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Autore: nikita82roma    14/02/2019    5 recensioni
Il regalo di San Valentino
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Non era un tipo da regali di San Valentino, l’ultima volta che lo aveva fatto uno andava al college ed aveva scritto uno di quei zuccherosi biglietti rosa e rossi pieni di frase scopiazzate qua e là da testi di canzoni insieme ad un orsetto di peluche con un cuore in mano che il suo ragazzo di allora aveva guardato un po’ schifato e forse per quello la loro storia era finita prima della fine dell’anno scolastico e lui era stato catalogato tra gli “stronzi”, soprattutto quando due giorni dopo l’aveva visto baciarsi con una sua amica.

Da allora non aveva più fatto un regalo a nessuno, qualcuno ne aveva ricevuto da Sorenson, i primi anni, sicuramente comprato all’ultimo momento quando finiva di lavorare, per non arrivare all’appuntamento a mani vuote.

Non ci aveva mai tenuto particolarmente, anzi le era sempre sembrato qualcosa di dovuto e quindi qualcosa da evitare, non le piaceva nemmeno uscire a cena fuori e trovarsi gomito a gomito con altre coppie obbligate a mostrarsi almeno un giorno l’anno amorevoli. Le poche volte che lo aveva fatto era rimasta nauseata.

Quell’anno, invece, si era trovata a pensare già da un po’ a cosa gli avrebbe regalato per il loro primo San Valentino e non solo perché lui erano giorni che glielo ricordava e provava ad estorcerle una confessione, doveva ammettere a se stessa che aveva cominciato a pensarci prima che lui diventasse così assillante ma ancora più strano era per lei constatare che non le dava fastidio, anzi lo trovava dolcemente divertente.

Doveva però fare i conti con il fatto che fare un regalo ad un milionario che aveva tutto non era poi così facile, anche se lui non mancava di darle imput su cosa gli piaceva. Avrebbe potuto avere vita facile, qualsiasi cosa tecnologica strana l’avrebbe apprezzata e più era strana più gli sarebbe piaciuta. Poteva scegliere tra gli ultimi titoli dei videogames, aveva studiato senza farsi notare tutta la sua collezione e l’unico rischio sarebbe stato che poteva comprarlo prima lui, per questo aveva deciso che avrebbe preso il suo regalo solo all’ultimo momento.

La realtà, però, era che non ne era proprio convinta. Voleva che fosse un regalo speciale, qualcosa di significativo, non qualcosa solo consumistico. Voleva sorprenderlo, farlo felice, fargli capire quanto fosse importante per lei. Per questo ci aveva pensato per giorni e non trovava nulla di adatto a lui o meglio, nulla adatto a quello che lei voleva trasmettergli.

Voleva che sapesse quanto fosse diverso per lei il loro rapporto, perché si rendeva conto di non averlo mai fatto abbastanza, nemmeno con se stessa. Castle era diverso da tutti gli uomini che aveva avuto. Sapeva farla ridere, affrontare la vita con leggerezza, eppure sapeva allo stesso tempo che era la persona sulla quale avrebbe sempre potuto contare, quella che non l’avrebbe mai tradita, che avrebbe fatto tutto per lei. Era capace di farla volare e portarla nel suo mondo spensierato e di essere il fermo scoglio al quale poteva aggrapparsi quando aveva bisogno di un appiglio. Castle era il perfetto compagno di giochi quando voleva lasciarsi andare e l’abbraccio rassicurante dove poteva rifugiarsi. Si sentiva decisamente infantile a fare quei pensieri, trasportata dai sentimenti come un’adolescente che si ritrovava a pensare al proprio ragazzo ogni momento della giornata. E lei si ritrovava a farlo più spesso di quanto volesse, anche quella mattina, mentre si stava vestendo con un’insolita calma per andare a lavoro, stranamente senza nessuna urgenza.

Aprì il cassetto per prendere una maglietta e ricordò fin troppo bene l’ultima volta che l’aveva messa, le mani di Castle vagare sotto la stoffa, accarezzarle la pelle e poi come gliel’aveva sfilata e buttata via. Si morse il labbro. Le mancava. Le sembrava che quella relazione ancora nascosta vivesse di troppi pochi ritagli di tempo rubati alla loro vita. Avrebbe voluto stare di più con lui, avrebbe voluto averlo più presente la sera quando andava a dormire, anche se sapeva che con lui avrebbe dormito molto poco, e la mattina quando si svegliava. La mente correva più di quanto lei si imponeva di fare.

Tirò fuori tutto quello che aveva in quel cassetto e lo ammucchiò in un altro. Quello era il regalo per lui.

Gli avrebbe detto dei suoi desideri, delle sue paure, di quanto lo voleva con lei, sempre, che non gli bastava mai, che con lui faceva sul serio, come mai aveva fatto con nessuno. Quello sarebbe stato il suo cassetto.

   
 
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