{Oh, Darling, Where've you been? - 100 Prompts
30 Prompts Table - Table A: Beach}.
{Partecipante al COW-T (Ninth Edition); Missione 3, Prompt Piano B}.

 
 
 

Di spiagge, belle giornate e piani diabolici

 
 


Le spiagge in Giappone non erano tante e nemmeno bellissime come le pubblicizzavano le agenzie turistiche, ma andare al mare era divertente e quella giornata nel pieno delle vacanze estive troppo bella per non approfittarne.
Il costume blu che indossava quel giorno era un due pezzi molto semplice, senza fantasie o fronzoli, un po’ come lei, semplice e a volte troppo austera. Tutto il contrario di quelli di Kosaki, Chitoge, Tsugumi e Tachibana, colorati e femminili fin quasi all’eccesso.
“E striminziti”, aggiunse mentalmente Ruri, guardando il costume di Marika con occhio critico da dietro gli occhiali dalla montatura rettangolare.
Sembrava che non fosse l’unica ad averlo notato, perché anche le altre tre ragazze seguivano la rossa con lo sguardo – le guance rosse chi per l’imbarazzo e chi per l’invidia al coraggio della giovane – insieme all’altro individuo con l’altro costume molto – troppo – chiassoso della giornata: color giallo evidenziatore, con dei cerchi verdi altrettanto accesi, Shū Maiko doveva sempre trovare un modo per farsi notare, giacché, evidentemente, non riteneva la propria molesta presenza abbastanza appariscente. Saltellava da una parte all’altra con quella sua faccia da idiota che non sembrava conoscere null’altro che divertimento e gioia; Ruri lo trovava snervante: possibile che, non tanto la tristezza, quanto la serietà non facessero parte della gamma di espressioni che quel viso poteva assumere?
Si chiedeva sempre più spesso perché fosse sempre così felice, cosa esattamente gli portasse tutta quella vitalità, perché, seriamente, non poteva essere solo il suo carattere.
Ma non poté continuare a riflettere ancora per molto, poiché l’oggetto dei suoi pensieri si avvicinò con la sua peggiore espressione da scimmia maniaca, chiedendole di unirsi a loro nell’entrare in acqua.
La ragazza prese a camminare, guardandolo saltellare al proprio fianco, recuperò il salvagente e si diresse verso Kosaki e Chitoge, che la guardavano con dei sorrisi quasi comprensivi.
Sarà una lunga giornata.
 

***

 
Il ritorno in treno verso l’albergo in centro si stava dimostrando quanto di più tranquillo possibile grazie al fatto che, stranamente, Shū se ne stava buono a parlare con Raku senza infastidire le ragazze che invece ciarlavano per i fatti loro, discutendo del più e del meno.
L’unica a non essere davvero coinvolta nella conversazione era proprio Ruri, il cui sguardo si spostava a intervalli regolari verso i due giovani, chiedendosi il perché della totale apatia – solo così riusciva a definirla – del porco maniaco.
Non era affatto normale che non saltellasse intorno alle sue amiche, infastidendole, o non cercasse di architettare piani diabolici per ingelosirle e mettere Raku in situazioni scomode.
“Probabilmente sta architettando il suo prossimo piano geniale. E già che c’è un piano B, sia mai che il primo non vada come desidera” rifletté Ruri guardando il giovane biondo.
Proprio in quel momento Shū guardò verso Ruri e le fece l’occhiolino, facendo capire alla ragazza che aveva proprio ragione.
Ora doveva solo aspettare l’esplosione.
 

***

 
L’albergo era molto bello, vecchio stile – probabilmente una delle poche costruzioni della zona a non essere stata distrutta sotto i bombardamenti della guerra – e molto confortevole: le ricordava la casa di suo nonno, cosa che la metteva a proprio agio come quasi mai le capitava lontano da casa. La sua tranquillità era però durata anche troppo, evidentemente, perché lo strano silenzio che avvolgeva la sua stanza non si poteva spiegare se non con due parole: Shū Maito.
Si alzò dal cuscino su cui si era lasciata cadere dopo la lunga doccia che si era concessa per cancellare tutte le tracce di sale dalla sua pelle e si diresse verso la porta, certa che la causa di quell’innaturale silenzio non si potesse trovare troppo lontano.
Lo trovò davanti a due porte chiuse: da quella di destra si sentivano distintamente provenire le strida di Marika e Tsugumi, mentre da quella a sinistra le voci accese di Raku, Chitoge e quella più sommessa di Kosaki.
«Che hai combinato adesso, Maito?» domandò Ruri, insicura sul congratularsi con lui per il piano o picchiarlo perché con Kosaki e Raku c’era anche Chitoge.
«Diciamo che il mio piano A non ha funzionato, quindi sono dovuto ricorrere al piano B» rispose lui con un sorriso sornione e la ragazza ebbe l’improvviso e conosciuto bisogno di picchiarlo, ma si trattenne: «E il piano A era?» domandò, invece, senza nascondere la propria curiosità.
«Un buon stratega non rivela mai i propri piani, Ruri-chan!» rispose lui sorridendo nuovamente, voltandosi e camminando verso la terrazza dell’albergo: «Forza, lasciamoli soli per un po’ e vediamo che succede!».
La ragazza lo seguì, tentando di tenere il passo pur essendo molto più bassa di lui, e non poté fare a meno di pensare che, sotto l’aria da scemo, il suo “compagno d’occhiali” fosse davvero intelligente.
 
 

«Per quanto li lasciamo là dentro, Maito?»
«Oh, qualcuno li troverà prima o poi! Eh? Che ho fatto? No, aspetta, Ruri-chan!»