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Autore: Wolfgirl93    18/02/2019    1 recensioni
JayTim Deaf!Tim
La vita di Tim è cambiata da quando il suo mondo è diventato silenzioso, la vita è difficile e farsi degli amici lo è ancora di più, un giorno però un ragazzo di nome Jason entra nella sua vita e come un'uragano la cambia drasticamente.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jason Todd, Tim Drake
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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I giorni erano continuati lenti, il dolore al petto era man mano sparito e al suo posto vi era solo una macchia violacea a testimonianza che Lauren era ormai off limits per Timothy, il moretto si sentiva male ogni volta che doveva evitarla ma ci teneva alla propria pelle e non voleva provare nuovamente i pugni di Robert.
Un giorno quando arrivò in aula di informatica trovò Jason intento a parlare con la biondina, Tim sentì una strana sensazione allo stomaco e sperò con tutto il cuore che il più grande non stesse parlando alla ragazza del suo incontro ravvicinato con Robert; bastò l'arrivo di quest’ultimo per far tremare il moretto che subito si strinse nelle spalle appiattendosi contro la parete mentre l’ansia tornava prepotente ad avvolgerlo, quasi non si accorse che i due si erano mossi dal centro del corridoio e si erano avvicinati al nuovo arrivato.

“Sei uno stupido o cosa?! Prendertela con Tim solo perché parla con me? Tu hai dei problemi Robert! Io non voglio più avere nulla a che fare con te!” Le parole di Lauren arrivarono graffianti alle orecchie di Tim che guardò scioccato quella scena con un misto di ansia e paura.
La seconda voce che gli arrivò alle orecchie fu quella profonda di Jason che quasi lo fece tremare da quanto sembrava minacciosa. “Prova a toccare nuovamente Tim e ti giuro che ti farò passare la voglia di torturare le persone!”
Robert ridacchiò a quell’ultimo affronto, i suoi occhi si fissarono prima su Jason poi andarono verso di lui, che ancora era fermo contro la parete incapace di muovere un muscolo. “Il ragazzino deve capire il suo posto e devi capirlo anche tu. Ah e per la cronaca, ormai nella scuola gira la voce che lui sia la tua puttanella, quindi se fossi in te starei attento con gli atteggiamenti troppo intimi, questo mina la tua mascolinità.” Quella battutina uscì con una risata divertita, Robert fu pronto a voltarsi ma una mano si strinse con forza sulla sua gola spingendolo contro la parete.
“Parla nuovamente male di Tim, fagli del male o dagli ancora noia e ti giuro che questa sarà l’ultima cosa che farai!” Il corpo di Jason si era mosso da solo, la sua mente si era annebbiata e una rabbia si era fatta strada dentro di lui corrodendolo; come si permetteva quel gradasso di parlare così di Tim? Come si permetteva di fargli del male? Per Jason quella reazione fu strana, forse aveva esagerato a prendersela così per un amico, eppure la sua mente gli urlava solo di proteggere Tim, gli urlava che non voleva più vederlo in quello stato e che l’unica cosa che voleva vedere sul suo viso delicato era un sorriso come quello che gli donava ogni volta dopo gli allenamenti.
La mano di Jason lasciò libero Robert che tossendo si massaggiò il collo e fulminò con lo sguardo il moro, con un suono stizzito entrò nell’aula e si mise seduto mentre la rabbia gli ribolliva dentro.

Timothy che fino a quel momento era rimasto immobile a guardare quella scena scosse piano il capo mentre Jason si avvicinava.
“Non dovevi farlo… Continuerà a torturarmi, avrà un motivo in più per prendersela con me.” La sua voce tremava e il suo colorito da roseo stava diventando sempre più pallido.
“Hey, tranquillo. Ti prometto che non lo farà più, ti starò sempre vicino ok? Non ti lascerò nemmeno un minuto e Robert non potrà nemmeno avvicinarsi a te.” La mano di Jason si era mossa come attratta da una forza stana, si era posata sulla guancia ormai pallida dell’amico e gli aveva sorriso, perché si sentiva così protettivo? Forse voleva solo riscattarsi? Voleva aiutare Tim così da potersi sentire bene con la propria coscienza? La sua mano scivolò giù come se quel pensiero lo avesse scottato, accennò un sorriso e senza aggiungere altro se ne andò.

La mente di Jason era piena di dubbi, piena di domande che probabilmente non avrebbero mai avuto una risposta, tutto quello che sapeva era che ogni volta che Tim era vicino lui si sentiva strano e non era ancora sicuro se la cosa gli facesse piacere o meno.

Tim si staccò dalla parete e avanzò lentamente verso l’aula, la pura era ancora padrona dentro di lui e il battito del suo cuore sembrava quasi sovrastare ogni suono presente nell’aula; quel giorno, forse per l’ansia, la lezione fu difficile da capire, le parole sembravano scivolare via incomplete dalle labbra del professore e per il moretto fu davvero difficile capire bene ogni passaggio.
Quando la lezione finì Robert uscì per primo, l’ansia di Timothy si alleggerì e diventò ancora più leggera quando uscendo notò che Jason era poggiato alla parete ad aspettarlo.

I giorni erano passati e nonostante seguire le lezione fosse diventato più complicato Tim non si perse d’animo, la sua routine era cambiata nuovamente e lui si sentiva più felice e anche più al sicuro: Jason lo accompagnava a ogni lezione andandolo poi  a prendere quando questa finiva, gli allenamenti del moro erano sempre più frequenti e Tim poteva passare le ore buche a guardarlo mentre correva, il moretto riuscì perfino a captare qualche voce di corridoio che parlava di una nuova coppia, una coppia formata da due ragazzi, ma Tim non riuscì a capire bene chi fossero i fortunati, peccato che tutto gli divenne chiaro qualche giorno più tardi.

Jason era stato trattenuto dal suo coach e Tim si era diretto da solo alla sua prossima lezione, nonostante le lamentele del più alto; aveva trovato posto in prima fila, aveva tirato fuori il materiale per scrivere poi aveva aspettato pazientemente l’arrivo del professore.
Tutto filava liscio, la lezione era sempre difficile da capire ma grazie all’aiuto di Lauren fu tutto abbastanza più chiaro, i problemi arrivarono quando la lezione finì: Tim prese le proprie cose poi si diresse verso l’uscita ma due forti braccia lo alzarono e lo trascinarono fuori dall’aula fino ai bagni, nonostante le sue minacce e il suo dimenarsi quelle braccia non lasciarono la presa finché non furono in un posto sicuro lontano dagli occhi indiscreti degli altri.
“Sai credo che tu non abbia afferrato bene quello che ti ho detto la scorsa volta.”
Robert la mente di Tim proferì quel nome con paura mentre il ragazzo si metteva di fronte  a lui ghignando.
“Prima mi sarei incazzato perché Lauren sembra essersi affezionata a te e beh pensavo tu la ricambiassi, ma ora, ora che il tuo piccolo segreto è stato svelato la cosa mi fa incazzare ancora di più! Come osa un finocchio come te continuare a illuderla così? Non ti fai schifo a essere così contro natura? Non ti fai schifo a farti vedere nei corridoi quando tutta la scuola sa che tu e Jason ve la fate insieme?”
“Non è vero io e Jah…” Le parole di Tim gli soffocarono sulle labbra quando un pugno lo colpì in pieno stomaco facendolo barcollare, le due braccia lo tennero in piedi ma non fu certo che fosse un gesto gentile.
“Non ti ho dato il permesso di parlare, finocchio. Ora vedi la mia famiglia ha molti cani, addestriamo cani come Rottweiler o come Pitbull e se ho capito una cosa della vita è che se vuoi far capire qualcosa a qualcuno devi usare mano ferma proprio come si fa con i cani. Tu sei una cagna insolente e visto che la scorsa volta non ti è bastata la lezione direi che è arrivato il momento di rinfrescarti le idee.” Robert fece un cenno ai due ragazzi che lo stavano tenendo, uno dei due gli posò con forza una mano sulla bocca stando attento a non coprire troppo il naso per lasciarlo respirare, l’altro invece gli prese entrambi i polsi tenendoglieli dolorosamente fermi dietro la schiena; Tim ebbe solo il tempo di guardare il suo carceriere con orrore prima di sentire il corpo dolere sotto le percosse di Robert.

“Hey Lauren, Tim non è alla sua solita lezione di Matematica, tu lo hai visto?” Jason stava iniziando a sentire l’ansia attanagliargli lo stomaco, perché il ragazzino sembrava sparito nel nulla per la seconda volta?
“No, è uscito dall’aula dopo di me ma poi sembra come sparito, vado a sentire se qualcuno lo ha visto.” Disse la ragazza andando verso un gruppo di amiche.
“Hai perso qualcosa Jason?” La voce divertita di Robert arrivò alle sue orecchie facendogli ribollire il sangue, perché non ci aveva pensato? Perché non aveva pensato a quel viscido?
“Dov’è Tim?” Più che una richiesta sembrò un’ordine, la voce ferma di Jason divenne quasi graffiante nel porre quella domanda.
“Oh beh l’ultima volta che l’ho visto era nel bagno vicino all’aula di informatica, se non riesce ancora a muoversi dovrebbe essere ancora lì.” Una risata sguaiata irruppe dalle labbra di Robert che guardò Jason divertito.
Il moro non ci pensò due volte, sferrò un pugno secco sul viso dell’altro e sentì un sonoro crack accompagnato da un urlo di dolore, guardò il viso rosso di Robert che tentava di toccarsi il naso palesemente rotto mentre dei rivoli di sangue gli colavano dalle narici.
Jason si diresse di corsa verso il bagno che gli aveva indicato il ragazzo e quando entrò gli si gelò il sangue nel vedere quella scena: Tim stava barcollando mentre cercava di tamponare con dei fazzoletti e dell’acqua i lividi che aveva sul viso; il moro mosse qualche passo verso di lui ma quando provò ad allungare una mano una voce lo bloccò.
“Non toccarmi!” La voce di Tim era spezzata, sembrava sul punto di piangere, solo in quel momento Jason si accorse dei suoi occhi rossi e del fatto che ogni volta che faceva un movimento il piccoletto sibilava dal dolore.
“Tim io… Mi dispiace non dovevo lasciarti solo… Devi dirlo agli insegnanti non puoi continuare così...” La voce di Jason era flebile, aveva paura che un solo rumore troppo forte potesse sgretolare il corpo di Tim come se fosse fatto di vetro.
“E’… E’ colpa tua… Se non ti avessi mai incontrato, se non ti fossi avvicinato a me, se non avessi parlato con Robert tutto questo non sarebbe successo!” Timothy non capì se era la rabbia, il dolore o la paura a parlare, ma quelle parole stavano uscendo fuori e sembravano più taglienti di un coltello.
“Tim non dire così ti prego, io ci tengo molto a te, ho capito che io...” Jason si sentiva pronto, era sicuro di aver capito, voleva finalmente dirlo anche a Tim ma l’altro lo interruppe lasciando quel discorso a metà.
“Tu cosa?! Hai sempre e solo voluto avere la coscienza pulita! Speravi che aiutando uno sfigato come me tutto il tuo passato sparisse ma non è così! Sei esattamente come Robert e lo sarai per sempre!” Quelle parole uscirono assieme a dei singhiozzi, il moretto sentì le lacrime calde bagnargli il viso e tutto quel dolore e quella frustrazione uscirono assieme ad esse.
Jason abbassò lo sguardo, aveva ragione, Timothy aveva ragione e tutto quello che lui aveva pensato era solo una menzogna; si diede dello stupido, nonostante continuasse a negarlo era quella la verità, era quello che la sua mente continuava a urlargli ogni volta che passava del tempo con Tim, aveva sentito strane sensazioni assieme a lui ma ormai la verità era uscita fuori e lui non poteva fare altro se non accettarla.
“Mi dispiace...” Riuscì a dire con la voce rotta prima di uscire dal bagno e probabilmente anche dalla vita del ragazzo.
Tim si portò le mani al viso, si stropicciò gli occhi arrossati e con fatica si trascinò verso i dormitori, ringraziò che fosse l’ora di pausa così non trovò nessuno nei corridoi, quando arrivò nella sua stanza si lasciò cadere delicatamente sul letto e lasciò che tutte quelle lacrime trattenute potessero uscire fuori; la sua mente era piena di pensieri, pensieri così rumorosi che gli fecero venire il mal di testa, portò le mani alle orecchie e quando si tolse gli apparecchi il suo mondo tornò silenzioso, solo i suoi pensieri erano gli unici che continuavano a fare un rumore assordante.

   
 
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