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Autore: Leolinda    18/02/2019    1 recensioni
Nelle favole c'è un libro abbandonato.
Tra le pagine vecchie e bruciate, dell'inchiostro sbavato narra della leggenda di una ragazza che voleva diventare cavaliere e di una principessa rinchiusa che doveva entrare a patti con un mostro.
Ma questa storia non inizia in quel pezzo di terra abbandonato e bruciato dove tempo prima qualcuno decise di costruire quella vecchia torre fatiscente.
Ma inizia in un giorno di primavera, quando una ragazza dai capelli castani indossò per la prima volta l'armatura di suo fratello e mentre il fuoco distruggeva il suo villaggio Fior di Spina divenne donna e Bianco Latte apprese una dura verità osservando il suo pallido riflesso.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri, FemSlash
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Fior di Spina continuò la sua lunga marcia, mentre i suoi passi andavano avanti i suoi pensieri correvano a ritroso. Da bambina non era mai stata una brava figlia, dura esserlo quando i tuoi genitori sono stati completamente assenti, l'unico punto di riferimento era l'uomo che aveva imparato a chiamare fratello. E mentre le bambine della sua età correvano per i campi fioriti lei spiava il fratello nella stalla mentre si allenava con la spada, ricordava come il luccichio di quell'arma tanto  elegante e pericolosa  la affascinasse. Osservava i muscoli del ragazzo che si tendevano ogni volta che fendeva l'aria  con essa e come ricadeva rigida sulla carne morbida del suo avversario.  Era cosciente che se il fratello l'avesse scoperta spiarlo quell'arma avrebbe colpito anche lei lasciandole segni rossi sulla sua pelle pallida. La terra difronte  a se non era mai stata così nera, gli occhi ormai bruciavano ad ogni battito di ciglia e i piedi le pesavo ad ogni passo, l'armatura le fregava le spalle e la schiena lasciando segni di vesciche e rossori che ad ogni su e giù della corazza le ricordavano del motivo della sua condanna.  La prima volta che suo fratello decise di darle in mano un'arma invece di usarla contro di lei  fu un giorno d'inverno, fiocchi di nevi flaccidi cadevano dal cielo nei prati ormai già ricoperta dalle  nevicate precedenti. Il freddo si era insinuato nelle case e l'unico modo per scaldarsi, se si era privi di buona legna per il fuoco o di qualcuno con cui fare l'amore,  era quello di allenarsi. E suo fratello aveva pensato ingenuamente che se non fosse stata capace di cucinare almeno si sarebbe difesa quando lui sarebbe partito per la guerra quella stessa primavera.  Una guerra che non avrebbe mai combattuto dato il tragico incidente che ci fu con i scioglimento della neve e l'arrivo dei primi fili d'erba. Prima che la grande guerra arrivasse  a sud della loro terra un gruppo di disertori giunsero davanti allo stipide della porta della sala degli allenamenti. Dove ragazzi stanchi stavano depositando le loro armi e fu li che la tragedia ebbe atto. Uomini in armatura nera con gli occhi folli sguainarono le loro spade e senza preavviso entrarono in quella piccola stanza per compiere la loro strage. I desertori vennero impiccati la notte stessa mentre 7 tombe venivano coperte da della terra fredda. Fior di Spina ricordava che quella notte e forse anche quelle mille dopo  aveva pianto come non aveva mai pianto prima. Piangeva abbracciata a ciò che restava del suo ultimo famigliare in vita e la corazza rifletteva la sua tristezza. Come se non avesse altro modo per agrapparsi alla vita. Ogni tanto si stupiva da sola nel svegliarsi abbracciata all'armatura sentendo una leggera pressione umida dove le lacrime e il suo respiro avevano creato umidità su di essa. Fior di Spina osservava il paesaggio desolato difronte a sé, e se credeva che la sua anima fosse vuota si ricredere abbena vedeva quella pianura bruciata. Ricordava di leggende che narravano di quel macabro territorio e di ciò che si celavano dentro. Un castello abbandonato di qui l'unica memoria era una torre sgangherata  erano stretta sorveglianza di un drago famelico, si narra che all'interno di quella mura si trovi la creatura più bella e mostruosa che il mondo avesse mai visto e solo la sua morte avrebbe posto fine alla distruzione, ma sapeva che quella era solo una leggenda perché sentiva il mormorio di mille altre nella zona. Una principessa rinchiusa al suo interno, un tesoro di inestimabile valore. Alcuni narratori sussuravano di un pianeta ultraterreno dove pace e amore regnano. Solo di una cosa Fior di Spina era certa, qualsiasi cosa ci fosse in quella torre l'avrebbe portata ad un futuro migliore... O alla morte. Mentre Fior di Spiana pestava detriti e terra bruciata Bianco Latte contemplava il suo riflesso nello specchio, non perché fosse vanitosa, ma perché la stupiva  come il suo volto cambiasse in fretta. In quegli anni di prigionia non aveva avuta la possibilità di ammirare molti volti sconosciuti al suo. La maggior arte degli intrepidi che si avvicinavano al castello bruciavano o venivano mangiati dal mostro che non voleva che si avvicinassero a lei. E i cadaveri che vedeva dall'alto portavano elmi dorati o di seconda mano che servivano a proteggerli, invano, dalle avversità. Anche quella notte qualcuno aveva provato ad avvicinarsi a lei, credendo che il buio l'avrebbe protetto ma venne il drago, che uscì dai meandri più bui e sporchi del suo essere e prima ancora che la principessa potesse svegliarsi l'uomo morì bruciato. Quella mattina, mentre ammirava  l'ultimo morto della sua lista, Bianco Latte posò una mano sul suo riflesso cosciente che nessuno l'avrebbe mai toccata così. E con un nodo in gola lasciò una lacrima solcarli il viso sapendo che nessuno l'avrebbe asciugata
   
 
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