Fumetti/Cartoni americani > Avatar
Ricorda la storia  |      
Autore: Shizue Asahi    11/02/2019    3 recensioni
Storia partecipante alla prima settimana del COW-T9.
Sono una coppia singolare, piuttosto insolita e insospettata. Si sono trovati quasi per sbaglio, troppo diversi l’una dall’altro per prendere davvero sul serio quella sensazione fastidiosa che li coglieva allo stomaco quando rimanevano da soli.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bolin, Jinora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A Barbara, per augurarle il meglio e nella speranza di rubarle un sorriso.



 
Peeler
 




Jinora è piccola e graziosa, col viso tondo e il profilo sottile. Una nuvola di capelli castani e occhi nocciola. È aggraziata e bella, i suoi piedi sfiorano appena il pavimento quando cammina e sembra sempre sul punto di spiccare un salto o fare una piccola piroetta. È facile indovinare che sia una Dominatrice dell’Aria, anche senza l’aiuto delle vesti arancioni e dei tradizionali tatuaggi dei Nomadi dell’Aria che le percorrono la pelle.
Bolin invece è grosso e massiccio, belloccio con quei tratti del viso marcati e il sorriso luminoso. È rumoroso, chiassoso e per niente delicato nel muoversi. È un Dominatore della Terra, è chiaro dal modo in cui cammina, attardando più del dovuto la pianta del piede destro sul pavimento, dal sottile strato di polvere che gli impregna irrimediabilmente i vestiti verdi, dall’irruenza che contraddistingue il suo animo.
Sono una coppia singolare, piuttosto insolita e insospettata. Si sono trovati quasi per sbaglio, troppo diversi l’una dall’altro per prendere davvero sul serio quella sensazione fastidiosa che li coglieva allo stomaco quando rimanevano da soli. Oltre a essere incompatibili dal punto di vista del Dominio – Aria e Terra sono i due elementi opposti per natura – lo sembrano anche come persone e vederli insieme è piuttosto buffo e Tenzin non si abituerà mai alla cosa.
Sono stati diversi i momenti che li hanno uniti, tanti piccoli passi che li hanno portati a venirsi incontro e a proseguire fianco a fianco, ma se Bolin ne dovesse scegliere uno, sarebbe sicuramente quello del pelapatate.
 
Un giorno Jinora si è presentata a casa sua e ha cucinato per lui. Mako si è volatilizzato via apparentemente per un impegno improvviso e improrogabile e loro sono rimasti da soli con Pabu che li fissa pacatamente con i suoi occhietti neri e l’aria di chi la sa piuttosto lunga su come gira il mondo.
Bolin rappresenta lo stereotipo perfetto dell’uomo che non regge qualche decimo di febbre e cade malato e bisognoso di cure al minimo cambio di temperatura e quindi lei non è per niente sorpresa di vederlo girare per casa con un pigiama decisamente discutibile e con una vecchia coperta sulle spalle in un’imitazione piuttosto mal riuscita di un mantello. Bolin non le fa vedere l’appartamento, non le offre da bere, né di accomodarsi, si limita a fissarla, indeciso sul se sia davvero lì o se i decimi di febbre gli stiano facendo avere una maligna allucinazione, e a parlare ininterrottamente. Le racconta cose sconnesse, i piccoli aneddoti degli oggetti su cui lo sguardo di Jinora si posa e poi, irrimediabilmente, farfuglia qualcosa di stupido e la ragazza ride.
A Bolin piace la risata di Jinora, è melodiosa e rilassante. Se si impegna a trovare qualcosa di davvero stupido, riesce persino a farle fare un piccolo grugnito. Il naso le si arriccia in modo delizioso, gli angoli degli occhi le si inumidiscono e grugnisce e poi la risata di Bolin copre la sua in un circolo goffo e sempre più familiare.
 
Jinora è silenziosa e aggraziata, lo ascolta con attenzione, gli fa domande acute, ma mantiene comunque quel tono discreto di chi è più abituato ad ascoltare che a parlare.
Bolin è abbarbicato su uno degli sgabelli della cucina, col busto premuto sul tavolo e la coperta ancora avvolta intorno alle spalle. Jinora gli sta preparando da mangiare e lui si è incaponito nel volerle fare compagnia, anche se la febbre è un po’ salita e le palpebre gli si stanno facendo sempre più pesanti.
Jinora è silenziosa e aggraziata, con i capelli tirati dietro le orecchie e il tatuaggio azzurro a forma di freccia che le spicca sulla fonte chiara; Bolin la osserva muoversi per la cucina quasi come se stesse danzando, con quei piedi piccolissimi e silenziosi; la vede disporre gli ingredienti sul bancone davanti a lui e frugare nei cassetti.
Quando il pelapatate viene fuori, col suo manico nodoso in legno e una piccola incisione a forma di fiore di loto su una delle estremità, Bolin sussulta. Si era quasi dimenticato di averlo ancora, pensava fosse andato disperso tra un trasloco e l’altro.
- Sai, era di mia madre – le dice, con la voce un po’ meno allegra e gli occhi un po’ più scuri – Da bambini io e Mako non capivamo cosa fosse, poi ho quasi perso un dito – alza il mignolo della mano destra e lo muove un paio di volte con fare teatrale – e la mamma lo ha dovuto nascondere. -
- Se può consolarti, una volta Meelo ha cercato di usarlo per rasarsi la testa. -
 
Anche le mani di Jinora sono piccole e graziose e, strette sul manico del pelapatate, somigliano incredibilmente a quelle di Naoki e Bolin si sente un po’ più felice, un po’ più a casa, un po’ meno solo. La osserva pelare la prima, le seconda e la terza patata e a ogni strisciolina di buccia che viene via Bolin ha sempre meno voglia di lasciare che Jinora vada via.
 

 
*
- 833 parole;
- La storia partecipa alla prima settimana del  COW-T9 col prompt pelapatate;
- Naoki è il nome della madre di Bolin e Mako secondo l'Avatar Wiki;
- Chiedo venia per queste note penose, sono un po' fuori allenamento. 

 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Avatar / Vai alla pagina dell'autore: Shizue Asahi