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Autore: biatris    13/02/2019    1 recensioni
Ne era rimasto folgorato. Ma come è possibile rimanere folgorati da qualcuno di cui non si conosce nemmeno il nome? Si chiese Sendoh...
Mito si guardò attorno. tutto aveva un'aria strana quest'anno. si chiese cosa ci fosse di strano, ma non si diede risposta. l'aria era strana...I suoi amici erano strani...
Hanamichi sapeva che qualcosa sarebbe cambiato. sperò cambiasse per il meglio...
Kaede sospirò. Le partite di allenamento prima del campionato erano sempre strane, ma questa lo era di più...Chissà cos'era tutta quell'elettricità nell'aria
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akira Sendoh, Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa, Yohei Mito
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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MITO POV
Mito uscì di casa il giorno successivo pensando a quanto la sua vita si fosse trasformata.
Da quando Hanamichi aveva iniziato a giocare a basket i pomeriggi erano cambiati.
Certo, si divertivano ancora a prenderlo in giro per i suoi cinquanta rifiuti, e chi non lo avrebbe fatto, ma ora cercavano di rimanere fuori dalle risse, a meno che non fossero inevitabili, e spesso passavano ore in palestra ad aiutare l’amico che si allenava facendogli recuperare il tempo che aveva perso durante l’estate.
Sì perché quell’estate, dopo l’infortunio occorso alla fine dell’anno precedente, Hanamichi l’aveva trascorsa in una clinica riabilitativa. non erano stati mesi facili, ma lui, Yohei Mito, gli era rimasto accanto tutto il tempo, da buon amico qual era.
Si era stupito nel vedere che anche i compagni di Hanamichi lo avevano aiutato parecchio. Durante l’estate Myiagi e Mitsui erano passati spesso a fargli visita e ad informarsi delle sue condizioni e perfino Akagi, per quanto avesse ormai lasciato la squadra, si informava presso di lui ogni qualvolta si incontrassero. In quanto a Rukawa…Beh, la volpe era sempre la volpe. Durante il ritiro con la nazionale juniores, svoltosi dopo la fine del campionato nello stesso paese accanto alla clinica di Hanamichi, era passato di corsa svariate volte davanti al rosso mostrandogli con orgoglio la maglia del Giappone. In fondo, si disse Mito, forse quello era l’unico modo di comunicare che avevano Hanamichi e Rukawa.
Fu distratto dai suoi pensieri dalla chioma rossa dell’amico che si stava avvicinando.
-Ehi Hana! Tutto bene? Sei in ritardo…- disse.
L’altro si avvicinò di corsa. Doveva essersene accorto anche lui.
-Scusa Yo, mia madre mi ha trattenuto- disse.
Si ricompose.
-Ma gli altri? - chiese poi non vedendo Noma, Okosu e Takamyia.
-Lavorano – sorrise Mito – Ci raggiungeranno più tardi –
Hanamichi annuì.
Si erano accordati per andare a comprare un paio di scarpe nuove per Hanamichi. Una volta, si disse Yohei, Hanamichi avrebbe chiesto ad Haruko, ma dopo l’infortunio sembrava che i due si fossero allontanati un po’. Chissà perché, si chiese Mito. In fondo ora che era riuscito a stabilire un certo rapporto con la ragazza, il rosso avrebbe potuto approfittarne. Tra l’altro la possibilità che lei dicesse di sì non sembrava nemmeno più così remota. In fondo Mito non era cieco e si era accorto fin troppo bene del fisico che il rosso aveva guadagnato quell’estate. Era sempre stato alto, ma la riabilitazione, oltre ad averlo fatto crescere interiormente, sembrava aver fatto miracoli sui suoi muscoli.
-perché mi fissi? – chiese l’amico.
Yohei sorrise riscuotendosi dai suoi pensieri.
-Nulla – disse.
Il rosso lo guardò con aria sospettosa.
-Pensavo che avresti potuto chiedere ad Haruko – disse allora Mito.
Hanamichi sorrise e scosse la testa.
-È vero, avrei potuto – disse -Ma non farmi credere di non esserti accorto di nulla. Sai anche tu che il mio interesse verso di lei non è più quello di prima –
Yohei si stupì. Non avrebbe mai pensato che l’altro ammettesse il tutto con tanta spontaneità.
-E poi Haruko credo di aver capito che non sia il mio genere – disse piano Hanamichi.
Mito si bloccò. Cosa voleva dire Hanamichi con quell’affermazione?
Il rosso finse di non aver detto nulla e proseguì velocemente.
-Andiamo, le scarpe del genio mica aspettano! – disse poi.
Mito scosse la testa. Doveva capirci di più.
-Hana! - lo inseguì -Che cavolo blateri???Mi spieghi? –
Hanamichi accelerò il passo. Mito era sicuro che lo facesse per non rispondere alla sua domanda.
-Hanaaaaaa! – urlò.
-Che cavolo urli! Sei pazzo? Ci sentiranno tutti!!! –
Mito sorrise. Come se di solito invece non fosse così.
-Tu fermati e rispondi alla mia domanda e io non urlo – lo zittì.
Hanamichi, sconfitto, si fermò. Mito lo fissò per qualche secondo.
-In che senso non è il tuo genere? – chiese poi con più calma.
L’altro arrossì. Mito temette che prendesse fuoco e dalla sua bocca sentì uscire solo un sussurro biascicato.
-Hana non ho capito – disse come se stesse parlando con un bambino cocciuto.
Questa volta dalla sua bocca sentì solo uscire una cosa che assomigliava a
-…uomini-
Yohei lo fissò. Era praticamente sicuro di sapere cosa stesse dicendo Hanamichi, ma, un po’ per la soddisfazione di vederlo imbarazzato, un po’ perché veramente voleva esserne sicuro, gli chiese di ripetere.
-Mi piacciono gli uomini, Yohei, uomini! – disse questa volta più deciso l’altro.
Ok, si disse Mito. Il suo migliore amico era gay. Lo stesso migliore amico di cui aveva appena apprezzato il fisico. Lo stesso che era stato scaricato da cinquanta diverse ragazze. Cinquantuno se si contava anche la sorella di Akagi. In fondo, sospirò, ora anche tutto questo era comprensibile. E poi, se lui apprezzava Hanamichi, forse anche altri uomini lo avrebbero apprezzato.
-Yo…- lo chiamò il rosso risvegliandolo dai suoi pensieri.
Non voleva che pensasse che ce l’avesse con lui.
-Scusa Hana, la notizia mi ha un po’ scioccato – ammise -Ma non preoccuparti, per me non è assolutamente un problema. Anzi, ora posso iniziare a contare i tuoi prossimi rifiuti dal mondo maschile! – lo prese in giro.
Hanamichi lo fissò.
-Sei un idiota!!!!!!!!!!!!!!! – iniziò poi a rincorrerlo.
Mito sorrise dentro di sé. Era riuscito, in un modo o nell’altro, a stemperare la tensione. Il suo cervello aveva deciso che era meglio non pensare ad Hana, alla sua rivelazione, al suo fisico o a qualunque altra cosa. E probabilmente il suo cervello aveva preso, una volta ogni tanto, la giusta direzione. Ora non rimaneva che andare a comprare le scarpe per Hana. Sempre che arrivasse vivo a quel momento…
  
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