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Autore: DarkYuna    17/02/2019    1 recensioni
(Seconda parte di "Ricama il mattino con i fili della notte")
Dal nono capitolo:
"La luce opalescente del giorno vicino alla morte si riverbera suggestiva nei suoi occhi
e le iridi trasparenti albeggiano su un cuore che si strugge, nella forza tragica,
di un amore non corrisposto.".
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Evans, Nuovo personaggio, Sebastian Stan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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3.








 
Che cosa saresti disposto a fare per una persona che ti piace?
Non una persona qualsiasi, una cotta passeggera, un fuoco di paglia, qualcuno di cui, dopo un mese, non rammenti neanche più il nome.
Intendo per la persona giusta, quella che regna nel tuo cuore e cammina per le vie della mente, dove un suo sorriso ti fa sfiorare il paradiso e nei suoi occhi trovi la tua anima.
Il famoso principe azzurro che attendo da tutta una vita.
Io, per la persona giusta, farei qualsiasi cosa, perfino perlustrare letteralmente Boston in macchina in tre giorni per cercare il posto adeguato per un primo appuntamento da sogno.
Alla fine, sono fiera di me, perché l'ho trovato.
 
 
Lego i lunghi capelli neri in un'alta coda di cavallo, ho bisogno di essere comoda e pratica per quel che ho in mente, ho optato per indumenti elasticizzati, leggins neri, stivali bassi, maglione di lana bianco. Ho usato un trucco waterproof se in tutti casi dovesse piovere, non vorrei fare la fine del panda.
Davanti allo specchio canticchio la canzone che suona dallo stereo ed ondeggio i fianchi a tempo di musica, così di buon umore che potrei spiccare il volo.
 
"You make me this, 
Bring me up, 
Bring me down, 
Play it sweet, 
Make me move like a freak 
Mr. Saxo beat
Make me this, 
please me up, 
please me down, 
pleasing sweet, 
Make me move like a freak.".
 
 
Anastasiya passa indolente per il corridoio dell'appartamento, ha una grande tazza di latte caldo con corn-flakes al cioccolato, che mangia con il cucchiaio. Ha il pigiama con gli orsetti rosa, segnale che ha intenzione di restare a casa.
<< Esci? >>, sbiascica con la bocca piena. Un rivolo di latte le scivola sul mento, se lo pulisce con la manica della maglia e poi viene a sedersi sul mio letto.
 
 
Annuisco raggiante, ruoto su me stessa ed assumo una posa da star.
<< Come sto? >>.
 
 
Alza il pollice, mastica di fretta ed ingoia il boccone.
<< Chi è il fortunato? >>.
 
 
Il sorriso silenzioso si apre totalmente, gli occhi parlano per me, gridano un nome che avverto in ogni angolo del mio essere e, non le ci vuole poi molto tempo per giungere all'unica conclusione logica.
 
 
<< No! >>, sbotta incredula, sbarrando le palpebre. Smette di mangiare, la notizia prende il sopravvento sul cibo. << Non dirmi che? >>.
 
 
<< Ah sì, sì, proprio lui. >>, confermo raggiante. Sprizzo allegria da tutti i pori, sarà difficile frenarmi.
 
 
<< Cioè lui? >>.
 
 
<< Sì lui. >>.
 
 
<< Ma davvero? >>.
 
 
<< Davvero! >>.
 
 
<< Oh cazzo! Ma quindi stasera? >>.
 
 
Osservo l'orologio elettronico che ho sul comodino, adiacente al letto. Sono le sette in punto.
<< In realtà dovrebbe essere già qui. >>. Non faccio in tempo a finire la frase, che il citofono echeggia nell'appartamento e la mia agitazione raggiunge dei livelli incalcolabili.
 
 
<< Mi stai dicendo che stai uscendo con Sebastian Stan? >>, domanda ancora Anastasiya, mentre mi guarda boccheggiante infilarmi il cappotto e schioccarle un affettuoso bacio sulla guancia.
 
 
<< Augurami buona fortuna, che forse ci sarà più di un'uscita con Sebastian Stan! >>.
 
 
<< Buona fortuna tesoro! Preparo i confetti per il futuro matrimonio! Ricordati di me per fare da madrina ai futuri pargoli. >>.
 
 
<< Ti racconto tutto quando torno. >>.
 
 
<< Cerca di tornare il più tardi possibile! >>, auspica, tifando per me.
 
 
<< Speriamo! >>. Esco dalla camera, corro quasi fuori di casa, poi giù per due rampe di scale, così febbricitante da non riuscire più a contenere la gioia.
Apro il portone del palazzo e Sebastian è proprio lì, accanto all'entrata, sta ancora attendendo una risposta da parte mia al citofono e, senza riflettere bene su cosa dire e fare, gli getto istintiva le braccia al collo, travolgendolo con la mia inesauribile euforia.
Deve essere questo il paradiso, stare stretta al corpo dell'uomo che ti piace e che ti fa sentire viva.
Profuma di buono, forse sono rose ed oceano: rose d'oceano. Ecco sì, profuma di rose d'oceano.
 
 
Indietreggia appena, investito dalla mia reazione imprevedibile. Ricambia l'abbraccio impetuoso, più per impedire di cadere entrambe, solo in un secondo momento capisco che mi sta abbracciando anche lui.
 
 
<< Scusa. >>, dico, non riesco a saziarmi di sentirlo contro di me, vorrei avvertirlo sulla pelle nuda, nel sangue, dentro il mio corpo, in ogni singola cellula che mi compone. << Non ho resistito. >>. Fatico a lasciarlo andare, temo che possa prendermi per pazza, invece sta sorridendo sincero, non è infastidito, appare più che altro... compartecipe.
 
 
Non è totalmente preso come la sottoscritta, ma nemmeno gli dispiacciono i miei slanci affettivi.
<< Non trattenerti mai, allora. >>. Ha una luce diversa, un mare in tempesta negli occhi, l'espressione è intensa. Si tira di lato e mostra una magnifica macchina rossa costosa, dalla carrozzeria lucida, pulita, che scintilla sotto il lampione arancione.
<< Wow! Che bella: è una Ferrari? >>. La mia conoscenza in fatto di macchine è pari a zero, per me sono tutte Ferrari, anche automobili che non sono nemmeno lontanamente paragonabili.
 
 
Trattiene a stento una risata.
<< Jaguar Piecha. >>, corregge, divertito dalla mia incompetenza in quel campo. Apre lo sportello, con una gentilezza dilettevole, mi rammenta Chris Evans con sua moglie Andria e, una piccola parte di me finge di essere, solo per stasera, la moglie di Sebastian Stan. << Madame. >>.
 
 
<< Sicuro non sia una Ferrari? >>. A me lo sembra. Siedo all'interno dell'auto, ha un profumo di pulito e limone dissetante, deve essere stata lavata di recente.
 
 
Sebastian ride di gusto.
<< Metti la cintura, Ferrari. >>, ammonisce bonariamente. Chiude lo sportello e prende posto accanto a me. << Sai tante cose, leggi tanti libri e mi cadi sulle macchine? Dovrò darti delle ripetizioni. >>, annuncia e solo nelle mia testa quella proposta scherzosa ha un retrogusto erotico.  
 
 
<< Come fai a sapere che leggo tanti libri? >>.
 
 
Rivolge un'occhiata maliziosa, mette in moto, ingrana la marcia e, senza allacciare la cintura, s'immette in strada con una sicurezza invidiabile. Continua ad essere sexy, senza alcuno sforzo.
<< Io so tante cose, Elaine. >>, ha la voce bassa, proporzionata, volta a sedurre la mente e il corpo.
Sono esterrefatta, ci siamo visti due volte, da cosa lo ha dedotto?
 
 
Inarco le sopracciglia, gli lancio un'occhiata da competizione.
<< Anche quello che penso? >>, lo sfido apertamente, infilandomi in una strada tenebrosa e proibita, composta da concetti illegali, sospiri di piacere e voglie scabrose.
 
 
<< So anche quello che ancora non sai di pensare. >>.
 
 
<< E cioè? >>. Fisso il profilo perfetto, i fari delle macchine provenienti dalla carreggiata opposta, gli schiariscono velocemente una parte del viso, in un gioco di ombre e luci che ha del portentoso.
 
 
Sospira appena, si trattiene dall'essere sincero.
<< Per adesso dimmi quello che io ancora non so di sapere: dove stiamo andando? >>, cerca di spegnere i toni importanti e non capisco se è solo una tattica o se mi sta tenendo a distanza.
 
 
Riprendo un briciolo di controllo, mi concentro sulla strada, ho nel cuore in tumulto una sensazione bislacca, diversa da quelle saggiate in passato, come un roseto corvino che germoglia ricoperto di spine, che si conficcano nella carne viva ed infilzano in profondità.  E Dio se fa male!
<< In centro, da lì ti dico dove andare. >>.
 
 
Un silenzio freddo ed imbarazzante cala inesorabile nell'abitacolo ed è spiacevole e teso. Perché facciamo così fatica ad ingranare? Dipende da me? C'è qualcosa in me di sbagliato?
Sono sempre stata spigliata ed estroversa con tutti, perché stavolta è diverso?
Decreto che, se devo sul serio colpire positivamente Sebastian, devo permettergli di conoscermi davvero, senza che debba limitarmi: essere semplicemente me stessa, comportandomi come se lui fosse un amico, anziché l'uomo che mi piace. Per ora sono semplicemente una delle tante, lo so, lo avverto da come mi tratta, dal modo in cui parla, non è coinvolto, non come lo sono io.
 
 
Traggo un profondo respiro, fisso intensamente un punto al di fuori del finestrino, fingo di essere da sola altrimenti questa nuova timidezza può tirarmi un colpo basso... e poi lo faccio, provo a stupirlo.
<< The world was on fire and no one could save me but you. >>, inizio ad intonare l'unica canzone che ha in sé le parole che non riesco a dire. Sebastian si volta meravigliato: una volta tanto le lezioni di canto prese da bambina, servono a qualcosa. << It’s strange what desire will make foolish people do. I never dreamed that I’d meet somebody like you. And I never dreamed that I’d lose somebody like you. No, I don’t want to fall in love... no, I don’t want to fall in love... With you. >>. Smetto di intonare l'ultima nota e di nuovo quel silenzio scomodo, temo che possa pensare di ritrovarsi una pazza in macchina, ma quando giro il viso fino a lui, non è questo che scorgo.
 
 
Gli occhi brillano nel buio, sono colmi di ardore, energia, veemenza, passione e... desiderio. Un desiderio sfrenato.
Erano già tutte dentro di lui, le teneva imbrigliate con prepotenza, ora sono libere di sfogarsi tutte insieme, tutte nello stesso momento.
<< H-hai la voce di un angelo. >>. Il complimento è spontaneo, gli arriva dritto dall'anima, non è una frase di circostanza, lo pensa davvero. Deglutisce più volte, avverto un tassello mutare radicalmente e l'atmosfera cambiare. << Una volta guardavo un'altra persona, come tu stai guardando me adesso. Con tutto il carico di sentimenti gravosi che può portare la brama per qualcuno, il cui cuore, è già occupato. >>, racconta mesto, la pellicola dei ricordi si riavvolge più volte e guarda di nuovo un passato vissuto.
 
 
Devo averlo colpito più di quanto credo, perché se si sta aprendo, la mia speranza si è concretizzata.
<< Il tuo cuore è già occupato? >>, chiedo scossa, ma non so se voglio conoscere la risposta. Sono innamorata di una persona che lo è, ma di un'altra: fa male, davvero troppo male e non riesco a tollerarlo.
 
 
Stringe le mani sul volante, le nocche scoloriscono appena.
<< Non nel modo in cui lo intendi tu... lei ha smesso di occupare il mio cuore tanto tempo fa... credo di aver amato un riflesso fino ad oggi, qualcosa che non esisteva, che era solo nella mia mente. Le ho dato un volto che non le apparteneva, che non le è mai appartenuto, che ho forzato di mia scelta. Mi sono trascinato in una storia che non avrebbe mai avuto futuro, accontentandomi delle briciole, dei momenti di sporadica passione, poi lei è tornata alla sua vita, io alla mia, ed era un supplizio senza fine. Ero certo che l'amore bastasse, ma l'amore non basta. >>.
 
 
Torturo le mani in grembo, la pelle è gelida, benché ci sia il riscaldamento acceso. In verità il freddo viene da dentro.
<< Perché mi stai dicendo questo? >>. La voce è quella di un cane bastonato.
 
 
Scuote appena la testa, le iridi si perdono nella notte, schiude la bocca umettata.
<< Perché voglio sentirti cantare ancora... e per farlo, devo essere sincero, non voglio omettere nulla, devi essere pienamente consapevole, per poi scegliere liberamente. >>.
 
 
<< C'è qualcos'altro che devi dirmi? >>. Continuo a non voler sapere e non capisco perché lo domando, perché mi sto impelagando in una storia in cui soffrirò? Perché sono così romanticamente sciocca?  
 
 
Annuisce, i lineamenti sono rigidi, la bocca tesa.
<< Non sono innamorato di te. >>.
Era palese che fosse così, non sarebbe potuto essere altrimenti, non dopo aver visto una persona appena tre volte, però sentirselo dire è tutto un altro paio di maniche, è un po' come strapparsi il cuore per divorarlo, più e più volte.
 
 
<< Allora perché sono qui? >>.
 
 
<< Perché sono attratto da te... inevitabilmente attratto da te e mi piace seguire il mio istinto. >>. Parla di attrazione fisica, quindi è il mio corpo che vuole, non la mia anima. Io vorrei la sua anima, il corpo sarebbe solo un'aggiunta. È questa fondamentalmente la differenza tra uomini e donne.
 
 
<< Sei un egoista. >>, lo definisco con calma, in realtà sto urlando dentro, vorrei gridargli di fermare la macchina e lasciarmi scendere. Non pretendo che mi riporti indietro, sono così orgogliosa da farmela a piedi, benché faccia freddo da morire.
 
 
<< Lo so. >>, accetta senza offendersi. Non era comunque mia intenzione insultarlo, l'ho solo descritto nell'atteggiamento che sta adoperando con me.
 
 
<< Non vuoi implicazioni sentimentali. >>, prendo atto, dandolo per scontato.
 
 
<< Non ho detto questo. >>.
 
 
<< Sai quello che hai detto. Se è solo sesso, perché questa messinscena dell'appuntamento? Perché non sei stato subito chiaro, credevi che non avrei potuto accettarlo ugualmente? >>. Mantengo una calma serafica, non alzo la voce, eppure ricorderò questa serata per le urla che tuonano nel cervello e le lacrime che non ho versato.
 
 
<< Perché non ho l'innamoramento a comando, voglio dare una possibilità ad entrambe e per fare ciò, ho bisogno di trascorrere molto tempo con te, Elaine. Sono chiaro adesso, te lo sto dicendo adesso, voglio che non ci siano incomprensioni, non voglio che sia solo squallido sesso, okay? >>.  
 
 
Tento di rasserenare la mente e di porre un ragionamento coerente sull'intera faccenda. Sta provando ad essere sincero e sta mettendo in chiaro ogni cosa sin da subito, vuole trascorrere molto tempo con me e spera che l'attrazione fisica si trasformi in altro.
Di base è così che iniziano le relazioni, sono solo io quella che è partita in quinta, perché già innamorata persa sin dalla prima volta che l'ho visto di persona, ma per lui funziona in modo diverso: non è un folle. Devo rispettare questa sua richiesta, dargli tempo, aiutarlo, non criticarlo, litigandoci e peggiorare il contesto delicato. I sentimenti non sono mai facili, specialmente se di mezzo c'è un cuore che ha amato e non è stato amato a sua volta.
Sebastian Stan ha sofferto, sta a me ricucire le ferite e voglio riuscirci.
 
 
Indosso il più bel sorriso che posseggo, il cuore si riempie di speranza e il tono della voce cambia decisamente.
<< Va bene. >>, espongo alla fine. Meglio un'attrazione fisica che essergli totalmente indifferente, posso accontentarmi per adesso.
 
 
Lancia occhiate smarrite tra me e la strada, forse alla fine si convincerà che io sia davvero matta da legare.
<< Va bene? >>.
 
 
<< Sì, va bene. >>. Lo osservo, gli occhi chiari, le labbra morbide, una lieve ricrescita di barba, la pelle, le mani... lui... lo osservo e vorrei continuare a farlo per tutta la vita. Come ho fatto ad innamorarmi così, tra un sospiro ed uno sguardo?
 
 
Piega la testa di lato, increspa le sopracciglia, come se si fosse aspettato ben altro, magari una sfuriata, il fallire dell'appuntamento, lacrime e scenate varie.  
<< Va bene e basta? Finisce così? Non vuoi uccidermi? >>.
 
 
Rido e non fingo, rido perché non ha detto che non vuole provarci, rido perché spero di rendergli il compito meno complesso, e non andremo da nessuna parte se metto il broncio.
<< E chi li mantiene i nostri cinque figli? >>, chiedo ilare, voglio togliere quell'espressione triste dal viso bellissimo, voglio che ci sia luce e felicità, voglio aprire la sua prigione e togliergli le spine dall'anima.
 
 
Tira la bocca da una parte, l'ombra di un sorriso aleggia e smorza la durezza eccessiva.
<< Sei figli. >>, mi corregge stuzzicante, inserisce la marcia e si perde in un pensiero intimo. << Sei figli. >>.
 
 
 
 
 
 
    
 
 
 
 
Il Boston Common Frog Pond è ubicato nel cuore del Boston Common, il parco pubblico più antico e prezioso degli Stati Uniti. Con una pista di pattinaggio invernale in cui le scolaresche imparano a pattinare, una piscina riflettente in primavera e in autunno, una piscina a spruzzo estiva ed una giostra per bambini. Ci sono sempre attività divertenti ed eccitanti per tutti i gusti.
E quando Sebastian scorge la visuale d'insieme vivacizzare la notte con i suoi bagliori blu natalizi, apprende con un sorriso limpido che è questo il posto speciale che ho scelto per consentirgli di innamorarsi di me.
La pista di ghiaccio brulica di cappotti dai colori diversi, profumo di muschio bianco si addensa nell’aria. Sullo sfondo, la notte, è rischiarata dalle luci provenienti dagli alti edifici circostanti. "White Christmas" impazza dalle casse stereo collocate ai lati della pista.
Il Natale qui non è una festa, è uno stato d’animo, in grado di riscaldare anche il più freddo dei cuori.
 
 
<< Pronto a vedermi scivolare, rompermi un osso e finire in ospedale, per il nostro primo appuntamento? >>.
 
 
<< Tu non sai pattinare? >>, esce fuori come una domanda, anche se suona più come un'affermazione.
 
 
<< Mai pattinato in vita mia. >>, confesso colpevole, conscia della figura patetica che sto andando a fare.
 
 
Si ferma a metà strada, incredulo di quel che ha appena udito.
<< Cioè, tu non sai pattinare e stiamo andando a pattinare? >>. Gli viene fuori una risata scioccata, però adorabile.
Ho il sentore che troverò adorabile qualsiasi cosa sia accostata a Sebastian Stan, anche il camion della pattumiera.  
 
 
Arresto il passo, in questo preciso momento le luci blu natalizie esaltano un paio di occhi al sapore d'inverno, che scavano fin dove nessuno è stato mai. Un luogo sconosciuto perfino a me stessa, che si desta da un lungo letargo e si ritrova davanti ad una passione così violenta da rischiarare a giorno le tenebre eterne.
 
 
<< Per conquistare qualcuno che non hai avuto mai, devi fare qualcosa che non hai fatto mai: questa è solo la prima. >>, dico in un sussurro incantato. Lascio che tutto quel che penso venga fuori senza censure.
 
 
Sebastian ricambia lo sguardo intenso, morde il labbro inferiore e il sorriso è più dinamico, poi, stupefacendomi, protende la mano aperta verso di me.
<< Andiamo dai, ti insegno a pattinare. >>.
 
 
Non me lo faccio ripetere due volte, accetto il suo invito, gli stringo la mano calda ed accogliente ed ho un colibrì che sbatte frenetico le ali nel torace.
Faccio strada all'interno del Boston Common Frog Pond, riusciamo a bisticciare allegramente su chi deve pagare i biglietti, però ha la meglio, così come riesce ad avere la meglio su tutto ciò che mi riguarda.
Deve esserci già venuto in precedenza, perché conosce bene il posto e si muove sicuro nella stanza che contiene l’attrezzatura da ghiaccio.
Cerchiamo i pattini giusti, tra risatine e battute, scherziamo su chi cadrà per primo e quando, mi siedo per indossare i pattini, lui si china ai miei piedi, per aiutarmi a calzarli nel modo corretto.
Avverto un senso di turbamento che si fa largo prepotente su per lo stomaco.
È una percezione misteriosa, dai risvolti caldi, per nulla rassicuranti, a cui non riesco a dare un nome o una spiegazione. Fa male, però. E mi provoca disagio. Non ricordo di essere mai stata a disagio con qualcuno, come adesso. Guardarlo mentre mi infila i pattini, ha un eccentrico riflesso in me: ho voglia di piangere.
Riesco a nascondere perfettamente la confusione spiazzante, con un sorriso fittizio.  
Mi prende nuovamente per mano e, accorto, andiamo sulla pista di ghiaccio. È una buffa esperienza, come quando impari ad andare in bicicletta, togliendo le rotelle di supporto, ti ritrovi a cercare un equilibrio nuovo su due ruote.
 
 
Con tutta la forza afferro gli avambracci, abbarbicandomi a lui come un polipo sullo scoglio. Le gambe tremano.
Ma come si fa a pattinare su questi arnesi malefici?
<< Se mi lasci, t’ammazzo! >>, avverto, atterrita dallo zampettare goffo da pinguino con seri problemi motori. Una mossa falsa e cadrò a gambe all’aria.
 
 
Lui invece è a suo agio, quasi elegante, ha completa confidenza di sé.
<< Fidati di me. >>, sussurra con un tono avvincente, intenso, profondo, con una voce che mette i brividi, più del freddo di Dicembre. Ha gli occhi che brillano di una luce affascinante, per un momento non è più Sebastian Stan, l'attore famosissimo dietro uno schermo e per cui ho sempre avuto una cotta... per un momento, non so più chi è lui e chi sono io.
Dischiude la bocca pallida, il respiro si condensa nell’aria fredda e sono persa a contemplare le iridi di laguna, che splendono più di un sole a mezzanotte. Ho il cuore che batte con tonfi lenti, potenti, tuoni che echeggiano nel petto e scuotono nell’intimo.
 
 
Poco più in là una c'è una coppia  molto più esperta di come potrei esserlo io, nemmeno fra cent’anni. Lui si accosta a noi, rompendo l’istante arcano, la ragazza esegue una perfetta piroetta su se stessa, con un'agilità invidiabile.
<< La prima volta era esattamente come la tua fidanzata. >>, dice socievole il tipo, riferendosi all’evidente incapacità di pattinare che sto sfoggiando con nonchalance. Non riconosce il mio accompagnatore, siamo solo una coppia come altre cento sulla pista di pattinaggio.
Sono ancora assicurata a Sebastian, abbiamo appena fatto un metro, a me sembrano chilometri.
 
 
Sorride disponibile al tipo, non si affanna a spiegare che non stiamo insieme, che la salita è ancora lunga da percorrere, gli lascia credere che siamo fidanzati, poi mi scruta ed è irrefutabile, di nuovo quello sguardo abbacinante, che lascia senza fiato.
<< Deve solo fidarsi di me. >>, sostiene al ragazzo, fissandomi dritto negli occhi. Rabbrividisco dalla testa ai piedi. << Non ti lascerò cadere. >>, giura indissolubile e non posso far altro che farlo: mi fido.
 
 
Il ragazzo ridacchia.
<< Beh, buona fortuna. >>, augura, tornando dalla fidanzata, che ci lancia occhiate scioccate, prima a me e poi insistenti al mio accompagnatore, d'un tratto impallidisce: l'ha riconosciuto.
 
 
Sebastian scivola adagio al mio fianco, non abbandona le mie mani neppure per un istante, mi afferra solidamente in vita, il viso mulina nei pressi del mio. Se solo potesse udire il mio cuore, non avrebbe dubbi a riguardo su ciò che provo per lui.
<< Chiudi gli occhi. >>, sussurra, il respiro tiepido fa accapponare la pelle ricettiva.
 
 
Deglutisco rumorosamente e mi appresto a fare ciò che ha chiesto, quindi, accorto, mi spinge prudentemente, iniziando a pattinare insieme a me. Non vedo nulla, ho solo lui come punto fermo sul ghiaccio, tra gli sconosciuti e i rumori, il vento gelido sulla faccia e il calore del suo corpo, riesce a farmi scivolare illesa e fare un giro completo della pista.
Sorrido felice, è come volare, dipendo totalmente da lui, non ho paura e, quando meno me lo aspetto, mi fa fare una giravolta su me stessa, afferrandomi prima che perda l'equilibrio.
 
 
<< Ti sei fatta male? >>.
 
 
Sono faccia a faccia con le iridi in cui si specchiano la mia anima. Il mondo tace per un istante che dilaga nell'eternità, ho solo la luce che mi circonda, non esiste nessun altro, ci siamo solo noi due sospesi tra l'inferno ed il paradiso.
 
 
<< Sto per fare la cosa sbagliata. >>, blatero stregata, il cervello è disconnesso dal resto, è l'istinto a prevalere.
 
 
Morde eroticamente il labbro inferiore, affonda nei miei occhi, poi si sofferma sulla bocca.
<< Sbagliata per te o per me? >>, chiede licenzioso, istigando una cupidigia deleteria e scabrosa.
 
 
<< Entrambe. >>.
 
 
La mimica appassisce, schiocca la lingua al palato, la delusione traspare lampante.
<< Se è sbagliata allora non farla. >>, consiglia saggio e mesto, ma non è questo quello che pensa davvero.
 
 
<< No... non la farò. >>, mento spudoratamente, lo afferro imperiosa per il bavero della giacca e premo la bocca asciutta sulla sua morbida, cogliendolo alla sprovvista.
Ardo in una pira dannata, la gola si chiude, i polmoni si prosciugano, è come se qualcosa fosse appena scoppiato al centro stesso del torace e mi avvelena celermente il sangue. Il bacio prende una piega diversa, non ha in sé nulla di dolce e romantico, è più fame vorace, brama fisica che divampa selvaggia, un richiamo carnale che necessita di radere al suolo ogni cosa e, per quanto io mi affanni a tramutare il fatto che sia solo questo ciò che vuole da me, ne vengo del tutto soggiogata ed annientata.









Note:
Tutto molto romantico, nevvéro? 
Ci piace Sebastian oscuro, misterioso, diretto e, in un certo qual modo, sincero. Ma quanto sincero? Sul serio sincero? O finge solamente di essere sincero? 
Beh, abbiamo capito che è il desiderio fisico che lo spinge, mentre Elaine è guidata dall'emozioni, quindi, più o meno, una storia vecchia quanto il mondo. Lei il cuore, lui il corpo: cosa ne verrà fuori? 

La canzone all'interno del capitolo è: Mr. Saxobeat della cantante rumena Alexandra Stan (toh che coincidenza xD) 

 

La storia può presentare errori ortografici.



Un abbraccio.
DarkYuna.  

 
  
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