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Autore: elelunare    12/02/2019    0 recensioni
Storia Zorobin, seguito della storia "Questa volta lo farò io" da me edita.
L'avventura all'isola dei selvaggi è passata e i due amanti cercano di tornare alla loro vita normale con la ciurma. Ce la faranno a dimenticarsi e a resistere all'attrazione che l'uno ha per l'altra? Oppure cederanno con il rischio di essere scoperti?.. Come se non bastasse la ciurma approda in una nuova isola dove i pirati vengono considerati veri e propri idoli. Sì, ma qualcosa andrà storto e le cose si complicheranno, non solo per Zoro e Robin.. ma anche per un altra coppia. Consiglio di leggere, per chi non l'avesse fatto, prima "Questa volta lo farò io" perchè ci sono moolti riferimenti. Buona lettura! :)
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico Robin, Roronoa Zoro, Z
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le due donne percorsero le scale scambiandosi poche parole, e giunsero ad una strana porta dorata. Nami ci appoggiò una mano sopra e questa girò su se stessa, la mora e la rossa entrarono.

Robin pensò subito di essere dentro ad un sogno, tutte le pareti, il soffitto e il pavimento di quella camera, balenavano e pulsavano di colori arcobaleno, era talmente caotico e luminoso lì dentro che le due non si accorsero subito della bambina distesa sul parallelepipedo a mezz'aria.

Si guardarono attorno un po spaesate e poi la bambina parlò.

La sua voce palesava un enorme fatica.

 

T..Tre...Sette..”

 

Nami e Robin individuarono subito quel corpo sopra quella lastra opalescente. Era il corpo nudo di una bambina di circa tredici anni, era pallidissima, sembrava svanire e si confondeva molto bene lì dentro, dato il suo corpo che riluceva di quei colori, e i suoi lunghi capelli che erano di un bianco candido.

“Shade?” chiese ad alta voce Nami avvicinandosi un po. Anche la mora fece qualche passo verso il parallelepipedo e notò qualcosa per terra. Avvicinandosi di più, notò che quella a terra era una giacca nera.
 

Sono felice...che siate venute..

Lei è al momento fuori gioco...ma non...avete molto tempo”

 

“Per fare cosa?” chiese la rossa un po in ansia. Guardava il vero corpo di quella bambina, sembrava molto fragile e non sembrava sul serio in vita, non muoveva neppure le labbra e neppure si percepiva un movimento dietro quelle palpebre..

 

Voglio...scusarmi con voi, voglio ricominciare..salvare questo popolo..dare un messaggio di speranza.. ricominciare e vivere davvero”

 

“Abbiamo capito che non è stata colpa tua..” fece Nami ma la bambina proseguì, come se stesse dedicando tutte le ultime sue energie in quelle parole.

 

Ringraziate Uno...ringraziate Rufy..da parte mia.. Avvicinatevi”

 

Un minuto passò poi, senza riscontro, le due si guardarono preoccupate.

“Shade? Sei ancora qui?” chiese l'archeologa. Altri secondi interminabili passarono.

 

Sta tornando. Dovete fare presto... Sono sul mio collo.. Due..due cip. Dovete toglierli e tutto terminerà”

 

Che cosa?! Tu ci stai chiedendo..?!” fece Nami stupita guardando poi la mora. Robin corrucciò le sopracciglia annuendo all'amica.

 

Voi mi aiuterete a trovare la mia libertà.. Potrò rinascere e vivere una vita vera, più fortunata..con emozioni vere...con persone reali. Lei è nata perché mi sentivo sola..l'ho creata inconsciamente e poi è diventata talmente potente da divenire reale..almeno quanto me. Ora è così forte da dominare la mia volontà..io non posso permetterlo..Mi ricongiungerò a lui...magari lo rivedrò, il mio Diciassette”

 

Le due si guardarono ancora dubbiose ma si avvicinarono al capo della bambina. Notarono i cip, si misero l'una da un lato e l'altra all'opposto. Sia la mora che la rossa si chiesero se davvero fosse quella la cosa giusta da fare, avrebbero dovuto sul serio loro dare fine a...?

 

Sono sicura di quello che voglio..Non temete..

Sbrigatevi! Non...non ho molto..”

 

Dopo uno scambio di sguardi di incoraggiamento, le due allungarono le braccia e toccarono il collo della bambina. Ognuna toccò il pezzo metallico conficcato in quel piccolo collo.

 

Nami...Robin...grazie.

Volevo salvarvi...ma alla fine..siete state voi...a salvare me”

 

Era la prima volta che le chiamava con il loro vero nome, alle due donne fece uno strano effetto. Robin sospirò e poi fece segno a Nami di proseguire. La rossa afferrò il cip e iniziò un muto conto alla rovescia..

Le sue labbra formarono un “Tre”.

 

Salutatemi tanto il bel Cinque e il forte Due..”

 

Robin tenne più saldamente il cip. Nami pronunciò un silenzioso “Due”.

 

Vi lascio....un piccolo regalo”

 

Il respiro dell'archeologa si fece più veloce, mentre la rossa, con gli occhi lucidi, sussurrava un deciso “Uno”.

 

..Addio, miei amati numeri primi”

 

Il secondo passò e i cip vennero sfilati via. Un attimo dopo si fece buio totale dentro quella stanza, fu come un lampo nero, tanto che tutte e due pensarono di aver perso la vista.. (che quella strana bambina avesse fatto loro un brutto scherzo?!)

Dopo un secondo la luce tornò ma fu talmente accecante che le due chiusero all'istante gli occhi.

Così, né Nami e né Robin videro cosa accadde intorno a loro in quell'istante. La stanza letteralmente esplose di colori, i vestiti regalati da Shade sparirono, e furono inondate da una luce dai mille toni che poi si rivelò vero colore, come pittura. Fu come se un artista pazzo avesse buttato addosso a loro secchi di pittura.

Le due sentirono solo un ondata calda sulla pelle, tenendo gli occhi chiusi, impossibilitate nel vedere qualsiasi cosa.

 

--

Fuori, il mondo cambiò drasticamente. L'essenza di Shade pervase tutta l'isola, fu come una bomba di colore, prepotente, inarrestabile.

L'onda colorata si propagò ovunque, contemporaneamente il mondo fiabesco sparì e il paese tornò come prima.

Tornarono i grattacieli, le strutture moderne , le case hi-tech e la zona più arretrata e selvaggia di quella che era prima la zona nera. Però nulla ora pareva come prima. L'onda arcobaleno aveva stravolto ogni cosa, colorando ogni elemento artificiale di quell'isola.

Non era più un paese in bianco e nero, piatto e tutto uguale. Sprizzava vivacità e gioia solo a guardarlo!

Gli abitanti pian pianino si ripresero e iniziarono ad osservare con stupore quel cambiamento, molti ne furono subito entusiasti. Perfino i loro vestiti e i loro capelli avevano mutato il colore! Ora non erano più divisi, non potevano sentirsi più in rivalità...erano tutti uguali, uguali nelle loro diversità. Non avrebbero più accettato di essere separati in base ad un criterio, si sentirono subito più felici e liberi. E sapevano, che quello era stato un dono di quella bambina.

Anche la fortezza in mezzo all'isola ritornò alla sua forma originaria, anche se era in pessime condizioni. Sfoggiava sul serio un tripudio esagerato di colori! Ora pareva una grande torta colorata multistrato morsicata da un gigante goloso.

Anche i Mugiwara si guardarono attorno stupiti, poi il nasone notò un particolare..

“EHI! ZORO! Ma perché ti sei tolto i vestiti?!!” esclamò, e tutti si misero a fissarlo allucinati. Dopo due secondi qualcosa piombò in faccia allo spiazzato spadaccino. Afferrò la stoffa che gli era arrivata in faccia con un grugnito e la rigirò tra le mani, per capire che erano un paio di pantaloni blu e una giacca gialla.

“Muschio!” lo chiamò il biondo. “Mettiteli e andiamo! Le ragazze saranno nella stessa situazione, non credi?”

“Ma a chi li hai rubati?!” fece lui vestendosi in fretta e osservando lo strano abbinamento che aveva addosso anche lui (maglietta rosa e pantaloni verde acido).

“Beh, a loro non servono! ..e muoviti!!” fece indicando le persone svenute a terra lì vicino. Aveva in mano anche altra roba, di sicuro dei vestiti per le due donzelle che doveva andare a recuperare..

“Ok...ma dove saranno andate?” disse Zoro correndo verso di lui e il cuoco gli rispose che avevano preso le scale.

“Tu preoccupati di seguirmi e basta” gli disse infine, sparendo dietro il muro con lui al seguito.

“Mah....mi sembra tutto così strano” Fece Brook che aveva osservato la scena “Un attimo fa stavamo mangiando tutti insieme a quel banchetto bianco e nero...e adesso ..”

“Ehi! Ma dov'è sparito Zoro??” si agitò la renna “Dovevo fasciargli quel braccio! Ah! Fa sempre di testa sua!!”

“Ragazzi....io non ci ho capito nulla, perché siamo qui?” finalmente Franky era riuscito in parte a muoversi e tirarsi su a sedere almeno. Era il più confuso di tutti.

“Ah..ne so quanto te, Franky!” gli rispose il capitano “So solo che quando i nostri compagni torneranno, ce ne andremo immediatamente da quest'isola! Secondo me si mangia molto male qui! E vedi che conseguenze?! AH! Meno male che noi abbiamo il miglior cuoco del mondo a bordo!” fece poi con gli occhi stellati.

Neanche il discorso di Rufy aveva senso, ma in fondo come poteva capire o intuire minimamente tutto quello che era accaduto?

 

 

--

Nami aprì gli occhi lentamente e d'istinto si coprì il seno, aveva avvertito immediatamente che i suoi vestiti non c'erano più.

“Nami? Tutto bene?” chiese Robin all'amica. Anche lei era nella sua stessa posizione di difesa, aprì gli occhi ma vide solo ocurità intorno a lei.

“Sì, è che sono nuda e poi....è buio” fece la rossa.

“Aspetta! Questa dev'essere un interruttore di emergenza” L'archeologa aveva notato una lucetta verde lampeggiante sulla parete. Si avvicinò lentamente ad essa e schiacciò il pulsante, una luce abbastanza potente illuminò subito la stanza.

“AH! Cavoli!....” Questo fu l'unico commento della navigatrice guardandosi attorno.

Era come se fosse esplosa una bomba di vernice variopinta lì dentro, le pareti circolari erano talmente intrise dal colore da essere scure e gocciolanti. Il parallelepipedo in mezzo alla sala pareva un opera d'arte di un artista visionario. Il corpo della bambina era svanito.

L'una osservò l'altra, dapprima con stupore, poi allargando un vago sorriso. Non c'era un centimetro della loro pelle che non fosse schizzato di colore.

“Davvero un bel regalo” commentò l'archeologa riferendosi allo stato in cui erano tutte e due, e Nami si mise a ridere.

 

                        “EHI! SIETE QUI?! RISPONDETE!!”

                                         “NAMI SAN!! ROBIN CHAAAN!!”

 

Le voci familari dei due uomini fuori dalla porta le riportarono all'imbarazzante realtà.

Si guardarono di nuovo con gli occhi spalancati e poi la navigatrice rispose.

“SIII!!!!! SIAMO QUI!!! ManontiavvicinareallaportaSanji,sennòtiammazzo!” Aggiunse in fretta la rossa, correndo verso la porta, cercando di bloccarla con una mano. Però, dalla furia, si scordò che quella dannata porta funzionava in modo diverso dalle altre, che ruotava, così, appoggiando il suo palmo, la fece involontariamente muovere. Ed era l'ultima cosa che avrebbe voluto che accadesse. Davanti all'uscio c'erano i due pirati che cambiarono drammaticamente espressione a quella vista.

“Nami!” urlò la mora e lei tirò un urlo accucciandosi a terra.

Zoro guardò subito da un altra parte ma ormai aveva già visto tutto, e Sanji , dopo un “Ma cosa vi è success...??!” svenne immediatamente, perdendo sangue dal naso, era troppo quella visione per lui.

Robin, con la sua abilità, recuperò i vestiti caduti sul pavimento e se li mise in fretta (un paio di pantaloni viola troppo larghi e una camicia azzurra anch'essa enorme per lei). Nami, invece alzò lentamente lo sguardo vedendo il biondo ko e lo spadaccino che le dava la schiena, così studiò i vestiti a terra e se li mise anche lei in fretta e furia (una maglietta rossa e dei pantaloni arancioni).

“Dio mio...adesso sì che sembriamo due saltimbanco..!” commentò alla fine, quando fu coperta. “Ah..questo colore è già asciutto! Ci vuole una doccia..” disse ancora, girandosi verso l'archeologa per vedere com'era conciata.

Ma Robin non era sola, anzi. Era abbracciata a Zoro e i due si stavano baciando. Si girò immediatamente da un altra parte, sentendosi di troppo (sentì lui sussurrarle qualcosa che la rossa non capì, e lei rispondergli un “mm” sommesso).

Il suo sguardo andò a terra, e si fermò sul viso rilassato e comico del biondo. La navigatrice sorrise, doveva rinsavirlo prima o poi, quel cuoco troppo impressionabile.

 

 

--

“Tutto questo mi ricorda qualcosa, strega” gli fece Zoro accennando al suo colorito variopinto “Questa volta è toccato a te!”

Robin, vedendo quel suo sorriso furbo che tanto adorava, sorrise a sua volta. “Quindi, visto come sono andate le cose allora...ora dovrei saltarti addosso io” gli disse ammiccando.

“Uh...sì. Però prima dovresti ubriacarti!” rispose lo spadaccino, aggiungendo poi un “Io ci sto! Quando vuoi iniziamo a bere!”.

Ridacchiando, la mora si girò. Niente, quei due dovevano essere rimasti indietro.

Erano ritornati da Rufy e gli altri, e stavano tornando finalmente alla Thousand Sunny insieme a loro. Tutti quanti non vedevano davvero l'ora di dimenticare quella lunga disavventura.

“Si saranno persi? E' un ottima notizia!” fece Zoro a Robin, anche lui si era appena girato a verificare.

“Mm..credo si siano fermati a parlare” disse lei.

“Mah... spero solo che quel rincitrullito non pensi di svignarsela” fece lo spadaccino.

“Ti dispiacerebbe? Questa sì che è una novità!” lo punzecchiò Robin.

“CHE?? No! Cioè...può fare ciò che gli pare per me.. è Rufy che non gradirebbe! Io farei festa per una settimana di seguito, ma figurati!” rispose scandalizzato.

L'archeologa continuò a scrutarlo sorridendo, non era poi sicura al cento per cento di quelle affermazioni.

“Oh!” fece poi, notando qualcosa sulla nuca del ragazzo. “Che...cos'hai qui?” disse curiosa, avvicinando una mano al collo di lui. I due si fermarono un attimo.

“Uhm?! Che? Che cos'ho?!” si agitò Zoro, ma stette immobile al suo tocco.

“E' proprio...carino

“Robin?..”

 

 

---

“Cos'hai detto?!”

Nami aveva un espressione indecifracibile, però comunque pericolosa, pensò lui. Sanji le balenò un occhiata ancora, guardò altrove, e poi tornò a forza di nuovo su di lei. Doveva spiegarle meglio la sua posizione, però non avrebbe cambiato idea, quello no. Si girò completamente verso Nami, avvicinandosi fino a due passi. Scrutò il suo viso e la guardò negli occhi parlando più apertamente possibile. Mise le mani in tasca, stava inconsciamente cercando di sembrare il più tranquillo possibile.

“Nami san, tu devi comprendere la mia posizione. Mettiti un secondo nei miei panni, io non riesco così..a passare oltre. Non ci riesco e non ci riuscirò mai. E' giusto così, è dannatamente giusto che mi ripudi, è giusto che me ne vada, che mi tolga dai piedi. Non riuscirei più a guardarti, a guardarmi allo specchio...e comunque non so se mai lo farò di nuovo come prima. Va bene così, credimi. Non c'è nulla che Rufy possa dire o fare.. o che altri possano fare. Non cambierò idea.. Vuoi picchiarmi? Picchiami. Uccidermi a bastonate? Sarebbe giusto! Me lo merito. Quindi se vuoi fallo, questa è la tua occasione. La tua ultima, perché io rimarrò su quest'isola. E' deciso, e non sai quanto mi dispiace ma...questo è un annunciato addio.”

Il cuoco vide distintamente la rossa socchiudere gli occhi, senza smettere di fissarlo. Aveva ancora quell'espressione dalle mille interpretazioni. Passarono secondi lunghissimi..

“Siamo daccordo, quindi preparati.” disse solo lei e Sanji vide con la coda dell'occhio che stringeva i pugni. Ooh sì, avrebbe fatto parecchio male, il biondo chiuse gli occhi preparandosi al peggio. Non aveva intenzione di dire più nulla, era tutto palese ormai.

Sentì il respiro della ragazza farsi più forte, era sicuramente inviperita, pensò che di certo si era trattenuta fino ad allora, ma che era pronta a scoppiare da un momento all'altro. La conosceva, eccome!

Il cuoco attese un mezzo minuto, invano. Stette immobile, sicuro che quel primo colpo sarebbe arrivato. Subito dopo, però, sentì un calore sulle guance, dapprima impercettibile, poi distinto, infine avvertì che quel qualcosa di tiepido gli sfiorava il viso. Che insana tortura aveva in mente per lui quella donna? Sanji si immaginò già folgorato dal clima tact o qualcosa di simile. Però poi si rese conto che quelle che avvertiva sulla sua faccia erano in realtà un' altra cosa. Erano semplicemente le mani di Nami. Ora le sentiva chiaramente, erano calde e delicate..

Pensò che di sicuro ci doveva essere qualcosa sotto..che cosa stava architettando? Di schiacciargli la faccia e renderlo irriconoscibile poteva essere una delle risposte plausibili!

Era così concentrato in quell' insolito contatto, che quando le sue labbra incontrarono quelle della rossa non se ne rese immediatamente conto.

Era qualcosa di così morbido... ma di certo non potevano essere labbra, e poi non quelle della navigatrice, non poteva essere vero..

Qualche secondo passò e poi lui spalancò gli occhi.

Cazzo, ma Nami.. cosa stava facendo?! Era reale? Era un sogno?!

Sbattè un paio di volte gli occhi, incredulo. Sì, lei era lì, con la bocca spiaccicata sulla sua, in un lungo bacio a stampo, anzi, lunghissimo. A Sanji si fermò il respiro. E il suo cervello, letteralmente, si inceppò.

  
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