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Autore: Fede883    15/02/2019    1 recensioni
Ho sempre amato la musica e da qualche anno studio canto. In questo scritto autobiografico vi racconto alcune mi esibizioni, tra organizzazioni approssimative, microfoni rotti, basi troppo alte o pubblici freddi come statue di ghiaccio vi racconto tutte le emozioni che provo ogni volta che salgo su un palco attraverso questi brevi episodi che mi sono accaduti. Cantare è una delle mie più grandi passioni insieme alla scrittura creativa e sono contento che nonostante ancora non abbia pubblicato niente mi riesce a farmi stare bene e per me non c'è altro che conti. Buona lettura e se qualcuno di voi è un cantante come me mi racconti nella recensione le sue esperienze.
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho sempre amato la musica e il canto.Canto fin da quando ero piccolo, ho iniziato per gioco e ora è diventata una delle mie più grandi passioni insieme alla scrittura creativa. Per un aspirante cantante non è mai facile esibirsi, cantare significa affrontare le proprie paure, essere sottoposto ai giudizi di chi ti ascolta che non sempre sono positivi, esporsi davanti ad altri cantanti che mentre canti ti guardano pensando:" Guardate questo sedicente eroe della canzone italiana, ma che sfigato è? Non si può ascoltare". Cantare non significa solo essere intonati significa vivere il palco in ogni sua forma, in ogni sua variante, significa lasciarsi prendere dall'adrenalina, dall'entusiasmo e da tutti i sentimenti che una canzone riesce a darti, cantare significa sopratutto questo e per me anche di più.
Ogni esibizione è diversa, ogni volta è un enigma, non tanto sapere se canterai bene, se stonerai o se la gente ti potrebbe tirare i pomodori appena comprati alla Conad ma significa anche sapere in quali condizioni una persona potresti cantare. La prima volta che cantai alla festa di fine anno della mia scuola il giorno prima della festa mi recai al teatro per le prove generali, arrivi trafelato perchè come al solito ero in un ritardo fottuto ma si sa le stare si devono fare aspettare... Scherzi a parte purtroppo fu colpa dell'autobus che proprio quel giorno decise di rompersi, che fortuna direte voi! Arrivo in teatro correndo come nemmeno Bolt alle olimpiadi, indosso una maglietta con una frase improbabile e anche un pò maschilista:" Alle ragazze belle preferisco le porcelle". Era una maglietta ironica più che altro anche perchè sono tutto tranne che maschilista, la maglietta suscitò le ire delle ragazze presenti ma l'ovazione da parte dei miei amici come era prevedibile. Arrivo in teatro e faccio un sound check veloce, controllo il microfono e faccio la mia prova con estrema facilità, davanti a me non c'è ancora il pubblico ma è stato lo stesso emozionante, mi sono immaginato come potessero fare i miei idoli musicali mentre provavano dentro al palazzetto dello sport o al teatro completamente vuoti, mi sentivo gasato come non mai lo ero stato prima, per me era una esperienza totalmente nuova cantare in teatro e prendevo lezioni di canto solo da pochi mesi, le luci del teatro su di me, la gente che mi guardava entusiasta e il mio amico Edoardo che mi accompagnava con una chitarra acustica, una emozione incredibile ed era solo una prova, perchè sono una persona che si impegna anche durante le prove perchè cantare lo si fa sempre bene anche se si tratta di prove e anche se li davanti non c'è il pubblico. Dopo l'esibizione un tecnico mi fece vedere il camerino dove i ragazzi si dovevano cambiare, io non ne avevo bisogno perchè dovevo solo cantare ma c'erano ragazzi che si esibivano in prove di ballo o recitative e quindi ne avrebbero avuto bisogno del camerino. Notai una finestra del camerino che comunicava con il backstage e disse al tecnico in modo deciso:" Senta la ci vorrebbe una tenda, non è bello stare con il culo all'aria mentre uno si cambia". Il tecnico mi guarda malissimo, come se gli avessi insultato la madre e mi dice in modo cagnesco:" Vedremo di provedere alla tua richiesta". E se ne andò imprecando qualcosa sottovoce e mi domandai se gli avessi fatto qualcosa di male perchè il suo sguardo diceva tutto. Il giorno dopo, poche ore prima dello spettacolo entro dentro al camerino e trovai una tenda montata dentro, tipo quelle degli indiani Navajo e andai dal tecnico incredulo dicendoli:" Una tenda alla finestra intendevo non una cosa così, mica dobbiamo giocare agli indiani e ai cowboy". Il tecnico sbuffa rabbiosamente e mi dice:" Senta Lambertini non mi rompa mica i coglioni che ieri pomeriggio sono diventato scemo a montarla". Ho pensato che la prossima volta che dovrò spiegare qualcosa farò un disegnino con paint perchè altrimenti non mi capiscono, ma fidatevi c'è anche di peggio.

Un giorno mi recai a cantare alla bellissima sagra della porchetta di un paesino della provincia di Bologna, una sagra che sconsiglio vivamente ai vegani visto che gli avventori si avventavano sul cibo come se fossero dei tirannosauri che non mangiavano da qualche era geologica, penso di non aver mai visto così tanta carne di maiale mangiata da una folla incredibile di persone, il più basso di colesterolo l'aveva molto probabilmente a 200 Mi recai li nel tardo pomeriggio e mi ricordo che dovevo fare una canzone di Giorgia "Quando una stella muore". ma arrivato li scopro che la prova non la potevo fare, perchè direte voi? Semplice non avevano montato niente di niente, un cavo, un microfono, le luci, un leggio, non c'era niente di niente e allora disse all'organizzatore in modo divertito per sdrammatizzare quella situazione  davvero imbarazzante:" Mi scusi forse ho sbagliato serata, stasera c'è lo spettacolo dei mimi vero?". L'organizzatore si girò verso di me con lo stesso sguardo che potrebbe avere un pitbull incazzato che appena preso una sequenza infinita di calci in culo al grido:" Cattivo cane". Non  mi disse niente, ho pensato che avrei fatto la fine del maiale sulla griglia e messo dentro ad una crescentina e per questo decisi di non dire nient'altro. L'esibizione andò bene ma la gente di fatto era venuta li per mangiarsi l'impossibile, se fosse passato qualunque animale quella sera in quel paesino si sarebbe sicuramente estinto e allora sul palco per rompere il ghiaccio dissi guardando tutto il pubblico:" Allora chi è che venuto qui solo per magnà che così facciamo prima?". Silenzio imbarazzante, ci mancava solo il mucchietto di fieno che passava e sentivo solo i grilli in sottofondo come accade anche nei cartoni animati e ho pensato dentro di me:" Ok canta e basta... Tanto questi te li sei già giocati, puoi anche cantare da schifo, che te frega tanto?". Alla fine cantai bene e un tizio sui 60 anni appena sceso dal palco mi porse un pazzo di maiale arrosto e mi disse:" Mi firmi la porchetta per favore?". Sorrido imbarazzato e penso:" E mo che cazzo faccio? Gli firmo la porchetta o faccio finta di niente". Decisi di non firmare la porchetta e ci rimase anche molto male ma non era cosa per me, che serata quella e nonostante tutto credo di non essermi mai divertito tanto anche se il pubblico aveva la stessa simpatia che può avere un jihadista al sagra del lanciarazzi. Una altra volta cantai invece verso la zona di Modena, era uno spettacolo per bambini e non potevo fare canzoni in cui ci fossero parolacce, riferimenti al sesso, alla droga, alla guerra, alla politica, alla discriminazione e via dicendo. Insomma nel repertorio mi rimaneva solo "Il caffè della Peppina". e "La zia che sta a Forlì". Nel pomeriggio durante le prove mi chiamò il Don, si era una festa parrocchiale purtroppo. Il Don è un uomo che si aggira minaccioso per l'oratorio di solito, la sua parola è legge sempre a prescindere, gli educatori lo temono come se fosse una sorta di Vlad l'impalatore che puniva chiunque al primo sgarro, potete essere anche Donald Trump ma se sei all'oratorio non c'è nessuno che può contestate il potere assoluto del Don. Vado nell'ufficio del Don e mi metto a sedere e lui mi fa:" Ricordati che stasera ci saranno i bambini, le suorine, i nonni, i genitori e quelli della Pro Loco quindi canta cose che non abbiano parolacce nel testo, va bene?". Ho sempre odiato la censura anche perchè i bambini dicevano parolacce come se non ci fosse un domani e così alla fine mi venne una bella idea ... Un bel medley di Cristina D'Avena e tutte le sigle dei cartoni animati che guardavo da bambino come "I puffi", " E' quasi magia Jhoony", "Mila e Shiro", "Doraemon", Occhi di gatto", "Il mistero della pietra azzurra", "Robin Hood" e tante altre, si divertirono tutti quanti, i bambini si divertirono tantissimo e anche i grandi erano riusciti a cantare quelle sigle di quei bellissimi cartoni animati che tanto avevano raccontato la nostra infanzia, alla fine anche senza cantare testi volgari ero riuscito a fare breccia nel cuore del pubblico e sapere questa cosa ti fa sentire davvero orgoglioso di salire sul palco e riuscire a trasmettere quelle bellissime emozioni che solo la musica sa regalare.  

Ma si sa non sempre le esibizioni vanno come vorremo, a volte le cose girano male per un problema o per un altro. L'imprevisto è sempre dietro l'angolo e può capitare il problema tecnico, la base che sfuma, la corrente elettrica che se ne va, il cavo del microfono che si stacca, il mixer che non funziona, la tua voce che non si sente in spia, tutto può capitare quando si canta purtroppo e bisogna sempre essere pronti a tutto e non andare in panico, arrabbiarsi o imprecare anzi continuare e cercare di coinvolgere il pubblico, improvvisare come fanno i grandi artisti e cercare di non pensare al problema che ero successo in precedenza, bisogna sempre pensare che tu sei li a cantare, base o no e un bravo artista si riconosce sopratutto in quel frangente. Una esibizione che ricordo purtroppo in modo negativo fu ad un concorso (Se così lo posso chiamare) che sulla falsa riga dei noti talent televisivi organizzo nella piccola frazione di Lavino Di Mezzo (Dove vivo io) Ovvero l'evento degli eventi, roba che i Pink Floyd a Venezia in confronto sembravano degli sfigati, un evento talmente clamoroso che la gente faceva la fila pur di partecipare e assicurarsi un posto ed esibirsi in strane esibizioni. Questo evento storico è (Anzi era visto che per fortuna non lo fanno più) il Lavino Got Talent... Una roba talmente brutta che in confronto la sagra della porchetta sembrava l'Ariston di Sanremo. Mi ricordo che dovevo cantare un brano della Fiorella Mannoia, "Il cielo d'Irlanda". Un brano bellssimo che di fatto parla di uguaglianza e di libertà sognando appunto il cielo e i colori dell'Irlanda. Ricordo ancora con dispiace che nel pomeriggio dovevo provare e anche li il Lavino Got Talent era organizzato dalla parrocchia, ora capisco perchè bestemmio più di un veneto che sbatte con il migliolino scalzo sull'angolino appuntito del mobile. Arrivo nel luogo dell'evento alle 16:00 del pomeriggio e aspetto un sacco prima di salire sul palco, prima cerco di fare qualche esercizio per schiarirmi la voce, ripasso il testo, ascolto e riascolto la canzone con le cuffiette nelle orecchie ma intanto i minuti stavano diventando ore inspiegabilmente. Alle 18:00 del pomeriggio quindi 2 ore dopo il mio arrivo mi fanno finalmente provare, mi dicono che c'erano stati dei problemi tecnici e salito sul palco capisco subito il perchè. Il microfono era messo alla meno peggio in un asta rotta e che avrà avuto almeno 20 anni tanto che non si riusciva nemmeno ad abbassare o ad alzare, il microfono aveva il cavo squarciato come se fosse stato morso da uno squalo bianco, feci notare subito questa cosa ma loro facevano finta di niente come se fosse una cosa del tutto normale ma i problemi non finirono qui. Durante la prova non sentivo la mia voce in spia ma in compenso sentivo la base altissima e feci notare sempre con estrema educazione e gentilezza ma la risposta loro fu:" Non dirci come fare il nostro lavoro, tu pensa  a cantare e basta, ci pensiamo noi alle cose tecniche". Avevano anche ragione non posso dargli torto ma però così io non riuscivo a cantare bene e comunque la prova fu un disastro, il microfono non andava, la mia voce andava e veniva e sopratutto non si sentiva e questa cosa mi sorprese molto visto che il volume del microfono a detta loro era al massimo ma da li a poco la situazione sarebbe peggiorata notevolmente.  Alla sera infatti mi presentai li tirato a lucido come se fossi ad un matrimonio di una persona importante. Camica nera, jeans nuovi della Liu Jo e scarpe eleganti di colore da occasione speciali perchè quando vad a cantare ci tengo molto ad essere elegante perchè i concerti sono eventi non solo dove si canta ma anche dove si presenta davanti ad un pubblico di tante persone e quindi di conseguenza essere tirati a lucido per l'occasione fa sicuramente una bella impressione alle persone che ti guardano e che ti ascoltano. L'improbabile presentatore della serata mi chiama da parte e mi dice:" Sei il dodicesimo a cantare". Prima di me c'erano artisti che definire assurdi era poco, ma l'incubo era solo all'inizio e io ancora non lo sapevo. Prima di me si esibiscono due che cantano "Finchè la barca va". Una intonazione che definire imbarazzante era un complimento, io che gli ascoltavo basito e stupito pensando:" Va be dai è uno scherzo! E' uno scherzo". Se quel giorno avessi avuto l'occasione non gli avrei tirato un solo pomodoro ma tutto il reparto dell'ortofrutta, erano inascoltabili.

Dopo questi due fenomeni c'è una sorta di mago, che fa il gioco delle carte, sarà tipo il 34988349838 volta nella vita che vedo fare lo stesso gioco di magia e ogni volta è uguale, i maghi non gli sopporto. Mi schiarisco la voce facendo qualche vocalizzo, cerco di stare rilassato perchè da li a poco sarebbe arrivato il mio turno o almeno questo era quello che pensavo. Dopo seguono varie esibizioni due che ballano una bachata se non ricordo male, a me sembrano tutti uguali i balli sudamericani, uno sfigato che indossava una maglia dell'Inter che cantava "Rock 'n' roll robot"  di Alberto Camerini ma quello fu uno dei pochi che davvero quella sera mi fece divertire, la canzone la conoscevo e alla fine non se la cavò nemmeno così male, peccato non poter dire lo stesso del suo tasso alcolemico quella sera, aveva una faccia da Brianza alcolica che era tutto un programma. Dopo il Camerini interista toccò ad un pensionato che ha racontato 3 barzellette, una sui ferraresi, una sui romagnoli e l'ultima un grande classico che non può mancare a nessun comico da bar, quella sui carabinieri. Successivamente a questo bel momento di grasse risate, si ma non le mie, finalmente sembrava che toccasse a me esibirmi e invece uno sale sul palco un altro vecchio e dice che canterà una canzone popolare in dialetto bolognese, inizialmente la cosa mi sorprende e non nascondo che mi fa anche un pò piacere fino a quando non inizia il brano. Un pezzo orribile su quanto sia bello emettere flatulenze in ogni momento della giornata, perchè ogni posto è bello per farle diceva il grande artista di questo pezzo perchè adesso parliamoci chiaro poco importa se sei in chiesa, in ufficio, in fila al bancomat, al supermercato, in treno o a lezione di yoga ogni momento è buono per fare uscire suoni strani dal tuo culo, una canzone che esaltava le flatulenze e i rutti, una delle cose più imbarazzanti che io abbia mai sentito, forse anche di più della canzone "Una zebra a pois". A ripensarci bene Fedez in confronto è Fabrizio De Andrè e non sto scherzando. Una canzone sulle flatulenze ragazzi, avevo sentito anche questa quella sera, non ci potevo e volevo credere. Sto tizio finisce di cantare ed è standing ovation, fioccono 9 dalla giuria (Poi giuria di che cosa esattamente visto che sono stati messi li a caso?) e dopo questo nuovo eroe della musica italiana finalmente tocca al sottoscritto.
La canzone va bene nonostante i tanti problemi tecnici e per fortuna che riuscì a cantare con il radio microfono (Il microfono senza il filo per intenderci) ma nonostante io sia riuscito a coinvolgere tutto il pubblico non fu proprio la stessa cosa per i giudici di gara che mi diedero anche dei 4 ma quella di prima cantando di quanto fosse bello fare flatulenze in chiesa aveva preso 9, non nascondo che ci rimasi malissimo ma anche questo fa parte del mondo del canto e della musica, quella sera vinsi il premio della critica (Che attenzione non è proprio il premio della critica Mia Martini di Sanremo) ma era una cena per 2 persone gratis.... Non potevo desiderare un premio più bello. Nell'assurdità di quella serata era uscito qualcosa di positivo nonostante tutto e tutti, potrei stare qui a scrivervi ancora tante esibizioni che ho fatto, alcune sono andate bene altre meno ma fa parte del gioco, l'importante è non buttarsi mai giù, lavorare e migliorare sempre di più e se non basta lavorare ancora di più, il canto è la mia vita, è la cosa che mi fa andare avanti ogni giorno, grazie al canto mi sono riscattato per tante cose, grazie al canto ho vinto le mie paure, la mia timidezza, la mia introversità, grazie al canto ho conosciuto un mondo fatto di parole, musica, suoni, canzoni e sopratutto di emozioni perchè la musica è sopratutto emozioni. Bob Marley diceva che la musica è l'unica arma che ti colpisce senza farti alcun male e penso che avesse ragione il vecchio Bob, senza il canto probabilmente mi sentirei perso perchè cantare non è solo essere intonati, cantare è lasciarsi trasportare dalle emozioni e dalla musica, cantare è vita, la mia vita e non posso che esserne felice e orgoglioso,perchè un mondo senza cantare è un mondo troppo silenzioso, grigio e anche troppo spento.
   
 
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