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Autore: evil 65    14/02/2019    14 recensioni
A coloro che ci spingono ad amare gli altri, suggerisco di riflettere sul fatto che perfino amare se stessi è meno frequente di quanto comunemente si creda.
E questo, Accelerator e Mugino Shizuri lo sanno bene…
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Accelerator, Mugino Shizuri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Una certa coppia di Level 5'
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Questa storia contiene spoiler per il sesto volume del Nuovo Testamento della Light Novel di To Aru Majutsu No Index. Può essere letta da chiunque, anche da chi non conosce l'opera o da chi non ha letto la novel e segue solo l'anime o il manga.
Spero che troverete il tempo di lasciare una recensione. E ora...buona lettura !


Anime Disperate

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Al mondo ci sono due tipi di persone. Quelli che si siedono sul divano e guardano un documentario per imparare qualcosa sulla natura... e cinque minuti dopo sono terrorizzati e gridano al regista di mollare l'attrezzatura e salvare la povera zebra dall'attacco delle iene... E gli altri. Quelli che capiscono... e accettano. Quelli che sanno che la natura è così... che così va il mondo. Che da qualche parte del mondo, ogni secondo... si ripete la stessa storia. Il brutale ciclo della vita. Del predatore e della preda. Animali... che fanno di tutto per sopravvivere.
Accelerator, il più potente esper Level 5 di Gakuen Toshi, apparteneva ai secondi: ai predatori... ai cacciatori Nessuno sapeva quale fosse il suo vero nome, motivo per cui le persone lo chiamavano semplicemente con il titolo che gli era stato affibiato dai centri di ricerca in cui aveva passato gran parte della propria vita. Era il migliore in quello che faceva…ma a volte aveva ragione di dubitarne.
Dopotutto, la sua storia avrebbe fatto inarcare parecchie sopracciglia.
Accelerator era stato portato nella Città Accademica in giovane età, quando i suoi poteri erano stati appena scoperti.
Possedeva infatti una capacità unica rispetto a quelle di tutti gli altri esper : la manipolazione vettoriale.
In poche parole, poteva controllare i vettori. Ogni singolo tipo di vettore  presente sul pianeta.
Direzione, movimento, quantità di moto, elettricità, calore…. Qualunque cosa avesse una direzione era completamente sotto il suo controllo. Usando termini più semplicistici…Era una persona "intoccabile".
Tuttavia, proprio a causa di questo potere, la gente aveva cominciato a temerlo.
Anni dopo, la sua capacità unica lo aveva reso oggetto di un esperimento per tentare di creare il primo esper Level 6 della storia. Secondo il miglior supercomputer della Città Accademica, Tree Diagram, questa impresa potreva essere raggiunta solo con l'uccisione di 128 esper  Level 5, senza un singolo errore.
Dato che c’erano solo altri sei Level 5 conosciuti nella Città Accademica, era stato formato un piano alternativo per "salire di livello", che consisteva nel far uccidere ad Accelerator 20.000 esper Level 3: i cloni della Railgun Misaka Mikoto, la terza Level 5 più potente di Gakuen Toshi.
Accelerator si era unito più che volentieri all'esperimento, deciso a guadagnare una reputazione tale che lo avrebbe reso il più potente e temuto essere umano sul pianeta, tanto che nessuno sarebbe stato più così sciocco da sfidarlo o tentare di ucciderlo.
Tutto perché voleva perseguire una vita pacifica e libera dalla costante possibilità che venisse attaccato. 
L’esperimento, tuttavia, arrivò ad una brusca conclusione dopo che il Level 5 aveva già ucciso ben 10 000 cloni, a causa dell’intervento di Misaka Mikoto e Kamijou Touma, un esper la cui abilità consisteva nell’annullare le capacità altrui.
La coppia era riuscita a sconfiggere Accelerator dopo una lunga e brutale battaglia, cosa che aveva portato alla chiusura del progetto Level 6.
Amareggiato da questa svolta degli eventi, l’albino era tornato alla vita di tutti i giorni. Il destino, tuttavia, aveva altri piani in mente per quell’insolito ragazzo.
La possibilità di redenzione si presentò davanti a lui sotto forma di una nuova conoscenza: una bambina di circa dieci anni di nome Last Order, l'ultimo clone del progetto delle Misaka, ormai andato in fallimento.
Durante il loro incontro, Last Order venne rapita da uno degli studiosi che aveva portato avanti l’esperimento, Amai Ao, intenzionato ad infettare la bambina con un virus informatico per vendicarsi di Gakuen Toshi.
 Accelerator scoprì che tale virus avrebbe infettato tutto il Misaka Network tramite Last Order e, su consiglio della sua tutrice legale, Yoshikawa Kikyo, decise di provare a salvarla per compensare a tutto il dolore che aveva causato ai cloni della Railgun.
Nel corso del processo di salvataggio della bambina e di tutti i cloni del Network, tuttavia, Amai aveva sparato ad Accelerator, che aveva abbassato le proprie difese per concentrarsi su Last Order.
Il Level 5, tuttavia, riuscì a salvare la piccola, riportando delle gravissime ferite al sistema cerebrale, perdendo così la possibilità di poter usare al 100% il suo potere e la capacità di muoversi liberamente. Da quel momento in poi, infatti, per poter camminare fu costretto ad usare una stampella.
Grazie all’aiuto di un medico, tuttavia, il Level 5 riuscì comunque a recuperare parte delle sue facoltà, utilizzando il Misaka Network tramite un sistema ad elettrodi che da quel momento in avanti cominciò a portare al collo. 
Stanco di combattere, l’albino accettò di prendersi cura di Last Order e diventare il suo tutore, per poi trasferirsi a casa di Yoshikawa e della sua amica, Yomikawa Ahoi.
Attualmente, il Level 5 si trovava a quattrocentocinquanta metri da un bersaglio, nel famoso poligono di tiro di Gakuen Toshi.
Sul paletto bianco piantato nell'erba accanto a lui era segnato il numero 44 e lo stesso numero era ripetuto in cima al monticello di terra dietro l'unico bersaglio, un quadrato di circa due metri di lato che a quella distanza, e nella foschia della tarda primavera, sembrava non più grande di un francobollo.
Ma il telescopio del Level 5, uno Sniperscope a lenti infrarosse fissato sulla canna del suo fucile, inquadrava l'intero obiettivo. Riusciva persino a distinguere assai chiaramente i colori azzurro e beige del bersaglio; il centro semicircolare di quindici centimetri appariva simile alla mezzaluna che, sulla lontana cresta della città, cominciava a sorgere in un cielo che andava facendosi sempre più cupo.
L’adolescente premette il grilletto dell’arma, e il colpo risultante riecheggiò per tutta la lunghezza del poligono, facendolo trasalire internamente.
Che ci crediate o no, gli avevano sparato un sacco volte. Proprio tante.
Carabine M1. M16. Lanciagranate M79. AK-47. Luger. Walther PPK. Tommy Gun. Uzi. Carcano Bolt-Action. Howitzer. Gli avevano sparato addosso di tutto.
Durante i primi anni di addestramento, il suo allenatore, Kihara Amata, lo aveva riempito di piombo. Quando aveva dieci anni, l’esercito gli aveva sparato addosso con un mitra calibro 50 per settimane e settimane.
Aveva fatto da bersaglio all’esercito, agli agenti del governo, e a quasi ogni esper di Gakuen Toshi.
E, come già citato in precedenza, gli avevano sparato anche alla testa.
 Potreste pensare che ormai ci fosse abituato. Invece no. Per quanto ci si creda dei duri... non ci si poteva mai abituare al suono di un’arma da fuoco.
Naturalmente, aveva fatto in modo che ogni singola persona che gli aveva sparato se ne fosse pentita amaramente.
Quando battaglie come quelle terminano, alla fine di tutte le schermaglie, l’albino restava solo con un'innegabile verità : uccidere un essere vivente, qualunque essere vivente, era una cosa spiacevole e difficile.
Quando due killer si affrontano, vari fattori determinano chi se ne andrà e chi rimarrà steso al suolo. Un killer deve avere il forte desiderio di uccidere l'avversario. E questo ce l'ha di sicuro.
Ma non basta la sete di sangue per vincere. Ci vuole qualcosa che la creatura non ha. Ed è una cieca sete di vita. Una volontà di sopravvivere così forte che ti aiuta a togliere una vita per tenerti la tua.
I killer che vivono per combattere non sono quelli che venerano la morte…ma quelli che amano la vita. E in fondo, Accelerator aveva sempre desiderato una cosa sola : poter vivere una vita normale.
Avete mai avuto un incubo ricorrente? Certa gente sogna di precipitare con l'aereo, di annegare o di essere sepolta viva. Indipendentemente dal sogno... ci si sveglia sempre prima di morire. Provate a immaginare quello stesso incubo... ma fatelo da svegli. Quell'incubo era la sua vita. Cento volte tanto.
Un costante susseguirsi di pericoli e sofferenze, che anche nei momenti di pace apparente si divertivano a tormentarlo.
Non importa quante volte salvava il mondo... sarebbe sempre rimasto più un killer che un eroe. Un distruttore più che un salvatore.
Si ritrovò a imprecare. Questo genere di feste riusciva sempre a deprimerlo.
Quale festa? Vi starete chiedendo. Due parole : San Valentino.
O come la chiamava lui, “ la maledizione del genere femminile”.
In fondo, era così che funzionava la chimica: a San Valentino le donne erano cariche di endorfine e vedevano tutto rosa, e tutto era romantico. Il problema era quando smaltivano la sbronza da cioccolatini e avevano il crollo, mentre la vita diventava improvvisamente monotona.
Yomikawa e Yoshikawa avevano provato più volte ad organizzargli un appuntamento, con grande costernazione di Last Order.
E lui aveva risposto sempre allo stesso modo.
<< Dal momento che San Valentino fu un vescovo romano del terzo secolo, che venne flagellato e decapitato, non sarebbe forse più opportuno festeggiarlo andando ad assistere a un brutale omicidio?>>
E così, eccolo qui, ancora una volta per i fatti suoi, nel tentativo di allontanarsi da quell’aura allegra e spensierata in cui era piombata l’intera città.
Dopo aver finito il suo turno, ripose il fucile nell’armadietto del poligono e cominciò a incamminarsi verso il parco cittadino.
Era lì che andava di solito, quando voleva stare per i fatti suoi. Con un po’ di fortuna, essendo San Valentino un giorno lavorativo, ci sarebbero stati anche pochi bambini a infastidirlo con le loro urla e i rimproveri da parte dei genitori.
In effetti, una volta giunto sul posto, si rese conto che l’area era praticamente disabitata, se non per un paio di mamme intente a controllare una coppia di giovani esper che si lanciavano palle di sabbia utilizzando quella che aveva tutta l’aria di essere Telecinesi.
Con un sospiro soddisfatto, il Level 5 procedette a sedersi su una delle numerose panchine circumnaviganti l’area pubblica e rimase accasciato sullo schienale per circa mezz’ora.
Almeno fino a quando un odore sgradevole non gli invase le narici, costringendolo ad aprire gli occhi.
A pochi passi dalla panchina, infatti, vi era uno spazzino intento a fumare una sigaretta, mentre infilzava le lattine e i detriti che i robot per la pulizia non riuscivano a raggiungere nelle aiuole.
Accelerator schioccò la lingua, visibilmente irritato.
<< Scusa, capo... ma c'è gente a cui piace respirare >> disse con voce alta e graffiante, attirando lo sguardo dell’uomo.
<< Come, prego ? >> chiese questi, con un sopracciglio inarcato.
<< Capisco che per te quello schifo possa sembrare aria fresca…>> continuò l’esper, indicandogli la sigaretta.
 << Ma sai cosa può farti quella roba? Sta scritto proprio sul retro! Forse la frase "È nocivo per la tua salute" ti fa ridere. Ma quello che dovrebbe dire è... che le cicche possono causare cancro a naso, bocca, ghiandole salivari, faringe, gola, esofago, reni, pancreas... perfino a parti del corpo alle quali preferiresti non pensare. Ed è solo l'inizio! Enfisemi, bronchiti croniche, disturbi cardiaci, melanomi e carcinomi... per non dire di come riducono udito, vista, pelle, dita e capelli. Anche se non mi sembra che ti curi molto del tuo aspetto. Le sigarette dovrebbero essere chiamate "chiodi da bara", perché questa roba... ti ammazza >> sussurrò con tono freddo, facendo sussultare lo spazzino.
Questi deglutì spaventato e procedette ad allontanarsi con passo veloce.
Accelerator rilasciò un sospiro.
Forse era stato troppo duro con quell’uomo. In fondo, era solo una persona che stava svolgendo un servizio pubblico.
<< Tsk…sono proprio uno stronzo >> borbottò a se stesso.
Poi, una voce femminile lo sorprese alle spalle.
<< Il disgusto di sé non ti si addice >>
 
                                                                                                                                      * * *
 
<< Il giorno di San Valentino è stato inventato per far sentire una merda quelli che non sono una coppia perfetta.>>
Questi erano in pensieri che intercorrevano nella mente di Mugino Shizuri, la quarta Level 5 di Gakuen Toshi, mentre si facevano strada tra le numerose coppiette che occupavano il cavalcavia della pedonale.
In fondo, che cos’era San Valentino, se non un susseguirsi di speranze infrante, sentimenti feriti, relazioni troncate?
Era un giorno pieno di cocenti delusioni nel quale era facile approfittare di chi era vulnerabile e solo.
Mentre qualcuno continuava a languire per un grande amore non corrisposto, altri non potevano fare a meno di pensare di essere stati imbrogliati. Sarebbe stato bello credere che per la maggior parte delle persone San Valentino terminasse con una nota positiva, ma Mugino sapeva bene che era assai più probabile ritrovarsi con il cuore infranto
E forse nessuno lo sapeva meglio di lei. Una ragazza che non era mai riuscita ad intraprendere una relazione sentimentale che durasse più di qualche settimane.
<< Ma in fondo… >> borbottò a se stessa, << suppongo di meritarmelo>>.
Il Karma sapeva essere una vera merda.
Figlia di una ricca famiglia, Mugino Shizuri era giunta a Gakuen Toshi quando aveva soli dieci anni. I suoi genitori l’avevano subito iscritta al programma di ricerca esper, che lei era riuscita a scalare in poco tempo, fino a diventare la quarta Level 5 più potente della città.
La sua capacità consisteva nel creare e manipolare l’energia elettromagnetica e il plasma per creare raggi abbastanza potenti da distruggere un’intera corazzata in pochi secondi.
Con il soprannome di Meltdowner, la ragazza diventò presto uno dei personaggi più infami di Gakuen Toshi, una persona pragmatica e spietata che puntava sempre al meglio, sempre a raggiungere la vetta. Odiava perdere, e chiunque cercasse di contrastarla affrontava sempre una fine a dir poco raccapricciante.
Quando aveva soli quindici anni, creò una propria squadra d’assalto, l’ITEM, con la quale iniziò a compiere vari lavori per il Lato Oscuro della Città Accademia.
E la cosa andò avanti per anni, fino a quando non avvenne uno degli eventi più devastanti mai affrontati dal complesso urbano : la Battle Royale tra le varie organizzazioni di Gakuen Toshi, nella quale vennero coinvolti pure Kakine Teitoku e Accelerator, rispettivamente il secondo e il primo Level 5 più potenti dell’intera comunità Esper.
Durante quel periodo, la sconfitta di Mugino per mano di Kakine lasciò la ragazza in un profondo stato di collera e inferiorità ossessiva.
E così, in quel momento di follia, aveva finito con l’uccidere una delle uniche persone che considerava sua amica : Frenda Seivelum, un membro dell’ITEM.
Provava rimorso per quello che aveva fatto? Ovviamente.
Ma in fondo, che cos'era il rimorso? Nient’altro che la paura della responsabilità di ciò che aveva fatto, una tomba su cui piangere lacrime di coccodrillo.
Provare rimorso per una cosa sbagliata era meglio che niente, ma nessuno rimorso a posteriori poteva espiare la colpa per aver provato gusto nel far del male, fosse bruciare formiche o ammazzare persone.
Dopo aver recuperato la sua sanità mentale, aveva pure deciso di diventare la tutrice della sorella di Frenda, Fremea, in modo da onorare la memoria della ragazza. Ma ora, anche un simile gesto le sembrava vuoto, nient’altro che una buona aziona con cui sperava di compensare agli errori passati. Nient’altro…che una via di fuga.
Venne scossa da quei pensieri quando le sue orecchie catturarono una voce che avrebbe riconosciuto ovunque.
Si girò di scatto. Accelerator, il più potente Level 5 di Gakuen Toshi, si trovava ad appena una decina di metri da lei, seduto su una panchina, intento a conversare con quello che aveva tutta l’aria di essere un netturbino.
Era da un po’ che non lo vedeva in giro. L’ultima volta che avevano avuto modo di interagire era stato durante il loro breve Team-up per sconfiggere un vendicativo Kakine Teitoku, cosa che li aveva portati ad un insolito confronto verbale nel quale avevano ammesso l’uno all’altra il desiderio di una possibile redenzione.
Incuriosita, cominciò ad avvicinarsi alla coppia per sentire di cosa stavano discutendo. Apparentemente, il Numero Uno stava rimproverando l’uomo per aver fumato in un parco pubblico. La cosa non potè fare a meno di divertirla enormemente.
Accelerator, difensore della quiete? Certe cose non si vedevano certo tutti i giorni.
Una volta che il netturbino se ne fu andato, procedette ad avvicinarsi all’albino.
Si sedette accanto a lui e lo sentì borbottare : << Sono proprio uno stronzo >>.
Inarcò un sopracciglio.
<< Il disgusto di sé non ti si addice >> mormorò monotona, attirando l’attenzione dell’esper.
Questi si voltò di scatto e, non appena i suoi occhi color sangue entrarono in contatto con la figura della giovane donna, sembrano illuminarsi di riconoscimento.
Rimase a fissarla per quello che parve un tempo interminabile, scrutandola da capo a piedi. Poi, come se avesse finalmente registrato le sue parole, rispose : << Senti chi parla. Sembri appena uscita da un convegno di drogati >>
<< Affascinante come sempre >> borbottò l’altra, con tono sarcastico.
Accelerator si limitò a scrollare le spalle.
<< Che posso dire? Squadra vincente non si cambia >> disse con la sua voce bassa e graffiante. << Anche se, ammetto che questo genere di feste tirano sempre fuori il peggio di me >>
<< Perché ? Non ti piace festeggiare San Valentino?>> chiese Mugino, con un sorriso consapevole.
Il Level 5 rilasciò un sonoro sbuffo.
<<  È un giorno che disprezzo >>
<< Pure io. Anche se l’essere sola è praticamente colpa mia, sono nevrotica all'ultimo stadio... e non ho tempo di farmi curare perché sono troppo occupata a sistemare i casini degli altri >>
<< Sto per commuovermi >> commentò Accelerator, accasciandosi allo schienale della panchina.
Per nulla influenzata dalle parole dell’esper, la ragazza continuò a parlare.
<< Pensa, Il mio rapporto più intimo ce l'ho con il mio blackbarry. E meno male che vibra! >> esclamò, suscitando un piccolo ghigno ad opera del Numero Uno.
<< Almeno non è appiccicoso come questo ragazzo >> disse l’albino, picchiettando il girocollo  con un dito. << Non mi si scolla mai di dosso >>
Mugino ridacchio, apparentemente divertita dalla dichiarazione del ragazzo.
Poi, cominciò ad osservare il dispositivo con uno sguardo curioso.
<< Fa... >>
<< ... male? Non come pochi mesi fa >> rispose Accelerator, intuendo la domanda della mora. << Ecco cosa c'è di buono nel dolore fisico. Una volta che è andato, è andato. Anche il ricordo si spegne. Non come il dolore mentale. Quello non te lo scolli più di dosso.>>
<< Una cosa con cui posso simpatizzare >> mormorò l’altra, accarezzandosi il braccio biomeccanico.
L’albino la seguì con lo sguardo.
<< Ah, sì, avevo sentito parlare del tuo incidente. È stato quel Level 0, dico bene ?>>
<< Non che glie ne possa fare una colpa, in quel periodo ero piuttosto folle >> ribattè l’altra, scrollando le spalle.
Il Level 5 la fissò impassibile.
<< Solo in quel periodo ?>> chiese con un ghigno provocatorio.
In risposta, Mugino strinse ambe le palpebre degli occhi e gli puntò un dito sul petto.
<< Non spingere la fortuna. Non mi importa se sei uno storpio, ti prenderò a calci in culo senza pensarci due volte >>
<< Mi piacerebbe vederti provare, troia ! >> esclamò Accelerator, il volto adornato da un sorriso psicotico.
Forse una bella battaglia sarebbe riuscita a distoglierlo dai suoi pensieri malinconici.
Con suo grande dispiacere, tuttavia, la giovane donna si limitò a fissarlo, prima di sbuffare e accasciarsi allo schienale della panchina ancora una volta.
L’esper la scrutò con circospezione e fece lo stesso.
Rimasero immersi in un confortevole silenzio, interrotto solo occasionalmente dal suono dei bambini che giocavano nel parco e dal chiacchiericcio delle coppie che passavano lungo il marciapiede.
Dopo quello che parve un tempo interminabile, Accelerator girò lentamente la testa verso la compagna di sventure.
<< Allora, come mai sei qui ? Non mi sei mai sembrata il tipo di persona che perderebbe tempo in un parco >>
<< Perché non dovrei? >> borbottò la mora, senza mai distogliere gli occhi dalla volta celeste. << È bello poltrire al sole e rispolverare i vecchi tempi. Vecchi dolori e vecchi piaceri... È buffo come, dopo un po' non si riescano più a distinguere... >>
<< Io non ho problema a distinguerli >> ribattè l’albino, suscitando un piccolo sorriso ad opera della ragazza.
<< Già. Tu sei riuscito a scacciare il tuo demone. Io, dentro di me ho ancora due entità in conflitto. A volte è come se mi strappassero in due >> sussurrò a bassa voce.
Accelerator rilasciò un grugnito poco impegnativo.
<< È ciò che ti rende quel che sei. Cosa disse Arnold Schwarzenegger? "Ciò che non ti uccide ti rende più forte"? >>
<< Stava parafrasando Nietsche, brutto analfabeta! >> disse l’altra  con tono esasperato.
Il Level 5 le inviò un’occhiataccia.
<< Io analfabeta? Non eri tu quella che ha sempre creduto che Robert Frost  fosse l'autore de "La nebbia"? >> chiese con un sorriso di scherno.
Le guance di Mugino si tinsero leggermente di rosso.
<< C-come lo hai saputo ?>>
<< La tua marmocchia si lascia sempre sfuggire i pettegolezzi più interessanti >> rispose l’albino, facendo riferimento a Fremea. Era venuta spesso al suo appartamento per giocare con Last Order, dopotutto.
Affianco a lui, la mora incrociò ambe le braccia davanti al petto, visibilmente stizzita.
<< Tutti quei poeti pieni di rughe e dai capelli bianchi mi confondono. Era Sandburg, giusto? >>
<< Giusto. Quel tizio era diverso. Grande scrittore, niente roba da donnicciole romantiche >> disse il Level 5, ripensando a quelle poche volte in cui aveva letto i suoi lavori.
Mugino rilasciò un sonoro sbuffo.
<< Poeti e scrittori... come le loro opere, non li sopporto>> borbottò contrariata, suscitando una piccola risata da parte di Accelerator.
Scoprì che gli riusciva facile parlare con lei, e ne fu sorpreso.
Generalmente con le donne era insieme taciturno e sprezzante. I lunghi preamboli della seduzione lo annoiavano quasi quanto il successivo fastidio dello sbrogliamento.
C'era qualcosa di disgustoso nell'immancabile traiettoria di ogni relazione. La parabola convenzionale? L'attrazione, le mani che si sfiorano, il bacio, il bacio appassionato, i corpi che si sentono, il culmine a letto, e poi ancora letto, poi meno letto, poi la noia, le lacrime e l'amarezza conclusiva.
E ancor di più detestava la "mise en scene" di ognuno di questi atti di commedia: l'incontro a una festa, il ristorante, il taxi, l'appartamento di lui, l'appartamento di lei, poi il fine settimana al mare, di nuovo i rispettivi appartamenti, poi gli alibi furtivi e l'addio finale, livido, davanti a un portone sotto la pioggia.
Ma con Mugino non sarebbe potuto succedere niente di tutto questo.
Nel tedio della serata, la presenza di lei era quasi un'oasi di piacere, un momento per rilassarsi.
Nella loro conversazione non c'era che comprensione, con un lontano sottofondo di…amicizia.
Presto si ritrovarono a parlare degli argomenti più variegati. Di come riuscivano a sostenere il peso della vita domestica, i loro metodi per occuparsi dei rispettivi marmocchi, come stavano affrontando i loro handicap ecc…
E il tutto andò avanti per quasi una ventina di minuti. Questo fino a quando Mugino non porse una domanda piuttosto scomoda.
<< Quando hai ucciso la tua prima persona ?>> chiese all’improvviso, sorprendendo Accelerator.
L’albino si bloccò di colpo, rimanendo immobile come una statua.
<< Non sono affari tuoi >> rispose freddamente, volgendo alla ragazza un’espressione che prometteva morte.
La Level 5, tuttavia, sembrò del tutto inalterata dalla reazione del ragazzo.
<< Io l’ho fatto quando avevo quindici anni >> disse con tono disinvolto, come se stesso solo parlando del tempo.
Accelerator rimase in silenzio per circa un minuto buono, stringendo ambe le mani in pugni serrati. Aveva lo sguardo fissò in direzione del marciapiedi e gli occhi ridotti ad un paio di fessure.
<< Avevo dieci anni >> sussurrò a bassa voce, attirando l’attenzione della mora.
<< Dieci anni >> ripetè lei, le labbra arricciate in un sorriso comprensivo. << Troppo giovane. Per alcuni anche a settanta si è giovani.>>
Emise un sospiro rassegnato e volse lo sguardo verso il cielo una seconda volta.
<<  Abbiamo visto troppa morte, abbiamo perso troppi cari. Ma per quanto sia banale dirlo, la morte fa parte della vita. Anche quella innaturale... anche l'omicidio >>
<< L'omicidio no >> disse Accelerator, attraverso di denti.
Mugino si limitò a lanciargli un’occhiata laterale.
<< Credi? Non voglio difenderlo, chiaro, ma lo troviamo nei testi fondamentali di ogni religione. Caino uccide Abele e il mondo conobbe l'omicidio. È naturale come morire di vecchiaia>>
<< Cazzate >> fu la brusca dichiarazione dell’albino.
La Level 5 scrollò le spalle.
<< Io non credo. Dopotutto, le mie certezze in campo etico e teologico sono alquanto vacillanti. Di conseguenza mi baso sui fatti, così come mi appaiono. Le azioni parlano più chiaro delle parole. Tu lo sai meglio di altri. È per le tue azioni che infondo, per quanto tu sia stronzo…ti considero comunque una brava persona. >>
<< Tre mesi fa ho ucciso ventisette uomini. Non c'è molto da dire, eh? >>
<< Eri infuriato? >> domandò la mora, inclinando leggermente la testa.
Accelerator la fissò intensamente e, per un attimo, la ragazza si ritrovò incapace di trattenere un brivido lungo la spina dorsale. Poteva essere davvero spaventoso.
<< …Più che mai >> rispose l’albino, con tono freddo e distaccato.
Mugino annuì concisa.
<< E quegli uomini meritavano la tua rabbia? >>
<< Cerchi una scusa? >>
<< No, cerco solo di capire >> disse lei, con voce calma e professionale.
Il Level 5 arricciò il volto in un cipiglio scontento.
<< Che c’è da capire ? Sono un cattivo…e i cattivi rimangono tali, non importa la ragione che usano per uccidere >> affermò come se fosse una verità universale.
Di fronte a lui, la ragazza conosciuta come Meltdowner strinse ambe le palpebre degli occhi, scrutando l’adolescente come se l’avesse personalmente insultata.
<< "Quod sum eris." >> disse all’improvviso, sorprendendo Accelerator.
Questi inarcò un sopracciglio, fissandola con uno sguardo incerto.
<< E allora? >>
<< "Sono ciò che sarai." >>
<< So cosa vuol dire, e non capisco dove tu voglia arrivare >> ribattè l’albino, visibilmente irritato.
Mugino gli inviò un sorriso beffardo.
<< Ti rode, non è vero ? Sono più grande di te, Accelerator. Si potrebbe discutere di quanto... ma non così tanto da non sapere che la strada che hai davanti passa direttamente sulla mia stessa carreggiata >>
<< Non sono come te >> rispose il Level 5, ringhiando attraverso i denti.
La Level 5 roteò gli occhi, come se avesse appena sentito la dichiarazione di un bambino capriccioso.
<< Oh, credimi, questo lo so bene >> disse con tono spassionato, agitando la mano destra in modo sprezzante.<< Per tutta la vita ho lottato contro tutti e contro tutto solo perché così mi sentivo... importante. Tu lo fai perché ci credi. Quanto sei onesto, Accelerator. Non so ancora se insultarti o abbracciarti >>
<< Che cazzo vuoi dire? >> sibilò l’esper, afferrandola per il colletto della giacca.
Nonostante l’azione aggressiva, tuttavia, Mugino non si scompose e riprese a parlare.
<< Non capisci, vero? Allora sei proprio stupido. Per tutti questi anni…Tutte queste vite…Pensi di aver combattuto dei nemici. I Kihara, il Numero 2…perfino quel Level 0 che ti ha preso a calci in culo. Ma in tutto questo tempo lottavi solo contro te stesso. Contro la tua natura. Contro ciò che sei. Pensi che ti sia accaduto qualcosa. Qualcosa che ti ha cambiato…Trasformandoti in qualcos'altro. Ma sappiamo entrambi che non è stato così... Il vero te è sempre stato uguale. Pieno di... ira. Di rabbia. Ma ora... devi affrontarlo. Non si scappa più. Due sole strade. Vita o morte. Quale scegli? Allora, quale scegli? >> domandò implacabile, mentre Accelerator la fissava con furia a mala pena celata.
La cosa sembrò soddisfare Mugino, che sorrise ancora una volta.
<< Tutto troppo facile. Ti sei rammollito. Un tempo eri un assassino. Ora sei un cagnolino. Casalinghe... figlie adottive... compagni di squadra... Dov'è finito il lupo solitario? Te lo dico io dove: è morto! >>
A quanto pare, quella fu l’ultima goccia.
L’albino pigiò il collare, la cui luce cambio da verde a rossa nella frazione di mezzo secondo.
Sì alzò di scatto, afferrando la ragazza per il colletto e issandola dalla panchina.
Gli occhi del Level 5, rossi come il sangue, dardeggiarono nella penombra del pomeriggio con una tale intensità che, per un attimo, Accelerator credette che avrebbe potuto incenerire la mora semplicemente fissandola.
Strinse i denti e la guardò dritta negli occhi, aspettandosi anche solo un minimo accenno di paura. Invece, con sua grande sorpresa, la testa di Mugino era leggermente abbassata, con i capelli cadenti che disegnavano dolci ombre sul suo viso.
E in mezzo a tutto questo…occhi lucidi, colmi di lacrime pronte a strusciare lungo le guance della Meltdowner. Ma non lacrime di terrore o paura…bensì lacrime colme di angoscia e rimpianto.
<< Sei fortunato, Accelerator…molto fortunato >> mormorò la Level 5, sorprendendo l’albino. << Non so cosa darei per potermi liberare di quella parte di me. Ma non posso. Tu hai camminato fino al baratro, ma sei riuscito ad uscirne. Io vi sto ancora penzolando sopra, in attesa di cadere >>
E, detto questo, alzò la testa, volgendo all’adolescente un triste sorriso.
<< Quindi non provare ad auto-commiserarti, sono stata chiara? Sarebbe un insulto a me e a tutti quei poveri bastardi che si trovano nella mia situazione >> terminò con un sussurro.
Accelerator non sapeva cosa dire. Qui si era aspettato un litigio, l’inizio di una battaglia che avrebbe distrutto almeno metà del parco…e invece era stato testimone di qualcosa di completamente diverso.
Mugino Shizuri, quarta Level 5, una delle persone più infami del Lato Oscuro di Gakuen Toshi, aveva appena messo a nudo la propria anima davanti a lui.
La cosa lo metteva a disagio. Non era abituato a trattare con i sentimenti delle altre persone, considerando il fatto che riusciva a mala pena a gestire i suoi. Tuttavia, non potè fare a meno di sentirsi leggermente toccato da una simile confessione.
Nel mentre, la mora aveva cominciato ad asciugarsi le lacrime.
<< Cazzo, mi sono messa a piangere davanti a un ragazzo. Sono diventata proprio patetica >> borbottò cupamente, prima di scoppiare una risata amara.
Accelerator decise di non commentare la cosa e rimase completamente immobile, lo sguardo fisso in direzione della Level 5.
Fu in quel momento che una rivelazione scioccante cominciò a farsi strada nel suo cervello. Questa ragazza…in realtà era proprio come lui. O meglio, come lo era stato quando aveva deciso d’intraprendere la propria redenzione.
Era persa, spaventata più di quanto se ne rendesse conto. Per lei era una situazione completamente nuova, aliena, totalmente fuori dal suo controllo…e la cosa la terrorizzava.
Ogni volta che vedeva Fremea, probabilmente si ritrovava davanti il volto di Frenda, la sorella che aveva ucciso brutalmente a causa di un semplice scoppio d’ira. Esattamente come lui vedeva i volti delle Sisters ogni volta che incontrava gli occhi di Last Order. E ciò la stava dilaniando dall’interno.
Giunto a questa conclusione, si accasciò nuovamente sulla panchina e prese un respiro profondo.
<< Ti racconto una storia >> disse con voce impassibile, facendo cenno alla giovane donna di sedersi accanto a lui.
Mugino lo fissò incerta, ma fece come gli era stato detto.
Internamente, Accelerator si ritrovò a sospirare. Sì…era diventato decisamente morbido, pensò con un sorriso ironico.
Alcuni mesi fa avrebbe lasciato la Numero 4  a sguazzare nella propria auto-comisserazione. Ora, invece, desiderava darle la stessa possibilità che gli era stata offerta.
<< Un giorno un tizio finisce in un pozzo >> esordì calmo. << Prova e riprova a uscirne, ma non ci riesce. Alla fine molla e si arrende. Si siede per terra e aspetta che la morte venga a reclamarlo. Poi, all'improvviso, alza gli occhi e vede un uomo sul bordo del pozzo che lo sta guardando. "Aiutami, ti prego!" gli urla. "Tirami fuori dal pozzo!" >>
Fece una pausa per riprendere fiato, mentre Mugino lo fissava sconcertata.
<< L'altro uomo annuisce e poi... si getta anche lui nel pozzo. Il primo tizio a quel punto impazzisce. "Ma sei cretino?" gli urla. "Ora siamo tutti e due bloccati quaggiù! Non ne usciremo mai!" L'altro uomo invece sorride. "Non preoccuparti" gli dice. "Sono già stato nel pozzo... e so come si esce">>
Detto questo, si alzò di scatto, issandosi sulla stampella…e porse la mano destra in direzione della Level 5.
La ragazza lo fissò scioccata. Sembrava un cervo catturato dai fanali di una macchina.
Passò lo sguardo dall’arto teso al volto di Accelerator, aspettandosi la minima traccia d’inganno o scherno. Eppure…non ne trovò nessuna.
Porse a sua volta la mano in avanti…ma questa si fermo a mezz’aria.
Ci fu un attimo di silenzio, mentre l’albino osservava impassibile le dita sospese della ragazza. E perché mai avrebbe dovuto aspettarsi qualcosa di diverso? Una breve alleanza, qualche incontro e una conversazione cuore a cuore era tutto quel che c'era stato fra loro.
Perché aveva immaginato che anche lei condividesse i suoi desideri, i suoi progetti? La possibilità di avere qualcuno con cui condividere il proprio percorso ? Qualcuno…che lo capisse veramente.
E ora? si chiese Accelerator.
 Scosse le spalle per liberarsi dal peso della delusione, dal dolore della sconfitta che è sempre tanto più forte del piacere procurato dal successo.
Ora doveva uscire dalla vita di quella ragazza e portare altrove il suo cuore deluso. Niente rimpianti né inutili sentimentalismi. Doveva sostenere la sua parte, quella dell’uomo forte, dell'uomo che era solo un cattivo.
Lei lo guardava piuttosto nervosamente. Pareva ansiosa di liberarsi di quell’adolescente che aveva cercato di entrare nel suo cuore.
Poi, con un rapido movimento del braccio…afferrò la mano dell’albino.
Questi la fissò sorpreso, mentre Mugino si alzava dalla panchina con uno sguardo rassegnato.
Presto, quell’espressione contrariata venne sostituita da un placido sorriso.
<< Sarà meglio che tu ti prenda la responsabilità di quello che hai appena detto. Non dovresti fare certe promesse ad una ragazza senza badare alle conseguenze >> disse con tono di rimprovero.
Inizialmente stordito, Accelerator si limitò a rotare gli occhi.
<< Correrò il rischio >> ribattè divertito.
Lanciò alla mora un cipiglio imbarazzato, le guance leggermente tinte di rosso.
<< Vuoi prendere un caffè ?>>
<< Sembra un’ottima idea >> ribattè l’altra.
Fatto questo, si porse in avanti, posando un delicato bacio sulla guancia dell’albino.
Il Level 5 dilatò le pupille, visibilmente sorpreso dall’azione improvvisa. Fece per commentare, ma Mugino lo battè sul tempo, aggrappandosi al suo braccio destro e lanciandogli un sorriso accattivante.
<< Buon San Valentino, Numero Uno >>
<< Tsk…fanculo San Valentino >>.
  
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