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Autore: criceto killer    19/02/2019    0 recensioni
Al principe Death non piaceva essere in balia di altre persone, odiava sentirsi debole e vulnerabile, odiava la presenza di suo padre, odiava il suo nome e persino sè stesso.
Sono più di 10 anni che non mette piede fuori dal castello.
Nelle favole, le principesse vengono rinchiuse per proteggerle da qualcosa di oscuro o semplicemente dal mondo esterno, ma per Death è diverso.
È il mondo esterno che deve essere protetto da lui.
Nessuno gli ha mai insegnato ad amare o a sorridere.
Il suo mondo è costruito con odio e rabbia.
Genere: Fantasy, Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Storico, Sovrannaturale
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Quando Andrè entrò nella stanza, Logan neppure ci fece caso eppure, per quell'uomo che l'aveva visto crescere,fu un duro colpo vederlo rannicchiato e avvilito contro la parete, scosso dai singhiozzi con la vista appannata dalle lacrime, ogni tentativo di calmarlo pareva inutile così il servo corse a chiamare l'unica persona in grado di saperlo prendere nel modo giusto.

-Che cos'è successo?- Tuonò Matthew e stavolta Logan sembrò spostare lo sguardo su di lui, come se quella voce avesse la forza di strapparlo dalle grinfie dell'oscurità di sé stesso.

-Ho bisogno di te- mormorò l'altro cercando di asciugarsi le lacrime con le maniche.

-Lo vedo, sei ancora ubriaco- Matthew sospirò facendolo appoggiare al proprio petto per poi sollevarlo infilandogli un braccio sotto le ginocchia così da infilarlo a letto.

Logan si appoggiò volentieri a lui, il suo odore era così rassicurante che non lo avrebbe mai voluto lasciare eppure non meritava nulla di tutto questo, non dopo ciò che gli aveva fatto.

-Matt- cercò di prendere coraggio, doveva dirglielo, Matthew meritava quantomeno di saperlo.

"Matt, ho baciato un'altra persona" le lacrime ripresero a scendere inesorabili, non era così difficile da dire eppure non ci riusciva, erano semplici parole eppure il cuore batteva all'impazzata, si sentiva la bocca secca e un peso sullo stomaco, come se avesse preso un pugno.

Si mise una mano sulla bocca per trattenere un conato al ricordo di quelle mani sul proprio corpo, di quella bocca contro la sua, erano anni ormai che aveva una relazione con Matthew e ora aveva rovinato tutto.

-Hey, non piangere, va tutto bene, ok?- Logan si sforzò di annuire, facendo respiri profondi mentre il suo corpo smetteva finalmente di tremare in quel modo incontrollato.

-Resti con Logy?- Matthew, dal canto suo, non sapeva cos'altro fare con lui, era già capitato litigassero eppure nessuna discussione lo aveva ridotto in quello stato.

Avrebbe voluto mantenere la propria posizione e dirgli che no, non sarebbe rimasto con lui, che se lo poteva scordare finché non avrebbe visto un reale cambiamento eppure annuì sospirando.

Si sistemò vicino a lui accarezzandogli la schiena da sotto la maglietta, Logan si era rannicchiato il più possibile tra le sue braccia e aveva nascosto il proprio viso contro il suo petto, forse per non fargli vedere che qualche lacrima ancora gli solcava le guance.

Matthew dormì malissimo quella notte, Logan continuava ad agitarsi nel sonno e più volte fu tentato di dargli una bella spinta giù dal letto, per questo quando si svegliò era già tarda mattinata.

Con uno sbadiglio si stiracchiò e la sua attenzione venne attirata da un lamento familiare.

Logan si strinse di più a lui, faceva sempre una gran fatica ad alzarsi, ma quel giorno Matthew non aveva troppo tempo da perdere, inoltre, il fatto che avesse accettato di dormire con lui non significava fosse tutto perdonato.

Gli diede un bacio in fronte mettendosi seduto.

-Matt, ho male alla testa- 

-Ci credo, hai bevuto- Matthew gli tirò piano una guancia per infastidirlo, proprio non riusciva a resistergli quando usava quei toni così infantili, senza contare che avrebbe riempito di baci tutte quelle espressioni imbronciate che il suo viso sembrava fare in modo naturale e istintivo non appena sveglio.

Per tutta risposta Logan gli morse giocosamente la mano.

-Ahi, piano, lascia- 

Matthew si alzò iniziando ad indossare la solita divisa sotto lo sguardo attento del Re.

-Matt...-

-Dimmi-

-Noi siamo a posto? Nessun' altro è a posto ma noi si, vero?-

Matthew si fermò voltandosi verso di lui, notando un tono strano nella sua voce.

-A posto?-

-Tu ti fidi di me e io mi fido di te-

Matthew annuì -Certo, mi fido di te- per poi avvicinarglisi per dargli un bacio sulle labbra. -Ma fai la doccia- gli fece l'occhiolino per poi andarsene.

Matthew lavorò duramente tutto il giorno, selezionò le nuove reclute, la guerra avanzava e ormai erano a corto di uomini, per questo tre giorni prima aveva mandato una pattuglia a spargere la voce di una nuova leva ai confini a Ovest del regno.

Lì lo stato di povertà regnava sovrano e persino i suoi uomini faticavano a mantenere l'ordine pubblico, il malcontento per la logorante guerra si stava diffondendo, con questa decisione avrebbe risolto due problemi in un solo colpo e ne avrebbe persino tratto un vantaggio.

Lui avrebbe avuto abbastanza uomini da mandare al fronte, uomini che avrebbero avuto due pasti al giorno garantiti e un tetto sopra la testa, e le rivolte avrebbero avuto un calo numerico, sarebbero diventate più gestibili e sopprimibili con l'impiego di un minor numero di soldati.

Durante la selezione aveva anche individuato qualche tipetto interessante, con poteri straordinari, quando suo figlio sarebbe tornato dal fronte si sarebbe divertito parecchio con loro.

Dopo la selezione rimase rilegato nel suo ufficio per una riunione con un paio dei suoi ufficiali, dei servitori portarono loro il pranzo così che non ebbe neppure la possibilità di controllare che Logan si fosse ripreso un po' dai postumi dalle sbornia.

Quando la luce del Sole era ormai calata Matthew si recò nella propria stanza, si sarebbe fatto una doccia e avrebbe aspettato Logan, era sicuro che una volta uscito dal bagno se lo sarebbe ritrovato direttamente nel letto, imbronciato per avergli dato buca a pranzo.

Sorrise al pensiero, non lo avrebbe mai ammesso, né a sé stesso né a Logan, eppure gli mancava.

Nonostante si fossero visti la mattina gli mancava incredibilmente, non poteva che ritrovarsi costantemente a pensare a cosa stesse facendo lui in ogni momento, se aveva mangiato, se era annoiato o se si stava divertendo.

Era sotto la doccia quando sentì dei passi in camera propria, sorrise tra sé, al pensiero che Logan fosse venuto davvero ma il sorriso si spense subito quando sentì due persone parlare.

-Non è nemmeno qui?-

-Forse qualcuno lo ha già avvisato, infondo sono solo voci, la gente lo sa cosa rischia ad attentare la vita del Re-

-Sono voci confermate dal fatto che il Re non sia tornato!-

Matthew uscì di colpo dalla doccia, aveva il cuore che gli rimbalzava nelle orecchie, aveva sentito dire che Logan fosse uscito a cavallo con la propria scorta per delle semplici commissioni, eppure non era ancora rientrato, non era da lui.

Spalancò la porta del bagno senza neppure preoccuparsi della propria nudità e mentre si vestiva iniziò da subito ad impartire ordini.

Voleva gli uomini migliori per quell'operazione, Logan doveva tornare al Palazzo sano e salvo o non se lo sarebbe mai perdonato.

Più il tempo passava e più violenza usava per spronare il proprio cavallo perché corresse più veloce, perché quella distanza che lo separava da Logan si azzerasse il prima possibile.

Nella cittadella di Sheol era in corso una brutta rivolta, c'erano campi e case incendiate, gli uomini si spostavano in massa e sulle strade regnava il caos.

Matthew lasciò il compito ai propri uomini di sedare la rivolta, lasciando anche a loro discrezione i mezzi da usare, nella sua testa c'era spazio solo per Logan, più girava per la città e più il panico saliva, il proprio cuore sembrava voler esplodere, lo stomaco era così in subbuglio che gli sembrava di star costantemente per vomitare, si morse più volte forte il labbro, quasi fino a farlo sanguinare come se quel gesto potesse contenere la disperazione che sentiva montargli dentro.

Poi, si bloccò.

Tirò con forza le briglie facendo fermare il cavallo nella piazzetta principale della cittadella.

Impallidì quando notò dei pali conficcati nel terreno eretti uno di fianco all'altro a formare un cerchio, su ogni palo una testa decapitata e in centro, la corona Reale.

La vista gli si appannò mentre, tremando, contava quei pali, uno ad uno.

Diciassette.

Diciassette dei suoi migliori uomini erano stati brutalmente massacrati, forse alcuni erano addirittura stati decapitati vivi con un coltello non affilato, forse erano stati squartati mentre ancora si agitavano e urlavano.

Uomini con figli, madri, mogli, fratelli e sorelle, amici, capi.

Eppure lui era sollevato.

Sollevato perché quella dannata testolina bionda, se non era infilzata su uno di quei pali allora poteva essere ancora attaccata a Logan. 

Logan doveva essere ancora vivo.

E lui lo avrebbe trovato.

-Scusate!-

Matthew si voltò di scatto estraendo la spada mentre un uomo panciuto, con la gobba e tutto contorto su sé stesso lo avvicinava.

-Il Re! Da questa parte!-

L'uomo lo condusse per vie ciottolate e secondarie fino ad arrivare sul retro di una grande villa. 

Il cancello nero di ferro battuto venne spalancato e Matthew, smontato da cavallo, corse verso l'ingresso secondario.

Passarono per gli appartamenti dedicati ai servi pieni di donne in lacrime o nel bel mezzo di una crisi isterica, al portone principale una folla bussava incessantemente, qualcuno lanciava oggetti, frantumava vetrate. 

La rivolta era giunta fin lì.

-Il padrone ha salvato il Re, lo ha accolto qui, in casa sua-

Matthew superò quell'uomo in velocità, Logan era lì, in quel posto, doveva proteggerlo, doveva assicurarsi che la sua testa fosse ancora al suo posto, che stesse bene, che non fosse spaventato.

Un uomo di mezza età gli corse incontro, iniziando a straparlare di piani geniali per fermare la rivolta, o di fuga per uscire da lì ma Matthew non ce la faceva più, la testa e il cuore gli stavano per esplodere.

-LUI DOV'E'?- 

L'uomo, forse non abituato a quei toni, gli indicò una stanza, pallido in volto, con un braccio tremante.

Quando Matthew entrò in quella camera il suo cuore perse un battito.

Logan era rannicchiato tra una montagna di coperte, aveva delle bende sporche di sangue alla testa, tremava molto ed era pallido e sudato.

Matthew con un sospiro si appoggiò contro la porta concedendosi qualche secondo di tregua.

Logan era vivo.

Lo avrebbe portato via da lì, un dottore lo avrebbe aiutato e tutto quell'inferno sarebbe finito.

Matthew si avvicinò al letto e tolse in fretta tutte le coperte strappando dei gemiti di dolore al Reale. Logan aveva lividi e graffi per tutto il corpo ma a preoccuparlo erano quelle bende già madide di sudore e sangue che aveva al petto, il sangue sembrava non voler smettere di uscire e quell'idiota di un nobile anziché prestargli soccorso e premere sull'emorragia se ne andava in giro per la sua villa piangendo per i danni che la rivolta stava causando alla sua proprietà.

-Logan, alzati, dobbiamo tornare al castello- gli passò una mano tra i capelli appiccicati alla fronte dal sudore e i suoi occhi si schiusero. 

Logan fece un piccolo sorriso stanco.

-Sei venuto a prendermi- ma poi la sua espressione cambiò totalmente mentre le sopracciglia si corrugavano un paio di lacrime gli scesero lungo le guance. -Li hanno uccisi Matt, li hanno uccisi tutti-

-Hey, non sforzarti, non ti preoccupare, i miei uomini penseranno a tutto, tu concentrati su di me, d'accordo?-

Logan annuì e strinse i denti per trattenere un urlo di dolore mentre con il suo aiuto si alzava.

-Ti porto via, andrà tutto bene, resisti-

Logan non si reggeva quasi per nulla in piedi, Matthew faceva del suo meglio per sorreggerlo, gli aveva fatto mettere un braccio al collo mentre con la mano libera gli circondava i fianchi, eppure gemeva di dolore ad ogni passo, ogni passo gli costava lacrime e sofferenza, ad ogni passo perdeva sempre più sangue e diventava sempre più debole.

Matthew non faceva altro che camminare avanti e indietro per la camera di Logan, aveva perso i sensi quando ancora erano a cavallo e il panico si era impadronito di lui.

Ci aveva provato in tutti i modi a tenerlo sveglio, a non fargli chiudere gli occhi temendo che non li avrebbe mai più riaperti.

-LOGAN! GUARDAMI! APRI GLI OCCHI!- non aveva fatto altro che urlare ininterrottamente fino a quando anche la voce lo aveva abbandonato.

Il dottore lo aveva curato subito, una cicatrice gli solcava il petto fino all'addome e ancora non riusciva a capacitarsi di come tutto questo fosse successo per causa sua.

La rivolta era ormai stata sedata, eppure i capi, condannati a morte, non facevano altro che gridare dalle loro celle che se avevano causato quel casino, se avevano attentato al Re, era perché si erano presi i loro ragazzi. 

Perché li avevano mandati a morire per un Re che li aveva dimenticati.

Un ufficiale, Eric, aveva ammesso che non tutti i ragazzini presenti alla selezione si erano presentati esattamente di propria volontà.

Era stato un suo errore, una sua negligenza, Eric era un novellino, avrebbe dovuto controllare, stare più attento. 

La colpa era sua eppure delle persone avevano perso tutto, si erano ferite anche gravemente, erano morte.

Sheol quella notte aveva cessato di esistere.

E la colpa era solo sua.

E' questo che accade quando sei il capo.

-Hey- una voce debole ma familiare attirò la sua attenzione.

Logan si era finalmente ripreso e con una smorfia cercava di mettersi seduto.

Matthew corse da lui. -No, fermo, devi riposare, non sforzarti.- 

Gli accarezzò i capelli guardando quei occhi lapislazzuli che aveva tanto pregato di rivedere aperti.

-Matt, ho baciato un'altra persona-

-Cosa...- Matthew non riusciva a crederci, pensò di aver capito male, doveva aver capito male, Logan non era il tipo da fare cose simili, quando si legava a qualcuno mai e poi mai ne avrebbe tradito la fiducia, gli pareva impossibile, se così fosse stato allora lui non lo conosceva così bene come pensava.

Delle lacrime gli bagnarono le guance.

-Mi dispiace, te lo giuro, Jake è entrato nella stanza e si comportava in modo strano, io avrei dovuto spingerlo, gridare, fare qualcosa invece sono semplicemente rimasto fermo. E' una cosa imperdonabile, mi dispiace tanto- Logan si portò un braccio sopra il viso, per nasconderlo, mentre un singhiozzo riaccendeva il dolore lacerante al petto e alla testa.

Matthew non ci mise molto a capire cosa fosse successo, si sentiva talmente idiota.

Lui lo aveva lasciato solo, gli aveva dato dell'ubriacone quando invece lui si teneva dentro tutto quel dolore. Avrebbe dovuto capirlo che c'era qualcosa di strano, qualcosa che non andava, avrebbe dovuto insistere.

Matthew si sedette accanto a lui stringendolo, passò delicatamente una mano sotto la sua maglietta percorrendo con le dita il solco della colonna vertebrale.

-Non posso fargli niente, è ospite di Historia- ragionò ad alta voce una volta che Logan si fu calmato.

-Sei arrabbiato con me?-

-No, non preoccuparti- 

Logan gli lasciò un bacio a stampo sulle labbra prima di socchiudere gli occhi.

Si sentiva caldo e la testa gli pareva stesse per esplodere eppure tra quelle braccia stava così bene, si sentiva così al sicuro che di tutto il resto non gli importava. 

Insieme potevano affrontare anche tutto il Regno.

-Dormi- Matt lo coprì meglio baciandolo sulla fronte.

Per nulla al mondo avrebbe mai permesso che qualcuno glielo portasse via. 



Quella mattina Historia stava lavorando più del solito, non aveva chiuso occhio, troppo preoccupata per le condizioni di Logan, ancora convalescente dalla rivolta.

Davanti la sua stanza erano allineate quattro guardie, solo poche persone fidate avevano l'accesso alla stanza, e il Re aveva fatto sapere, in particolar modo, che voleva si tenesse lontano Jake.

Era chiaro che con lui il piano stava fallendo miseramente.

L'uomo aveva bisogno della loro fiducia per poter operare, forse erano degli ossi troppo duri anche per qualcuno come lui, forse avrebbe semplicemente dovuto arrendersi e aspettare la rovina di Sodrét. 

Aveva più volte cercato di far ragionare il figlio ma non c'era stato verso, più si cercava di inculcargli un'idea in testa più il suo ego la respingeva, e giusto per dispetto, soleva anche mettere in pratica comportamenti opposti a quelli consigliati.

-Hey-

Jake entrò proprio in quel momento nella stanza, forse aveva anche bussato ma lei era troppo sommersa dalle proprie preoccupazioni per poterlo sentire.

-Ciao Jake-

-Come va?-

-Mio figlio è stato quasi ucciso e l'uomo con cui ha una relazione ha fatto distruggere un'intera cittadella, direi che peggio di così non potrebbe andare- 

Jake si passò una mano tra i capelli, a volte dimenticava che quella donna fosse imparentata con quei strani ragazzi con cui aveva a che fare, non gli assomigliavano per niente.

-Senti, ti va di bere qualcosa? Lo so che è mattina ma ho bisogno di... una pausa-

Jake le sorrise, era strano vederla prendere l'iniziativa per fare qualcosa insieme.

-Certo, così ti rilassi un po', ti vedo sempre tesa ultimamente- 

Jake gli si avvicinò da dietro iniziando a farle delicatamente dei massaggi al collo e alle spalle.

La donna si abbandonò a quel contatto, sentiva tutti i muscoli tesi ma sotto al tocco del rosso sembrava che tutta la pressione che sentiva si allentasse.

-Brava rilassati-

Jake iniziò a disseminare piccoli baci lungo la sua giugulare, erano come piccole dolci scariche elettriche che le mettevano in subbuglio lo stomaco, era da tanto che non veniva toccata in quel modo da un uomo e il fatto che fosse Jake a farlo gli faceva battere forte il cuore.

Historia sentì il respiro caldo dell'uomo lungo il proprio collo e poi soffiarle nell'orecchio, lo sentì allontanarsi da sé ma lei, il suo corpo, la sua mente e il suo cuore ne volevano ancora.

Si voltò verso di lui baciandolo sulla guancia con labbra tremanti, come se proprio le mancasse il coraggio di compiere quel semplice atto.

Jake le sorrise avvicinandosi lentamente al suo viso, gli occhi che passavano da quelle labbra carnose ai quei occhi cerulei che sembravano inghiottirlo, i loro respiri si incontrarono e poi la baciò.

Historia si abbandonò a quella dolcezza ricambiando quel bacio, Jake la strinse a sé, baciandola lentamente con la lingua mentre il suo cuore si rianimava di sentimenti ormai dimenticati.

Una passione incontrollabile li travolse, Jake prese per i fianchi Historia, sollevandola, facendola sedere sulla scrivania.

I baci si fecero più profondi, più frenetici, le magliette volarono sul pavimento mentre ciascuno esplorava il corpo dell'altro.

Jake premette la propria erezione contro di lei, una sua mano percorse il petto scolpito di lui, sfiorò gli addominali e scese fino la cinta dei pantaloni.

Poi improvvisamente qualcuno bussò alla porta e Historia, come strappata da un flebile sogno respinse Jake allontanandosi.

-Cavolo- l'uomo si passò una mano tra i capelli, recuperando le rispettive maglie -Andiamo nella tua stanza Historia!-

Jake la guardò e sollevò un sopracciglio, la donna sembrava confusa mentre malamente si ricomponeva cercando di allontanare da sé quelle piacevoli sensazioni come se a lei dovessero per forza essere recluse come ad una punizione.

-Va' in camera tua-

-Cosa? Stai scherzando, vero?-

-Ti ho detto di andare, Jake!-

L'uomo, preso dalla rabbia, lasciò la stanza a grandi passi sbattendo la porta con forza.

Quella donna non l'avrebbe mai capita, lo stava facendo uscire di senno.
  
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