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Autore: inzaghina    14/02/2019    9 recensioni
Fin dalla sua infanzia, Bill Weasley ha saputo che essere il figlio primogenito di una delle Sacre Ventotto non ti rendeva migliore degli altri, ti dava anzi responsabilità che altri ragazzi non avevano.
Scopriamo come la curiosità ereditata dal padre e la fame di avventure hanno condotto questo Caposcuola dall'aria perfetta a diventare uno Spezzaincantesimi per la Gringott, nel torrido deserto egiziano, svelando lungo la strada i momenti che hanno caratterizzato la sua vita, trasformandolo nel mago figo incontrato da Harry alla vigilia della Coppa del Mondo di Quidditch, il mago che ha saputo conquistare una strega per 1/4 Veela nonchè campionessa del Torneo Tremaghi e che non si è dato per vinto nemmeno quando Greyback ha tentato di trasformarlo in un mostro.
Genere: Avventura, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Weasley, Charlie Weasley, Famiglia Weasley, Nimphadora Tonks, Ordine della Fenice | Coppie: Arthur/Molly, Bill/Fleur
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Capitolo 1 – L’importanza delle prime impressioni

 
 
“Non c’è mai una seconda occasione
 per fare una buona impressione la prima volta.”
Oscar Wilde
 

 
Avere una sorella era decisamente diverso rispetto all’avere dei fratelli, questo Bill lo aveva capito non appena aveva posato gli occhi sul fagottino avvolto nella copertina rosa del San Mungo. L’11 agosto 1981 coincise infatti con una svolta epocale in casa Weasley, dopo più di un secolo era nata una bambina in famiglia.
Un emozionatissimo Arthur era tornato alla Tana, dove i sei figli maggiori erano in carico ad Andromeda Tonks, ed aveva dichiarato con occhi lucidi: “è nata la vostra sorellina!”
“Credevo che i Weasley avessero solo maschi” commentò a bassa voce Charlie.
“Pare di no,” gli rispose Bill, piuttosto felice che si trattasse di una bambina, convinto che la madre l’avesse desiderata a lungo.
“E come si chiama, papà?” domandò Percy, posando il libro che stava leggendo.
“Si chiama Ginny,” rispose Arthur, incrociando lo sguardo commosso di Andromeda e quello incuriosito della figlia di lei.
Ron si avvicinò gattonando ai due fratelli maggiori, che non lo degnarono di uno sguardo, tutti intenti a fissare torvi il padre. “Noi volevamo un fratellino!” dichiarò Fred, mentre George faceva il broncio.
“Ne avete già cinque di fratelli,” ribatté Dora, strizzando l’occhio ai gemelli, nel tentativo di farli sorridere.
“Ma è femmina!” s’indignò George.
“Piangerà sempre!” aggiunse Fred.
“E perché mai?” chiese loro Andromeda.
“Le femmine lo fanno,” insistette George, assottigliando gli occhi nocciola.
“L’altro giorno hai pianto anche tu, quando sei caduto dalle scale,” ribatté velocemente la Metamorfomaga.
Il piccolo arrossì, mentre il suo gemello ridacchiava.
“E tu hai pianto quando hai battuto la testa contro alla sedia giusto ieri,” gli ricordò Bill.
Fred fece una smorfia, spingendo Arthur ad avvicinarsi ai due identici terremoti. “Sono sicuro che la vostra sorellina vi piacerà. Sarà vostro compito, come fratelli maggiori, difenderla e proteggerla, oltre che giocare e divertirvi insieme a lei.”
“Vedi, ha bisogno di protezione perché è femmina!” s’infiammò Fred.
“Veramente spero che voi fratelli vi proteggerete tutti a vicenda,” rispose, pazientemente Arthur.
A Bill fu chiaro sin dal primo momento che Ginny non aveva bisogno di alcuna protezione supplementare, i gemelli si sarebbero dovuti ricredere. Se ne rese conto osservandola al sicuro tra le braccia della madre, dopo che lui, Charlie, Percy e Dora ebbero raggiunto la stanza del San Mungo accompagnati dal padre.
“Volete provare a tenerla in braccio, ragazzi?” domandò Molly.
Charlie scosse vigorosamente la testa, presto imitato da un titubante Percy, mentre Bill si avvicinò alla madre che adagiò la sorellina tra le sue braccia.
“Fai attenzione, Bill,” mormorò Dora, osservando rapita l’amico.
Il ragazzino annuì serio, inspirando il profumo tipico dei neonati, emanato dalla pelle chiara della più piccola di casa.
“Oh Arthur, devi scattare subito una foto,” ordinò Molly, mentre le lacrime scorrevano copiose sulle sue guance alla vista del suo primogenito che stringeva l’ultima nata.
 
Quella foto era una delle preferite di Bill e il bambino l’aveva ficcata nel baule che lo avrebbe accompagnato ad Hogwarts.
“Sarà dura senza di te,” borbottò Charlie, scacciandosi i capelli dagli occhi.
“Sai già essere un bravo fratello maggiore,” lo rassicurò Bill, facendosi aiutare a portare il baule in salotto.
Prima di raggiungere Londra, tramite metropolvere, Bill raggiunse la sorellina, che giocava con dei blocchi colorati in compagnia di Ron.
“Mi mancherete, ragazzi,” disse ai due bambini.
“’che tu, Bill,” rispose Ron, abbracciandogli una gamba.
Ginny invece l’osservò seria, prima di allungare le braccia verso di lui, per farsi prendere in braccio. Bill inspirò il suo profumo di talco e di fresco, chiudendo gli occhi e sperando di riuscire a portarlo con sé in Scozia.
“Dobbiamo andare Bill,” lo richiamò il padre.
“Ci vediamo a Natale, ragazzi!” esclamò il primogenito, dando un veloce abbraccio ai recalcitranti gemelli, prima di seguire Arthur tra le fiamme, accompagnato da Charlie e Percy, che avrebbero fatto un giro a Diagon Alley con il padre dopo la sua partenza.
 
*
 
Il binario 9 3/4 era decisamente affollato e Bill temeva di non riuscire ad incontrare Dora, com’erano d’accordo di fare.
“Credo sia laggiù!” esclamò Charlie, indicando una macchia di colore fucsia, una decina di metri più avanti. I Weasley raggiunsero i Tonks e i due amici si scambiarono un sorriso sollevato.
“Comportati bene,” si stava raccomandando Andromeda con la figlia, che aveva nascosto a fatica uno sbuffo, facendo ridere Charlie.
Ted e Arthur misero i bauli dei figli sul treno, insieme al gufo di Ninfadora, prima di tornare dalle famiglie sul binario, trovando Charlie e Percy che salutavano i due amici in partenza.
“Buon viaggio, figliolo,” disse Arthur, abbracciando il suo primogenito. “Scrivici appena puoi e raccontaci di come sono andati viaggio e smistamento...”
“Lo farò, papà,” rispose il ragazzo, arruffando i capelli di Percy, che gli fece un timido sorriso in risposta.
“Scrivimi e raccontami tutto,” si raccomandò Charlie, prima di essere abbracciato dal fratello più grande. “Mi mancherai, Charlie...”
“Anche tu! Ma cerchiamo di non essere troppo sentimentali,” ridacchiò il più piccolo.
Bill scosse la testa, ridendo con lui.
“Ci vediamo a Natale,” li salutarono i Tonks, mentre Arthur e gli altri Weasley li salutavano con la mano. Bill e Dora annuirono, arrampicandosi sulla scaletta e raggiungendo lo scompartimento in cui Ted e Arthur avevano stipato i loro bauli.
 
Qualche minuto più tardi, la porta si aprì lasciando entrare una ragazzina dai lucenti capelli neri e dal nasino alla francese, che già indossava la divisa perfettamente stirata. “C’è posto qui? Tutti gli scompartimenti pullulano di Mezzosangue o Nati Babbani, ma voi mi sembrate decisamente figli di maghi…” constatò osservando l’abbigliamento dei due amici, puntando gli occhi di ghiaccio prima su Bill e poi su Dora.
“Ti è andata male!” contestò la Metamorfomaga, mentre i suoi capelli viravano ad un viola acceso, stupendo la nuova arrivata.
“E perché mai?” continuò la moretta, occhieggiando Bill.
“Sono una Mezzosangue e fiera di esserlo!” dichiarò l’altra ragazza. “E ora smamma!” aggiunse, incrociando le braccia al petto.
“Ma non c’è posto da nessuna parte…” si lamentò la ragazzina.
“Peccato, ti toccherà sederti con qualcuno non degno del tuo lignaggio,” le rispose Bill, facendo spallucce.
“Ve ne pentirete sicuramente!” sibilò teatralmente.
“Non trattenere il respiro attendendo che accada!” le urlò dietro Tonks.
“Non sapete chi vi siete messi contro… sono un erede della famiglia Flint e anche dei Selwin,” dichiarò in tono spocchioso, prima di dar loro le spalle, sbattendo la porta dello scompartimento dietro di sé.
“Uhh! Che paura!” la prese in giro Dora, facendo ridere di cuore Bill. “Dici che sono stata troppo dura?” domandò poi, mentre i suoi capelli ritornavano di un bel rosa cicca.
Bill scosse la testa, pensieroso. “Spero che gli altri Purosangue non siano tutti così, perché non mi troverei a mio agio con compagni simili…” commentò poi.
“Lo dubito!” lo rassicurò la sua migliore amica. “Tra l’altro ogni volta che sento pronunciare quella parola mi vengono in mente i cavalli delle corse,” ridacchiò sommessamente la ragazzina, roteando gli occhi grigi.
“E quando ci sei mai stata alle corse tu?”
Dora si strinse nelle spalle. “Mai, però so che i Purosangue sono teoricamente i cavalli più forti e veloci.”
“Un po’ come teoricamente i Purosangue sono i maghi migliori,” aggiunse Bill, sorridendole.
“Esatto!” annuì Dora. “Ma noi lo sappiamo che non è così e che sarò più rapida di te ad usare la bacchetta…”
“Sempre che tu non la faccia cadere, incendiandoti le vesti nel mentre,” ribatté il giovane Weasley, sorridendole affabile.
Dora gli fece la linguaccia, prima che la signora del carrello aprisse la porta dello scompartimento, chiedendo se volessero qualcosa da mangiare. Bill non aveva soldi per fare acquisti, ma Dora procedette a comprare dolcetti in abbondanza per entrambi, felice di condividere l’abbuffata con l’amico di una vita.
 
Una volta giunti ad Hogsmeade, con indosso le loro nuove divise, i due amici seguirono due ragazzine castane su una delle barche riservate agli studenti del primo anno.
“Chissà come faranno a smistarci?” sussurrò quella delle due che aveva capelli lunghi e lisci.
“Smistarci?” domandò l’altra, sbarrando gli occhi castani.
“Si, nelle quattro case di Hogwarts,” le rispose Bill, sorridendo.
“Oh…” la ragazzina ammutolì. “Io non conosco alcuna magia, i miei genitori non sono maghi…” ammise infine.
“Pochi figli di maghi conoscono magie prima di venire a scuola,” la rassicurò Bill, mentre Dora annuiva con convinzione.
“All’inizio del viaggio è entrata una ragazzina nel nostro scompartimento e dopo aver scoperto che i miei erano babbani mi ha guardato come se fossi coperta di pustole,” mormorò la bambina, parlando ad una velocità impressionante.
“Si, abbiamo fatto anche noi la conoscenza con la snob erede di ben due delle Sacre Ventotto… sai che roba!” Dora fece una pernacchia. “Anche Bill è un erede di una delle Sacre Ventotto, così come mia madre, ma non per questo pensano di essere meglio degli altri…”
“Sono una Purosangue anche io,” disse quella con la pelle color caffelatte. “Molto piacere, mi chiamo Julia Knight…”
“Io sono Bill Weasley e la mia amica dalla lingua tagliente è Ninfadora Tonks…”
“Se vogliamo essere amiche però dovrete chiamarmi semplicemente Tonks,” chiarì la Metamorfomaga.
“Io sono Annabel Gladwyn,” concluse la ragazza dai capelli ondulati. “Sapete già in che case sarete smistati?”
“Nessuno lo sa,” le rispose Bill, cercando di tranquillizzarla.
“Io so solo che, in qualunque casa finiremo io e Bill rimarremo amici per sempre,” aggiunse Dora, mentre lui annuiva.
“Vi conoscete da molto?” domandò Julia.
“Solo da tutta la vita,” dichiarò Tonks, strizzando l’occhio a Bill.
 
Una volta giunti in Sala Grande, dopo che la Vicepreside McGranitt ebbe comunicato loro che sarebbero stati smistati da un cappello parlante, i quattro, visibilmente più sereni, rimasero in attesa di essere chiamati dalla donna severa che era a capo della casa di Grifondoro.
“Sembra una da non far arrabbiare… meglio non finire nella sua casa,” borbottò Tonks.
“Mi dà l’idea di essere severa, ma giusta,” ribatté Bill.
“Forse, ma non saprei dirti se apprezzerebbe il mio senso dell’umorismo,” mormorò Tonks, facendo ridere le loro due nuove amiche.
Dopo la canzone del cappello iniziò lo smistamento, che stava procedendo piuttosto a rilento, visto l’alto numero di nuovi arrivati. Minerva McGranitt recuperò il cappello da uno studente che era stato appena smistato a Corvonero e lesse il nome successivo: “Ivy Beatrice Flint.”
“Oh, ecco la principessina dei Purosangue,” ridacchiò Dora, assicurandosi di essere sentita; Ivy le lanciò un’occhiataccia a cui Dora rispose con una smorfia.
Per nulla inaspettatamente, la giovane Flint venne smistata a Serpeverde, con sua somma gioia e spocchia.
“Spero proprio di non finire con lei,” si lamentò Dora. “Mamma era pur sempre una Serpe ai suoi tempi…”
Ogni risposta degli altri venne bloccata dalla chiamata successiva, Annabel stava infatti raggiungendo lo sgabello con aria timorosa. La ragazza fu la prima delle tre nuove amiche ad essere smistata a Tassorosso, prima che Bill venisse invece smistato nella casa dei coraggiosi.
“Sapevo che saresti finito a Grifondoro, è la tradizione per voi Weasley!” dichiarò Dora, abbracciando l’amico.
“Lo immaginavo anch’io, ma un po’ ci speravo che saremmo finiti insieme…”
“Ci vedremo sicuramente a lezione,” rispose Tonks, prima che i due gruppi si separassero, con i Grifondoro che salivano verso la loro torre e i Tassorosso che si avviavano verso le cucine.
 
Qualche giorno più tardi Bill, Dora ed alcuni dei loro compagni erano seduti ad un tavolo della biblioteca intenti a fare i compiti per la classe di Incantesimi che Grifondoro e Tassorosso frequentavano insieme.
“Ma siamo sicuri che dobbiamo fare il disegno del movimento della bacchetta?” domandò Dora, piuttosto negata a disegnare.
“Vitious lo ha ripetuto tre volte,” rispose Bill, aggiungendo una freccia che indicasse la direzione del movimento.
“Odio che tu sia così diligente,” borbottò Dora, roteando gli occhi.
“Dai, io me la cavo molto bene in disegno… ti do una mano,” le propose Sam Waters, un compagno di Bill.
“Grazie mille!” gli sorrise la Tassorosso.
“Quanti centimetri di pergamena dovevamo scrivere?” chiese Michelle Davies, osservando il proprio testo.
“30,” ribatté Julia, rivolgendosi alla compagna di stanza.
“Non finiremo mai,” si lamentò John Roberts di Grifondoro.
“Ma certo che ce la faremo,” lo rincuorò Bill.
“Facile per te a dirsi, hai già scritto un papiro…” lo rimbecco Dora, mentre Sam finiva di sistemare il suo disegno.
“Credevo che mi avresti battuto tu a lezione,” le ricordò Bill.
“Io parlavo della parte pratica, non di quella teorica…”
Gli altri ridacchiarono, assistendo al battibecco dei due amici.
“Ma il disegno conta nei centimetri?” chiese improvvisamente Sam.
“Certo che no,” rispose Bill, mentre Annabel scuoteva la testa.
“Oh, peccato…” il biondo fece spallucce, facendo ridere Dora, Julia e Michelle.
I ragazzi lavorarono ancora per un po’, prima di essere interrotti dall’arrivo di un’altra studentessa.
“State facendo la ricerca per Vitious?” domandò Ivy Flint in un sussurro.
“L’abbiamo praticamente finita,” rispose Michelle.
“Oh, avrei dovuto arrivare prima allora…” disse mesta la Serpeverde.
“Penso che ci siano un po’ troppi Mezzosangue e Nati Babbani per i tuoi gusti qui,” dichiarò Dora.
Le guance dell’altra ragazza andarono a fuoco, prima che se ne andasse senza salutare.
“Mi dispiacerebbe anche, se solo l’altro giorno non l’avessi sentita chiamare Annabel stupida Sanguemarcio proprio fuori dall’aula di Piton,” commentò Bill.
“Davvero?” s’infervorò Dora. “Non me lo avevi detto…”
“Scusa, mi ero scordato…”
“E tu hai fatto qualcosa?” s’informò Annabel, cui avevano spiegato il significato di quell’insulto.
“Certo, ho salutato ad alta voce la professoressa McGranitt, facendola arrossire più dei miei capelli…” rispose Bill, sorridendo alla nuova amica.
“Oh, quindi è stata punita dalla McGranitt?!” si esaltò Tonks.
“No! La McGranitt non c’era affatto nei sotterranei, io gliel’ho solo fatto credere…”
“Lo sapevo che c’era un animo oscuro anche dentro di te!” ridacchiò Dora, attirando un’occhiataccia di Madama Pince.
“Beh, dovrebbe pensarci bene prima di insultare i miei amici…” chiarì Bill, mentre il resto del gruppo annuiva convinto. Era più che evidente che i Weasley non fossero i soli maghi Purosangue a considerare tutti i maghi uguali, qualsiasi fosse la loro origine e Bill era estremamente felice di aver trovato amici del genere.
 
 


Nota dell’autrice:
Buon pomeriggio a tutti, miei adorati lettori. Mi scuso molto per il ritardo del capitolo, ma mi sono buscata una super influenza che mi ha decisamente messo KO e mi ha impedito di passare del tempo a computer per rivedere le mie storie, potendo quindi pubblicare.
Sono rimasta piacevolmente colpita dal successo del prologo di questa mia storiellina senza pretese, spero quindi che anche questo nuovo capitolo vi piacerà. Come alcuni di voi già sanno, nel mio personalissimo headcanon Bill e Tonks sono migliori amici, per questo ho anticipato di due anni la nascita di Dora, facendo in modo che i due siano partiti per Hogwarts insieme… spero che questo non vi infastidisca troppo! Come avete potuto vedere, i due ragazzi sono decisamente complementari, Bill più silenzioso e riflessivo, Dora più casinista ed impulsiva: una coppia di amici perfetti. Ho deciso di sfruttare nuovamente i Flint-Selwyn per l’antagonista del capitolo, una ragazzina un po’ piena di sé che avrà occasione di rimpiangere il suo primo incontro con Dora e Bill; il resto del loro gruppo di amici è già presente nella mia long “Promesse da mantenere”, sono anche loro parte del mio headcanon. Si sa che Ginny è stata la prima femmina dopo tanti anni, ma non si sa esattamente quanti, io ho ipotizzato almeno un secolo, per rendere la signorina ancora più speciale di quanto già non fosse!
Continuo a prendere in prestito citazioni letterarie di alto spessore, spero non me ne vogliano questi mostri sacri…
Fatemi sapere che ne pensate e ci sentiamo presto con la prossima avventura del primogenito di casa Weasley.
Un abbraccio,
Francy
   
 
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