Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Depravity    14/02/2019    1 recensioni
"Quando la primavera bacia la terra, la vita trionfa.
Ma quando l'inverno accarezza la vita, le dona un bacio di addio."
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Min Yoongi/ Suga
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Until

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Passata la fine di questo gelido inverno
Finché la primavera non sarà tornata di nuovo

 

“Hyung, suona ancora per me.”
E tutto improvvisamente si ferma, le lancette del tempo si bloccano, il vento cessa la sua ilarità, il cinguettio degli uccellini si arresta, il sole sembra affievolirsi, ed il cuore perde un battito.
Non era insolito che il giovane Jungkook chiedesse al più grande di suonargli qualcosa al pianoforte, anzi era diventata quasi un’abitudine oramai, quindi come tale il più grande con fare annoiato si alzò pigramente dal divano su cui era comodamente accoccolato con il più piccolo, prendendo posto difronte all’elegante pianoforte nero.
Senza indugio le mani presero posizione, la destra iniziò a suonare la dolce melodia mentre la sinistra accompagnava l’altra con un’insieme di accordi, complessi e non.
Il viso pulito di Jungkook si illuminò al sentire quella dolce sonata, gli occhi si socchiusero, le labbra si dischiusero canticchiandone il ritornello, la mente si svuotò mentre l’anima si rasserenava.
Ed andava sempre a finire così, Yoongi che suonava e Jungkook che cantava pacificamente, questa col tempo e con gli anni era poi diventata la loro vita quotidiana, sempre insieme, spensierati e felici.
Finché il loro tutto venne stravolto.

Finché i fiori non sbocceranno di nuovo

“Hyung, suona ancora per me.”
Una mano che stringe quella fredda del compagno, cercando di scaldarla il più possibile, il suono irritante e costante di una macchina, l’odore pungente di disinfettante, le tristi pareti asettiche, il silenzio assordante che rimbomba nelle orecchie ed un respiro debole se non oramai quasi del tutto inesistente.
Dolcemente Yoongi passa una mano sui capelli di Jungkook, carezzandoli delicatamente, lambendo lievemente la fronte liscia e terribilmente pallida. Scende sempre più giù, solcando le gote ormai non più paffute come un tempo, ancora un po’ più giù, il pollice sfiorare la piccole labbra lievemente socchiuse, mentre con il palmo della mano scivola lungo la linea della mascella esile.
Fuori da quella stanza grigia, la primavere imperversa, la vita trionfa ed il sole bacia la terra.
Ed ancora una volta Yoongi maledice la vita, dannatamente spietata verso chi è troppo innocente.

Resta qui ancora un po’

“Hyung, suona ancora per me.”
Una notte distante, stellata e luminosa, gelida a tratti e tremendamente solitaria.
Una di quelle preferite di Yoongi, che affacciato alla finestra della sua stanza, osserva le strade di una Seoul che non dorme mai, rigirandosi tra le mani un piccolo accendino bianco, ormai usurato dal tempo. Sospira lentamente inebriando il suo olfatto dell’odore notturno mentre riempie i suoi polmoni del aria gelida e pesante. Socchiude gli occhi il giovane stringendosi nelle spalle.
“Jungkook non ti sembra tardi per…”
Si volta lentamente Yoongi, ma mentre pronuncia quelle frase tristemente realizza che non c’è nessuno dietro di lui e quelle parole si disperdono nell’aria come il respiro d’inverno, insieme a quel briciolo di umanità che gli restava.
Per qualche istante fissa il vuoto, cercando di realizzare ciò che è appena successo e senza proferire parola si dirige a passo lento nel piccolo soggiorno, nel quale riposa il pianoforte.
Lo osserva attentamente notando lo strato di polvere che come una coperta lo avvolge, ne sfiora delicatamente i tasti ed infine si siede al suo capezzale.
Le dita si muovono in automatico, dettate da chissà quale istinto, il corpo che risponde alla melodia si piega sempre più su se stesso, concentrandosi su quello strumento. Ed è in quel momento che Yoongi si accorge di conoscere bene quella melodia, era la stessa che suonava sempre a Jungkook quando glielo chiedeva.
Gia, Jungkook.
Quanto tempo è passato? Una settimana? Un mese? Un anno? Una vita?
Yoongi non lo sa, non riesce a determinare da quanto tempo il suo cuore stia soffrendo, da quanto tempo l’amore della sua vita non ci sia più.
Ed è un attimo, le lacrime iniziano a fuoriuscire da quegli occhi così liquidi, i polmoni bruciano, le gote si arrossano, il cuore sembra cessare il suo battito e la sua anima muore ancora una volta. All’interno della stanza cade nuovamente il silenzio, rotto solo dai singhiozzi di un giovane che ha perso per sempre la sua primavera.

Resta qui

 
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Note di una sopravvissuta: 
Credo sia una di quelle ff che si scrivono nei momenti di tristezza e solitudine, durante i viaggi interminali sul treno, che sia mattina o sera. Una di quelle che si scrivono a tempo perso in un bar ed infine una di quelle che quando la rileggi ti chiedi: ma perchè? 
Già perchè?
In tutta sincerità non lo so nemmeno io, ma spero che vi possa piacere :3

Con affetto
Karma ~
 
  
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