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Autore: sadpainting    11/02/2019    1 recensioni
Il dolore scuote le persone ma non è da esso che nasce l'arte.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il dolore scuote le persone ma non è da esso che nasce l'arte. La solitudine scuote le persone, stringe i cuori in una morsa letale e li trattiene all'interno di una voragine senza inizio né fine ma non è da essa che nasce l'arte, quanto più l'annullamento dell'animo umano e la sua distruzione. Aveva una vita perfetta e una casa troppo grande, un vestito nero come le giornate trascorse sui libri e due occhi incastrati in una realtà che stava loro stretta. Aveva tutto e non aveva niente perché tutto era niente quando la sera avanzava funesta e spogliava la sua persona di tutte le sicurezze che il giorno aveva donato. Aveva provato sulla sua stessa pelle quella costante sensazione di perdizione, quel perenne senso di smarrimento e quella terribile agonia che la solitudine aveva portato con sé quando aveva deciso di farle eternamente compagnia. Acuta infelicità, atrabile malinconia, un filo sottile si ostinava a non voler lasciare andare via quella persona, a tenere strette le tendini della sua vita, un filo sottile dai grandi occhi neri. Aveva davvero una casa troppo grande e un divano sul quale si addormentava la sera senza alcun preavviso. Era diventata più un'abitudine, non aspettava più il rientro della causa di tanta solitudine, non aspettava più di sentire la buonanotte, che poi tanto buona non era, ma che importanza aveva, oramai? Il suo sguardo spento era da troppo tempo intriso di malinconia, di una nota d'amarezza che macchiava lo spartito logorato dal tempo sul quale studiava senza sosta. Inesorabili, le giornate passavano l'una dietro l'altra, prendendosi gioco della sua incapacità di chiudere i ricordi nel cassetto e buttarne la chiave. Anche la natura aveva capito quanto difficile fosse continuare la sua vita senza provare un rimorso tale da costringersi a trattenere quei pochi momenti impressi nella sua memoria con tutta la forza di cui fosse capace. Preferiva chiudersi, ricercando nella solitudine l'essenza stessa del suo essere e nella tristezza il massimo della sua umanità e così si sentiva viva, dopo istanti trascorsi in balia della sensazione di star perdendo il terreno da sotto i piedi. In una vita programmata, dalle false parvenze, quelle erano le uniche emozioni veritiere che le era concesso provare. Chi è triste, spesso non ne parla. Chi è solo, spesso parla troppo. Chi è solo e triste, spesso si nasconde dietro risate scritte in maiuscolo e battute di poco conto. Chi è triste, solo e crede che l'unica soluzione sia la morte, scrive. Meglio regnare all'inferno o servire in cielo?
   
 
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