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Autore: Herm97    17/02/2019    0 recensioni
Lei si trasferisce.
Lei incontra lui.
L'ultimo anno da liceali, e il diploma non è per niente vicino.
(Potete trovare la stessa storia su Wattpad - IAmTavi)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Pilot

 

La famiglia Granger imboccò il vialetto di una deliziosa villa a due piani, circondata da un grande giardino ben curato. L'erba, di un verde intenso, dava l'impressione di essere morbidissima, fresca, bagnata. Sulla sinistra della villa c'era un alto albero: la chioma immensa nascondeva una graziosa casetta appena costruita e tremendamente invitante; c'era persino un'altalena legata ad uno dei rami più spessi.

Caleb fermò l'auto e guardò Adele, la moglie, con un ampio sorriso. Lei ricambiò immediatamente; avrebbe voluto comunicargli quanto già le piacesse quel posto, ma le parole in questo caso erano superflue, quasi inutili. Senza dire una sola parola, i coniugi scesero dalla macchina e subito respirarono a pieni polmoni quella che stavano iniziando a definire aria di casa.

Jaime seguì i genitori un secondo più tardi, sbadigliando. Avendo passato più di quattro ore in viaggio, in quel momento non gli importava affatto di dare la sua opinione sulla casa. Era esausto e volentieri si sarebbe buttato sul letto a schiacciare un pisolino prima di cena.

L'ultima ad abbandonare il veicolo fu Heidi. Lei non era poi così felice di trovarsi lì, davanti alla nuova casa che i suoi genitori avevano acquistato. Si sentiva pesante e terribilmente nostalgica: si era dovuta lasciare alle spalle i suoi amici, la casa in cui era cresciuta, la scuola che amava alla follia. La sua migliore amica le aveva detto di pensare positivo, eppure ad Heidi sembrava un'impresa fin troppo complessa.

«Allora, che ve ne pare?» domandò Caleb ai figli, circondando le spalle della moglie con un braccio. «Pronti ad esplorare la nostra nuova casa?»

«Proprio carina» rispose Heidi con sarcasmo, alzando gli occhi al cielo.

«Heidi Jane Granger!» la riprese immediatamente Adele.

La donna si voltò nella direzione della figlia e la fulminò con lo sguardo. Heidi capì che forse era meglio evitare di dire altro. Jaime, che aveva assistito alla scena con le mani nascoste nei pantaloni, si avvicinò alla sorella e le arruffò i capelli, sussurrandole poi che presto si sarebbe ambientata.

«La fai facile tu» replicò allora Heidi, incrociando le braccia al petto. «Stai qui una settimana e poi parti per il college!»

«Vero,» annuì Jaime. «ma cerca di vederla in questo modo: durante l'ultimo anno di liceo, i mesi passano così velocemente che in un battito di ciglia avrai il diploma in mano e starai già preparando le valige per l'università»

«Se lo dici tu, Jaime...»

°*°

L'interno della nuova villa dei Granger era immensa e moderna, con alti soffitti e lampadari di cristallo. L'ingresso era simile alla hall di un albergo, solo leggermente più piccola e senza il bancone della reception. Le pareti erano color grigio chiaro, anonime; non c'era neanche un quadro, né una foto di famiglia. Le scale per raggiungere il piano superiore erano larghe, posizionate a circa sei metri davanti alla porta blindata.

Adele e Caleb avanzarono sicuri, i tacchi della donna che sbattevano sul parquet. Raggiungte le scale, entrambi si girarono e guardarono i propri figli con sorrisi ampi. Sembrava che i due fossero lì lì per annunciare qualcosa di importante, ma Adele e Caleb si limitarono ad indicare prima alla loro destra e poi alla loro sinistra.

Jaime e Heidi, all'unisono, corrugarono la fronte e a passo lento, quasi incerto, raggiunsero i luoghi che i genitori avevano appena indicato. La prima stanza che esplorarono fu il salotto: un divano ad angolo bianco era posizionato davanti al camino e, sopra quest'ultimo, fisso alla parete, si trovava un televisore al plasma dell'ultimo modello.

Una grande finestra dava sul giardino e, accanto ad essa, su entrambi i lati, due alte librerie ospitavano testi e storie da ogni dove. Sulla parete opposta, quella in cui c'era la porta a vetri che portava al retro della casa, c'era persino un mobile nel quale Caleb aveva messo i suoi alcolici preferiti.

Da lì, Jaime e Heidi tornarono indietro e, una volta superato nuovamente l'ingresso, passarono sotto ad un arco ed entrarono in una spaziosa cucina. Una penisola in marmo era stata posizionata in mezzo alla stanza e, sopra ad essa, vi era un cesto con della frutta fresca e invitante. I pensili, i mobili, il frigorifero e la lavastoviglie erano bianco perla e anche lì le pareti erano grigio chiaro; c'era poi un grosso orologio analogico che segnava le cinque del pomeriggio.

«Non è male, no?» chiese Jaime a sua sorella, circondandole le spalle con un braccio.

Lei annuì e allo stesso tempo disse: «Avrebbero comunque potuto usare colori un po' più vivaci»

Una volta usciti dalla cucina, Adele e Caleb vollero mostrare ai figli il piano superiore. Salirono la scala in silenzio e sotto i loro piedi qualche gradino scricchiolò piano. Sul corridoio si affacciavano cinque porte e Heidi si chiese immediatamente quale fosse la sua: poco prima di entrare, allungando il collo, aveva visto che una delle camere aveva un balcone.

Fu Caleb a prendere in mano il compito di fare da guida. Con lo stesso sorriso ampio dipinto in volto, l'uomo mostrò a Jaime e Heidi la camera degli ospiti, la quale aveva un letto matrimoniale e un armadio a specchi. Dopodiché, la famiglia Granger passò al bagno principale, che comprendeva sia una doccia che una vasca da bagno con idromassaggio incluso.

«Faremo a gara per avere anche solo cinque minuti di relax in quella vasca» commentò Jaime, guardandola con occhi sognanti.

«Io vado per prima» si prenotò immediatamente Heidi, ghignando. Jaime la spinse piano e lei scoppiò a ridere.

Da lì, i Granger si spostarono verso la camera padronale, quella di Adele e Caleb. La stanza era elegante, spaziosa, stupenda. Al suo interno vi era un comodo letto matrimoniale sul quale sostavano una quantità indefinita di cuscini; un alto armadio in legno era addossato ad una delle pareti – questa volta il grigio era scuro. Sui comodini, lampade dall'aspetto moderno riprendevano lo stile della casa.

Heidi puntò il suo sguardo sulla parte di camera dove c'erano le finestre e, con un secondo ghigno, constatò che lì il balcone non c'era affatto.

I colori che regnavano nella camera di Jaime erano il blu e il bianco. Il letto era ad una piazza e mezza e dieci centimetri sopra la testata era stata fissata una grossa "J" in legno. Dove solitamente viene posto un comodino, Caleb e Adele avevano preferito metterci una scrivania; il suo portatile era già lì e accanto c'era persino una foto che ritraeva lui e Beth, la sua fidanzata.

Quando Caleb aprì la porta della stanza di Heidi, la ragazza non riuscì a trattenersi. Lanciò un urletto e saltò, e nella sua mente fece il balletto della vittoria. Entrando in camera, il letto era stato posizionato sulla destra, addossato a due pareti; di fronte c'era il balcone che aveva tanto desiderato negli ultimi dieci minuti.

Come per il fratello, anche Heidi aveva la sua "H" in legno e qui i colori erano l'azzurro pastello e l'oro. Appesa ad un muro, sopra la scrivania, vi era una bacheca in sughero sulla quale Heidi avrebbe potuto attaccare tutte le sue foto preferite.

«Bene, il tour è finito» disse Adele, bagnandosi leggermente le labbra. «Adesso sarà meglio tirare giù le valige dall'auto e sistemare i vestiti. Heidi, mi raccomando: non buttarli nell'armadio come al tuo solito. Sii ordinata!»

Heidi alzò gli occhi al cielo. «Sì, mamma»

   
 
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