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Autore: Sick_Unicorn    13/02/2019    4 recensioni
Bonnie Harper ha 33 anni, è nata e cresciuta in Inghilterra con un un papà inglese ed una mamma italiana, ed ha ereditato, dal padre, la passione per la fotografia con cui, a differenza del genitore ormai morto da 9 anni, non è riuscita a sfondare. Suo padre era stato, dagli esordi fino agli ultimi scatti della band tutta insieme, il fotografo ufficiale dei Queen fin quando, dopo la morte dello storico frontman a cui era anche legato da una forte amicizia, non aveva deciso di andare in pensione anticipata troppo provato al pensiero di fotografare altri gruppi.
Purtroppo, ai tempi del padre, le cose erano molto più semplici ma sua mamma aveva deciso di conservare, per ben 28 anni, un numero molto importante che, sicuramente, avrebbe dato un’opportunità a sua figlia…
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Brian May, John Deacon, Nuovo personaggio, Roger Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anyway the Wind Blows

1. Prologo.


Tornare a casa dopo l’ennesimo rifiuto, ovviamente, non era mai piacevole. 
Per questo Bonnie, prima di riprendere la metro per raggiungere Kensington Street, si fermava ad uno Starbucks qualsiasi. Per lei ormai era risaputo, niente è più capace di un frappuccino per rimettere a posto i pezzi e ricominciare con un sorriso, anche una giornata di merda.
Questa volta credeva veramente che l’avrebbero assunta. Non aveva puntato troppo in alto, ormai si era anche lei rassegnata al fatto che non avrebbe sfondato, ma essere rifiutata anche per il primo servizio di una band emergente che non faceva neanche musica lontanamente decente, perché ovviamente si era informata sul loro operato, era veramente degradante. 
I suoi amici le dicevano che, da una parte, era colpa sua perché lei aveva un asso nella manica che, a causa del suo essere maledettamente cocciuta, non aveva mai usato. Suo padre era stato un grandissimo fotografo, per quello lei aveva quella passione, ed era stato, dagli esordi del gruppo, il fotografo ufficiale dei Queen fino alla morte di Freddie Mercury. Negli anni, ovviamente, aveva creato una forte amicizia con i membri del gruppo, in effetti c’erano molte foto di lei dalla nascita ai suoi sei anni con Freddie Mercury, Brian May, Roger Taylor e John Deacon, per questo era riuscito a crearsi un nome in quell’ambiente che, nonostante suo padre avesse chiuso con quel lavoro nel 92, concedendo ai Queen unicamente le foto al Freddie Mercury Tribute, e fosse morto nel 2010, continuava a stare sulla bocca di molti fotografi anche abbastanza famosi come se fosse una divinità.
In poche parole, se lei avesse detto che il suo cognome non era uguale a quello del grande Peter Harper ma era proprio il suo cognome, essendo lei sua figlia, le avrebbero sicuramente steso un tappeto rosso. 
Peccato che lei, ferma sull’opinione che non voleva essere semplicemente la figlia del famoso Peter Harper, voleva farsi da sola in quel mondo ma, visti i risultati, per quel momento non era andata per niente bene.
Dopo aver chiarito le idee, uscì dallo Starbucks imbracciando la borsa con dentro la fotocamera e si diresse verso la fermata della metro arrivando, in neanche un quarto d’ora grazie all’assenza di ritardi, dall’altra parte di Londra nell’appartamento bifamiliare in cui, dopo che suo padre le aveva lasciate, viveva con sua madre per paura di lasciarla sola.
Entrò nella sua parte di casa e, poggiata la borsa sull’attaccapanni e le chiavi nel cestino accanto alla porta, sentì subito profumo di ragù che, la sua mamma Marisa, nata e cresciuta in Italia, faceva che era una poesia.
-Buongiorno tesoro!-. Esclamò contenta la mamma dalla cucina, per poi abbandonare i fornelli per andare ad abbracciare la sua bambina appena tornata, proprio come faceva quando da bambina tornava da scuola.
-Beh? Ti hanno preso questa volta?-. Chiese la donna speranzosa per poi spegnere il suo entusiasmo davanti alla faccia triste di sua figlia. Anche questa volta, non era andata bene e, dopo il decimo rifiuto in quel mese, forse neanche il ragù sarebbe riuscito a tirarla completamente su di morale.
A pranzo, spiegò alla mamma com’era andata quella volta e, come ad ogni rifiuto, entrambe concordarono sul fatto che, se avesse avuto esperienza, che non poteva avere senza lavorare, sarebbe stata presa ad occhi chiusi. Come ogni volta, però, sua mamma le disse anche che, se solo avesse detto di essere la figlia di Peter Harper, le cose sarebbero andate molto meglio.
Bonnie sbuffò pronta a ripeterle quel che già le aveva detto troppe volte.
-Non voglio essere la figlia di Peter Harper, a lavoro, perché se devono volermi devono volere Bonnie e non solo Bonnie Harper-. Questa era la sua idea e, nonostante fosse convinta che fosse abbastanza controproducente, non intendeva cambiarla. Era tanto strano volersi fare da sola?
Quel pomeriggio, annullò ogni impegno con i suoi amici. Non era assolutamente in vena di uscire, voleva solo chiudersi nella sua stanza, mettere una serie TV su Netflix e mandare tutto il mondo a quel paese. 
Mentre la figlia non aveva intenzione di uscire, Marisa capì che tutto questo non poteva andare avanti. Sua figlia valeva e, solo una band, le avrebbe potuto dare i meriti che meritava di prendersi.
Aveva conservato quel numero per 28 anni con la promessa che, nel momento del bisogno, l'avrebbe usato. Qual'era il bisogno più grande di una mamma se non quello di aiutare sua figlia?
Compose il numero e, per tutto il tempo che il telefono squillò, restò con il fiato sospeso per paura che non fosse più quello il numero fin quando, dopo il rumore della chiamata che veniva accettata, non sentì quella voce che non avrebbe potuto più dimenticare.
-Pronto?-.
-Brian? Sono Marisa Harper, ho bisogno di te adesso-. 


In tanti anni di amore per questa band fantastica, non è la prima volta che mi ritrovo a scrivere qualcosa su di loro ma, se in passato mi sono sempre concentrata sul passato della band, questa volta ho voglia di parlare della band adesso.
Non so quanto una storia simile possa attirare l'attenzione, in un fandom che alla fine non è più molto alla ribalta, ma io ci provo.
Se siete arrivati fino a qui, vuol dire che almeno il prologo qualcuno l'ha letto ahahahah.
Al prossimo capitolo!

Sick Girl
  
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