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Autore: Mihawk_Akai    14/02/2019    1 recensioni
Chi è la madre di Luffy?
Una domanda che si pongono tutti e che, inevitabilmente, sono finita per pormi anche io.
Vi presento Gol D. Jolie e la sua storia: la storia della sua famiglia, la storia di come ha scoperto il mondo, la storia di come si è innamorata...
Perciò, mettetevi comodi. E godetevela.
~~~~~
Spero vivamente di avervi incuriosito.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Drakul Mihawk, Gold D. Roger, Monkey D. Dragon, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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HEART’S STORM

Capitolo 3

 

Aprì la porta di quella che doveva essere la sua camera d’albergo e fu subito sommersa dall’abbraccio di sua madre. 

- Jolie, tesoro di mamma! Si può sapere dove diamine sei stata tutta la notte? Avevi detto che saresti tornata subito, che davi solo un’occhiata in giro... -

- Se avevi intenzione di non rientrare bastava dirlo che ti avremmo fermato subito! Non hai idea di quanto ci hai fatti preoccupare! Mancava poco che tua madre andasse alla base della Marina per farti mandare a cercare! -

Jolie provò a liberarsi da quella morsa letale che sua madre chiamava abbraccio ma non ci riuscì, così si limitò a provare a convincerla a parole: - Mamma! Mi puoi lasciare andare, per favore? Mi stai soffocando, ma solo un pochino, eh! -

La donna la liberò: - Scusami. È solo che mi sono spaventata: devi fare più attenzione, non sai cosa c’è la fuori. È pieno di pericoli! -

Jolie non riuscì a fare a meno di ridere: - Certo mamma, come no! -

Suo padre le lanciò uno sguardo severo, zittendola:- Comunque, si può sapere dove sei stata? -

Jolie sorrise:- Beh, vedi...

 

Inizio Flashback

 

- Drakul Mihawk, eh? Che nome strano... -

- Parla quella che si chiama Gold Jolie... - la interruppe sarcastico il bambino.

A quel punto, Jolie s’arrabbiò parecchio: le aveva sempre dato fastidio quando storpiavano il suo nome!

- Non mi chiamo Gold! Mi chiamo GOL D. Jolie! C’è una bella differenza! Impara ad ascoltare quando la gente ti parla, invece di avere sempre quell’atteggiamento superiore e superficial... -

Si ritrovò la spada del bambino alla gola ancora prima di poter finire la frase.

- Odio quando la gente usa quel tono con me. Non. Osare. Mai. Più. Capito? Altrimenti la prossima volta la gola te la taglio per davvero. -

Jolie ammutolì all’istante: il lampo di ferocia negli occhi dorati di Drakul l’aveva lasciata spiazzata. Come può un bambino provare tale rabbia? Come può conoscere tali emozioni, quando spesso sono estranee anche agli adulti? Che cosa gli era capitato? Cosa l’aveva portato a chiudersi così e a farsi scudo con quella rabbia e quella freddezza? 

Jolie proprio non capiva ma, infondo, lei non sapeva quasi nulla del mondo al di fuori di Logue Town. Era certa che ci fosse un motivo più che valido solo che proprio non lo vedeva. Decise che avrebbe provato a chiedergli qualcosa, ma doveva andarci con calma. O sapeva che sarebbe morta davvero.

- Senti... scusa per prima, non volevo alzare la voce. Sono una ragazza molto permalosa, e soprattutto sul mio cognome tendo a prenderla un po’ troppo sul serio. Scusami tanto. - 

Si grattò la testa imbarazzata, cercando di buttarla sul ridere per alleggerire la tensione che si era creata.

- Non importa. Ho esagerato anche io. - sussurrò a sua volta il bambino, senza però guardarla in faccia.

Jolie gli fece un ampio sorriso che sembrò imbarazzare ancora di più Drakul.

- Basta, smettila! Non serve essere così stomachevolmente dolci. È odioso. Smettila. -

- Perdonami ma io sono fatta così. Però non capisco perché ti dia così fastidio che qualcuno sia gentile con te. -

- Perché sono stato solo così tanto tempo che oramai qualsiasi contatto umano quasi mi disgusta. Ecco tutto. -

- Così tanto? Perché, i tuoi genitori sono morti così tanto tempo fa?-

- Avevo tre anni quando sono morti e ora ne ho dieci. Fai tu due conti. Non me li ricordo nemmeno più quindi è come se fossi solo da sempre... -

Jolie ebbe un sussulto al cuore: cosa poteva mai essere capitato a quel bambino? 

Agì d’istinto, senza pensare neanche un istante: si sporse verso Drakul e lo strinse in un abbraccio. Un abbraccio dolce e delicato, non come quelli spezza-ossa che le dava sua madre. 

Drakul si pietrificò: nemmeno i suoi genitori, a quanto ricordava, lo avevano mai abbracciato e ora questa tizia conosciuta da poco più di mezz’ora osava così tanto? Provò ad allontanarsi, piuttosto bruscamente anche, ma lei lo strinse ancora di più. 

- Lasciami andare, SUBITO! - ordinò il bambino - Se non mi lasci subito, giuro che... -

Si fermò, non perché non avesse più parole, ma perché aveva sentito la ragazza sobbalzare leggermente come se...

- Ma tu stai... piangendo? -

Ed era così. Jolie stava piangendo. Si era immaginata tutti gli scenari, possibili e non, per le sfortune del piccolo Drakul e anche la migliore era comunque terribile.

- Scusami. È solo che fino a qualche minuto fa non immaginavo nemmeno che ci fossero bambini come te. Così soli... Ho sempre vissuto felice, senza mai ascoltare mio fratello che mi raccontava cose del genere. Non gli ho mai creduto e ora... -

Lo lasciò andare e si asciugò le lacrime. 

Quando rialzò lo sguardo vide qualcosa di diverso negli occhi del bambino: una luce che prima non c’era. Sembrava quasi che brillassero...

- Che cosa c’è? -

- Hai detto che hai un fratello? -

- S-si, Roger... -

A quella conferma i suoi occhi brillarono per davvero: - Tuo fratello è il famoso pirata Gold Roger? -

Jolie annuì:- Si, perché? Lo conosci? -

- Se lo conosco? Certo che lo conosco! È famosissimo anche in un posto sperduto come questo, sai? Voglio diventare un pirata anche io, forte come lui. -

- Davvero? Anche io voglio diventare una piratessa! Diventerò più forte di qualunque piratessa che è vissuta prima di me! -

Il bambino accennò un piccolissimo sorriso.

- E dimmi. Tu vieni da fuori, vero? -

Jolie annuì mentre cercava di capire per quale motivo sarebbe potuto interessare al bambino.

- E... Com’è la fuori? -

- Non hai mai lasciato quest’isola, vero? -

Drakul scosse con forza la testa, in segno di diniego: - Allora? Com’è? -

Jolie gli sorrise intenerita: - Mi dispiace tanto ma anche per me è la prima volta fuori dalla mia isola. Il massimo che posso fare è raccontarti com’è la mia città... -

Le stelle negli occhi di Drakul bastarono come risposta.

Si sedette per terra, imitata subito dopo dal bambino, e cominciò a raccontare. Parlò a lungo e l’unica volta che lui si mosse fu quando si alzò per accendere un fuoco, visto che si era fatto buio.

Continuò a parlare ancora per ore, mentre il bambino la interrompeva ogni due frasi per chiedere più dettagli. Quando terminò, si accorse che oramai era notte fonda.

Drakul decise così di portarla a casa sua: una piccola capanna nel mezzo della foresta. Da fuori sembrava disabitata ma vista da dentro era abbastanza confortevole.

Drakul le indicò la propria stanza: - Puoi dormire lì. -

- Nella tua camera? E tu? Dove dormirai? -

- Mi metterò sul tappeto con una coperta e via. -

- Ma... -

Drakul la fulminò con lo sguardo: - Non ammetto repliche. -

Jolie rise, lo salutò e si mise a letto, addormentandosi con lo stomaco brontolante e una fame da lupi.

 

Fine Flashback

 

- Poi stamattina mi sono alzata presto e sono tornata qui. Certo, prima ho promesso a Drakul che sarei tornata di nuovo. -

Suo padre scosse forte la testa: - No, signorina! Tu non vai più da nessuna parte. Non senza di noi almeno. -

- Papà! Non se ne parla nemmeno! Io da Drakul ci torno, che voi lo vogliate o no. -

Sua madre provò a mediare: - Jolie, tesoro, tuo padre non sta dicendo questo. Non ti stiamo vietando di tornare dal quel bambino, ti stiamo solo dicendo che non ti lasceremo andare da sola ma che verremo con te. Tutto qui. -

- E io vi sto dicendo che non se ne parla! Non è neanche lontanamente fattibile! Drakul non si fida delle persone: ancora fa fatica fidarsi di me, figuriamoci di due adulti! Non corro rischi, mamma. Quindi, per favore! Lasciatemi tornare la da sola. E comunque non dimenticarti che so difendermi benissimo da sola! -

Terminò la frase con tono offeso, cercando di fare sentire almeno un po’ in colpa i suoi genitori. Al tutto aggiunse un adorabile broncio e degli occhioni da cucciolo bastonato.

La combo finale.

Infatti i suoi genitori cedettero quasi subito.

- D’accordo. Ma solo se ci prometti che torni prima del tramonto.-

Jolie li abbracciò: - Sììììì! Grazie, grazie, grazie! -

Li liberò: - Perfetto! Ora però sto morendo di fame, ieri sera non ho cenato. -

Detto questo scomparve come un fulmine con l’intenzione di divorare qualsiasi cosa commestibile che ci fosse in giro.

 

Angolo dell’Autrice:

 

Konnichiwa minna-san! Finally I’m back!

Non ho scusanti per il mio IMMENSO ritardo però mi concedete almeno delle attenuanti? 

Periodo verifiche di fine trimestre, verifiche di recupero e inizio pentamestre... per non parlare dell’incidente che mi ha tenuta occupata fino ad adesso. Scrivo ogni qualvolta ho un attimo libero ma ultimamente questo è venuto un po’ a mancare...

Ma coomunque... come sempre se avete un attimo da spendere potete recensire questa storia, accetto tranquillamente anche critiche.

A presto (giuro, sarò più veloce questa volta)

Mihawk_Akai

   
 
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