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Autore: Mangakarjiuana    14/02/2019    1 recensioni
Takeru era abituato al fatto che suo zio gli causasse problemi, ma non si aspettava di certo che uno di questi problemi fosse una ragazzina iperattiva giocatrice di pallavolo con un'inspiegabile voglia di vincere contro di lui.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Hajime Iwaizumi, Sorpresa, Tooru Oikawa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati circa quaranta minuti da quando quell'idiota di suo zio gli aveva detto che sarebbe passato davanti scuola. 'Ti diamo un passaggio, Takeru, così arrivi prima a casa!', sì, certo: se fosse andato a piedi ci sarebbe arrivato già da diverso tempo, a casa, nonostante la pioggia. Non doveva fidarsi di Tooru, ma aveva creduto che almeno Hajime fosse più responsabile. Non voleva nemmeno sapere perchè avessero fatto ritardo, ma credeva fermamente che fossero coinvolti 'discorsi da grandi', come li chiamava quel deficiente di Tooru che ancora credeva di avere un nipote puro e casto nonostante ai tempi del liceo lui ed il suo ragazzo -quasi marito- si fossero a lungo dati da fare a casa della nonna mentre lui era nella stanza accanto. Ovviamente, nessuno dei due sapeva che lui era stato il primo a scoprire della loro relazione, né che aveva tifato per Hajime sin dal primo momento -in quanto non ci teneva affatto ad essere imparentato con una di quelle oche delle fidanzate dello zio, e trovava che avesse davvero bisogno di qualcuno come Iwaizumi, che lo tenesse incatenato al mondo dei mortali-.
Sentì il telefono vibrare e lo tirò fuori dalla cartella, visualizzando la fotografia -un selfie, cos'altro poteva essere?- che gli aveva inviato suo zio, con la didascalia: 'stiamo arrivando'. Sbuffò ancora una volta, guardando l'orario dal telefono, ed in seguito la situazione del tempo: peggiorava ogni minuto che passava, e poteva scommettere che quei due minuti sarebbero diventati almeno dieci. Vide due ragazzi correre verso di lui, per potersi riparare a loro volta sotto l'insegna di quel negozietto, che si trovava due passi da scuola. Quando lo raggiunsero, si accorse che si trattava di un suo coetaneo del club di basket, che conosceva solo di vista, ed una ragazzina del primo anno -almeno, così sembrava: era davvero minuta, senza la divisa probabilmente l'avrebbe scambiata per una studentessa delle medie- che aveva un ché di familiare, ma non riusciva proprio a capire chi fosse.
Quest'ultima lo salutò con un sorriso bizzarro.
"Oikawa-kun, giusto?".
Incerto, annuì, ricevendo un sorriso ancora più ampio, quasi luminoso.
"Lo sapevo!".
La sua espressione divenne più decisa.
"Io sono tua rivale!".
Alzò un sopracciglio, dubbioso, facendo ridacchiare l'altro ragazzo.
"Scusala, lei è fissata con le sfide. Sei nel club di pallavolo, immagino".
Annuì ancora una volta, pensando se fosse giusto far notare ai due che erano l'una nel club femminile e lui in quello maschile, ed inoltre appartenevano anche alla stessa scuola, e quindi, no, non erano rivali.
La ragazzina dai capelli ricci sembrava sul punto di dire qualcosa, ma venne fermata dall'amico.
"Chi aspetti?".
Disse, giusto per iniziare una conversazione qualsiasi, facendo sì che Takeru si ricordasse cosa ci facesse lì.
"Aspetto quegli idioti dei miei zii, Tooru ed Hajime, che dovevano venirmi a prendere alla fine degli allenamenti... quasi un'ora fa".
Disse, girando il telefono nella loro direzione e mostrando con palese irritazione la fotografia.
Il ragazzo fischiò.
"Wow, tuo zio Hajime è un figo!".
Takeru sbuffò: ci mancava soltanto che qualcuno facesse dei complimenti a quel pallone gonfiato. Scosse il capo.
"Lui è Tooru, Hajime è l'altro mio zio".
Il giocatore di basket sembrò tentennare.
"Oh, scusa, quando hai detto i loro nomi credevo fossero una coppia".
Takeru ridusse gli occhi a due fessure.
"Ed infatti lo sono".
Il ragazzo parve a disagio, e esitante provò a dire qualcosa.
"Quindi sono... sposati?".
Con il mento alzato e le braccia incrociate, il moro sembrava sul punto di vivisezionarlo.
"No, ma ci stanno pensando".
"Oh... ehm ".
La ragazzina guardò male l'amico.
"Hai qualcosa in contrario?".
"C-che?".
"Hai qualcosa contro di loro? Pensi per caso che, non so, sia strano? Vuoi parlarne con mio fratello ed il suo ragazzo, magari? Eh?!".
Il poveretto sembrava voler sparire.
"I-io... no, mi ha solo preso alla sprovvista, ecco, ma non nulla contro di loro!".
Dal suo tono di voce parve una supplica, qualcosa del tipo: 'non picchiarmi ti prego'.
La rossa si girò, con uno sbuffo.
"Che stavamo dicendo?... Ah, sì! Tu sei il nipote del grande re!".
Takeru alzò un sopracciglio, chiedendosi come facesse a sapere il nomignolo che l'esca della Karasuno aveva dato a-. Nel momento stesso in cui lo pensò, si rese conto di chi fosse la ragazza che aveva davanti.
"Tu sei parente del numero dieci dei corvi!".
La piccoletta sorrise.
"Hinata Natsu! La tua nuova rivale!".
Takeru si passò una mano tra i capelli corti, a disagio.
"Ecco... "
Cercò le parole giuste.
"Sei più piccola, e poi non potrei mai giocare contro una ragazza, sarebbe scorretto ".
Il sorriso di Natsu venne immediatamente sostituito dall'espressione più seria che avesse mai visto.
 "Hai paura di perdere?".
C'era un che di inquietante in quel viso e quella domanda così innocenti, che mise in soggezione Oikawa.
"Io... i-intendevo dire ".
Tossì, per ritrovare la calma.
"Sicura di riuscire a battermi?".
Hinata alzò un angolo delle labbra.
"Potrei farti la stessa domanda".
Takeru si ritrovò a sorridere.
Fece per dire qualcosa, ma venne fermato dal suono di un clacson. Voltandosi, si accorse di suo zio -arrivava adesso, l'idiota- che si sporgeva dal finestrino agitando le mani mentre Iwaizumi, alla guida, tentava di tirarselo indietro per evitare che si bagnasse come l'idiota quale era.  
Takeru si voltò verso Natsu, allungando la mano verso di lei.
"Allora devo considerarti ufficialmente mia rivale, Hinata-kun?".
Lei strinse vigorosamente la sua mano.
"Puoi giurarci, Oikawa-san!".

Entrò in auto con ancora un sorriso divertito sulle labbra, e prima che questa potesse partire, Natsu si avvicinò, con un braccio sulla testa per ripararsi quanto possibile dalla pioggia, e bussò al finestrino di Tooru che nel frattempo era stato costretto a tornare a sedersi compostamente; confuso, l'uomo l'abbassò.
"Ciao Grande Re! Volevo solo dirti, da parte di mio fratello, che adesso è alto un metro ed ottanta, e che Tobio-chan ti aspetta alle nazionali! Ah, congratulazioni per le nozze!".
Detto ciò, tornò sotto al proprio riparo.
Più che confuso, Oikawa si voltò verso il nipote, che sghignazzava.
"... Takeru".
"Sì, zio?".
"Quella piccoletta gioca a pallavolo?".
Il ragazzo annuì.
"Falla nera".
A nulla servì spiegargli che non si sarebbero mai scontrati su un campo di pallavolo: Oikawa Tooru era già pronto a chiamare metà della sua rubrica per fare il tifo migliore che si fosse mai visto, e convinse Iwaizumi a cambiare direzone per andare a comprare il necessario per i cartelloni ed i pompon.






Angolo rjiuanoso:
... Non so cosa sia... credo mi andasse semplicemente di scriverlo (?). Non sapevo che genere dare a questo coso, perciò ho messo il più plausibile, nonostante non sia affatto un testo comico. Iinizialmente volevo fare un Kageyama iwaoi shipper ma non sapevo come inserirlo, quindi... niente.
P.s.
Quanto sarebbero adorabili Takeru e Natsu come due piccoli Ally orgogliosi?
   
 
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