Davide
Davide
guardò il telefono tutto
il giorno. Lei aveva letto il messaggio quasi subito, quando glielo
aveva
mandato, ma non aveva risposto.
Coglione.
Sei un coglione.
Continuava
a ripeterselo. Seduto
alla scrivania da quella mattina, non aveva combinato niente. E
sì che ne aveva
di cose da fare.
Era
scattato ogni volta che il
suo telefono aveva emesso suono. Tutte le volte che era successo, aveva
sperato
che Margherita avesse risposto. E invece era sempre
qualcos’altro: una mail,
una notifica dell’applicazione sulle quotazioni della borsa,
un messaggio del
gruppo della vecchia classe, un messaggio della madre e altre cose di
minore
importanza.
Ma
da lei, niente.
Aveva
dovuto aspettare due giorni
per scoprire il suo numero di telefono. Sul gruppo scrivevano sempre le
stesse
persone. Simona era la prima e metteva le foto del buongiorno con
angeli e
gattini. Qualcuno metteva le foto di quello che mangiava, qualcuno
parlava dei
fatti suoi. Davide aveva monitorato il gruppo fin da quando era stato
creato.
Aveva controllato tutti i numeri in lista, e solo tre non avevano
vicino la
foto profilo e il nome. Solo che finché non avessero scritto
non avrebbe potuto
dire chi dei tre fosse Margherita, e lei non aveva mai scritto sul
gruppo. Fino
alla sera prima.
La
sera prima Margherita aveva
mandato un messaggio di buonanotte per tutti e lui aveva visto che era
apparso
il suo nome vicino al numero. L’aveva subito salvata e aveva
dovuto
controllarsi per non scriverle subito.
Voleva
parlarle. Voleva scusarsi
per quello che le aveva detto e non sapeva come fare. Probabilmente lei
era
ancora arrabbiata con lui per l’infelice battuta sul suo lato
b. Effettivamente
era stata una cretinata. Sapeva che non avrebbe dovuto dire una cosa
così
stupida. Non a lei.
Se
lo avesse detto a Maira, che
si era rifatta il seno, la bocca e forse anche il sedere, probabilmente
l’avrebbe preso come un complimento, ma Margherita no. Lei
era una ragazza
seria. E lui aveva toppato alla grande. Era stato spavaldo e si era
comportato
da idiota nel bagno con lei, e sì che era sicuro di essere
partito bene. E lei
lo aveva anche baciato. E che bacio! Davide aveva avuto visioni di loro
due,
nudi che si rotolavano in un letto e i capelli di lei sparsi sul suo
petto.
Ma
poi… Lei lo aveva liquidato
come una scarpa vecchia. E un po’ se l’era presa.
Forse troppo.
Davide
sapeva di non essere alla
sua altezza, prima. Lei era intelligente e veniva da una famiglia
benestante,
mentre lui… Lui era un idiota che faceva il pagliaccio a
scuola per farsi
accettare dagli altri. Il figlio di un operaio e di una casalinga. Non
aveva
niente da offrire a una ragazza come lei. Non poteva neanche portarla a
cena
fuori. Neanche al cinema. E si era sempre buttato su altre. Su ragazze
con cui
non gli interessava farsi vedere in giro e con cui non andava al
cinema. Per un
po’ era stato anche divertente.
Ma
ora… Ora aveva una bella vita.
Guadagnava più di quanto gli servisse e aveva anche un bel
stile di vita. Una
casa grande, ristoranti, macchine… Probabilmente era messo
meglio di Rodolfo
che più che non far fallire la ditta del padre, non aveva
fatto molto altro.
Ora le donne erano interessate a lui. Poteva offrire una vita di
comodità e
sicurezza, e a loro piaceva.
Ma
a lui piaceva ancora
Margherita. Quindi non aveva capito perché lei non avesse
voluto uscire con
lui. Avrebbero fatto quattro chiacchiere, come ai vecchi tempi, quando
lei gli
suggeriva durante le interrogazioni di chimica.
E
invece no. Aveva pensato che
fosse sposata, e fosse per questo che non volesse andare via dopo la
cena. E
ancora no. Lei non era sposata e non era accompagnata, ma non voleva
uscire con
lui. Si era sentito una merda. E aveva avuto
quell’atteggiamento ridicolo prima
della fine della cena. Si portò una mano alla fronte, ancora
consapevole della
brutta figura fatta, e sospirò.
Guardò
l’ora. Erano le otto. Le
otto. Le otto ed era ancora in studio. Se avesse avuto una moglie a
casa ad
aspettarlo non sarebbe stato lì a quell’ora. Ne
era sicuro. E se fosse stata
Margherita a essere a casa ad aspettarlo…
Il
telefono suonò. Si alzò dalla
scrivania. Non avrebbe combinato niente neanche se fosse rimasto fino
al giorno
dopo. Tanto valeva andare verso casa e fermarsi a prendere qualcosa da
mangiare
lungo la strada. Avrebbe imparato a cucinare. Prima o poi. Non comunque
quella
sera.
Prese
la giacca e si allungò
sulla scrivania a prendere il telefono.
***Nuovo
messaggio da: Margherita***
Ebbe
qualche difficoltà a
sbloccare lo schermo da tanto tremava dall’agitazione. Il
riconoscimento non
funzionava e non riusciva a digitare il codice di sicurezza. Quando ci
riuscì,
aprì subito il messaggio.
Scusa
se non ti ho risposto subito, ma oggi è stata una giornata
veramente estenuante.
Spero che la tua sia stata migliore.
Aveva
risposto. Margherita aveva risposto. Davide si sentì ancora
un diciottenne. E
ora cosa avrebbe dovuto rispondere? Cosa gli avrebbe fatto fare bella
figura?
Guardò per qualche minuto il telefono finché
questo non si spense da solo. Cosa
doveva rispondere? Cosa dire? Cosa pensare?
Mentre
camminava verso l’uscita dello studio provò a
digitare qualche parola, ma
nessuna gli sembrava decente abbastanza da mandargliela. Quando si rese
conto
che lei era online e avrebbe potuto vedere tutte le volte che lui
provava a
scrivere qualcosa, si bloccò.
Mise
in
tasca il telefono e salì in macchina. Doveva pensarci prima
di scriverle. Si
fermò a una pizzeria d’asporto per ordinare una
pizza e tirò di nuovo fuori il
telefono. Non aveva ancora pensato a niente. Quando il proprietario gli
consegnò la sua pizza, decise di osare e fare una battuta
sul fatto che stava
andando a casa per mangiare una pizza da solo. Inviò il
messaggio prima di
ripensarci. Era passata quasi mezz’ora. Magari lei si era
già stancata di aspettare.
E invece, con sorpresa, Margherita rispose quasi subito.
Davide
pagò
e si diresse verso casa. Stava sorridendo mentre apriva la porta del
suo
appartamento, leggendo i messaggi di Margherita sul telefono. Quella
ragazza
aveva ancora uno spiccato senso dell’umorismo.
L’adorava. Già, pensò aprendo
una birra e tornando sul divano, l’aveva sempre adorata. Si
tolse la giacca e
le scarpe, arrotolò le maniche sugli avambracci e si
rilassò contro lo
schienale. Non accese neanche la televisione. Chattò tutta
sera con Margherita.
***
Erano
passate due settimane da quando aveva iniziato a scrivere messaggi a
Margherita. Durante il giorno erano un po’ sporadici e
soprattutto per far foto
a cose strane o buffe, mentre la sera, si scambiavano lunghi messaggi
in cui si
raccontavano le loro giornate e il loro lavoro. Margherita era una
commercialista e aveva aperto uno studio con una ragazza conosciuta
all’università.
Gli
aveva
scritto come si chiamava il suo studio e lui lo aveva cercato su
internet.
Sembrava un’attività solida e in piedi da un
po’ di anni, ma non scoprì nient’altro.
Lei non parlava molto della sua vita privata, mentre invece Davide le
aveva
raccontato praticamente tutto, sotto ogni aspetto. Sapeva che doveva
avere
pazienza con lei. Così non aveva mai esagerato e se aveva
fatto qualche domanda
su cui lei aveva glissato, non glielo aveva fatto notare. Andava bene
così.
Aveva aspettato vent’anni. Poteva aspettare ancora.
Si
incamminò lentamente lungo la via. I negozi brillavano
già di luci natalizie.
Per la prima volta non storse il naso. Erano carine. Aveva deciso di
andare in
centro quando gli era capitata l’occasione e ora non si
pentiva di quella
scelta. Ripensò a Margherita e al suo gioco: ‘Il
voto alla vita’, lo aveva
chiamato lei. Quando aveva chiesto a tutti il loro voto alla vita si
era
sentito incastrato. Non gli piaceva troppo la sua vita. Certo,
guadagnava bene
e poteva avere tutto quello che voleva, non aveva particolari problemi
di
salute, la sua famiglia stava bene, però… Davide
non si sentiva del tutto
felice. Alla sua vita avrebbe dato un cinque, la sera della cena, ma
non
l’aveva fatto perché pensava di mancare di
rispetto agli altri. O che loro non
capissero. Anche Giovanni che si era separato in maniera poco educata
con la
moglie e vedeva i suoi figli una volta al mese aveva dato un sei alla
sua vita.
Chi era lui per dire che non era felice? Come si permetteva?
Così non aveva
risposto.
Ma
ora…
Ora con un sorriso sul volto pensò a Margherita. Un otto
pieno. In quelle due
settimane la sua vita era salita fino a otto. E solo perché
lei aveva iniziato
a scrivergli. Cosa sarebbe successo quando, finalmente, le avrebbe
chiesto di
uscire? Ancora sorridendo girò un angolo per andare verso il
ristorante di
Pino, uno dei suoi amici del vecchio quartiere, e lì, il suo
otto crebbe fino a
nove.
“Margherita!”
esclamò, vedendola avanzare verso di lui. Lei non lo aveva
visto subito. Quando
si voltò verso Davide il suo viso si trasformò. E
il voto di Davide cadde fino
a sei. No… Lei non era contenta di vederlo? Poi Margherita
voltò lo sguardo
verso la sua destra e il voto di Davide cadde di nuovo fino a cinque.
Una
bambina. Una bambina con lo stesso viso di Margherita. Sua figlia.
Diamine.
Dannazione. Lei… aveva una figlia? Una famiglia?
Era… sposata?!
“Mamma,
ma quanto ci mette?” disse la ragazzina indicando il negozio,
con tono spazientito.
Davide guardò verso la vetrina. Chi aspettavano?
Probabilmente il papà della
bambina. Incredibile, il suo voto riuscì a scendere fino a
quattro.
“Davide.
Come stai?” Margherita lo salutò e si
avvicinò a lui, con la ragazzina. Aveva
ancora quello sguardo. Non se l’era aspettato da lei. Gli
aveva detto di non
essere sposata e di essere da sola. Gli aveva mentito. Si era presa
gioco di
lui. Non riusciva neanche a essere arrabbiato tant’era la
delusione.
Effettivamente era quasi impossibile che lei fosse sola. Non una
persona come
lei.
Non
riuscì a risponderle subito. “Penso di aver fatto
un errore. Scusami”.
Davide
fece un passo indietro, consapevole di esser stato preso in giro,
quando la
ragazzina lo guardò e chiese: “Tu chi
sei?”
Margherita,
che lo guardava con sguardo addolorato, cambiò espressione e
sgridò la figlia:
“Arianna! Non si parla così!” Nonostante
tutto, Davide rise. Così, deciso a far
buon viso a cattivo gioco allungò la mano alla ragazzina.
“Ciao, io sono
Davide, andavo al liceo con tua mamma”.
“Io
sono
Arianna. Sono sua figlia, quella intelligente”.
Quella
piccola Margherita in miniatura lo fece sorridere. “Quindi
immagino ce ne siano
altri?” E si voltò verso l’amica. Lei
aveva un’espressione sospesa, come se non
sapesse bene cosa aspettarsi da lui.
“Ho
un
altro figlio: Samuel.”
“Quello
stupido” ribatté Arianna. Margherita
tornò in fase ‘mamma severa’ e
sgridò di
nuovo la figlia. Poco dopo uscì dal negozio un ragazzino e
si unì a loro. Si
presentò anche a lui. Arianna e Samuel iniziarono a
battibeccare su qualcosa
che aveva visto Samuel nel negozio e Davide sussurrò verso
Margherita: “Non me
lo avevi detto. Né alla cena, né per
messaggio…”
Lei
sospirò e guardò i figli, prima di rispondergli:
“Non è facile raccontare di
crescere due figli da sola perché il padre è
scappato quando gli hai detto di
essere incinta”. Poi lo guardò negli occhi. Davide
capì. Gli aveva detto tutto
in una frase. Tutta la sua vita. Annuì.
“Mi
dispiace.”
Lei
alzò
una spalla. “Forse è meglio
così”.
Davide
le
sorrise e prese la sua mano. “Sicuramente è meglio
così. Avete già cenato?”
Margherita
sorrise. Il sorriso che aveva a scuola. Un sorriso vero.
***
Davide
si
alzò dal letto cercando di fare meno rumore possibile.
Avrebbe voluto rimanere
a letto, ma aveva un’udienza presto quel giorno. Mentre si
abbottonava la
camicia, Margherita si svegliò.
“È
già
mattina?”
Lui
le
sorrise e si sedette sul letto vicino a lei. “Sì,
ma è presto. Riposati ancora
un po’…” Le accarezzò il
ventre, piacevolmente arrotondato.
“Vorrei
venire con te” gli disse mentre sbadigliava.
“Sai,
invece, cosa vorrei io?”
Margherita
alzò un sopracciglio, con un’espressione sorniona.
“Stasera. Adesso no”.
Davide
rise. “A dir la verità non pensavo a
quello!” Rise anche lei.
“No?
Non
si direbbe”, si girò su un fianco e gli
accarezzò la mano. “Cosa vorresti?”
“Fammi
la
domanda sul voto alla vita.”
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***Ecco!! Avevo detto che la storia era breve breve... (mi è venuta in mente mentre tornavo a casa dalla famosa cena...) E voi? Andate alle cene di classe? Date il voto alla vostra via? Che voto avete dato? Io un otto e mezzo, perché so che così può sempre crescere e la vita e non è perfetta. Un bacio a tutti. 😘