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Autore: Gala    16/02/2019    0 recensioni
Piccola AU scritta nella mia adolescenza.
Goku incontra un uomo che cerca di aiutarlo a salvare sua madre.
Partecipa al COWT 9 per il prompt Cerimonia
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi, Son Goku
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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…La riesumazione di un affetto…

 

 

 

-Titolo: La riesumazione di un affetto

-Autore: Gala

-Fandom: Saiyuki

-Pairings: Sanzo/Goku

-Genere: Drammatico

-Personaggi: Son Goku, Genjo Sanzo Hoshi

-Warnings: Shonen-ai

-Raiting: Verde

-Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della rispettiva autrice; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro divertimento.

-Note
dell'autore:
Storia partecipante al contest COW-T 9, con il prompt “CERIMONIA”.

 

 

Era una piovosa mattina di ottobre quando accadde la disgrazia che distrusse la mia già fragile vita. Io e mia madre stavamo tornando a casa correndo con, tra le mani, la poca spesa che eravamo riusciti a fare. Non eravamo benestanti ma in due tiravamo avanti. Le scivolò una patata dalle braccia cadendo in mezzo alla strada, tra il fango. Mi fermai a raccoglierla e, mentre mi giravo per tornare da lei, vidi una carrozza trainata da due cavalli impazziti dirigersi a tutta velocità verso di me.

-Goku! Spostati!- mi urlò notando il pericolo. Ma le mie gambe non vollero muoversi e mi ritrovai, incapace di fuggire, a fissare la carrozza con i miei grandi occhi dorati intrisi di terrore. Accadde tutto in un secondo. Mia madre che correva verso di me spingendomi a terra, la carrozza che la travolgeva facendole spiccare un volo a mezz’aria. Per un attimo credetti fosse un angelo; poi un rumore sordo mi risvegliò dal mio momentaneo incantamento. Lei era distesa supina a terra. Le braccia semi aperte e gli occhi chiusi. Mi avvicinai lentamente a lei, confuso.

-Mamma…svegliati…dobbiamo andare a casa…- la chiamai girandole il viso verso di me. Nel farlo notai il sangue che le sgorgava dalla nuca e veniva lavato via dalla pioggia, mescolandosi con il fango. I miei occhi si riempirono di lacrime e cominciò a tremarmi la voce.

-Mamma…apri gli occhi…per favore…- dissi iniziando a singhiozzare. La gente cominciò ad affollarsi intorno a me. Mormorii spaventati e dispiaciuti mi riempirono le orecchie. Intanto, la carrozza, era riuscita a fermarsi. Ne scese un uomo ben vestito che si avvicinò allarmato alla folla. Alzai lo sguardo su di lui. Ero frastornato e stordito, e ciò che notai di lui furono solo i suoi profondi occhi viola che mi fissarono intensamente.

-Alzati!- mi ordinò. Vedendomi immobile e sconvolto prese tra le braccia mia madre.

-Sono un dottore…la posso salvare!- mi disse cominciando ad andare verso la sua carrozza. A quelle parole, mi ridestai issandomi barcollante sulle gambe, e lo seguii. Montai con lui sulla carrozza che partì alla volta della sua abitazione. Era un maniero poco lontano dal centro abitato dall’aspetto imponente. Quell’uomo aveva tenuto stretta mia madre tra le sue braccia come se fosse un tesoro prezioso, incurante del sangue che gli sporcava il vestito pregiato.

-Seguimi!- disse con voce autoritaria mentre entrava nel suo palazzo.

-S…si…- risposi titubante. Cominciammo ad inoltrarci per dei corridoi bui e spogli. Il silenzio era rotto solo dai nostri passi e dal temporale che imperversava fuori.

-Come ti chiami?- mi chiese senza voltarsi a guardarmi.

-S…Son Goku…- risposi intimorito.

-Io sono il dottor Genjo Sanzo…- si presentò.

-…ho intenzione di sperimentare una nuova tecnica che ho appreso di recente su tua madre…- disse atono.

-Riuscirà a salvarle la vita?- chiesi speranzoso.

-Salvarla? Come potrei se è già morta? Io la riporterò in vita…- disse con una strana luce negli occhi. Mi bloccai di colpo. Ero terrorizzato da quell’uomo così freddo ed impassibile.

-…ma per farlo avrò bisogno del tuo aiuto…- disse mettendosi il corpo di mia madre su una spalla. Con la mano libera mi afferrò per il polso trascinandomi in una stanza, al contrario del corridoio, molto illuminata. Distese il corpo della mamma su uno strano disegno inciso sul pavimento.

-Questa è la formula per richiamare la sua anima…- mi spiegò frugando in una cassa posta lì vicino. Ne estrasse un sacchetto di velluto nero. Mentre compiva quei gesti mi incantai ad osservarlo. Era un uomo affascinante, con i capelli più belli che avessi mai visto. Come un girasole seguivo instancabilmente il suo moto con i miei occhi. Lo vidi estrarre dal sacchetto una strana pietra nera e un pugnale d’argento.

-Ora non ti spaventare…non le farò male…- le aprì il corpetto con un colpo secco del pugnale. Le appoggiò la lama sul seno candido incidendolo con lentezza. Sangue rubino scaturì lentamente dal suo petto. Pietrificato lo vidi infilare la pietra nel suo petto.

Io ero sgomento a fissarlo. Mi accorsi di essere caduto in ginocchio quando lui mi sollevò da terra.

-Goku…cerca di riprenderti…non vuoi forse rivedere tua madre?-

-Si…però…perché fa tutto questo per me? Perché mi vuole aiutare?- chiesi guardandolo con gli occhi lucidi.

-Tu non ti ricordi, vero? Può darsi di no…a quel tempo eri molto piccolo…- non capii a cosa si riferisse e lo guardai interrogativo.

-Quando avevo circa nove anni scappai di casa…avevo litigato con mio padre e fuggendo mi persi nella periferia della città. Non c’era bella gente in quel luogo. Mi si avvicinò un gruppo di malintenzionati e, se non fosse stato per tua madre, dio solo sa cosa mi sarebbe potuto accadere…- disse guardando il cadavere per terra.

-Mia madre ti avrebbe salvato?- chiesi stupito.

-Si…mentre scappavo da quei tagliagole, mi nascose in casa vostra…tu eri un bambino di circa quattro anni…quando ho rivisto i tuoi occhi e la donna che tenevi tra le braccia ho capito che eravate voi…- disse con un sorriso dolce. Lo guardai confuso da quel racconto. Sentii gli occhi appannarsi e cominciai a piangere copiosamente stringendomi a lui.

-Io…io non ho nessun altro oltre a lei…per favore…falla tornare da me!- lo pregai. Mi sollevò il viso asciugandomi gli occhi.

-Tienila ferma allora…io intanto le chiudo la ferita…- mentre le rammendava il petto si riempì le mani del suo sangue. Continuai a piangere in silenzio, quando lui cominciò a recitare una formula che non riuscii a comprendere.

D’un tratto il corpo di mia madre si mosse. Un rantolo le uscì dalle labbra.

-Non la lasciare…- mi ammonì quando, spaventato, tentai di fuggire. Mia madre sgranò gli occhi, prima resi spenti dal bacio della morte.

-Sei la madre di Goku?- chiese impassibile Sanzo, con voce greve, a mia madre. Lei ruotò gli occhi su di me e poi tornò a guardare l’uomo.

-Tu…sei quel bambino…- disse con la voce impastata.

-Rispondi alla mia domanda…sei la madre di Goku?- chiese ignorando ciò che aveva detto lei poco prima.

-Si…e tu sei Genjo Sanzo…il primo amico di Goku…- disse abbozzando un sorriso. I suoi muscoli erano ancora atrofizzati. Sanzo annuì.

-Io sono morta, vero? Non dovrei essere qui…- disse poi in tono greve.

-Non dire così…sei qui per restare…- dissi con voce spezzata e leggermente alterata. Lei contraddisse le mie parole con un sorriso; poi si voltò verso Sanzo.

-Tu…nutri affetto per lui, no? Hai provato una stana scossa quando lo hai rivisto…piacevole…lo terrai con te? Proteggerai il mio raggio di sole dalle nubi di questo mondo? Lo farai sempre sorridere?- chiese con le lacrime agli occhi.

-Si…lo giuro…- disse Sanzo solenne. A quelle parole, mia madre afferrò il pugnale d’argento e se lo piantò nel cuore. Il fiato mi si mozzò nei polmoni. Glielo tolsi repentinamente dalla ferita e cercai di fermare l’emorragia.

-Nooo! Non mi lasciare! Io ho bisogno di te…- dissi singhiozzando. Mi accarezzò dolcemente il viso sorridendo. Quel sorriso le si ghiacciò sulle labbra e il suo viso impallidì per la seconda volta quel giorno.

-Falla tornare! Riportala di nuovo….tu puoi, non è vero?- chiesi a Sanzo disperato.

-Non servirebbe a nulla…se lo facessi si ucciderebbe di nuovo…- disse pacato avvicinandosi a me. Mi abbracciò stretto mentre le lacrime ormai uscivano incontrollate dai miei occhi.

-Le ho fatto una promessa…tu starai con me e sorriderai sempre…ti donerò tutto ciò che vuoi, anche il mio cuore…- mi disse sollevandomi poi il viso e baciandomi dolcemente. Non mi resi conto di ciò che accadde in quel momento. So solo che mi strinsi a lui in quel contatto che mi consolò il cuore.

Da quel giorno vissi sempre con lui. Imparai a conoscerlo, e mantenne sempre fede alla promessa. Mi donò davvero il suo cuore e, col tempo, imparai a donargli anche il mio. Tutti i giorni andavamo a trovare la tomba di mia madre…insieme…e sempre sorridendo a Sanzo…come fa un girasole con la sua stella.

 

   
 
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