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Autore: Alucard97    13/02/2019    4 recensioni
Una tremenda apocalisse è scoppiata in quella che sembrava una tranquilla giornata a Gakuen Toshi, coinvolgendo l'intero pianeta Terra. Quarantacinque anni dopo, il Giappone, diventa la terra dei Kihara i quali la tengono stretta nel loro pugno. Tutti gli Esper sembrano essere morti, salvo qualcuno sopravvissuto per miracolo. Tuttavia, sembra che Accelerator sia sparito dalla circolazione per qualche miracolo, nessuno lo ha più visto né sentito finchè un giorno...
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Accelerator, Altri, Kamijō Tōma, Last Order, Mugino Shizuri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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3.
 
Mental Out
 
 
 
Il trio sfrecciava attraverso il deserto a gran velocità. Avevano superato da parecchie ore il Chūgoku, adesso erano nella regione di Chubu, stavano per entrare nella prefettura di Ishikawa. Per tutta la mattinata erano stati in una sorta di religioso silenzio, come se avessero imbarazzo o timore di parlare. Touma e Last Order ricordavano perfettamente quel momento avvenuto la sera precedente, l’immagine dell'ex Accelerator che veniva riempito di percosse da quella banda di teppisti.
La ragazza sapeva bene che tipo di carattere aveva maturato suo padre durante quegli anni, ma ogni volta che lo vedeva… non sapeva mai come reagire, era in grado di stupirla e lasciarla sempre senza parole. Lo stava osservando coi suoi grandi occhi marroni, con sguardo enigmatico. Da quando era piccola era abituata a vederlo sotto una luce diversa: un fiero e potente Esper che lottava con la furia di una tigre, che rideva dell’impotenza dei suoi nemici, ma che infondo aveva un cuore desideroso di ripulire il suo onore. Quello che era davanti a lei cos’era invece? Nient’altro che un guscio vuoto, la pallida e mera ombra della persona che un tempo avrebbe sfidato i cieli pur di proteggerla.
A volte si chiedeva se quell’uomo fosse davvero suo padre, ma ogni volta scuoteva la testa e non ci pensava più. Lui era davvero suo padre, l’essere che la salvò dalla morte e da una vita fatta di pura solitudine.
 
La clone era stufa di tutto quel silenzio, e secondo il pilota, mancava ancora un po’ prima di raggiungere Ishikawa, così volle rompere il ghiaccio.
 
<< Padre, perché non racconti una storia? Così, tanto per passare il tempo. Chiede Misaka proponendoti un’attività per vivacizzare la noia del viaggio >>
 
<< Una... storia? >> l'Esper rimase allibito di fronte a quella richiesta così improvvisa e inusuale.
 
<< Sì esatto, una storia, come quelle che racconta spesso la mamma alla piccola Mikoto. A Misaka piacerebbe sentirne una da te. Dice Misaka provando a convincerti >>
 
<< Tu che fai il cantastorie? Questa la devo vedere >> Ridacchiò il Level 0.
 
L’ex Numero Uno sbuffò e si chiese perché mai Last gli avesse chiesto una cosa simile. Che fosse solo per noia? O c’era di più? Per qualche secondo ripensò alla sua vita da quando aveva subito il trauma, e si accorse che non aveva passato molto tempo insieme a lei.
Le cose erano molto cambiate, a cominciare dal fatto che aveva smesso di dormirci insieme, attività che prima era abituale. Aveva smesso di abbracciarla, aveva smesso perfino di chiamarla “marmocchia” ma solamente “ragazza” o a volte usava il nome completo. Era diventato più freddo e distaccato, aveva iniziato ad allenarla nell’uso del suo potere e si comportava spesso come un maestro severo. Una cosa era certa, Last Order non era affatto una sprovveduta o una stolta, e probabilmente gli aveva avanzato quella richiesta per consolidare quello che in gergo viene definito “rapporto padre-figlia”. Si strinse nelle spalle e decise di accontentare la sua richiesta, dopotutto il viaggio era ancora lungo.
 
<< Molto bene. Questa qui è molto breve, ma significativa. C’era una volta una lepre che sfidò una tartaruga in una gara di velocità, ella era veloce ma stupida e avventata, la tartaruga era sì lenta, ma costante e disciplinata. Vinse la tartaruga >>
 
<< Non… non ne hai raccontate molte di storie, eh? Dice Misaka con tono deluso dalla tua storia >>
 
<< Neanche era una storia… dov’è il pathos e l’emozione? La conosco pure io, e la so raccontare meglio di te >> Disse Kamijou emettendo uno sbuffo annoiato.
 
<< Non conta come racconti la storia, ma il significato in essa contenuta. Cosa voglio dire con questo, ragazza? Che tu, ancora, sei una lepre, hai fretta di diventare più forte. Devi agire come la tartaruga, lenta ma costante, e otterrai dei risultati a dir poco soddisfacenti >>
 
<< Wow… senti, ne conosci un’altra? Chiede Misaka provando a sviare discorso mentre si massaggia le tempie >>
 
L’albino sbuffò e guardò i due con un’occhiataccia. Non gli piaceva che lo prendessero in giro, così prese un respiro profondo e iniziò a raccontare:
 
<< Ve ne racconterò due, dopodiché basta. Ok? >>
 
<< D’accordo >> risposero all’unisono.
 
<< C’era una volta uno scorpione che voleva attraversare un fiume… >>
 
<< Perché? Chiede Misaka sottolineando la stranezza della cosa >>
 
<< Se non mi fai continuare, non posso finire >> fece con un tono di rimprovero, ammutolendola sul colpo. << Lo scorpione vide una rana e le chiese di aiutarlo a guadare il fiume. Le propose di salire sulla sua schiena. La rana si rifiutò, temeva che lo scorpione l’avrebbe punta, ma l’aracnide la convinse del contrario sostenendo che se lo avesse fatto, sarebbero morti entrambi. Alla fine, la rana accettò e lo portò sulla sua schiena. A metà strada, lo scorpione la punse e la rana cadde in acqua a causa della ferita mortale e con lei il suo passeggero. Morirono entrambi annegati >>
 
<< Che tristezza. Perché lo scorpione avrebbe dovuto farlo? Non ha senso! Dice Misaka sottolineando questa incongruenza >>
 
<< E’ uno scorpione, fare del male, uccidere, è nella sua natura >>
 
<< La mamma dice lo stesso dei Kihara quando ne parla con Shiage e Mikoto. Dice Misaka sottolineando la coincidenza della cosa >>
 
<< Tua madre la sa molto lunga >> Confermò Touma. << Sentiamo un po’ l’altra, Papà Akuma >>
 
<< Tch… C’era una volta una tigre che aveva gli artigli piccolissimi rispetto agli altri del suo branco. La tigre desiderava più potere per poter dimostrare al branco di essere forte come loro, anzi… la più forte, ma non poteva farlo da sola. Incontrò un cacciatore e fece un patto con lui: si sarebbe fatta catturare e in cambio, lui l’avrebbe aiutata a sviluppare i suoi artigli. Alla fine, la tigre, uccise il suo branco e si sentì incredibilmente potente… ma il cacciatore non liberò la tigre e la imprigionò, esibendola come un mostro da circo >>
 
<< La sete di potere è costata la libertà alla tigre, spero ne sia valsa la pena. Dice Misaka provando pena per l’animale. >>
 
<< Io non credo… >> rispose Akuma con un tono di profondo disprezzo verso quell’animale mentre osservava con sguardo accigliato il paesaggio desertico circostante.
 
Per un momento, Kamijou, guardò il suo accompagnatore con un cipiglio serio stampato sul volto. Aveva pienamente capito il significato di quel racconto ma decise di restare in silenzio e lasciarlo in pace, dopotutto ne aveva passate tante. Chissà se anche la clone ne avesse carpito il senso, dopotutto lei non era una sciocca ma sembrava che non lo avesse inteso... o quanto meno che fingesse di non aver capito. 
 
Erano ormai alle porte della prefettura e, questa volta, la città sembrava mantenersi meglio delle altre... o per lo meno... meglio rispetto a quelli che erano gli standard. La povertà era comunque diffusa, l'assenza di strade era evidente, ma gli edifici erano tenuti meglio ed era più viva in quanto una moltitudine di persone passeggiava tranquillamente. Numerosi mercati erano allestiti e vendevano articoli di vario gusto, dai generi alimentari fino agli articoli regalo.
Era di sicuro un'ambiente sereno, senza ombra di dubbio, ma i danni causati dai Kihara erano evidenti così come la paura negli occhi degli abitanti. E come dar loro torto? La regione del Chubu era governata da Kihara Ransuu, uno dei figli di Gensei, un genio esperto nel campo della chimica, e come ogni membro di quella dannata famiglia, governava col pugno di ferro. Alcuni sostenevano che il suo sadismo fosse pari a quello del capostipite Kihara Gensei, in quanto vi era un laboratorio nel quale conduceva esperimenti. Ransuu richiedeva come tributo un civile al mese, che fosse un uomo, un vecchio, una donna o anche un bambino, da essere portato nel suddetto studio. Inutile dire che i prescelti non facevano mai ritorno.
 
<< Bizzarra questa città. Dice Misaka commentando la situazione >>
 
<< Benvenuti a Ishikawa, il luogo dove i Kihara hanno ucciso una gran maggioranza dei nostri. Non ci eravate mai venuti? >> davanti alla negazione dei due, l'esper riprese a parlare: << Qui la gente si raduna a pregare per il ritorno degli Esper, dei Santi e per finire... dei Level 5 >> disse lanciando un'occhiata ad Akuma.
 
<< Tch... non succederà mai >>
 
<< Oh, lo so bene, ma ti consiglio di non dir loro questa cosa. La speranza delle persone muore a sentire cose del genere >>
 
<< Un momento, quegli articoli regalo... sono... sono... >> prese parola la ragazza, ma Touma fu lesto a risponderle, intuendo cosa volesse dire:
 
<< Ebbene sì, ragazza, quelli che vedi sono action figure di Esper. Magliette, tazze... un sacco di roba >>
 
<< Perché? Non credo che al presidente di questo posto faccia piacere avere in giro tutti questi souvenir >> chiese il vecchio Shiori.
 
<< Su queste cose chiude sempre un occhio. Il merchandising degli Esper, in particolare dei Level 5, porta molti soldi e Ishikawa è una delle attrazioni turistiche del Giappone >>
 
<< A proposito... chi comanda qui? >>
 
<< Non lo sai, amico? Qui il capo è Kihara Ransuu >>
 
A sentire quel nome, l'uomo, ebbe un sussulto e il cuore iniziò a battere più freneticamente. Strinse i pugni e pronunciò il dannato nome di quell'individuo serrando i denti. Il Level 0 si accorse di questa sua reazione e gli lanciò un'occhiata curiosa:
 
<< Ci hai avuto a che fare? >>
 
<< Sì... >> rispose chiudendo gli occhi ed emettendo un profondo respiro << ma non mi va di parlarne >>
 
<< Come vuoi. Oh, stiamo per vedere la famosa "Reliquia della Santa" di Ishikawa >>
 
<< Reliquia della Santa? Che cos'è? Chiede Misaka contraendo il sopracciglio in un'espressione di curiosità >>
 
<< Oh, lo vedrai... >>
 
Fermarono la macchina davanti a una folla adorante, genuflessa in cerchio davanti a quella che sembrava una lunga katana con la lama conficcata nel terreno. Benché padre e figlia non comprendessero la natura di quell'oggetto né tantomeno perché suscitasse le preghiere degli abitanti, Touma lo sapeva molto bene:
 
<< La spada di Kanzaki Kaori, la Santa della Chiesa di Amakusa. Voi non la conoscete, ma io sì. Era una donna in gamba... sexy e in gamba. Scherzi a parte, quel giorno lei partecipò alla guerra, ma nemmeno la sua forza poteva soverchiare le macchine dei Kihara che avevano replicato il potere di Kakine Teitoku. Ti sei perso proprio una grande battaglia quel giorno, Akuma >>
 
<< Mi fanno pena. Pensano davvero che la loro Santa tornerà? Se voglio davvero cambiare le cose, allora uno di loro dovrebbe estrarre quella spada >> disse il Level 5.
 
<< Perché non lo fai tu, allora? >> ribatté l'altro << Perché ti sei rassegnato. Stessa cosa pure loro. Non criticare, tu non sei meglio di loro... ma almeno loro credono in qualcosa, seppur in una fede sciocca. Ora basta parlare, vorrei portare questo carro a farsi dare una ripulita. Credo che ci sia qualcosa che non va nel motore >> 
 
Portarono l'auto da un meccanico lì vicino. La proprietaria, a detta di Touma, era un'amica e gli avrebbe fatto un lavoro coi fiocchi a un buon prezzo. La donna si presentava come una persona piuttosto alta, abbastanza massiccia a causa del lavoro che faceva e l'età. I capelli erano corvini ma presentavano diverse striature grigie, sintomo che tendeva a tingerli di nero. La figura femminile osservò il trio avvicinarsi con la macchina e il Level 0 la salutò togliendosi gli occhiali da sole:
 
<< È lei, ragazzi miei, Fukiyose Seiri. Ciao Seiri! >> e dopo quella frase, ricevette uno schiaffo dalla suddetta, così forte da farlo voltare verso i suoi accompagnatori. I due rimasero interdetti, mentre l'uomo si massaggiò la guancia << Questo non sono sicuro di meritarlo... >> poi si girò verso di lei << Seiri, mia cara... ma che ti prende?! >>
 
<< Che mi prende, mi chiedi? Ti fai vivo solamente quando hai bisogno che ti aggiusti qualcosa, e per di più ti ricordo che siamo divorziati! >>
 
<< No, fammi capire bene... tu sei sposato?! >> fece l’antico Accelerator allargando gli occhi.
 
<< Molto tempo fa, sì, ma abbiamo divorziato... >>
 
<< Questo perché tu avevi altre donne >> rispose lei.
 
<< Senti, ne abbiamo già parlato, possiamo non farlo davanti alle altre persone? >>
 
La donna emise un sonoro sbuffo e si portò le braccia al petto: << E va bene, te la riparo, tanto è sempre così con te. Ah a proposito… prima del vostro arrivo… lei è venuta da me, il capo degli EAGLES >>
 
<< Gli EAGLES? Perché? >> fu sorpreso nel sentire quel nome. Touma conosceva molto bene questa organizzazione, in particolare per il loro capo.
 
<< Secondo te perché? Lei ti vuole vedere >>
 
<< Cristo… tra tutte le persone… Mi presteresti la tua carretta per arrivare da lei? Sai, visto che il mio bolide rimarrà qui da te >>
 
<< Vorrei dirti di no… ma da come lei mi parlava, sembrava che fosse estremamente importante. Visto che non ci tengo a farla arrabbiare, ti presterò il mio pick-up. Ti sta aspettando >>
 
<< Pfh, mi sento quasi onorato… >> detto questo, il vecchio, si voltò e si ricongiunse coi suoi compagni. << Ragazzi… credo che dovremo andare a fare un salto a trovare una persona >>
 
<< Non se ne parla. Dobbiamo arrivare a Nuova Gakuen, è troppo importante. Niente distrazioni >> lo ammonì l’albino.
 
<< Tranquillo, amico, tanto la sede degli EAGLES è sulla strada, non preoccuparti. Ti ho promesso che avremo svolto il lavoro per tempo, no? Andiamo, forza, non perdiamo tempo >>
 
Senza dar loro il tempo di ribattere, Touma, prese la vettura della donna e insieme a loro si mise in moto verso la sua destinazione. Mentre guidava teneva lo sguardo fisso sulla strada, l’espressione seria e corrucciata era ben nascosta dagli occhiali da sole, ma in qualche modo Akuma se ne accorse e gli chiese:
 
<< Non ci hai ancora detto dove stiamo andando >>
 
<< A trovare una vecchia amica. Ti ricordi della Mental Out? >>
L’ex Accelerator inarcò un sopracciglio, visibilmente sorpreso da quella frase. Mental Out, ricordava bene questo soprannome, apparteneva a Shokuhou Misaki, una dei leggendari Level 5, la quinta in classifica. Come ben sapevano tutti, i Level 5 erano i sette Esper più potenti di tutto il mondo e di Gakuen Toshi: Sogiita Gunha, il settimo in classifica, soprannominato Number Seven. Il sesto innominato e mai avvistato. Shokuhou Misaki, la numero cinque, Mental Out. Shizuri Mugino, la numero quattro, la Meltdowner ora sposata con Shiori Akuma. Misaka Mikoto, la numero tre, Railgun. Kakine Teitoku, il numero due, Dark Matter attualmente tenuto prigioniero dei Kihara chissà dove e usato come cavia da laboratorio. Accelerator, il numero uno, il vero nome era sconosciuto perfino a lui, ma ora si faceva chiamare Shiori Akuma.
Questi erano i nomi di tutti i Level 5 che passarono alla storia come leggende, storie della buonanotte che i genitori leggevano ai figli prima di metterli a letto. Alcune persone, invece, li veneravano come vere e proprie divinità pregando che un giorno tornassero e abbattessero il governo dei Kihara.
Il vecchio numero uno non sapeva che fine avevano fatto i suoi simili, a parte Mugino, e non si era mai interessato di sapere la loro sorte. L’unica cosa di cui gli era importato fino ad ora, era la salvezza e il benessere della sua famiglia, ma qualcosa dentro di lui gli imponeva di chiedere informazioni al suo ex amico. La sapeva molto lunga, ormai era certo.
 
<< Misaki, la Mental Out? Ovvio che mi ricordo di lei. Non ho mai avuto modo di conoscerla bene, ma me la ricordo di vista. Una giovane ragazza bionda dotata di enormi poteri telepatici. Quindi anche lei è sopravvissuta. Senti un po’… quanti dei nostri sono rimasi? >>
 
<< Quasi nessuno. Ormai gli Esper non esistono più, siamo veramente in pochi, troppo pochi. Non nasce un Esper da almeno quarant’anni… >> la voce del guidatore si fece più cupa, triste e malinconica. Era evidente che gli mancavano quei tempi, ma cercava di nasconderlo. << Se invece ti riferisci ai tuoi amici Level 5… beh… Gunha è morto durante la guerra. Il Numero Sei nessuno sa niente di lui, vivo o morto, poco importa. Misaki è sopravvissuta, ma ne è rimasta traumatizzata nella mente. Mugino… beh, credevo fosse morta esattamente come te, ma da quando Tsuchimikado mi ha fatto la soffiata che eravate vivi e vi eravate stabiliti nel Chugoku… beh… >>
 
In quell’istante, all’albino, sembrò che Touma stesse sorridendo. Il fatto che lui e la quarta esper fossero vivi lo aveva consolato, e poi riprese il discorso:
 
<< Per quanto riguarda Mikoto… >> il suo tono divenne ancora più triste, come se un treno in corsa lo avesse investito << … Scusa, non mi va molto di parlare di lei… torniamo a Misaki. Come ti ho detto lei è sopravvissuta, ma ne è rimasta segnata per un po’. Dopo qualche anno, decise di fondare una sua organizzazione, gli EAGLES. Da allora cerca di combattere come può contro i Kihara, ma come vedi i risultati sono scarsi >>
 
<< Come ha fatto a sfuggire a quella famiglia per così tanti anni? Chiede Misaka intromettendosi nel discorso >>
 
<< Grazie ai suoi poteri telepatici è capace di nascondersi perfino a loro, per di più i Kihara non sembrano avere troppo interesse nei suoi confronti. Si vede che non la ritengono una minaccia, ma quando si stancheranno del suo giocare alla ribelle… non farmici pensare. Siamo quasi arrivati, comunque >>
 
<< Un momento, una cosa non mi torna >> disse Akuma << Se lei è così brava a nascondersi e gli EAGLES sono una società segreta di ribelli, come fai tu a sapere dov’è la loro base? >>
 
<< Beh, è molto semplice amico mio… Misaki è un’altra delle mie ex mogli >>
 
 
Sia padre che figlia rimasero increduli davanti a quella dichiarazione. << Ma quante mogli hai avuto?! >>
 
<< Beh…ho avuto Seiri, Misaki, Itsuwa, altre donne e poi… Mikoto… >> il suo viso tornò a farsi oscuro. Era evidente che non gli piaceva parlare di lei. Nonostante la storia della donna riguardava molto da vicino l’anziano padre di famiglia, decise di non porre alcuna domanda. Era fin troppo evidente il dolore che trasmetteva.
 
Arrivarono infine davanti a quella che sembrava una struttura alquanto futuristica. Una grande torre ricoperta da numerose vetrate che risplendevano sotto la luce del Sole. La struttura trasmetteva imponenza ed eleganza alla vista, come una rosa rossa in mezzo a una distesa sterile e senza vita.
Era una struttura fin troppo appariscente per potersi mimetizzare correttamente. Il dubbio era potente nella coppia, tant’è che la ragazza pose immediatamente la domanda:
 
<< Come diavolo è possibile che i Kihara non siano mai riusciti a trovare quell’affare? E’ enorme! Constata Misaka incredula davanti a questo fenomeno >>
 
<< Questo grazie ai poteri di Misaki >> rispose << Il suo potere telepatico è diventato molto più forte negli anni, è capace di creare potenti illusioni e rendere… mettiamola così… invisibile la base degli EAGLES agli occhi dei Kihara. Nemmeno telecamere e satelliti riescono a localizzarla, tantomeno i radar più potenti del mondo. Adesso è visibile perché lei sa che stiamo arrivando, ma se lo chiedeste a un’altra persona… non vedrebbe niente di niente >>
 
Arrivarono fin dentro la base e vennero accolti dai ribelli con una certa freddezza, era evidente che non erano abituati ad avere ospiti. Vennero scortati fino al centro di comando, dove operava il loro capo. L'ambiente si presentava come una grossa stanza piena di computer e schermi, dai quali gli addetti monitoravano ogni angolo della struttura sia all'interno che all'esterno.
Al centro vi era una figura femminile dai lunghi capelli biondi e vestita con un elegante abito azzurro. Dava le spalle al gruppo di Esper, ma non le servì voltarsi per capire che  erano arrivati.
 
<< Oh, finalmente, vi stavo aspettando... >> a quel punto si girò e mostrò un viso per niente logorato dall'età, sottile e bianco come il latte. Ciò che rendeva bizzarro il suo aspetto, ma altresì affascinante, erano i suoi occhi color nocciola le cui pupille presentavano uno stranissimo difetto ottico, difatti sembravano l'immagine di una coppia di stelle.
Era di sicuro una donna dotata di una grande bellezza, avrebbe potuto ammaliare qualsiasi uomo, ad eccezione dell'esper albino che non sembrava risentire di quella visione paradisiaca. 
La bionda si avvicinò a loro e venne calorosamente salutata dal suo ex marito... prima di ricevere un forte schiaffo.
 
<< Fammi indovinare, non ti meritavi nemmeno questo >> disse il vecchio Accelerator incrociando le braccia al petto.
 
<< No, questo lo meritavo eccome... >> poi si schiarì la voce << Misaki. Mia dolce, stupenda e radiosa Misaki... quale onore essere convocato da te in persona. No, sul serio, credevo che non volessi più vedermi >>
 
<< Difatti è così, ma ho bisogno di te. Anzi, di tutti e tre >> rispose con tono rigido è composto, per poi mutarlo in un sorriso accomodante nei confronti del padre di famiglia << Ciao Accelerator, è da tanto che non ci vediamo. Ti ricordi di me? >>
 
<< Ovviamente... e comunque non... >>
 
<< Ti chiami Shiori Akuma, lo so, ma onestamente preferisco chiamarti Accelerator visto che non mi sono abituata alla tua nuova identità. Lei è la piccola Last Order, anche se non è più piccina. Sei perfino sposato con la Meltdowner. Un gran bel cambiamento per uno come te... hai combinato proprio un bel casino, eh? >>
 
<< Bada a come parli... >> ringhiò << Come diavolo fai a sapere tutte queste cose >>
 
<< Ti ho letto nel pensiero mentre stavi venendo qui. Il mio campo mentale è molto più forte rispetto al passato, e poi la tua Reflection si è indebolita parecchio anche se ancora rimane... difatti non posso addentrarmi troppo nella tua mente. Ho captato solo le informazioni di base >> e poi si avvicinò a lui, appoggiò delicatamente il dito indice sul suo petto, lo fece scorrere lentamente su tutta la superficie, e il suo timbro vocale divenne suadente << Quelle più profonde sono un mistero. Il tuo passato, i motivi del tuo cambiamento... tutto di te è un mistero. Un affascinante lupo stanco, provato, con una zampa affossata in un passato che solo lui conosce e uno sguardo che punta in un futuro di dubbia esistenza. Dimmi, Accelerator, cosa si cela dietro questo corpo martoriato e tormentato? >> infine avvicinò le propria labbra all'orecchio e sussurrò: << Posso aiutarti a lenire le tue sofferenze >> 
 
Si staccò da lei con violenza, lanciandole un insulto. Perfino Last Order avrebbe voluto picchiare quella donna, non sopportava i suoi modi canzonatori. Quello visibilmente più irritato di tutti era Touma, non aveva affatto digerito quello pseudo flirt, e si mise in mezzo a loro:
 
<< Senti un po', non abbiamo molto tempo. Se il tuo scopo era provarci con quel palle-mosce solo per farmi ingelosire, a proposito obbiettivo fallito, allora possiamo anche andarcene. Abbiamo un impegno troppo urgente, zuccherino >>
 
Misaki gli lanciò un sorriso di scherno: << A me sembra che tu sia effettivamente geloso. Sei sempre il solito. In ogni caso la faccenda è estremamente seria, venite con me e vi spiegherò tutto >>
 
<< Va bene, ma in ogni caso non mi sono intromesso perché sono geloso ma perché il signor palle-mosce è sposato >>
 
<< Oh, ma lo so bene. Volevo solo stuzzicarlo un po'. È un vero peccato che tu sia già occupato, Numero Uno, Shizuri deve essere una donna fortunata >>
 
<< Piantala e facci strada >> rispose secco l'albino.
 
Mental Out fece loro da guida, intenta a portarli nelle sue stanze private. Nel mentre, Last Order, si prese la libertà di porle una domanda:
 
<< Senti un po'... perché se sono passati cinquant'anni, non sembri una vecchia befana? Chiede Misaka osservando il tuo aspetto giovanile >>
 
<< Sono la telepate più potente del mondo, piccola, posso farvi vedere quello che voglio. È chiaro che anche io sia invecchiata, ma non mi va di mostrarmi al pubblico col mio vero aspetto. Preferisco questo, fidati che aiuta >>
 
Giunsero, infine, nell'alloggio privato della Esper. Era molto grande e decorato con un appariscente stile vittoriano, costituito da tre stanze, il soggiorno con tanto di cucina, il bagno e la camera da letto. 
Una volta chiusa la porta a chiave, ella prese un fascicolo appoggiato sopra al tavolo di mogano del soggiorno, e lo porse al Level 0.
Sul foglio vi era la foto di un ragazzo di all'incirca 20 anni, dai corti capelli biondi e scompigliati.
 
<< È uno dei miei uomini. È stato catturato durante una ricognizione ed ora è tenuto prigioniero nel laboratorio di Ransuu. Le loro difese impediscono ai miei poteri di scoprire se è vivo oppure no, e sono troppo potenti per poter sferrare un attacco. Per questo ho chiesto il tuo aiuto, Touma >>
 
<< E ti aspetti che io lo vada a salvare? Senti, so che ce l'hai con me per quello che ti ho fatto e quindi pensi che io ti debba un favore. Mi spiace di averti ferito all'epoca, ma la vita va avanti zuccherino, non credere di essere l'unica che soffre. Contatta Tsuchimikado e chiedigli uno dei suoi Esper sopravvissuti, noi abbiamo fretta >>
 
<< È mio figlio, Touma >> la sua voce si fece improvvisamente malinconica. << Ti ho dato il fascicolo, guardalo e vedrai il suo nome. Shokuhou Akira. Ha venticinque anni >>
 
<< venticinque anni? Stai scherzando, spero! >>
 
<< Tra noi non scorre buon sangue, ma ti chiedo, per favore, salva mio figlio. È l'unica cosa che mi è rimasta, te lo chiedo come una madre >>
 
I loro occhi si incrociarono e i suoi non mentivano. Il Level 0 era molto bravo a leggere i sentimenti delle persone, e quelle pupille stellate erano fin troppo chiare. Si dice che gli occhi sono lo specchio dell'anima, ed era fin troppo palese che l'anima della bionda era tormentato e preoccupato. Akira era l'unica cosa che le rimaneva dopo che i Kihara le avevano portato via tutto, e probabilmente chiese questo favore a lui proprio perché era l'unico di cui potersi fidare... nonostante l'abbia abbandonata anni fa. 
Era forse questo il motivo? Touma la lasciò molto tempo fa e da allora non si parlavano, o lo facevano raramente. Che cosa spingeva, dunque, la donna a rivolgersi a lui? Fiducia? Amore? Chi poteva saperlo, la vera domanda era perché Kamijou avesse accettato di recuperare il ragazzo. Perché? Pietà? O forse... o forse c'era un motivo ben più profondo? Akuma non sapeva niente di tutto questo, si limitò a seguirlo uscire insieme a Last Order. 
Appena giunsero alla vettura parcheggiata di fuori, lo afferrò per il braccio:
 
<< Non vorrai mica fare su, serio, Touma. Non se ne parla minimante >>
 
<< Di che cazzo stai parlando, amico? >>
 
<< Di salvare quel moccioso. Non abbiamo tempo, dobbiamo raggiungere Nuova Gakuen il più in fretta possibile e sai bene perché. Mi hai assunto come copilota per raggiungere Nuova Gakuen Toshi, questo era l’accordo, non voglio essere immischiato in una rissa con Ransuu >>
 
<< Senti, arriveremo in tempo, ok? E avrai i tuoi soldi, ma dobbiamo andare a recuperare quel ragazzo >>
 
<< No! Basta distrazioni! Abbiamo già perso ulteriore tempo a far visita alle tue ex fiamme, non ho intenzione di tergiversare ancora. Quel marmocchio penserà a sé stesso, che mandino qualcun altro >>
 
<< Sei sempre stato uno stronzo insensibile, ma questo è il colmo! Ti sto chiedendo un favore, uno solo. Vorresti lasciarlo nelle mani dei Kihara? Hai una vaga idea di cosa gli faranno? Ha solo venticinque anni, Akuma, è un ragazzo. Ha venticinque anni! >>
 
A quel punto lo afferrò per il colletto e lo strattonò con violenza: << E allora? Tu piuttosto. Siamo partiti da casa, eri tutto bello cazzuto, hai ammazzato delle persone senza battere ciglio e adesso ti interessa della vita di un singolo marmocchio? Che c’è, vuoi fare ancora l’eroe? Guardati intorno, idiota, tutto è perduto! I Kihara ci hanno fatto fuori all’epoca, cosa pensi di poter fare? Anche se io… anche se io tornassi quello di una volta non cambierebbe il risultato. Quel ragazzo è già morto, fattene una ragione! >>
 
<< PORCA PUTTANA, ACCELERATOR, QUELLO E’ MIO FIGLIO! >> Urlò il Level 0 spintonando il suo interlocutore e liberandosi così dalla presa. Ansimò, nemmeno si era reso conto di averlo chiamato “Accelerator”.
 
Sia padre che figlia rimasero senza parole di fronte a quel grido. << Come scusa? >>
 
<< Mi hai capito bene. L’aspetto, l’età… tutto coincide. Venticinque anni fa, io e Misaki, avemmo il nostro primo rapporto carnale con il preciso intento di avere un bambino. Per una serie di ragioni io me ne andai, ma… ascolta, non sapevo che lei era incinta, sono shockato quanto te. Ma quel ragazzo… Akira… è mio figlio. Per favore, Akuma, ti sto praticamente implorando, cazzo! Anche tu sei un padre… >>
 
<< Come puoi esserne certo? Chiede Misaka sottoponendoti a un dubbio. Potrebbe averlo avuto da un altro, tu non puoi sapere se lei si sia risposata o no >>
 
<< Lo so e basta, ok? Vi prego… >> tenendo lo sguardo abbassato, strinse i pugni, poi alzò la testa guardando l’anziano Level 5 negli occhi << Ti pagherò il doppio, ok? La quota pattuita te la raddoppio. A te servono i soldi per salvare la tua famiglia? Bene, te li raddoppierò purché mi aiutiate >>
 
<< Padre? >> lo richiamò all’attenzione la castana. Shiori rifletté in silenzio, Touma aveva ragione, anche lui era un padre. Se fosse stata Last Order ad essere rimasta prigioniera? Oppure Shiage e Mikoto? Avrebbe reagito come lui e per questa ragione non poteva biasimarlo. Si sentì un verme per aver ricattato un amico, pur comprendendo il suo stato d’animo, ma non ci dette peso.
La sua anima era irrequieta e si chiese che cosa avrebbe fatto Mugino al suo posto, o cosa gli avrebbe consigliato. In fin dei conti… avevano bisogno l’uno dell’altro… il Più Forte e il Più Debole… sembrava quasi il titolo di una testata fumettistica di supereroi. Alla fine, prese la decisione che riteneva più saggia:
 
<< E va bene, accetto le nuove condizioni, ma sia ben chiara una cosa… preferisco morire piuttosto che ferire qualcuno col mio potere. Afferrato il concetto? >>
 
<< Credo di essere ancora in grado di combattere le mie battaglie da solo, e poi… c’è pur sempre la tua “allieva” qui con me, una Level 4 di tutto rispetto >> disse mettendo una mano sulla nuca di Last Order.
 
<< Ti aiuterò io, non temere. Dice Misaka parlando francamente >> e lo affermò con un tono fiero e orgoglioso. Orgoglioso per suo padre che stava ritrovando la propria umanità perduta quel giorno nefasto. Era fiera della sua decisione, della sua scelta di credere nella speranza in un mondo dove essa sembrava perduta. Nonostante il suo pessimismo, Mugino credeva ancora nella speranza e spesso la insegnava ai due fratellini; anche la clone credeva in quelle parole.
 
<< Adesso andiamo, abbiamo davanti almeno dodici ore di strada prima di raggiungere il laboratorio di quel topo di fogna >> concluse Kamijou, per poi salire sulla vettura.
   
 
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