Come sempre vi aguro, una buona lettura. (:
03)
Roger
Taylor e Brian May avevano passato insieme le vacanze di Natale del
loro secondo anno.
I
due ragazzi erano diventati piuttosto amici e poiché Brian
non
poteva tornare a casa quell'anno, ripudiato dai suoi genitori per via
dello smistamento in Corvonero, Roger aveva chiesto alla sua famiglia
se potevano ospitarlo, per quell'anno almeno.
I
signori Taylor avevano acconsentito, si erano fatti più
stretti in
casa e avevano lasciato una stanza all'aristocratico Brian, che li
aveva ringraziati un sacco, promettendo che avrebbe fatto qualsiasi
cosa per loro.
“Non
ci devi ringraziare. Sei un amico di Roger e di conseguenza fai parte
di questa famiglia. Per di più, non capisco proprio che
senso ha
espellere un ragazzo dalla propria famiglia. Anzi, ora scrivo ai
tuoi.”
“Lo faccia pure, Mr. Taylor, ma non credo che si
degneranno di rispondere, in particolare sapendo con chi è
lei. Per
me non ha importanza,” aveva precisato Brian, “ma
per i miei sì.
Sono la peggior famiglia purosangue mai esistita.”
Roger
aveva tentanto di portare nuovamente il buon umore con una battuta e,
per fortuna, era intervenuto pure il gufetto della famiglia Taylor,
che era piombato in cucina con una lettera stretta tra le zampine,
facendo spaventare la mamma.
Roger
aveva preso la lettera e l'aveva scorsa con gli occhi, poi aveva
guardato Brian. “È Freddie. Mi invita a
incontrarmi con lui
stasera, in riva al fiume. Dice che mi deve parlare.”
Freddie
e Roger erano vicini di casa, e quindi ogni tanto si vedevano.
“Vengo
anch'io” aveva proposto Brian e Roger aveva sorriso,
rispondendo
subito a Freddie.
Il
dodicenne Freddie Mercury, stava aspettando davanti ad un
fiumiciattolo. La strada era male illuminata, quindi i due ragazzini
si erano aiutati l'un l'altro per non cadere malamente.
“Ciao
Rog! Oh, ci sei pure tu, tesoro” aveva detto Freddie
indugiando con
lo sguardo su Brian, che aveva annuito. “Meglio
così, almeno non
dovrò riferirti di nuovo le mie intenzioni. Voglio cantare.
A
Hogwarts, l'anno prossimo” aveva aggiunto parlando in fretta.
Brian
e Roger lo avevano guardato come se gli fossero spuntate due corna
sulla testa. “E
come facciamo?”
“Semplice,
fondiamo una band. Io canto. Tu, Brian suoni la chitarra,
no?”.
Il
ragazzo dai capelli ricciuti aveva annuito: suonava la chitarra
classica, e ne stava costruendo una più particolare
all'insaputa del
padre e per di più suonava ancche il pianoforte, prendendo
lezioni
da un maestro.
“E
so che tu suoni la batteria, Roger. Nessuno me la può fare,
tesori
miei” aveva aggiunto Freddie, e Roger aveva annuito.
“Però
sono strumenti babbani, Freddie. Come faremo a farli entrare a
Hogwarts?” aveva domandato il pragmatico Brian.
“C'è questa
ragazza, Mary, di due anni più grande di noi. Lei ce li
può
incantare in modo da poter suonare all'interno di Hogwarts. Per
favore, tesori, non dite di no, siate buoni.”
Il
labbro inferiore di Freddie aveva tremato e sia Roger che Brian
avevano sospirato, sapendo di essere fottuti.
“Va
bene, Freddie, suoneremo insieme” era stata la risposta di
Brian, e
il ragazzino moro si era lanciato fra le sue braccia, sorridendo, poi
gli aveva baciato le gote.
“Sei
un grande, Brian May, non ve ne pentirete.”
“Come ci
chiameremo?” aveva domandato Roger lasciando che Freddie si
staccasse dall'amico, che lo fissava un po' confuso.
Il
ragazzo li aveva guardati entrambi con gli occhi neri che brillavano.
“Queen.”
“Ma...”
“È
un nome da ragazza, lo so, Roger, ma è anche brillante e
regale, e
noi dobbiamo essere tutte e due le cose. Voglio spaccare l'anno
prossimo a Hogwarts, voglio che ci siano fan, voglio fare musica e
essere il numero uno!”. Aveva urlato quella parola, e Roger e
Brian
avevano sorriso vedendo la felicità dell'amico.
“Ci vorrà un
altro elemento, però. Un basso.” aveva aggiunto
Freddie vedendo le
facce stranite degli altri due.
“Io conosco un ragazzo del
nostro anno che lo suona. Si chiama Paul Asher. È della mia
casata,
ed è un ragazzo alto e rosso di capelli. Si fa notare
perché è
simpatico.”
“Non
hai modo di contattarlo, Roger? Mi farebbe piacere iniziare a suonare
non appena possibile.”
“Ci
posso provare, ma non so dove vive. È solo un conoscente,
non è mio
amico come te e Brian” aveva precisato il biondino, e Freddie
aveva
annuito.
Era
stupendo in quel momento. Aveva un'aura meravigliosa, rilassata, e
forse anche sensuale mentre fissava i due amici con sguardo pacifico.
* * *
I
Queen sono alla ricerca di un bassista.
Lo
stronzo
“Ehi, Freddie non scrivere così, non si cancella più” sbottò Brian, fissando l'amico che stava scrivendo l'annuncio. “Scusa tesoro, ma sono troppo arrabbiato! Come si fa a preferire il quidditch alla musica? Io proprio non lo so!”
Paul Asher se ne è andato, preferendo unirsi alla squadra di quidditch piuttosto che rimanere con noi, preferendo i muscoli al cervello, e lo sport alla tradizione millenaria che è...
“Okay, la smetto” ridacchiò Freddie all'ennesima occhiataccia dell'amico.
Per sempre vostri Freddie, Roger e Brian.
Il
quattordicenne John Deacon fissava incantato già da un po'
il foglio
apparso, in un sabato qualsiasi, nella bacheca di fianco alla sala
Grande dove, in genere, c'erano notizie di cose smarrite, e di
ricerca di gruppi di studio, ma mai a sua memoria di persone che
cercavano componenti per una band.
E che
band.
John
conosceva bene solo Freddie Mercury in realtà, il Grifondoro
che
aveva formato i Queen.
Si era innamorato di quel ragazzo quando aveva
cantato per la prima volta, l'anno prima, finendo a letto con lui.
Una storia che si era dimostrata tragica perché i
Serpeverde, che
seguivano John da un po' di tempo, l'avevano fotografato durante il
loro incontro e ora lo ricattavano.
Quindi si doveva mostrare duro
con Freddie, per non farlo cadere nel tranello degli altri ragazzi
che lo detestavano perché era originale e, a detta di John,
stupendo. Ma gli altri non lo capivano, e allora preferivano
insultarlo.
John rimaneva male per il comportamento degli altri
ragazzi, ma lui voleva solamente vivere una vita normale; anzi,
innamorarsi di un ragazzo non era proprio nelle sue intenzioni.
Sospirò
fissando ancora il foglio, e poi, sentendosi stupido, decise che ci
avrebbe provato. Avrebbe tentato le audizioni per il basso, strumento
che suonava per hobby più che altro.
Il
Lunedì, non appena arrivò davanti alla porta,
vide un ragazzo
uscire dall'aula dove i Queen provavano, e sospirò
guardandolo: non
aveva l'aria molto contenta.
“Il
prossimo” disse la voce di Freddie, e John entrò
nell'aula
sentendosi morire.
Roger
Taylor, il batterista, era impegnato a fumare sigarette babbane,
Brian sfogliava gli spartiti, e Freddie stava a capo chino, steso sul
pianoforte, sbuffando: “Giuro che questo è
l'ultimo per stasera,
tesori, se non va bene riproviamo lunedì prossimo,
ok?”
Brian
fu il primo ad alzare gli occhi e a guardarsi intorno, e
notò John,
con il basso in mano ed il volto impaurito.
Subito
un sibilo uscì dalle labbra del quindicenne ricciuto, che
puntò un
dito contro Deacon. “Che ci fai tu qui?”
domandò fissando male
il Serpeverde.
Nel
sentire il suo tono sia Roger che Freddie guardarono attentamente il
ragazzo. Freddie
sembrò valutarlo, senza staccargli gli occhi da dosso.
“Voglio
solamente suonare, voglio dare una possibilità alla mia
musica”
mentì il ragazzo castano.
Roger, che pure non sapeva cosa fosse
preso a Freddie e Brian, capì che c'era qualcosa che non
andava con
il quattordicenne che indossava la divisa dei Serpeverde e lo
fissò
malamente.
Freddie
si leccò il labbro inferiore, in un gesto che per John fu
assai
sensuale. Arrossì sentendosi un deficiente.
“Se
sei venuto qui per avere qualche altra cosa da me, sai che mi
troverai fuori, nevvero tesoro?” domandò il
ragazzo moro,
fissandolo con calmi occhi neri.
John
deglutì.
“Limpido” fu la sua risposta.
“Facci
vedere ciò che sai fare, allora” aggiunse Freddie
sedendosi
compostamente sullo sgabello del pianoforte mentre Brian e Roger
prendevano posizione.
John
prese posto un po' lontano dal gruppo, e iniziarono a suonare tutti
insieme, seguendo la splendida voce di Freddie che, un po'
tremolante, attaccò una canzone nota a tutti e quattro.