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Autore: RLandH    14/02/2019    3 recensioni
[DabiHawks| Slice of life| EndHawks!OneSide|Implicito riferimento alla Teoria Dabi è Touya ]
“Non me la ricorda neanche l’ultima fottuta grigliata che ho fatto” aveva sorprendentemente confessato, lasciando Hawks stordito.
Non era una cosa intima, se ne rendeva conto, ma era qualcosa di più di quanto fosse stato fino a quel momento.
Era qualcosa che esulava da Dabi, criminale suo obiettivo, era qualcosa più intimo.
“Come nella Lega non fate barbecue? Penso che i miei propositi di unirmi a voi dovrebbero essere rivalutati” aveva confessato con un tono sornione.
Forse aveva esagerato.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Dabi, Hawks
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la prima fanfiction che scrivo su BNHA ed è anche su una ship che non shippo(Più o meno, mi piacciono ma sono più per la ENDHAWKS) ma quando l’ispirazione chiama …
Non avrei dovuto rispondere, lo so.
Ma è successo.
Così ecco questa OS senza pretese …
Buona Lettura
RLand
Ps- Sono senza una beta!

 

I cattivi non fanno le grigliate

 
 
“Sei un fan di Endeavor?” la domanda di Dabi aveva più che una velata malizia nel tono, era carica di cattiveria e con una nota d’accusa.
“I miei me lo hanno regalato perché costava poco” aveva replicato Hawks allungandosi per togliere il prezioso cimelio della sua infanzia dalle mani altamente infiammabili del criminale.
Era una mezza-verità, non era una bugia che la merce dell’attuale numero uno fosse ad un prezzo più abbordabile rispetto ciò che riportava il faccione sorridente di All Might, ed era anche vero che la sua famiglia non aveva mai avuto abbastanza soldi da potersi permettere di spenderli per dei giocattoli costosi, ma Endeavor era stato il suo eroe preferito, lo era ancora.
Ammirazione ed infatuazione.
Anche il suo primo – e più grande – sogno erotico.
Che a volte aveva così tante difficoltà quando erano a cena, o in pattugliamento, o in qualsiasi altra circostanza a non pensare di dire: lo sai che la prima volta che mi sono masturbato ho pensato a te.
“Questo perché è un pupazzo scadente” aveva sogghignato Dabi, “Lo sono entrambi” aveva aggiunto poi, senza il minimo imbarazzo, sedendo sul letto di Hawks, “Quasi mi aspettavo un nido” lo aveva canzonato.
“Non lo sai che i falchi non fanno nidi, ma occupano quello degli altri?” aveva chiesto retorico Hawks, “Quindi se trovi un uccello che faccia un nido abbastanza grande da poterlo occupare, non mancare di farmelo notare” aveva risposto asettico lui.
“Almeno hai un senso dell’umorismo migliore di Segakari[1]” lo aveva preso in giro Dabi, non nascondendo una smorfia infastidita.
Hawks aveva sospirato, mentre incastrava il pupazzo di Endeavor nella scrivania, tra i vecchi libri di testo del liceo ed i romanzi che non aveva ancora trovato il tempo di leggere – e che realisticamente non avrebbe mai trovato.
Essere un eroe era impegnativo, essere il secondo migliore era oltre.
Ed essere una spia lo svuotava di ogni forza.
“Quando pensi di farmelo conoscere a proposito” aveva buttato giù la cosa come una battuta, ma era un ballo che lui e Dabi avevano già fatto un sacco di volte.
Il criminale non si sforzava neanche più di tergiversare, ben esplicito sul fatto che non avrebbe presentato Hawks alla lega fino a che non avesse voluto.
Non era neanche più sicuro che si trattasse di convincerlo dell’autenticità dei suoi intenti, quanto pura voglia di tormentarlo.
“Fidati di un amico, uccellino, non è il tuo tipo” aveva detto sornione Dabi, sorridendo in una maniera storta e maliziosa.
“Sono commosso: mi consideri tuo amico” aveva risposto con sarcasmo di rimando Hawks sorridendo caustico.
Dabi non aveva distratto gli occhi un secondo da lui, “Visto però il tuo amore per gli psicopatici …” aveva buttato fuori, con voce greve.
Hawks aveva aggrottato la fronte non del tutto sicuro a cosa il criminale si stesse rivolgendo, era sembrato che quella considerazione fosse più distante. Non avrebbe saputo definirla in maniera diversa.
“Stai parlando di te?” aveva domandato con un finto divertimento Hawks. Dabi non aveva svestito quel sorriso maligno, limitandosi a spostare la mano in modo che il palmo poggiasse sul letto, proprio nello spazio di fianco a lui, e battesse sul materasso due volte.
“Giocando con il fuoco ci si può bruciare” lo aveva preso in giro, ma Hawks aveva comunque seguito il comando.
Quando la commissione gli aveva affidato quell’incarico, Hawks avesse chiesto quanto margine di manovra poteva avere.
Aveva ricevuto una risposta incredibilmente secca. Tutto quello che gli serviva.
Nessuna reticenza, nessuno scrupolo.
Ad Hawks era stata data la totale amnistia, gli era concessa ogni cosa, che lo avrebbe favorito.
E questo lo aveva reso …
Orribile.
Sentiva le mani sporche di sangue, brucianti, ogni volta che incrociava il viso di Endeavor, lui che gli era più caro ed ogni volta che falliva, questa sensazione si faceva più pressante.
Sentiva una forza così potente, devastante, da averlo portato a chiedersi se le ossa cave[2] avrebbero potuto reggere quella pressione, se le sue ali sarebbero state in grado di sollevarlo ancora da terra.
Ma lui doveva.
Quel tutto era soffocante eppure Hawks non poteva sottrarsi.
Infondo era un eroe.
Ed infondo non aveva mai avuto scelta.

Era scivolato accanto a Dabi, “Su questo sei sicuramente un esperto” aveva detto con una nota di cattiveria, sfiorando con le dita un braccio scoperto di Dabi, la sua pelle era completamente mangiata, non era sicuro fosse il lavoro del fuoco o di una lama.
Tutto, o quasi, il suo corpo era così, eppure Hawks non avrebbe avuto dubbi a dire che quello che rendeva Dabi grottesco, non era il suo aspetto spettrale, ma il suo modo di sorridere, cattivo ed ingannevole e gli occhi, di un colore così brillante ed accecante, capaci però di un così bruciante fuoco da ustionare con la sola vista.
Ad Hawks ricordavano qualcosa e questo pensiero lo disturbava.
Dabi aveva riso, “Si, adoro l’odore della carne bruciata” aveva risposto mogio, senza scomporsi.
“Solo ai barbecue” aveva risposto evasivo Hawks, grattandosi il capo.
L’altro aveva socchiuso gli occhi per un secondo e respirato, l’aria che aveva buttato fuori era stata densa, come se avesse respirato lo stesso fumo.
“Non me la ricorda neanche l’ultima fottuta grigliata che ho fatto” aveva sorprendentemente confessato, lasciando Hawks stordito.
Non era una cosa intima, se ne rendeva conto, ma era qualcosa di più di quanto fosse stato fino a quel momento.
Era qualcosa che esulava da Dabi, criminale suo obiettivo, era qualcosa più intimo.
“Come nella Lega non fate barbecue? Penso che i miei propositi di unirmi a voi dovrebbero essere rivalutati” aveva confessato con un tono sornione.
Forse aveva esagerato.
Dabi lo aveva bruciato con quei suoi occhi acqua-marina, un ambiguo e sinistro contrasto con il suo aspetto così oscuro, e lo aveva fatto anche con la punta delle sue dita sul braccio.
Niente di più fastidioso o diverso da una bruciatura di sigaretta, ma aveva comunque fatto saltare Hawks quando aveva sentito quel calore improvviso sulla pelle delle sue mani.
Non si era neanche accorto che Dabi aveva fatto quel movimento.
Aveva abbassato le difese.
Male.
“No, ma forse presto potremmo farci un bel polletto arrosto” aveva detto, suadente, Dabi avvicinandosi pericolosamente a lui.
Hawks aveva sentito il disagio pervaderlo e la bile risalire fino alla bocca, ma l’aveva mandata giù con un groppo fin troppo sonoro, “Fantastico, amo il pollo” aveva detto poi recuperando la compostezza.
“Cannibale del cazzo” si era sentito rispondere dal criminale.
Se Hawks aveva pronta una risposta, quella era stata inghiottita dalle labbra brucianti di Dabi e la sua lingua invadente.
Era rimasto rigido, per un secondo, prima di cedere a quella mossa.
Far vincere Dabi, arrendersi, anche quello faceva parte del tutto.
O Hawks, eroe o meno, l’avrebbe sistemato tanto tempo fa.
La lingua di Dabi aveva leccato le sue labbra, poi i suoi denti e le sue dita, lunghe, affusolate e brucianti, si erano chiuse a coppa attorno alle sue guance.
Hawks sentiva di poter morire da tutto quel calore.
Non era umano. Era diverso da ogni altro bacio avesse mai dato.
Si chiese per un breve istante se baciare Endeavor avrebbe avuto lo stesso effetto bruciante.
Si costrinse a soffocare quel pensiero, non voleva pensare ad Enji in quel momento, con quella persona che tanto lo detestava e ne voleva rischiare di sospirare un nome … sbagliato.
E poi non avrebbe mai potuto essere così.
Il calore di Dabi era smorzato dal freddo metallo delle graffette, quelle dei suoi palmi, quelle delle sue guance, che si infrangevano contro la sua pelle.
Il criminale si era staccato da lui, lentamente, un filo di saliva gli univa ancora, ma Hawks stesso lo aveva spezzato con un movimento secco del capo, “Spero tu faccia pompini migliori di quanto baci” aveva affermato Dabi con un tono seccato.
“Tuo padre non si è mai lamentato” era stata la scanzonata risposta di Hawks, prima di riavvicinare il capo per schioccare un bacio al criminale, ma quello era rimasto rigido come una stecca.
“Che cazzo hai detto?” aveva detto solamente con una voce greve, dura,  e gli occhi spallati vibranti di un fuoco diverso fino a quel momento.
Se prima Hawks avrebbe definito Dabi come un condominio in fiamme in quel momento sembrava ben più incontrollabile, come se un’intera foresta fosse in fiamme.
“Era una battuta, come quelle che si fanno sulle mamme” aveva cercato di sdrammatizzare Hawks. Realizzando che forse Dabi non aveva mai avuto salutari contatti sociali, forse non gli aveva mai sentiti quegli stupidi giochi.
O forse era così perché la sua famiglia lo aveva reso in quella maniera.
“Lo sapevo che eri uno con un sacco di problemi con la figura paterna” aveva aggiunto poi Hawks con una vena di veleno.
Parlava poi lui, con la sua infanzia.
“Vaffanculo. Non sai un cazzo, signor Eroe” aveva detto bruciante il criminale, allungando una mano per piazzarla su collo di Hawks.
Dabi era più alto di lui, ma più magro e forse fragile, però avrebbe potuto bruciarlo lì in un solo istante, o forse Hawks avrebbe potuto ucciderlo con le sue piume prima.
Rimaneva solo questione di secondi.
E di priorità.
Ma Dabi lo aveva baciato ancora, con più irruenza e calore di prima, che Hawks era stato dannatamente certo che si stesse mandando a fuoco le labbra solo per ferirlo.
“Tu nelle mani di uno come mio padre ti saresti spezzato come un fuscello” aveva gracchiato con voce riottosa, “Forse” aveva sospirato Hawks, “Ho le ossa cave, probabilmente anche tu con le tue braccina smilze potresti farlo” aveva ammesso.
Dabi si era lasciato sfuggire una risata.
“Ho sempre saputo di essere una persona con un karma di merda, ma non riesco ancora a comprendere che atrocità devo aver commesso per essermi ritrovato te tra le palle” aveva detto Dabi, prima di baciarlo ancora,
“Gli omicidi potrebbero essere la causa” aveva risposto suadente Hawks, cercando di calmare i brividi che sentiva lungo la schiena.
Era quasi assurdo che potesse sentire del freddo con il calore bruciante di Dabi letteralmente spalmato addosso.
No, Dabi non si limitava ad uccidere la gente, la bruciava viva.
“Forse dovrei uccidere anche te, uccellino” aveva sussurrato l’uomo ad un soffio dalle sue labbra, prima di baciarlo ancora, salendoli a cavalcioni sul bacino.
“Oh no, poi ti mancherei” aveva detto solamente Hawks, mentre l’altro uomo si prodigava a baciarlo ancora.
La sua lingua era letteralmente incendiata.
Hawks non si sarebbe stupito se avesse trovato bruciature dopo.
 
 
[1] Vorrei attribuirmene il merito, ma questa perla è di Chemical.Lady
[2] È un headcanon che avevo letto da qualche parte … e mi è piaciuto.
   
 
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