Libri > Le Cronache di Narnia
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Autore: Akarai92    19/07/2009    5 recensioni
Finalmente mi è tornata l'ispirazione per questo fandom *-*
Dedicata a Overdose e DarkSidhe semplicemente perchè sono dei geni u.ù
Ma tu non dovevi baciarmi?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Caspian, Peter Pevensie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Drunk? Who, Me?
Fandom: Narnia
Paring: Peter/Caspian
Rating: R (OH YEAH!)
Warning: Slash, Fluff, Re ubriachi
Numero di Parole: 1161
Disclaimers: Davvero, non sono miei. Giuro. Sono troppo etero nel libro o nel film perchè li abbia creati io.
Note: OMG, date la colpa a lorooooh! *indica Overdose e DarkSidhe* Sono loro che scrivono da DIO e mi ispirano èçé Non è colpa mia! Poi questi due volevano ubriacarsi, poi visto che sono dei conigli in calore ... insomma, avete capito u.ù però *parla con le due di sopra* siete dei geni òçò io vi amo e quindi visto che sono una copiona ve la dedico perchè mi avete re-ispirato per Narnia. <3 Se fa schifo mi potete picchiare. Ah dimenticavo. C'è il seguito lol Il "morning after" *ridacchia sadica*

In una sera di festa come quella, con quasi tutta Narnia a Cair Paravel – che poi, per quale ricorrenza fosse nessuno lo ricordava davvero, qualcosa legato ad Aslan di sicuro – e con il vino portato dai centauri, era normale che metà dei presenti fossero alticci, o comunque sulla buona strada.

Che lo fossero i due Re più adulti, seduti contro il muro di fronte agli appartamenti di Caspian, dove nessuno di sicuro li sarebbe andati a cercare, con una bottiglia semivuota tra loro, era forse leggermene più preoccupante.

- Cosa fareste se vi baciassi? -

Forse, alticci non era la parola adatta; completamente ubriachi rispecchiava meglio la situazione.

Peter si era appena voltato alla domanda postagli, rallentata dall’alcool. Scrutò Caspian per qualche secondo, come se stesse registrando le parole appena pronunciate.

- Ti tirerei un pugno – fu la decisione finale. Prese un sorso dalla bottiglia e la passò, senza fretta, tenendola appoggiata contro il ginocchio del moro finché questi non la prese con le dita sottili.

- Perché? -

- Perché continui a darmi del voi, ecco perché – sarebbe anche potuto sembrare arrabbiato, se non avesse avuto lo sguardo appannato da tutto quel vino, e non avesse poggiato con quella che sicuramente credeva veemenza la mano su quella di Caspian.

Quest’ultimo scrollò le spalle ma non la spostò, lasciandola sotto il calore che proveniva dalla mano dell’Alto Re, che in effetti in quel momento di regale aveva poco, con la testa bionda appoggiata al muro e gli occhi chiusi.

Si portò la bottiglia alle labbra – con un po’ troppa foga forse – e, mentre assaporava quel paradiso liquido sulla lingua, sentì un rivolo dispettoso scendergli lungo la gola, carezzandogli la pelle.

Se avesse deciso di portarlo via, avrebbe dovuto posare la bottiglia o spostare la mano ancora incastrata sotto quella di Peter. Lo lasciò dov’era.

Scendeva, scendeva e scendeva – lo seguiva con quella poca concentrazione che non era dedicata alla morbidezza e al calore di quella mano sulla sua – finché non venne improvvisamente fermato.

Con una lentezza straziante, millimetro dopo millimetro dopo millimetro, Peter stava seguendo con il pollice la scia rossa, le altre dita poggiate casualmente contro la sua gola, su, sempre più su, fino ad arrivare alla bocca, sfiorando la sua pelle come se con una pressione maggiore avrebbe potuto rompergli qualcosa.

Fissava Caspian con quello sguardo, quello che era capace di inchiodarlo al suo posto facendogli dimenticare anche come si respirava. Guardava lui, non la sua mano né un altro punto qualsiasi del corridoio, no, lo puntava dritto negli occhi, come un cacciatore, e intanto faceva indugiare le sue dita ancora qualche secondo su quel paio di labbra morbide, umide di vino.

Spezzò il contatto in un momento, e Caspian sentì tutta l’aria tornargli di colpo nei polmoni; gli servì uno sforzo di volontà enorme per non ansimare, come un uomo che finalmente riaffiora dalla superficie del mare dopo aver temuto di annegare, e tornare a concentrarsi su Peter, che si stava portando il dito macchiato di vino alle labbra, leccandolo via completamente.

Non era assolutamente la cosa più sensuale che avesse mai visto. Certo.

Il momento dopo era in piedi – non fermamente, aveva qualche leggero problema di baricentro, ma poteva gestirlo – e stava allungando la mano verso Peter, seduto accanto alla bottiglia abbandonata sul pavimento, e Caspian avrebbe giurato che lo stesse davvero fissando molto male. La bottiglia, non Peter.

Lui si limitava a squadrarlo con un certo brillio che una vocina nella sua testa gli suggeriva con un accento strascicato di ignorare. Infatti lui ignorò.

- Non mi chinerò a prenderti la mano, se è questo che vuoi sapere -

Sbuffo di risata.

- Dovrai lavorare sulla galanteria, Caspian caro, o tutte le donne di Narnia ti eviteranno come la peste -

Però si alzò quel tanto che bastava ad afferrargli la mano e farsi trascinare in piedi.

Per poi sistematicamente cadere come un sacco di farina su Caspian, spingendolo di peso e facendoli atterrare entrambi – o più precisamente, le spalle del Telmarino con annesso peso lordo dell’Alto Re, che quasi gli mozzò il respiro, atterrarono - sulla porta delle sue stanze, con un bello schianto sonoro che sicuramente avevano sentito fino in Inghilterra.

Rimasero immobili a prendere fiato un momento, aspettando che il silenzio rimettesse insieme i pezzi e tornasse sul corridoio.

- Fossi in voi … - Un grugnito non molto amichevole dalle parti del suo sterno lo spinse a correggersi – Te, va bene, te. Fossi in te rifletterei su quelle lezioni di galanteria, potrei non essere l’unico a cui tornerebbero utili -

Stavolta la risata venne da leggermente più su, verso la gola, dove erano apparentemente appoggiate comodamente un paio di labbra, rosse come il vino di poco prima.

Il respiro di Peter lo solleticava, e solo e soltanto in quel momento si accorse che – toh – era intrappolato tra le sue braccia, abbandonate sul legno della porta ai lati della sua testa.

Però, ripensandoci, quel respiro caldo non era poi così fastidioso sul suo pomo d’Adamo, quasi non lo sentiva più.

Alzò gli occhi e incontrò un paio di oceani blu proprio sulla sua linea dello sguardo, coperti appena dalle ciglia più lunghe che avesse mai incontrato, e – ma chi si rivede! – il respiro caldo stavolta direttamente sulle sue labbra.

Ah.

Il sopraccitato pomo d’Adamo ebbe un momento di panico e, mentre si riprendeva, venne temporaneamente sostituito dal suo cuore, che sembrava avere tutte le intenzioni di soffocarlo.

- Ma tu non dovevi baciarmi? -

Beh in effetti, era quello che aveva detto. Lui era un uomo fedele alle sue parole.

Quindi, poggiare molto poco delicatamente le labbra su quelle di fronte a lui fu la conclusione più logica. Un manciata di secondi, giusto il tempo necessario ad un cervello confuso dai fumi dell’alcool di registrare l’informazione, e quelle stesse labbra si schiusero invadendolo, producendo da entrambi un rumorosissimo ibrido tra un gemito e un sospiro, che rimbombò sonoramente nel corridoio.

Peter si spinse ancora di più verso l’altro, schiacciando quel poco di aria che ancora era rimasta tra loro e facendoli aderire come due poli opposti di una calamita, permettendo a Caspian di cingerli la vita con le braccia, combattendo arduamente per trovare l’angolazione giusta.

Una delle mani che prima lo intrappolavano andò a intrecciarsi con le sue ciocche nere, accarezzandolo e spingendolo maggiormente verso la bocca dell’altro allo stesso tempo – come non fossero già praticamente fusi l’uno con l’altro –

Ci fu un singolo momento, in cui il fiato da riprendere era parecchio, in cui si guardarono negli occhi, fissi, con le guance arrossate e le pupille ampie. Prendevano fiato a scatti, col respiro corto, scambiandosi l’aria.

- Posso andarmene. Dillo e sarò fuori da questo corridoio prima che tu possa fiatare -

Era una possibilità? Che se ne andasse così?

Avrebbe detto quello che Peter avrebbe, da una parte, voluto sentirsi dire, così da vivere col rimorso ma nel lato giusto della luce?

Sì. Ti prego, vai via.

- No. Resta -

  
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