad avere dei sospetti su di me… Comunque puoi fare tutte le indagini del caso. Io sono limpido come l’acqua cristallina… Adesso, se l’interrogatorio è finito, devo tornare alla Torre campanaria. E’ quello il mio posto. >
< Quasimodo, non volevo offenderti… >
< Ma l’hai fatto. Buona giornata. >
Nel mentre Quasimodo si stava allontanando furioso con Febo, Esmeralda si avvicinò ai suoi uomini cercando delle spiegazioni.
< E’ una cosa che riguarda solo noi due, Esmeralda. >
< Ma io sono tua moglie! > gridò la donna.
< Questo non ti autorizza a sapere del mio lavoro. >
< E certo… Perché io sono una zingara, giusto? >
< Non ho detto questo! >
< Va bene. è meglio finirla qui… Non voglio discutere come questa notte > ribatté la donna andandosene come Quasimodo.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Il gobbo di Notre Dame / Vai alla pagina dell'autore: lmpaoli94