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Autore: Sophie Robin Kendrick    17/02/2019    0 recensioni
[La leggenda di Robin Hood - Elena Kedros]
Questa fanfiction prende ispirazione dalla saga di Elena Kedros che ha come protagonista la versione femminile di Robin Hood. E' ambientata tra il secondo e il terzo volume della trilogia e parla di un piccolo viaggio nell'ormai distrutto villaggio dove viveva Robin insieme alla sua famiglia. Ci sono alcuni riferimenti, non spoiler, agli eventi che caratterizzano la saga. Buona lettura.
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Estate. La sua prima estate nella foresta, con la sua nuova famiglia.
Quell’anno aveva portato molte novità, alcune cattive e altre straordinarie, nella sua vita.
I suoi capelli erano leggermente cresciuti e adesso erano sciolti al vento mentre galoppava insieme a Golosa. Quel giorno erano solo loro due, amazzone e puledra.
Donatale da Mud e Braelyn, Golosa si era subito insinuata nella sua vita. Prima esplorava a foresta da sola e al massimo con Robert ed Ewan, ma da quando c'era lei, sola lo era ben poco. E le andava più che bene. 
Anche se non sembrava, le mancava molto casa, quella era la stagione in cui lei e suo fratello andavano nel fiume a fare il bagno  o semplicemente a giocare con gli altri ragazzi. 
Quanto le sarebbe piaciuto riavvolgere il tempo e passare anche solo uno di quei momenti di felicità.
Uno scatto da parte di Golosa la riportò alla realtà. Galopparono per un altro po', fino a raggiungere la valle dove la Reggia era stata creata. Anche se era ancora mattina presto, la vita che arricchiva la foresta era già attiva. Trovò Maud vicino al fuoco con Paul. I due stavano chiacchierando mentre il secondo aggiustava le esce per andare a pescare.
Lei scese da Golosa e dopo averla liberata si avvicinò a loro. 
– Buongiorno Robin. Fatto buon viaggio? –
– È stato molto piacevole. Golosa è un fulmine quando le do redini. Maud, oggi non sono di guardia, ci alleniamo? Il pomeriggio sono impegnata. 
Per fortuna Maud accettò.
Non aveva detto a nessuno del suo programma pomeridiano, nemmeno a Robert. Gli diceva tutto ma non era riuscita a farlo anche se ci aveva provato diverse volte. A questo punto sperava solo che lui non la scoprisse. Avrebbe insistito per accompagnarla e non se la sentiva di stare con qualcuno. 

– Robin? – qualcuno la distolse dai suoi pensieri e lei si concentrò sulla ragazzina. Era migliorata tantissimo dalla loro prima lezione.
– Maud, scusami ma oggi ho la testa tra le nuvole. –  La ragazzina scosse la testa e prese la successiva freccia. 

Spronò per l'ennesima volta Golosa. 
Voleva andare subito e non le importava se qualcuno l'avrebbe ostacolata, non glielo avrebbe permesso lo stesso. Il tragitto fu meno lungo di quello che si aspettava, più corto e il suo cuore non poté evitare di perdere un battito. 
Riconobbe il  suo centesimo passo, lo riconobbe da tutte le parti. Il centesimo passo che la separava dalla foresta, che le faceva da separé con il resto del mondo.  
Scese da cavallo quando la strada sterrata iniziò, prese le redini e la condusse davanti a una casa con un forno. Era quasi del tutto distrutto ma si riusciva ancora a capire la costruzione originale. 
Davanti alla porta del fornaio c'era una freccia. Si avvicinò con passi lenti e lievi. Alzò la mano tremante e sfiorò la freccia. 
Non la tolse, non lo voleva e non l'avrebbe mai fatto. 
La sua prima freccia scagliata. 
Sentì un peso sulla spalla e un fiato caldo sfiorarle la guancia. La sua mano, si spostò dalla freccia  al muso nero della sua amica. 
“Siamo a casa.”

Lentamente si voltò, spostando il muso di Golosa. 
Prese un respiro e puntò lo sguardo alla casa dove era nata e cresciuta. Per un attimo il modo in cui la conosceva si oppose al modo in cui appariva adesso e la realtà le piombò addosso in modo crudele. 
Il tetto non esisteva più, era stato divorato dal fuoco, la porta era stata buttata a terra. Le mura di legno erano annerite e marcite. Fragile, sembrava che con un colpo di vento sarebbe caduta giù. Era la sua casa, il suo villaggio, la sua vita passata. Perché bisognava essere così crudeli?
Oltre a Philip, lei era stata l'unica a salvarsi, a vederli il giorno dopo ridotti in cadaveri di sangue e cenere. A seppellirli e a piangere della perdita che l'avrebbe segnata per tutta la sua vita. 
Con occhi lucidi e il fiato corto, varcò la soglia. 

“Mamma! Papà! Sono a casa.”


Lasciarsi avvolgere dall’odore della foresta era un abbraccio confortevole datole dal padre. Si era allontanata per poco tempo ma era bastato per farle mancare la sua nuova casa.
Quella piccola avventura fuori porta era finita e lei poteva ritenersi soddisfatta della sua conquista. Lo scompartimento segreto nella vecchia casa degli Hood era riuscito a  salvare i tesori che i componenti della famiglia ritenevano tali. Era una specie di tradizione: ogni cosa che rievocasse un ricordo felice o un evento straordinario veniva inserito nello scompartimento sotto il pavimento in legno. Le sembrava un pochino ingiusto portarli via tutti perché il loro posto era quello ma se voleva davvero stare tranquilla su quell’argomento, portarli con sé era la scelta giusta. Magari poteva nasconderli da qualche parte o solo tenerli al sicuro nel magazzino del Castello, sapeva che gli altri non glielo avrebbero impedito. 
Inoltre alcune di quelle cose potevano sempre tornare utili al gruppo, basta che venivano usati con clemenza ma per quello poteva stare tranquilla. 
Persa nei suoi pensieri, non si rese conto di essere di nuovo tornata nei pressi della Reggia fino a quando una voce risuono non poco lontana da lei.
“Dove sei stata?” 
Rallentando la galoppata di Golosa, la ragazza guardò in direzione della voce  e sorrise quando da alcuni cespugli vicini sbuco Liz. La ragazza le sorrideva mentre si avvicinava alla morella ormai ferma.
“Dovevo prendere alcune cose.” Robin scese da Golosa, che una volta libera dalla sella galoppo via, e si avvicinò a Liz con una sacca piena in mano.
“Cosa hai preso? E dove?”
“ Sono stata nella mia vecchia casa a Wellfield e ho preso i tesori della mia famiglia. Alcune di queste cose possono tornarci utili ma il resto è solo per ricordo. Come ad esempio questo.”
Era un piccolo pettinino in legno, ancora in buono stato. “Questo pettinino è stato regalato a mia madre da mio padre all’inizio della loro relazione. Lo ha intagliato lui stesso e lei se ne è presa cura sempre. Ricordo che  mi ci spazzolava i capelli prima di andare a letto. Era l’unico modo per farmi addormentare.”
Liz le sorrise e insieme si incamminarono verso il Castello.

Dopo aver spiegato agli altri la sua piccola avventura nel passato, la ragazza sistemò all’intero della sua cassa le ultime cose rimaste e che non avevano alcuna utilità per la vita che svolgeva adesso.
Una mano si depositò nella sua spalla e la ragazza si girò. Dietro di lei c’era Robert che le sorrideva.
“Potevi dirmelo che ritornavi a Wellfield, ti avrei accompagnato.” Sedendosi accanto a lei, il ragazzo esaminò il pettinino che la ragazza aveva appena sistemato. Lo prese tra le mani e lo esaminò.
“ Tu potevi chiedere. In ogni caso era meglio così, avevo bisogno di rimanere sola per un ultimo saluto.” 
Annuendo il ragazzo cominciò a passare il pettine tra i capelli di Robin, che dopo un primo momento si rilassò e godette il momento.
In quel momento c’erano solo loro due, la mano del ragazzo che muoveva il pettinino tra i suoi capelli e l’altra mano calda di Robert, che stringeva la sua. Voleva tanto dirgli quello che provava  per lui ma a volte pensava che non era necessario.  
Sapeva che i suoi sentimenti prima o poi sarebbe usciti ma non era ancora il momento. 



E’ da un sacco di tempo che non pubblico qualcosa e mi dispiace moltissimo. Negli anni derivati dalla mia assenza molte cose sono cambiare. Tra moltissime opere da recensire, il lavoro e altre cose collegate al mondo I Divoratori di Storie, la mia immaginazione e la voglia di scrivere per queste fanfiction è stata risucchiata. Per fortuna ho deciso di ritagliare un piccolo pezzo per scrivere e spero di riuscire a incastrare il tutto. La mia voglia di scrivere è tornata esattamente come l’immaginazione. Vorrei dire che sono maturata nella scrittura ma questo non è compito mio. Tocca a voi.
La prima parte di questa fanfiction l’ho scritta anni fa. Ho cercato di apportare modifiche e ho scritto la seconda parte in questi giorni. 
Ad ogni modo che vi sia piaciuto. Se volete acquistare il libro seguite questo link: https://amzn.to/2IhRXhn


Se volete leggere le recensioni sulla saga di Elena Kedros, che vede Robin Hood in versione femminile, seguite questo link: https://divoratoridistorie.wordpress.com/?s=elena+Kedros

Grazie per aver letto questa fanfiction, alla prossima.
Sophie Robin Kendrick
   
 
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