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Autore: ONLYKORINE    15/02/2019    0 recensioni
Una cena di classe a vent'anni dalla maturità.
Com'è cambiata la vita in vent'anni? E che voto dare alla propria vita?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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02.Davide

Davide

Davide guardò il telefono tutto il giorno. Lei aveva letto il messaggio quasi subito, quando glielo aveva mandato, ma non aveva risposto.

Coglione. Sei un coglione.

Continuava a ripeterselo. Seduto alla scrivania da quella mattina, non aveva combinato niente. E sì che ne aveva di cose da fare.

Era scattato ogni volta che il suo telefono aveva emesso suono. Tutte le volte che era successo, aveva sperato che Margherita avesse risposto. E invece era sempre qualcos’altro: una mail, una notifica dell’applicazione sulle quotazioni della borsa, un messaggio del gruppo della vecchia classe, un messaggio della madre e altre cose di minore importanza.

Ma da lei, niente.

Aveva dovuto aspettare due giorni per scoprire il suo numero di telefono. Sul gruppo scrivevano sempre le stesse persone. Simona era la prima e metteva le foto del buongiorno con angeli e gattini. Qualcuno metteva le foto di quello che mangiava, qualcuno parlava dei fatti suoi. Davide aveva monitorato il gruppo fin da quando era stato creato. Aveva controllato tutti i numeri in lista, e solo tre non avevano vicino la foto profilo e il nome. Solo che finché non avessero scritto non avrebbe potuto dire chi dei tre fosse Margherita, e lei non aveva mai scritto sul gruppo. Fino alla sera prima.

La sera prima Margherita aveva mandato un messaggio di buonanotte per tutti e lui aveva visto che era apparso il suo nome vicino al numero. L’aveva subito salvata e aveva dovuto controllarsi per non scriverle subito.

Voleva parlarle. Voleva scusarsi per quello che le aveva detto e non sapeva come fare. Probabilmente lei era ancora arrabbiata con lui per l’infelice battuta sul suo lato b. Effettivamente era stata una cretinata. Sapeva che non avrebbe dovuto dire una cosa così stupida. Non a lei.

Se lo avesse detto a Maira, che si era rifatta il seno, la bocca e forse anche il sedere, probabilmente l’avrebbe preso come un complimento, ma Margherita no. Lei era una ragazza seria. E lui aveva toppato alla grande. Era stato spavaldo e si era comportato da idiota nel bagno con lei, e sì che era sicuro di essere partito bene. E lei lo aveva anche baciato. E che bacio! Davide aveva avuto visioni di loro due, nudi che si rotolavano in un letto e i capelli di lei sparsi sul suo petto.

Ma poi… Lei lo aveva liquidato come una scarpa vecchia. E un po’ se l’era presa. Forse troppo.

Davide sapeva di non essere alla sua altezza, prima. Lei era intelligente e veniva da una famiglia benestante, mentre lui… Lui era un idiota che faceva il pagliaccio a scuola per farsi accettare dagli altri. Il figlio di un operaio e di una casalinga. Non aveva niente da offrire a una ragazza come lei. Non poteva neanche portarla a cena fuori. Neanche al cinema. E si era sempre buttato su altre. Su ragazze con cui non gli interessava farsi vedere in giro e con cui non andava al cinema. Per un po’ era stato anche divertente.

Ma ora… Ora aveva una bella vita. Guadagnava più di quanto gli servisse e aveva anche un bel stile di vita. Una casa grande, ristoranti, macchine… Probabilmente era messo meglio di Rodolfo che più che non far fallire la ditta del padre, non aveva fatto molto altro. Ora le donne erano interessate a lui. Poteva offrire una vita di comodità e sicurezza, e a loro piaceva.

Ma a lui piaceva ancora Margherita. Quindi non aveva capito perché lei non avesse voluto uscire con lui. Avrebbero fatto quattro chiacchiere, come ai vecchi tempi, quando lei gli suggeriva durante le interrogazioni di chimica.

E invece no. Aveva pensato che fosse sposata, e fosse per questo che non volesse andare via dopo la cena. E ancora no. Lei non era sposata e non era accompagnata, ma non voleva uscire con lui. Si era sentito una merda. E aveva avuto quell’atteggiamento ridicolo prima della fine della cena. Si portò una mano alla fronte, ancora consapevole della brutta figura fatta, e sospirò.

Guardò l’ora. Erano le otto. Le otto. Le otto ed era ancora in studio. Se avesse avuto una moglie a casa ad aspettarlo non sarebbe stato lì a quell’ora. Ne era sicuro. E se fosse stata Margherita a essere a casa ad aspettarlo…

Il telefono suonò. Si alzò dalla scrivania. Non avrebbe combinato niente neanche se fosse rimasto fino al giorno dopo. Tanto valeva andare verso casa e fermarsi a prendere qualcosa da mangiare lungo la strada. Avrebbe imparato a cucinare. Prima o poi. Non comunque quella sera.

Prese la giacca e si allungò sulla scrivania a prendere il telefono.

 

***Nuovo messaggio da: Margherita***

Ebbe qualche difficoltà a sbloccare lo schermo da tanto tremava dall’agitazione. Il riconoscimento non funzionava e non riusciva a digitare il codice di sicurezza. Quando ci riuscì, aprì subito il messaggio.

Scusa se non ti ho risposto subito, ma oggi è stata una giornata veramente estenuante. Spero che la tua sia stata migliore.

Aveva risposto. Margherita aveva risposto. Davide si sentì ancora un diciottenne. E ora cosa avrebbe dovuto rispondere? Cosa gli avrebbe fatto fare bella figura? Guardò per qualche minuto il telefono finché questo non si spense da solo. Cosa doveva rispondere? Cosa dire? Cosa pensare?

Mentre camminava verso l’uscita dello studio provò a digitare qualche parola, ma nessuna gli sembrava decente abbastanza da mandargliela. Quando si rese conto che lei era online e avrebbe potuto vedere tutte le volte che lui provava a scrivere qualcosa, si bloccò.

Mise in tasca il telefono e salì in macchina. Doveva pensarci prima di scriverle. Si fermò a una pizzeria d’asporto per ordinare una pizza e tirò di nuovo fuori il telefono. Non aveva ancora pensato a niente. Quando il proprietario gli consegnò la sua pizza, decise di osare e fare una battuta sul fatto che stava andando a casa per mangiare una pizza da solo. Inviò il messaggio prima di ripensarci. Era passata quasi mezz’ora. Magari lei si era già stancata di aspettare. E invece, con sorpresa, Margherita rispose quasi subito.

Davide pagò e si diresse verso casa. Stava sorridendo mentre apriva la porta del suo appartamento, leggendo i messaggi di Margherita sul telefono. Quella ragazza aveva ancora uno spiccato senso dell’umorismo. L’adorava. Già, pensò aprendo una birra e tornando sul divano, l’aveva sempre adorata. Si tolse la giacca e le scarpe, arrotolò le maniche sugli avambracci e si rilassò contro lo schienale. Non accese neanche la televisione. Chattò tutta sera con Margherita.

 

***

 

Erano passate due settimane da quando aveva iniziato a scrivere messaggi a Margherita. Durante il giorno erano un po’ sporadici e soprattutto per far foto a cose strane o buffe, mentre la sera, si scambiavano lunghi messaggi in cui si raccontavano le loro giornate e il loro lavoro. Margherita era una commercialista e aveva aperto uno studio con una ragazza conosciuta all’università.

Gli aveva scritto come si chiamava il suo studio e lui lo aveva cercato su internet. Sembrava un’attività solida e in piedi da un po’ di anni, ma non scoprì nient’altro. Lei non parlava molto della sua vita privata, mentre invece Davide le aveva raccontato praticamente tutto, sotto ogni aspetto. Sapeva che doveva avere pazienza con lei. Così non aveva mai esagerato e se aveva fatto qualche domanda su cui lei aveva glissato, non glielo aveva fatto notare. Andava bene così. Aveva aspettato vent’anni. Poteva aspettare ancora.

Si incamminò lentamente lungo la via. I negozi brillavano già di luci natalizie. Per la prima volta non storse il naso. Erano carine. Aveva deciso di andare in centro quando gli era capitata l’occasione e ora non si pentiva di quella scelta. Ripensò a Margherita e al suo gioco: ‘Il voto alla vita’, lo aveva chiamato lei. Quando aveva chiesto a tutti il loro voto alla vita si era sentito incastrato. Non gli piaceva troppo la sua vita. Certo, guadagnava bene e poteva avere tutto quello che voleva, non aveva particolari problemi di salute, la sua famiglia stava bene, però… Davide non si sentiva del tutto felice. Alla sua vita avrebbe dato un cinque, la sera della cena, ma non l’aveva fatto perché pensava di mancare di rispetto agli altri. O che loro non capissero. Anche Giovanni che si era separato in maniera poco educata con la moglie e vedeva i suoi figli una volta al mese aveva dato un sei alla sua vita. Chi era lui per dire che non era felice? Come si permetteva? Così non aveva risposto.

Ma ora… Ora con un sorriso sul volto pensò a Margherita. Un otto pieno. In quelle due settimane la sua vita era salita fino a otto. E solo perché lei aveva iniziato a scrivergli. Cosa sarebbe successo quando, finalmente, le avrebbe chiesto di uscire? Ancora sorridendo girò un angolo per andare verso il ristorante di Pino, uno dei suoi amici del vecchio quartiere, e lì, il suo otto crebbe fino a nove.

“Margherita!” esclamò, vedendola avanzare verso di lui. Lei non lo aveva visto subito. Quando si voltò verso Davide il suo viso si trasformò. E il voto di Davide cadde fino a sei. No… Lei non era contenta di vederlo? Poi Margherita voltò lo sguardo verso la sua destra e il voto di Davide cadde di nuovo fino a cinque.

Una bambina. Una bambina con lo stesso viso di Margherita. Sua figlia. Diamine. Dannazione. Lei… aveva una figlia? Una famiglia? Era… sposata?!

“Mamma, ma quanto ci mette?” disse la ragazzina indicando il negozio, con tono spazientito. Davide guardò verso la vetrina. Chi aspettavano? Probabilmente il papà della bambina. Incredibile, il suo voto riuscì a scendere fino a quattro.

“Davide. Come stai?” Margherita lo salutò e si avvicinò a lui, con la ragazzina. Aveva ancora quello sguardo. Non se l’era aspettato da lei. Gli aveva detto di non essere sposata e di essere da sola. Gli aveva mentito. Si era presa gioco di lui. Non riusciva neanche a essere arrabbiato tant’era la delusione. Effettivamente era quasi impossibile che lei fosse sola. Non una persona come lei.

Non riuscì a risponderle subito. “Penso di aver fatto un errore. Scusami”.

Davide fece un passo indietro, consapevole di esser stato preso in giro, quando la ragazzina lo guardò e chiese: “Tu chi sei?”

Margherita, che lo guardava con sguardo addolorato, cambiò espressione e sgridò la figlia: “Arianna! Non si parla così!” Nonostante tutto, Davide rise. Così, deciso a far buon viso a cattivo gioco allungò la mano alla ragazzina. “Ciao, io sono Davide, andavo al liceo con tua mamma”.

“Io sono Arianna. Sono sua figlia, quella intelligente”.

Quella piccola Margherita in miniatura lo fece sorridere. “Quindi immagino ce ne siano altri?” E si voltò verso l’amica. Lei aveva un’espressione sospesa, come se non sapesse bene cosa aspettarsi da lui.

“Ho un altro figlio: Samuel.”

“Quello stupido” ribatté Arianna. Margherita tornò in fase ‘mamma severa’ e sgridò di nuovo la figlia. Poco dopo uscì dal negozio un ragazzino e si unì a loro. Si presentò anche a lui. Arianna e Samuel iniziarono a battibeccare su qualcosa che aveva visto Samuel nel negozio e Davide sussurrò verso Margherita: “Non me lo avevi detto. Né alla cena, né per messaggio…”

Lei sospirò e guardò i figli, prima di rispondergli: “Non è facile raccontare di crescere due figli da sola perché il padre è scappato quando gli hai detto di essere incinta”. Poi lo guardò negli occhi. Davide capì. Gli aveva detto tutto in una frase. Tutta la sua vita. Annuì.

“Mi dispiace.”

Lei alzò una spalla. “Forse è meglio così”.

Davide le sorrise e prese la sua mano. “Sicuramente è meglio così. Avete già cenato?”

Margherita sorrise. Il sorriso che aveva a scuola. Un sorriso vero.

***

Davide si alzò dal letto cercando di fare meno rumore possibile. Avrebbe voluto rimanere a letto, ma aveva un’udienza presto quel giorno. Mentre si abbottonava la camicia, Margherita si svegliò.

“È già mattina?”

Lui le sorrise e si sedette sul letto vicino a lei. “Sì, ma è presto. Riposati ancora un po’…” Le accarezzò il ventre, piacevolmente arrotondato.

“Vorrei venire con te” gli disse mentre sbadigliava.

“Sai, invece, cosa vorrei io?”

Margherita alzò un sopracciglio, con un’espressione sorniona. “Stasera. Adesso no”.

Davide rise. “A dir la verità non pensavo a quello!” Rise anche lei.

“No? Non si direbbe”, si girò su un fianco e gli accarezzò la mano. “Cosa vorresti?”

“Fammi la domanda sul voto alla vita.”

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***Ecco!! Avevo detto che la storia era breve breve... (mi è venuta in mente mentre tornavo a casa dalla famosa cena...) E voi? Andate alle cene di classe? Date il voto alla vostra via? Che voto avete dato? Io un otto e mezzo, perché so che così può sempre crescere e la vita e non è perfetta. Un bacio a tutti. 😘
   
 
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