Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: daphtrvnks_    11/02/2019    0 recensioni
- Ebbene, lei si sente colpevole? - 
- Dovrei sentirmi innocente dopo il peccato di cui mi sono macchiato? - 
Genere: Angst, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kim Seokjin/ Jin, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Dunque, vada avanti. -

Le giornate passarono velocemente, ci eravamo organizzati decidendo di passare da Jungkook ogni mattina prima di andare a scuola, rimaneva con noi sulla soglia del cancello e lo stesso durante la pausa pranzo. Nonostante potessi tranquillamente dormire fino a tardi volevo assicurarmi che stesse bene e mi univo al gruppo.
Eravamo tranquilli, ognuno teneva d'occhio il più piccolo, attento a ogni minimo dettaglio e sembrava che le cose andassero bene finché non allentammo la presa.
La serenità che ci aveva accompagnati fino al giorno il cui Jungkook fu picchiato sembrava stesse ritornando ma ad uno sguardo più ricercato si poteva notare che le tensioni ci fossero ancora.
Un episodio ci scosse, se ci ripenso...

Jimin sbattè con un impeto la porta della sua stanza, toccava con irruenza i suoi capelli color arancio scuotendoli ripetutamente.
Nervoso mordeva il labbro inferiore e stringeva i denti contraendo la mascella; suo padre non smetteva di ripeterglielo, lo assillava con le sue frasi che non erano più di preoccupazione come all'inizio ma obblighi che lo asfissiavano lasciandolo senz'aria ogni volta.
Cominciava ad odiare la voce di suo padre, quella divisa scura e dorata e le iridi piene di rabbia nei suoi confronti.

- Maledizione, Jimin, sbatti ancora quella diamine di porta! Rifallo! -

Le grida nel corridoio lo fecero ringhiare e preso dall'ira sferrò un calcio alla ferrata del letto, l'agitazione non gli fece percepire il dolore.
La porta in legno si aprì con uno scatto e la figura imponente di suo padre fece la sua entrata, rimase con la mano sulla maniglia, stretta così forte da far intravedere le nocche mutare colore in un bianco acceso.

- Te l'ho già detto, se il tuo fottuto amico si ritroverà nei guai non mi fermerò dal sbatterlo in cella, è dannoso per te.
I voti stanno calando e sono stanco di sentirmi dire che mio figlio stia prendendo una brutta strada! -

Sembrò non ascoltare e un sorrisetto di sfida spuntò sul viso paffuto del ragazzo il quale portando con la mano destra un ciuffo ribelle indietro lo fronteggiò senza timore.
Mingherlino e basso i suoi occhi nocciola si scontrarono con quelli del genitore che severo lo fissava a sua volta.

- Ti faccio fare brutta figura con i colleghi papà? Ti faccio schifo come figlio, eh?
Sappi che sono solo il tuo riflesso. -

Nella camera disordinata del giovane calò il silenzio seguito poi da uno schiaffo.
Le impronte si tinsero di un lieve rosso che si sparse per lo zigomo e che subito dopo divennero candide lasciando un segno.
Il sorriso di Jimin non si spense, nonostante il dolore al piede sinistro iniziasse a farsi sentire e il viso gli bruciasse non smise di sorridere vittorioso e anche quando nuove urla fecero capolino, quando gli intimarono di andare via da quella casa egli non se lo fece ripetere due volte.
Strafottente, pensava di esserlo e ciò gli piaceva.
Prese ciò che gli occorreva infilando distrattamente in una semplice sacca marrone dei quadernetti, una penna e dei vestiti.
Poi fece con calma, sorpassò l'uomo che ancora sulla porta lo osservava borbottando parole malevoli ed una volta aver preso le scarpe uscì a piedi scalzi sulla strada.

I lampioni illuminavano tenuamente le case, la bici presa solcava l'asfalto diretta verso l'abitazione di Taehyung il quale viveva solo a qualche isolato di distanza.
Dormì da lui per una notte ma non fece ritorno a casa per una settimana intera e nonostante sua madre chiamasse esasperata quella di Hoseok per pregarlo di tornare, per orgoglio, non lo fece.

Si riferiva a Yoongi, questo era scontato, Jimin non fece il suo nome ma chi altro poteva essere se non lui?
Poi successe altro, sì nella stessa settimana, insomma Jungkook era stato preso di mira ma non credevamo mai fino a quel punto, non ci aveva spiegato nei dettagli cosa gli avesse davvero fatto quel Hyungoon... nessun episodio era mai uscito dalla sua bocca e si nascondeva, forse per vergogna.

L'ora di educazione fisica era un tormento, percepiva su di sè lo sguardo di una persona non desiderata, odiata, ma Jungkook non sapeva odiare, non ne era capace.
Un bagno di sudore e stanchezza che lo travolgeva sfinendolo e le sue gambe non riuscivano più a reggere la corsa.
Passò le mani sulla nuca facendo un profondo respiro e guardandosi intorno nella grande palestra decise di andare a fare una doccia, per quella lezione aveva chiuso, definitivamente.
Si diresse a passi svelti verso gli spogliatoi, attento a non inciampare nei lacci delle converse nere che per pigrizia non aveva voglia di legare.
Provò a levar di dosso la sensazione dell'essere osservato ma questo si rivelò vano quando quasi sul punto di pensare ad altro si sentì trascinare con forza in una delle docce e sbattuto contro le mattonelle gelate.
Chiuse con forza le palpebre, no, non voleva vedere il viso del suo carnefice, non ne aveva voglia e giunse anche la stanchezza mentale, provata.

- Allora Jeon, ti piace andare in giro con la tua banda di amichetti? Ti senti protetto immagino. -

Il tono era grave, tremendamente fastidioso e la schiena doleva, cercò di aggrapparsi con le dita alla maglia di Hyungoon per un appoggio stabile quando l'acqua ghiacciata venne aperta.
La suola delle scarpe scivolava contro la superficie umida e si sentì soffocare quando nel tentativo di gridare aiuto l'acqua gli entrò in bocca.
Sputava e cercava ossigeno come un forsennato mentre ancora veniva spinto indietro.

Non poteva reggere, non aveva la forza per resistere e i suoi amici non c'erano.

La maglia fradicia si attaccò al corpo scosso dai fremiti per il freddo e prese a tossire.
Quando la presa venne tolta si accasciò goffamente tirandosi poi fuori dal getto violento della doccia, indistintamente le risa di Hyungoon e poi l'acqua divenne bollente.
Colpì le gambe nude e un urlo strozzato nacque dalle sue labbra, si fece avanti con i gomiti arrossati e lentamente aprì le palpebre, come pioggia le gocce scendevano dai suoi crini bagnati e sfocatamente lo vide con il suo solito ghigno.

- Non finisce qui, idiota. -

Si lasciò travolgere da un pianto liberatorio, il torace si abbassava e si alzava irregolarmente e lacrime salate si posarono sul labbro inferiore rosso e gonfio che prese a mordere tra un singhiozzo e l'altro nel tentativo di calmarsi.
La carnagione pallida era velata da gocce come i petali di un giglio coperti dalla rugiada mattutina.
Si rialzò dopo quelli che sembrarono interminabili minuti, avanzò verso uno dei bagni e ci si chiuse dentro a chiave.

Non aveva il coraggio per poter affrontare quel mostro dalle fattezze umane, non possedeva la volontà di zittire i demoni interiori che lentamente si facevano largo nella sua mente dilaniando e squartando l'anima con i loro artigli lunghi e le zanne affilate.
In quel bagno di una palestra ormai vuota con il solo rumore della doccia lasciata aperta ed i passi degli studenti pronti a tornare a casa, Jungkook, per la prima volta, pensò di farla finita.

- Hoseok i tuoi vestiti sono troppo larghi...-

Jimin lottava contro la cintura in pelle che stringeva i jeans, aveva fatto più di tre risvolti e la vita gli andava larga.
I corridoi deserti lasciavano spazio ai cinque ragazzi che stanchi di aspettare Jungkook si erano messi a cercarlo.

- Finiscila di lamentarti, che cazzo. -

La cartella pesava e Yoongi non vedeva l'ora di potersene liberare, dinanzi a tutti si guardava in giro accelerando di volta in volta il passo temendo il peggio.
I suoi capelli color menta tendevano a un grigio verso la radice e il giubbotto di jeans blu scuro lo faceva apparire più grande di quanto non fosse, affondava poi nei pantaloni neri rattoppati in alcuni punti e vederlo faceva quasi tenerezza.

Si fermò di colpo e Namjoon gli finì sopra seguito da un Hoseok distratto che inciampò su Taehyung rischiando una brusca caduta, Jimin dietro invece si batteva ancora con quella stupida cintura.

- Lo sentite anche voi lo scrosciare dell'acqua? -


- Mi pare che lei stia saltando dei pezzi. -

Giusto, avete ragione.
Prima di questo, intendo prima ancora che Jungkook venisse picchiato e che Jimin  venisse sbattuto di casa Yoongi fece qualcosa e non solo, Taehyung mi raccontò un suo segreto ed io, io non so se sentirmi colpevole o semplicemente estraneo a questa faccenda.

- Ebbene, lei si sente colpevole?

- Dovrei sentirmi innocente dopo il peccato di cui mi sono macchiato? 

  
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