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Autore: ONLYKORINE    14/02/2019    0 recensioni
Una cena di classe a vent'anni dalla maturità.
Com'è cambiata la vita in vent'anni? E che voto dare alla propria vita?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Margherita

 

Vent’anni. Erano passati vent’anni. Margherita guardava Davide pensando che fossero passati vent’anni e lui non era cambiato per niente. Era ancora spaccone, arrogante e strafottente.

E dannatamente bello. Sospirò spostando nel piatto un filino di carota fritta.

Chi aveva avuto la bellissima idea di organizzare la rimpatriata della 5C in una trattoria? Già di chi era stata quell’idea? Margherita guardò il resto del tavolo. C’erano quasi tutti. Simona, la secchiona, ora una mamma felice; Pietro, il nerd, non lo avrebbe mai riconosciuto se lo avesse incontrato per strada, ora senza capelli e con gli occhiali di Vogue. Poi Carola, la gentile e diplomatica Carola, che aveva sposato il fidanzato dell’epoca, aveva due figli e un lavoro in una cantina. Cristina, che era diventata un medico e preferiva la compagnia femminile a quella maschile e Rodolfo che aveva rilevato l’impresa di trasporti del padre e ora viveva in giacca e cravatta, sette carte di credito e un’imminente pancetta. E gli altri. Leonardo, Giuseppe, Eleonora. E ancora Giulia e Francesco.

E, logicamente, Davide.

Davide era stato il primo amore di Margherita. La prima cotta, il primo sospiro, la prima lacrima d’amore, il primo cuoricino disegnato sul quaderno di matematica, la prima occhiata data di nascosto e, purtroppo, il primo cuore spezzato. Nessuno la notava, ai tempi della scuola. Perché Margherita da adolescente non era bella, non aveva delle belle curve, non aveva una parlantina sciolta, non era particolarmente simpatica e non faceva niente per attirare l’attenzione. Ah, già, e poi aveva venti chili di troppo.

Venti chili che non aveva più. Aveva impiegato parecchio tempo per togliersi di dosso quel peso, lavorato a tavola, in palestra e lavorato sulla sua mente. Ora aveva un fisico snello ma aveva ancora le curve al posto giusto e sapeva che gli uomini si giravano a guardarla, ma lei non lo aveva fatto per loro. Lo aveva fatto per se stessa. Per Margherita.

Così non aveva pensato che per i suoi ex compagni di classe sarebbe stata una sorpresa, vederla così. E quando aveva rivisto Davide, si era ritrovata un’adolescente timida e impacciata, presa dall’ansia all’interrogazione di storia e il suo cuore aveva saltato nel petto, come se non fosse passato neanche un giorno dall’ultima volta e lei fosse ancora preda del sorriso di lui.

Pietro aveva spostato la sedia per lei in modo galante e lei gli aveva sorriso: Pietro era gentile anche ai tempi della scuola. Aveva distribuito sorrisi e fatto domande a tutti. Era curiosa di sapere come fosse la vita dei suoi ex compagni, ma alla fine, il suo sguardo tornava sempre da Davide. A cui non aveva chiesto niente. Ma lui, tanto, aveva raccontato. Con spavalderia, con spacconaggine, con una sicurezza che Margherita gli aveva sempre invidiato.

Era diventato un avvocato. Un giovane avvocato, che aveva iniziato con grinta e, piano piano, aveva aumentato il suo successo. Nella vita, nella carriera, con le donne. Lei aveva sentito in giro qualche notizia su di lui, qualcuna per caso, qualcuna era andata a cercarla. Si era informata quando aveva saputo della cena. Perché smettere di pensare a Davide era stato difficile. E non aveva smesso del tutto.

Davide aveva mantenuto quella parlantina che ti rigirava come un calzino, a suo piacimento, ma Margherita non si era fatta fregare. Tutti pensavano che fosse ciò che lui voleva sembrare, ma lei, che lo aveva guardato per quasi cinque anni in silenzio, aveva capito che non era tutto come appariva. Non aveva la bella vita che diceva. O forse sì, la faceva, ma non sembrava del tutto felice.

Lo aveva osservato tutta la sera: aveva fatto lo spaccone con tutte le ragazze presenti, e anche con qualcuna degli altri tavoli, a dir la verità. Aveva lanciato commenti più o meno velati su particolari del corpo o situazioni sentimentali e aveva fatto molte domande a cui le donne avevano ribattuto arrossite e imbarazzate. A tutte, tranne che a lei. A Margherita non aveva detto niente, anche se quando il suo sguardo si era posato su di lei, le era sembrato così intenso che aveva sentito le guance imporporarsi.

Dopo parecchi giri di vino e parecchi aneddoti passati, Margherita andò in bagno. Quando uscì dalla toilette, vide Davide appoggiato al mobile del lavandino, con le braccia incrociate. Di nuovo il suo cuore fece un salto. Ma sarebbe mai finita? Sarebbe sempre stato così? Se lo avesse incontrato per strada avrebbe avuto la stessa reazione? Non lo sapeva, perché aveva sempre evitato di incontrarlo. E forse avrebbe continuato a farlo.

Si avvicinò al lavabo e prese il sapone per lavarsi le mani, senza dire niente e senza guardarlo. Ma dallo specchio vide che le aveva guardato velocemente il sedere e poi aveva tolto lo sguardo. Avrebbe sorriso, se fosse stato qualcun altro. Avrebbe anche gioito se fosse stato uno di quelli che a scuola la prendevano in giro. Ma era Davide, quindi tolse lo sguardo e basta.

“Sei molto bella” disse lui. Il cuore saltò un battito. Di nuovo.

“Grazie.”

Non sapeva cosa dire ed era sicura che la sua voce avesse tremato un pochino. Non tornò a guardarlo neanche dallo specchio. “Cosa fai dopo?” Come? Margherita si voltò di colpo verso di lui, trovandoselo vicinissimo.

“Dopo?” chiese confusa. Le stava chiedendo di andare via insieme? O era lei che aveva capito male? Forse il vino le aveva dato alla testa.

“Vai subito a casa, dopo? Potremmo bere qualcosa da qualche parte” richiese Davide, spostandosi un po’ verso di lei.

No, non aveva capito male. Ci stava provando davvero. Sentì la testa girare. Ma non per colpa del vino. Davide voleva uscire con lei. Voleva stare da solo con lei. Voleva… chissà se voleva fare l’amore con lei? Oddio, magari pensava a una sveltina in macchina! Tornò a sciacquarsi le mani e notando che tremavano, cercò di tenerle ferme. Chissà se lui si rendeva conto di quello che le faceva.

Si asciugò con un asciugamano di carta e lasciò la sua domanda in sospeso. Come se volesse giocare di suspense. In verità stava prendendo tempo. L’aveva sorpresa. Non se lo aspettava. Beh, un po’ sì, ma non avrebbe mai detto che sarebbe successo. Qualcuno ci provava con lei, sì, ma Margherita, non avendo mai avuto a che fare con gli approcci dell’altro sesso, faceva fatica a gestire quelle situazioni.

Soprattutto un approccio da parte di Davide.

“Penso che andrò direttamente a casa. Grazie comunque” rispose quando ebbe finito. Lui si tirò su dal lavabo e lei notò quanto fosse alto. Possibile che fosse cresciuto ancora dopo i diciotto anni? Abbassò lo sguardo dal suo viso, osservò le sue spalle e scese giù. Al contrario di altri, non era ingrassato con il passare del tempo. Anzi, si era fatto più muscoloso di quel che si ricordava. E Margherita se lo ricordava bene.

“Sei sposata?” le chiese. Non demordeva.

“No. Sono da sola” rispose. Non era una bugia. E non era la verità. Davide allungò una mano e le accarezzò una guancia.

“Allora potremmo andare via insieme.”

No. Per quanto avesse voluto sentire un invito simile vent’anni prima, ora Margherita sapeva che non avrebbe retto. Loro due da soli. Poteva succedere di tutto. Non era una donna da una notte e via. E se anche aveva avuto qualche avventura, non voleva che Davide fosse una storia di una notte. Anche se prendersi questa piccola rivincita sui tempi della scuola sarebbe stato un balsamo sulle ferite del suo cuore di adolescente spezzato.

“No”. Non ne valeva comunque la pena.

“Perché no?” Lui tornò alla carica. Oh, c’era da ammettere che era tenace. Sorrise.

“Forse non mi interessa?” buttò lì non troppo spiritosamente. Sapeva che lui non aveva preso in considerazione la cosa. Chi avrebbe detto di no a un avvocato di successo, bello e con il suo modo di fare?

“Io non ti interesso?” Il tono di lui, invece,  era derisorio. Come se non le credesse. E Margherita sentì il sangue defluirle dal viso. Lui… Lui lo sapeva? Sapeva che lei aveva sospirato sulla sua foto? Sapeva che lei aspettava solo un suo cenno?

Lui sapeva… e si era fatto avanti adesso che lei era ‘presentabile’? Non voleva uno così.

“No. Non mi interessi più.”

Il suo volto non fu sorpreso di quella confessione. Margherita si sentì quasi male. Lui sapeva. Aveva sempre saputo. Un imbarazzo atroce. Ma lei era forte. Non avrebbe abbassato lo sguardo. Ci aveva messo vent’anni e venti chili per rafforzare quella parte di sé. “Sicura?”

Margherita non vacillò questa volta, ma fece un passo avanti e si avvicinò a lui. Una soddisfazione poteva togliersela. E poteva dare una lezione a lui. Alzò una mano, gliela posò dietro il collo e si alzò in punta di piedi, avvicinando le labbra alle sue. Voleva stuzzicarlo, giocare con lui, ma quando i loro visi furono a un respiro, chiuse gli occhi e perse il gioco.

Le labbra di Davide erano morbide e calde, esattamente come le aveva immaginate. Sentì le ginocchia tremare quando lui le posò una mano in vita e il calore del suo petto si fuse con il suo quando la strinse a sé. Aprì la bocca e lasciò che le loro lingue si accarezzassero. Dolce e speziato come il miele. Caldo e scoppiettante come il camino d’inverno. Voleva giocare, ma non aveva previsto la reazione del suo cuore a contatto con le labbra di Davide. Non stava giocando, non l’avrebbe fatto bene.

Si stupì che lui non le mettesse le mani dappertutto, ma ne fu contenta, se quella era la sua reazione a un bacio di Davide, cosa avrebbe fatto se lui avesse iniziato ad accarezzarla? E se lei avesse iniziato a desiderare che la sua bocca si posasse anche sul suo collo per poi scendere giù lungo la scia fra i seni e poi… Si staccò decisa da lui e cercò di riprendere il controllo. Quando fu sicura di non far tremare la voce disse, senza guardarlo: “Sono sicura che riceverai solo questo da me, stasera”. Poi si girò, con una calma solo apparente e uscì dal bagno senza correre e senza neanche accelerare il passo. Aveva dovuto chiamare tutto l’autocontrollo accumulato nella sua vita per riuscirci, ma quando si risedette a tavola vicino a Maria, sorrideva e sembrava perfettamente in sé.

Seppe benissimo quando Davide tornò dal bagno, ma non lo guardò e sperò che non lo facesse neanche lui, mentre raccontava sottovoce alla sua vicina di posto della sua vita familiare.

Quando Davide iniziò a provarci ancora più spudoratamente con tutte le donne presenti, Margherita iniziò a prendere in mano il bicchiere più spesso. Sentiva ancora il suo sapore sulle labbra e lui, in quel preciso momento, stava chiedendo a Eleonora se avesse un compagno. Finì il bicchiere quasi in un sorso. Per fortuna non aveva fatto una stupidaggine. Per fortuna non… Per fortuna…

Quando Davide la guardò negli occhi e con lo sguardo divertito le aveva detto: “Sai che anche tu, Margherita, hai un gran lato b? Sei single, per caso?”, capì dal suo tono che la stava prendendo in giro. Aveva usato quelle parole, e quel tono così lascivo per quello che era successo in bagno? Lo stava facendo apposta? Aveva iniziato a fare a tutte complimenti per quello che aveva fatto lei? Davvero? Non era possibile.

Però Margherita aveva imparato a glissare le domande scomode da così tanto tempo che ormai era una professionista. Si mise dritta e alzò la voce. “Ragazzi, facciamo un gioco”, Indicò Pietro e disse: “Pietro, dai un voto alla tua vita. Senza pensarci troppo. Adesso come adesso, dai un voto alla tua vita”.

Pietro prese da bere e alzò le spalle. “Bo. Otto?” Margherita sorrise.

“Otto è un bel voto senz’altro.”

Margherita continuò il giro e chiese a tutti. Chi più chi meno quasi tutti diedero un voto alla vita. Il voto più alto fu nove, il nove di Carola. Sorrise anche a lei. Riusciva a vederlo quanto fosse felice. Davvero. Margherita usava il voto alla vita quando si sentiva giù. Perché eri costretto a valutare le cose belle e le cose brutte, e quando tutti notavano le cose brutte, poi erano obbligati a notare anche le cose belle. E quelle sfuggivano sempre.

Davide non aveva seguito il gioco. Aveva continuato a fare lo spaccone e qualche battuta con Eleonora, felicemente separata e single. E come aveva notato dall’inizio della cena, Margherita sapeva che fingeva. La sua vita non doveva essere così perfetta come la dipingeva. Non con quello sguardo mentre lo raccontava. Non con quel finto sorriso.

Quando Davide fu l’ultimo, Margherita fu un pochino più incalzante. “E te, Davide? Voto alla vita? Questa vita così bella? Così perfetta?”

Lui distolse lo sguardo mentre spavaldamente parlava. “Oh, dai un buon novanta percento”. Margherita rise. Forse rise un po’ nervosamente, perché sapeva quanto si stesse comportando da stronza.

“Dai! Mica è un voto novanta percento. Devi dire un numero da uno a dieci. Come un voto a scuola”. Lui fu molto bravo, dovette ammettere la ragazza, perché riuscì a fare un gran discorso senza rispondere veramente. Ma si sa, gli avvocati sono così.

Quando la cena finì, dopo il conto e subito prima dei saluti e delle promesse di rivedersi presto, ci fu uno scambio di numeri di telefono, di foto e di messaggi vari. Margherita andò a casa contenta. Era stata una bellissima serata. E, nonostante lui si fosse dimostrato più stronzo di quando aveva diciotto anni, aveva baciato Davide. Ed era stato uno dei baci più belli della sua vita. Si addormentò sorridendo.

***

“Mamma, mamma! Non riesco a trovare la mia scarpa!” Margherita sbuffò e controllò l’orologio. Erano in ritardo per l’entrata a scuola.

 “Tesoro, sarà lì, nello sgabuzzino, dove dovrebbe essere…”

Il suo telefono vibrò. Lo teneva sempre in silenzioso quando era a casa. Mentre lo tirava fuori dalla tasca, Samuel gridò ancora: “Ce n’è solo una! Dov’è l’altra?”

Sicuramente qualcuno della vecchia classe aveva messo il messaggio del buon giorno sul gruppo che avevano creato due giorni prima. Lei non scriveva quasi mai, aveva dato la buonanotte il giorno prima solo perché si annoiava.

“In teoria vicino all’altra. Aspetta che vengo a vedere…” Si incamminò verso lo sgabuzzino, dall’altra parte dell’appartamento con il telefono in mano. Ah no. Non era un messaggio sul gruppo. Era un messaggio privato.

Buongiorno.

Si fermò. Non aveva quel numero in rubrica. Ma il nome vicino al numero di telefono le aveva dato un brivido. Quando aprì la chat rimase a osservare la foto del profilo: Davide.

“Mamma!”

Si riscosse dopo quello che le sembrò un’eternità. Mise in tasca il telefono e raggiunse il figlio. “Eccomi, eccomi. Guardiamo, Sam…”

In pochissimo riuscirono a trovare l’altra scarpa. Ma perché i figli non trovavano mai niente? “Dai, che siamo in ritardo!” Sam saltellò per il soggiorno su un piede solo per infilarsi la scarpa mancante.

“Mamma, lo dici sempre e poi va sempre bene.”

Sbuffò ancora ma sorrise. Adorava Sam. Un tipetto di otto anni con un’innata capacità di farla sorridere anche nei momenti più disastrosi.

“Dov’è il tuo zaino?” Sam si guardò intorno con lo sguardo corrucciato, come se lei avesse fatto una domanda ben più difficile. Poi corse verso le scale e gridò dall’ultimo scalino: “Ari!!!! Mi porti giù lo zaino?”

Margherita scosse la testa. Le prudeva la mano. Voleva prendere il telefono e rispondere a Davide. Non seguì il battibecco fra i figli su chi dovesse o meno provvedere alle proprie cose e, totalmente in trance, si chiuse la porta di casa alle spalle e accompagnò i figli a scuola. Guardò i ragazzini, alti uguali, gemelli eppure così diversi, entrare dal cancello a scuola. Rimase in macchina il tempo necessario per assicurarsi che entrassero a scuola sani e salvi e partì alla volta dell’ufficio.

Durante il tragitto pensò al messaggio di Davide. Non che un Buongiorno potesse essere questo granché, ma continuava a pensarci. Perché glielo aveva mandato? Si era sbagliato? Voleva mandarlo a qualcun altro? A qualcun’altra? Voleva mandarlo sul gruppo? Doveva rispondere? Beh, sì, sarebbe stato corretto rispondere, almeno per educazione. Chissà cosa stava facendo lui in quel momento. Era già al lavoro? Di sicuro non aveva portato dei bambini a scuola. O sì? E se avesse mentito? E se fra tutto quello che aveva detto si era scordato di dire che in verità aveva moglie e figli?

Oddio, Margherita, adesso basta! Si ordinò.

Quando arrivò in ufficio, però, scoprì che la sua socia non era ancora arrivata e che il telefono squillava impazzito senza avere risposta.

Il buongiorno di Davide finì nel dimenticatoio.

***Eccomi qui con un'altra storiella corta corta... Oh, a volte sono lì che vogliono solo uscire fuori... 
   
 
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