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Autore: lmpaoli94    12/02/2019    2 recensioni
Giancarlo, un giovane ragazzo di soli ventidue anni partito per il fronte, si sente molto solo e dimenticato da tutti i suoi compagni di guerra e da tutta la sua famiglia.
Talmente solo che evita di scrivere ai suoi più cari ben sapendo che non tornerà mai più a casa.
Ma cosa succederà se il suo destino si incrociasse con la sua amata che non l’aveva mai dimenticato?
Genere: Avventura, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Guerre mondiali
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Le vite di Giancarlo e di Filomena erano appese ad un filo.
< Siamo in mezzo al campo di battaglia! Dobbiamo tornare immediatamente in trincea se vogliamo salvarci! >
< Giancarlo, io non credevo… >
< Adesso smettila di pensare e corri. È la nostra unica speranza. >
Mentre il Generale Toti e gli altri soldati cercavano di proteggere la coppia sparando verso i nemici, Filomena venne colpita da una pallottola vacante all’altezza della spalla destra.
< Filomena! >
La giovane donna non riusciva a muoversi in nessun modo.
< Giancarlo, non riesco a muovermi. >
< Devi riuscirci! Ormai manca poco. >
< No. Mi fa troppo male. >
< Devi resistere! >
Ma dopo il colpo inferto alla sua spalla, un soldato austriaco prese bene la mira su di lei ferendola una seconda volta senza però ucciderla definitivamente.
< La mia gamba! >
< Filomena! >
Giancarlo era estremamente disperato.
Non sapeva come aiutare la sua amata.
< Dannato bastardo austriaco! >
Mentre il nemico cercava di ricaricare il suo fucile da cecchino, quest’ultimo fu colpito mortalmente dal generale Toti.
< Doveva lasciarlo a me! >
< E con quale arma l’avresti ucciso? >
< Con i miei pugni! >
< Smettila di fare lo sciocco e prendi la tua ragazza sulle spalle. >
< Sì, d’accordo. >
Dopo essere riusciti a salvarsi, il generale e Toti si recarono verso il medico di trincea per curare il prima possibile la povera donna prima che le sue due ferite si potessero infettare.
< Giancarlo, ho paura di morire > fece Filomena con le lacrime agli occhi.
< Non ti preoccupare, tesoro mio. Non ti succederà niente di male. Promesso. >
< Tieni la mia mano. Non te ne andare. >
< Ma io… devo combattere questa guerra… I miei compagni mi stanno aspettando. >
< Non ti preoccupare. Roaro. Puoi rimanere qui quanto vuoi. >
< Ma generale… >
< Fai come ti ordino o te lo farò capire con le cattive! Ci penseremo noi agli austriaci. >
Dopo essere rimasto da solo con lei e il medico di trincea, Giancarlo non smetteva di stringere la mano alla sua amata e di consolarla.
< Non mi abbandonare… >
< Non lo farò, Filomena… Non ora che ti ho ritrovato… >
< Roaro, devo anestetizzarla per fare in modo che non senti dolore. >
< Faccia quello che ritenga più opportuno. >
< Venga un attimo con me… >
< Che cosa succede, dottore? >
< Devo parlarle in privato > rispose l’uomo preoccupato.
Acconsentendo alla sua richiesta, Giancarlo vide dipinto negli occhi dell’uomo tutta la preoccupazione e la disperazione che poteva manifestare.
< Voglio essere sincero con lei… Molto probabilmente la sua fidanzata non passerà la notte. Il colpo inferto alla sua gamba sinistra hanno colpito l’aorta… Operarla sarebbe un grande rischio visto tutto il sangue che ha perso… Mi dispiace. >
Giancarlo non seppe cosa dire.
< Che cosa dovrei fare, dottore? >
< Rimanga accanto a lei. E’ l’unica soluzione. >
< Gli manca molto alla sua… >
< Non lo so. Però ogni minuto è prezioso. >
< Che cosa gli dovrei dire? >
< Niente di particolare… Rimanga accanto a lei cercando di consolarla come ha fatto finora. D’accordo? >
< Sì, d’accordo… >
< Se ha bisogno di me sono qui vicino a curare altri commilitoni. >
Una volta tornato dalla sua amata, Giancarlo non riusciva a trattenere le lacrime.
< Giancarlo, che cos’hai? > gli domandò la donna con voce flebile.
< Niente, tesoro. Va tutto bene. >
< Che cosa ti ha detto il medico? >
< Niente d’importante, tranquilla. >
Fissando lo sguardo di Giancarlo, Filomena capì che stava mentendo.
< Quanto mi manca per morire? >
< Cosa? >
< Giancarlo, non credere che io sia una sciocca… Tu e il medico avete parlato che io non supererò la notte, vero? >
< Io… non so cosa dire… >
< E’ tutta colpa mia. Se non avessi varcato il confine nemico tutto questo non sarebbe mai successo. Sono solo una stupida. >
< Non dire così. Sono stato contento di rivederti. >
< Sì… per l’ultima volta… >
< Adesso però smettiamola di pensarci, va bene? Voglio passare gli ultimi momenti con te stringendoti a me. >
< Giancarlo… >
Sentendo qualcuno che lo stava chiamando, il giovane soldato si girò di scatto, e quello che vide lo lasciò interdetto.
Il generale Toti era ostaggio di un soldato austriaco che gli puntava la pistola.
< Lascialo andare > fece Giancarlo con voce flebile e alzando le mani.
< Sciocco italiano sentimentale… Invece di combattere per difendere il tuo paese pensi a questa donna? > replicò il nemico parlando un perfetto italiano.
< Ma lei è… >
< Parlo italiano alla perfezione visto che lo studio da quando sono bambino. Ma questa è un’altra storia… Adesso pensiamo a noi. >
< Lasci andare il mio generale. >
< Perché dovrei farlo? Voi siete miei nemici. >
Giancarlo non sapeva cosa fare.
Vedere quello spettacolo lo rendeva impotente e inutile.
< Che cosa avete in mente? >
< Sterminare tutti senza pietà. A cominciare dalla tua donna. >
Con uno scatto repentino, il soldato austriaco puntò la pistola verso Filomena colpendola in piena fronte e uccidendola sul colpo.
< No! Filomena! >
Il secondo colpo invece fu tutto per Giancarlo, che venne colpito sulla schiena.
< Maledetto! Come hai potuto?! >
< Silenzio, Toti. Lei è sotto il mio totale controllo. >
< Adesso non più! >
Una volta liberatosi dalla sua presa allentata, il generale Toti sfoderò la sua rivoltella colpendo il soldato austriaco.
< Maledetto bastardo senza cuore! Come hai potuto?! > gridò mentre lo riempiva di pallottole < Meriti di marcire all’inferno! >
Dopo essersi sfogato, Toti si precipitò verso Giancarlo.
< Vado subito a chiamare un medico! Forse riuscirà a salvarti. >
< No. Non se ne vada. >
< Ma Giancarlo… >
< Ormai la mia ora è giunta… Lasciami ricongiungere con la mia povera Filomena. Non si merita di morire in quel modo… Non ho avuto modo di salutarla… >
< Ma tu devi vivere. Lei l’avrebbe voluto. >
< Vivere su una sedia a rotelle? Grazie, ma preferisco morire. >
Una volta averci riflettuto a fondo, il generale Toti acconsentì alla sua richiesta.
< Generale, non voglio che mi veda in questo modo. >
< Vorresti essere lasciato solo? >
< Per lei è un problema? >
< Odio sentirmi impotente! >
< Vada ad uccidere tutti gli austriaci che le capiteranno di fronte. Lo faccia per me. >
< Sì, Giancarlo. Verrai vendicato finché qualcuno non riuscirà a fermarmi. >
< Credo proprio che non ci sia nessuno visto quanto è cazzuto. >
< Sì, hai ragione > replicò l’uomo sorridendo.
< Adesso vada. Non c’è tempo da perdere. >
< Addio, Giancarlo. Sei stato un grande soldato… Cazzuto proprio come me. >
< La ringrazio… Per tutto quello che ha fatto per me > disse infine Giancarlo esalando l’ultimo respiro ed evitando di essere visto dall’unico uomo che l’aveva amato come un figlio.
   
 
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