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Autore: SuperCorpKL    19/02/2019    3 recensioni
"Giuro solennemente di svolgere fedelmente il ruolo di Presidente degli Stati Uniti d’America. Giuro che nel massimo delle mie capacità, io tutelerò, proteggerò e difenderò la Costituzione della Nazione."
Con il peso del mondo libero sulle spalle,Lena Luthor dovrà adattarsi alla sua nuova vita alla Casa Bianca, dove conoscerà il suo staff. In particolare una bionda dagli occhi magnetici, Kara Danvers, sin dall'inizio l'attrazione tra le due donne è palpabile. Tanti segreti ruotano attorno alle due donne, segreti in grado di...
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Alex Danvers, Kara Danvers, Lena Luthor, Maggie Sawyer
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Essere il Presidente degli Stati Uniti comporta diverse responsabilità e Lena ne era completamente a conoscenza ed era pronta a tutto tranne una cosa, quella la odiava sin da bambina. La sua unica e grande paura: VOLARE. Non aveva chiuso occhi la notte precedente neanche un momento e probabilmente lo si leggeva in faccia.

Kara fece un ultimo avanti e indietro lungo il corridoio dell’aereo prima di ritornare verso il sedile del Presidente.
 
"Tutto è a posto." la informò. "Se ha bisogno di me, sarò seduta vicino a …"
                                                    
"No." Lena tirò un respiro "resti qui per favore..."
 
Se ne fregava di apparire pietosa, tutto ciò che le importava era che Kara non l'avrebbe lasciata sola.
 
Quest'ultima notò la postura rigida che sfoggiò Lena, il viso teso e le mani saldamente aggrappate ai braccioli.
 
"Va tutto bene?" Chiese Kara, squadrandola preoccupata.
 
Lena inspirò vigorosamente prima scuotere leggermente la testa.
 
"Ho sempre avuto un’inspiegabile paura degli aerei." ammise, chiudendo gli occhi.
 
"Ha scelto il lavoro sbagliato." scherzò Kara.
 
Lei emise un suono vicino alla risata prima di fare una nuova smorfia.
 
"Solitamente prendo alcune cose per rilassarmi." spiegò Lena. "Ma dal momento che dovrei incontrare il Presidente italiano al mio arrivo a Roma, non vorrei rischiare che lui pensi che sono rimbambita."
 
" E’ necessario che lei riposi, altrimenti ..."
 
" Non posso! Devo essere lucida." Lena si lamentò cominciando a tamburellare freneticamente con il piede. Non aveva mai visto la donna così tesa e spaventata e questo le fece provare tanta tenerezza per quella donna apparentemente così forte ma fragile allo stesso tempo. Meno male che i suoi nemici non potevano vederla così perchè ne avrebbero approfittato di certo.
 
Perché a lei non piaceva davvero prendere l’aereo! Era una delle cose che lei odiava e, naturalmente, quello era il mezzo di trasporto più utilizzato dai politici. Inoltre, il fatto di sapere che ci volevano più di otto ore di volo per raggiungere Roma, dove l’attendevano altri venti leader dei più grandi paesi del mondo, le metteva ancora più ansia.
 
"Dannato G20!" Ringhiò, facendo una smorfia.
 
Kara rise prima lasciarsi cadere sul sedile accanto a lei.
 
Da quel famoso giorno in cui aveva assistito a quel confronto con la madre e l’aveva, in qualche modo, confortata, lei e Lena si erano avvicinate più del normale .
Lei non voleva confermare che erano diventate amiche ma avevano una complicità evidente. Era diventata un’abitudine che Lena le chiedesse come stesse o come avesse trascorso la sua giornata e Kara sapeva che i modi di parlare che aveva con Lena, non erano quelli che avrebbe usato se qualcun altro fosse stato Presidente al suo posto.
 
Ma sembrava che le cose si fossero stabilite da sole tra le due donne e non c’era alcun motivo per lamentarsi.
 
"Va bene." le disse Kara ruotando un momento la testa per controllare la sorella che fortunatamente era intenta a parlare con Maggie quindi non si era accorta di nulla. "Cosa fa di solito per rilassarsi? A parte il traffico di droga."
 
Nonostante l’agitazione, Lena ridacchiò prima di girare la testa verso Kara fissandola senza dire nulla per alcuni secondi.
 
"Gioco a scacchi." rivelò con un sussurro.
 
La reazione che si aspettava balenò sulla faccia della bionda che alzò un sopracciglio.
 
"Scacchi? Lei porta la scacchiera in viaggio?"
 
-"Sì." Lena confessò con un sorriso. "Mi piace moltissimo! E' semplice, ne ho comprata una pieghevole qualche tempo fa però purtroppo l'ho dovuta lasciare nel mio appartamento." Disse facendo una smorfia. " E poi adoro la strategia, mi rilassa tantissimo." Spiegò.
 
Kara la fissò incuriosita prima si fare spallucce.
 
"A ciascuno il suo, suppongo ..." Sorrise.
 
Gettò, di nuovo, uno sguardo in giro dentro l'aereo e vide Mike seduto a qualche fila di distanza, intento a risolvere un cruciverba con Winn. 
 
"Arrivo." si rivolse ad Lena alzandosi.
 
Avanzò verso i due ragazzi togliendogli il giornalino dalle mani.
 
"Ordine del Presidente!" Disse sorridendo.
 
Senza aspettare risposta, gli diede le spalle e ritornò a sedersi accanto ad Lena, che non aveva smesso di guardarla e ridacchiava.
 
"La malediranno per ore." la avvisò Lena osservando il giornale.
"Un cruciverba?" Chiese poi.
 
"Non si preoccupi, troveranno altro." rispose Kara, sorridendo. " Non sono gli scacchi però è sempre un intrattenimento, in questo giornale non ci trova solo un cruciverba ma anche molti altri giochini. Pronta a cruciverbare?" Aggiunse, agitando il giornale sotto i suoi occhi.
 
" Non sono sicura che questa parola esista." Rise Lena.
 
" Nel mio dizionario c’è."
 
Lena stava per rispondere quando l'aereo iniziò a muoversi. Soffocò un’esclamazione chiudendo gli occhi e, senza rendersene conto, si aggrappò vigorosamente alla mano di Kara posizionata sul bracciolo che separava le due sedie.
 
"O mio Dio!"  Mormorò velocemente.
 
L'attenzione di Kara, lei, non era rivolta che verso la mano che stringeva la sua. Il tocco era innocente, eppure le provocò una serie di brividi che la attraversarono lungo tutto il braccio.
 
Quando l'aereo finalmente si stabilizzò, Lena riprese, pian piano, i sensi e alla fine realizzò di tenere stretta la mano alla sua vicina. Ritirò dolcemente la sua mano prima di inviare un sorriso di scuse a Kara che si era voltata verso di lei percependo la rottura di quel contatto.
 
" Mi dispiace." sussurrò.
 
" Nessun problema." rispose Kara accennando un sorriso.
 
Si schiarì la gola e si raddrizzò sulla sedia poco prima di riprendere il giornale in mano.
 
"Ora dovrei provare a rilassarmi." Sospirò
 
Otto ore dopo, l'aereo presidenziale iniziò la discesa su una pista dell'aeroporto di Roma.
 
Kara, però, non si mosse per paura di svegliarla dato che la donna aveva la testa poggiata su di lei. Lena dormiva da più di due ore, colonizzando la sua spalla, e Kara che non si era mossa di un millimetro. Più di due ore erano passate e lei non aveva fatto altro che rimanere seduta a guardare le nuvole passarle davanti agli occhi, ma sentiva di non essersi sentita mai così a suo agio.
 
Eppure, Lena, aveva solo la testa appoggiata sopra la sua spalla; in quel contatto con c’era nulla di sensuale o sexy. No, era più che banale, però Kara sentì il suo cuore battere così velocemente come se avesse corso decine di kilometri. Un nodo le si era formato nello stomaco e la soffocava quando sentiva il respiro di Lena contro la sua pelle. L'odore della noce di cocco che sfuggiva dai capelli, in più, l’aveva torturata per tutto quel tempo e lei non poteva nemmeno far finta di ignorarlo.
 
Ecco cosa esattamente aveva rappresentato per lei avere la testa di Lena su di sè: una tortura ... Ma di quelle torture che ne vorresti ancora e ancora.
 
Kara sorrise esasperata dai suoi pensieri. Lei, Kara Danvers, donna d'acciaio, era lì a consumarsi a fiamma bassa come un’adolescente a causa di una semplice vicinanza con un'altra donna.
 
E più ci pensava, più si rendeva conto di quanto Lena Luthor non la lasciasse indifferente. Questo la spaventava.
 
Ma era così assurdo? Quella donna era stupenda ... tanto fisicamente, quanto interiormente.
 
Era gentile, adorabile, altruista e divertente. Il suo sorriso e i suoi occhi sembrava avessero imprigionato le stelle, e i suoi capelli le suscitavano un unico desiderio: farvi scivolare le mani attraverso ed accarezzarli per ore. E la cosa peggiore era che sembrava che Lena non si rendesse conto di tutte le qualità che aveva, e questo la rendeva ancora più attraente per Kara.
 
Quando le ruote dell’aereo entrarono in contatto con il suolo, avvisandola che erano finalmente atterrati, Kara lentamente si girò a guardare Lena e si accorse che stava ancora dormendo. Abbozzò un sorriso tenero costatando che, al contrario di una persona che era intimorita dall’aereo, lei non sembrava avere alcun problema.
 
"Lena." sussurrò.
 
La donna si spostò leggermente, ma non si svegliò del tutto. Kara esitò un attimo e poi mise la mano sulla sua, sentendo la stessa scossa elettrica provata in precedenza. La strinse dolcemente pronunciando di nuovo il suo nome.

"Lena, si svegli ..." 
 
Il Presidente, alla fine, sfarfallò gli occhi, mettendoci un paio di secondi a rendersi conto di dove si trovasse, per poi riprendersi bruscamente.

" Stiamo arrivando?"
 
Kara le rivolse un sorriso un po 'beffardo.
 
"Siamo anche atterrati." la informò indicando, con un cenno della testa l’oblò alle sue spalle.
 
Lena si voltò per constatare che, in effetti, si trovavano, davvero, sulla pista d’atterraggio. Si voltò nuovamente verso Kara che continuava guardarla e le rivolse un sorriso imbarazzato.
 
" Mi dispiace." si scusò. "Non dormo molto in quest’ultimo periodo."
 
Kara si alzò e fece un cenno, ad Alex,  di mettersi in posizione, prima di rivolgere la sua attenzione alla donna.
 
"Non servono le sue scuse, Lena." la rassicurò.
 
"L’ho presa per il mio cuscino!"
 
E rifallo quando vuoi, pensò intensamente Kara. Ma invece di parlare ad alta voce, fece spallucce e le donò un sorriso caloroso, non le aveva dato fastidio.
 
"Posso capire che non dorme tanto." affermò." Dopo tutto, lei ha il peso del mondo sulle sue spalle."
 
Lena percepì il tono spiritoso ma non potè fare a meno di sentire dentro, nel profondo di sè, quelle parole.
 
"Non ne ha idea." sospirò sottovoce, mentre la bionda si allontanava verso la sua squadra di sicurezza.
  

***
 
 Kara premette il pulsante dell'ascensore e attese che le porte le si chiudessero davanti per poi lasciarsi andare contro una delle pareti. Spalle al muro, la parte posteriore della testa appoggiata contro la superficie fredda, lei chiuse gli occhi e respirò profondamente.
 
La giornata era stata faticosa, anche per lei. Garantire la sicurezza durante uno dei vertici più importanti del mondo, non era un compito facile da eseguire. In primo luogo perché l'incontro aveva riunito le venti persone più influenti del pianeta e quindi la vigilanza doveva essere venti volte più attenta. E, infine, perché si era subito scontrata con i servizi segreti di ogni paese, che avevano sia dato prova di una mancanza di volontà nel prendere accordi con la sua squadra, sia dimostrato maschilismo innegabile dato che avevano appurato che la suddetta squadra era diretta da due donne.
Ciò l’aveva, ancor più, motivata a mostrare loro chi guidava le danze realmente, e provò un senso di piacere nel rendere la vita dura agli agenti stranieri.
 
Sì, la giornata era stata molto lunga e lei non desiderava altro che finisse. Ma prima di lasciare il suo ufficio la notte, per andarsi a riposare un po’ e affidare il testimone alla sua squadra, volle incontrare Lena per assicurarsi che tutto andasse bene.
 
Al pensiero della donna, Kara abbozzò un leggero sorriso e fece un passo più piccolo quando l'ascensore si fermò al piano.
Camminò fino alla suite presidenziale, sorvegliata da James, Winn e due reclute  e fece loro un lieve cenno col capo prima di entrare dentro.
 
"Sei tu il Presidente, Lena!" Disse la voce soffocata di Maggie dietro la porta chiusa che conduceva alla stanza. "Non puoi andare in giro per la città come meglio credi!"
 
Kara sentì Lena replicare qualcosa, ma non capì. Un secondo dopo, la porta si aprì, mostrando una Maggie nervosa e un Presidente a sua volta fuori di sé.
 
Maggie non si accorse di Kara e camminò, con passo svelto, verso la porta che la donna aveva appena varcato, prima di ritrovarsi di nuovo davanti alla mora che si era fermata a qualche metro da lei e gli aveva lanciato uno sguardo infuriato, prima di uscire.
 
-"Tutto bene?" Domandò Kara con voce preoccupata.
 
" A meraviglia!" Replicò bruscamente Lena, evitando lo sguardo inquieto che lei le inviò.
 
Sapeva che Kara non si meritava che lei sfogasse la sua collera su di lei, ma in quel momento, non poteva fare altrimenti. Era così frustrata ...
 
Kara osservò la Luthor per alcuni secondi, silenziosamente, prima di annuire lievemente.
 
"Va bene." disse senza troppa convinzione.
 
Era ovvio che il Presidente fosse sconvolto e, anche se si erano avvicinate molto negli ultimi giorni, Kara non poteva obbligarla ad aprirsi e dirle ciò che non andava bene in realtà. Così, decise di non interferire.
 
" Venivo giusto ad informarla che non sono di sorveglianza stasera." continuò Kara con una voce distante e professionale; "ci sono gli agenti Olsen e Schott che prenderanno il mio posto ..."
 
"Bene." rispose Lena." In ogni caso non è che posso muovermi da qui."
 
Kara notò un pizzico d’ amarezza nella sua voce, ma non lasciò commenti. Le fece un cenno educato con la testa e poi lasciò la stanza, brontolando leggermente.

"Kara!" Mike esclamò quando si chiuse la porta alle spalle." Ho sentito che hai la serata libera. Ti va un drink?"
 
Guardò per un istante la porta della stanza che aveva appena lasciato, poi si voltò di nuovo verso di lui e scosse la testa.

"Non mi va." Sospirò.

"Dai, ti prometto che non farò stupidaggini e poi c'è anche tua sorella."

"Alex?Non mi aveva detto di voler uscire." 

"Si, ha detto che siamo in Italia e non possiamo di certo restare chiusi qui dentro."

Kara lo guardò pensierosa e poi annuì.

"E va bene."

Un'ora più tardi, era seduta ad un tavolo, con Mike e Alex, in un piccolo bar situato di fronte all'hotel dove la squadra presidenziale alloggiava. Non erano in servizio, ma preferivano comunque rimanere vicino nel caso ci  fossero stati problemi ...
 
I problemi non tardarono ad arrivare.
 
Mentre lei era intenta a bere una soda e ascoltare la sorella che le stava raccontando di un litigio avuto nel pomeriggio con una guardia che voleva provarci spudoratamente con lei, un Winn sconvolto fece la sua comparsa, respirando a fatica. Kara scattò immediatamente in piedi.
 
"Ehi Winn." gli disse Kara con aria irrequieta. "Tutto bene?!Non dovresti essere di guardia?"
 
"Il…Presidente... lei...è... "Winn balbettò, portandosi una mano alla testa mentre provava a riprendere fiato.
 
"Che cosa succede?!" Kara si allarmò.
 
"Oh andiamo, Winn...Dicci immediatamente tutto."

"Lei è scomparsa!"
 
"In che senso "è scomparsa"?!" Chiese Alex nervosamente.
 
" Mi  sono assentato due minuti per andare in bagno e  James è sceso un momento per controllare il perimetro e quando sono tornato, lei non era più nella sua suite." la informò Winn in preda al panico.

"Sarà al ristorante, fanno del cibo buonissimo." Disse Mike ancora seduto. Kara gli lanciò un occhiataccia.

"Dobbiamo andare."
 
Le due sorelle si scambiarono uno sguardo poi si mossero velocemente e si affrettarono a raggiungere l'hotel.
 
Arrivati lì, le due riunirono in tempo record, il  team e iniziarono ad organizzare le ricerche nella hall, mentre il panico aveva iniziato ad invadere tutti.
 
Mentre si occupava di dare differenti ordini, Kara sentì Mike darle una gomitata.
 
"Che c’è?" Chiese, guardandolo.
 
Lui le fece un cenno in direzione di uno dei negozi dell'hotel. Lei seguì il suo sguardo e si bloccò bruscamente quando vide Lena Luthor uscire dal piccolo negozio ringraziando la commessa che le aveva consegnato una bustina, come se niente fosse.
 


"SE siamo qui è per una RAGIONE! " Alzò la voce Kara, folle di rabbia. "NON PUO’ USCIRE QUANDO LE PARE SENZA AVVISARE NESSUNO. QUESTA COSA PUO’ FARLA ALLA CASA BIANCA, MA E’ COMPLETAMENTE DA IRRESPONSABILI FARLA QUI." Strinse i pugni, si era davvero spaventata.
 
"Non le permetto di parlare con me in questo modo, Agente Danvers!" Rispose Lena lanciandole uno sguardo furioso. "Le ricordo che io sono..."
 
"Con tutto il rispetto" la interruppe Kara. " So benissimo chi è lei!"
 
Lena incrociò le braccia sul petto e guardò per terra. Erano trascorsi dieci minuti buoni da quando era stata scortata di nuovo nella sua stanza. Aveva già subìto l'ira di Alex; ora doveva anche sentire Kara completamente fuori di sè, redarguirla come una bambina di cinque anni, era la prima volta che vedeva Kara così nervosa e se da un lato le faceva piacere dall'altro si sentiva con le spalle al muro e Lena Luthor non veniva messa da nessuno con le spalle al muro.
 
" Non pensavo fosse così irresponsabile." disse la Kara. "Seriamente, a cosa stava pensando?!"
 
"Volevo solo un momento per me, UN MOMENTO." i suoi occhi brillavano di rabbia e la sua voce era qualche tono più alto.
 
Kara aprì la bocca, poi la richiuse, sorpresa dalla perdita di compostezza della donna di fronte a lei, che sembrava aver trattenuto la sua frustrazione e rabbia per troppo tempo.
 
"Volevo solo avere cinque minuti per me!" Lena cercò di spiegare ammorbidendo lo sguardo. " Essere solo Lena, non il Presidente degli Stati Uniti, con il peso del mondo sulle sue spalle."
 
La sua voce tremava, rivelando a Kara, un aspetto che non aveva mai visto nella donna sicura di sé che era Lena. Stando l’una di fronte all’altra, in quell’ enorme suite d'albergo, poteva leggere chiaramente la fragilità che provava lei che aveva mostrato, fino ad allora, una forza infallibile. Ed era già la seconda volta quel giorno, dopo il volo in aereo.
 
Sentendo la sua rabbia scomparire completamente, Kara sospirò profondamente prima di parlare di nuovo con una voce pacata:
 
"Posso capire Lena... Ma non può sparire così, senza dire niente a nessuno, è pericoloso. Poteva succederle tutto ed io...io non posso permetterlo." Disse piano, adesso non sembrava più una questione di solo lavoro.
 
"Lo so." affermò Lena. "Solo che vorrei per un attimo dimenticare tutte le pressioni di questi giorni, ho le mie responsabilità e sono felice di poter cambiare il mondo però...siamo in Italia e credevo di poter avere del tempo per me."
 
Si fermò e sospirò profondamente.
 
"Mi dispiace Kara." si scusò, offrendole un sottile sorriso. "E' stato davvero stupido da parte mia e  prometto che non succederà più."
 
Kara la osservò con uno sguardo comprensivo, preoccupata nel vedere l'espressione rinunciataria e triste che si faceva spazio nel suo viso.
 
"Lena."
 
"Dovrebbe andare." la interruppe. "Le ho già rovinato abbastanza la serata ... giuro che non mi muoverò da qui, andrò direttamente a dormire."
 
Lei non lasciò il tempo, a Kara, di dire nulla. Andò in camera sua e chiuse la porta, lasciandola lì assorta nei suoi pensieri.
 
Kara guardò la porta in rovere, chiudersi dietro Lena, quando un’idea le balenò nella mente.
 
Un'idea stupida e del tutto irresponsabile. Ma lei era disposta a correre il rischio, se poteva permettere a Lena di sentirsi po' meglio.

 
 
***
 
Lena finì di farsi una doccia, ripensando alla discussione avuta con Kara poco prima. Si sentiva davvero triste, aveva fatto innervosire la creatura più comprensiva della terra ma allo stesso tempo era sorpresa della presa di posizione della ragazza. 
 

Un rumore alla  sua porta la distolse dai suoi pensieri riguardanti Kara e, quando aprì, si trovò faccia a faccia con l'oggetto dei suoi pensieri.
 
"Kara?"
 
Quest'ultima la guardò dall'alto in basso prima di avvampare in viso.
 Lena era ancora in accappatoio e questo fece risvegliare qualcosa di inspiegabile in Kara.
 
Lena sorrise per la reazione della ragazza, sapeva di essere in grado di mettere in imbarazzo la bionda ma in quel momento si sentiva davvero soddisfatta, forse perchè l'aveva fatta arrossire senza dire una parola.
 
 
Era chiaro, quella donna era una dea ... Una dea che le avrebbe causato molte notti insonni a Kara.
 
Si costrinse ad alzare la testa per incontrare lo sguardo divertito di Lena che non l’ aveva lasciata per un attimo.
 
"Non dovrebbe aprire così, presidente..." disse costringendosi a non guardare il corpo della donna coperto dall'accappatoio.

"Che c'è di strano? Sono coperta, Kara."

"No...cioè...io..."
Lena sorrise ancor più divertita e si sentì di dover andare in soccorso alla donna prima che evaporasse di fronte a lei.

"Come mai qui?Mi controlla?"  

"Lo dico per lei..." dichiarò la bionda cercando di riprendere il discorso precedente. "Lei è chiaramente una bellissima donna e qui in giro ci sono molti uomini..." 

Lena ridacchiò compiaciuta dal complimento della bionda. Quella ragazza si preoccupava sempre così tanto per lei, era una delle caratteristiche di Kara  che più adorava.
 
"Allora?" Chiese di nuovo Lena. "E’ venuta qui per assicurarsi che non ho fatto le valige?" Chiese ancora scherzosamente.
 
Una risata risuonò dalla bocca di Kara che scosse la testa rinsavendo del tutto da quella visione.
 
" A dire il vero ho una sorpresa per lei."  le disse con un sorriso misterioso.
 
Lena aggrottò la fronte.
 
" Se c'è una cosa che deve sapere su di me Kara, è che non mi piacciono le sorprese. La vita me ne ha fatte fin troppe." disse facendo una smorfia.
 
"Le posso garantire che questa le piacerà..." Disse soddisfatta, era certa che a Lena sarebbe piaciuta la sua sorpresa.



Eccomi qui! Nuovo capitolo fresco fresco per voi, vediamo Kara e Lena un pochino più vicine in questo capitolo...che mi dite? Ne siete felici? Chissà cosa avrà in mente Kara...e soprattutto riuscirà a sorprendere la nostra Lena?Vedremo...Vi auguro una buona lettura e ringrazio tutti voi e in particolar modo chi lascia qualche commento, mi rendete davvero entusiasta.
Grazie! Buona lettura e a presto. 
   
 
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