Videogiochi > Dragon Age
Segui la storia  |       
Autore: LysandraBlack    19/02/2019    4 recensioni
Marian è scampata al massacro di Ostagar. Garrett ha assistito alla distruzione di Lothering, mettendo in salvo la loro famiglia appena in tempo. Senza più nulla, gli Hawke partono per Kirkwall alla ricerca di un luogo dove mettere nuove radici. Ma la città delle catene non è un posto ospitale e i fratelli se ne renderanno conto appena arrivati.
Tra complotti, nuovi incontri e bevute all'Impiccato, Garrett e Marian si faranno ben presto un nome che Kirkwall e il Thedas intero non dimenticheranno facilmente.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Anders, Hawke, Isabela, Varric Tethras
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The unlikely heroes of Thedas'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

CAPITOLO 9
The Bloody Deep Roads

 

 

Alle prime luci dell'alba il gruppo era pronto a partire: le vettovaglie caricate sui carretti, le armature lucide e le spade affilate, il morale alto.

Bartrand, salito sopra i gradini della grande piazza del quartiere nanico, sotto le enormi statue dei Campioni, si rivolse a tutti loro. «Abbiamo scelto uno degli ingressi segreti per le Vie Profonde. Quella parte dei tunnel è ancora vergine e aspetta solo di essere deflorata!»

Varric, al suo fianco, ridacchiò divertito. «Che bella immagine...»

Garrett scosse la testa, cercando di non immaginarselo in atteggiamenti compromettenti in uno dei cunicoli sotterranei. Fallì miseramente, dovendo trattenersi con una smorfia dallo scoppiare a ridere.

Bartrand continuò il suo discorso ignaro di tutto, spiegando che ci avrebbero messo una settimana a raggiungere i livelli inferiori e che ci sarebbero stati sicuramente alcuni Prole Oscura scampati al Flagello. «Grandi rischi, grandi ricompense!»

I due Hawke si scambiarono uno sguardo complice. «Siamo qui per questo.»

«Ecco lo spirito giusto!» Tuonò il nano, trionfante. Il ghigno venne però spento da qualcosa, o meglio qualcuno, appena arrivato. «Hei, chi ha invitato la vecchia?»

«Oh, no.» Si lasciò sfuggire Garrett, voltandosi.

Leandra, i capelli grigi legati in uno chignon sulla nuca, avanzava verso di loro con fare deciso, Bu che le trotterellava al fianco. «Vorrei prima scambiare due parole con i miei figli, ser nano.»

«Madre...»

«Come vi è venuto in mente?!» Li sgridò alzando la voce, fulminandoli con gli occhi. «Sgattaiolare via di casa senza avvertirmi, dopo avermi detto che sareste partiti tra tre giorni?!»

Carver cercò di afferrarla per una spalla, ma la donna si divincolò con uno strattone. «Non potete andare entrambi! E se vi succedesse qualcosa, io...»

«Madre, ne abbiamo già parlato.» La interruppe Garrett, cercando di calmarla. «Ci servono i soldi, e così ne avremo sicuramente una montagna investendo soltanto una cinquantina di Sovrane.»

«Se vuoi andare, fallo, ma non costringere tuo fratello a-»

«Non sono più un bambino, madre!» Sbottò Carver, furente, rosso fino alle orecchie. A Garrett non sfuggì l'occhiata di soppiatto che lanciò a Merrill. Condivideva le apprensioni del fratello, quella scenata li stava facendo vergognare di fronte all'intera spedizione. «Ho deciso di scendere nelle Vie Profonde con Garrett, e non certo perché mi ha convinto lui o qualcun altro!»

«Ma Carver...»

«Andrà tutto bene, madre, vedrete. Farete appena in tempo a realizzare di non averci intorno che saremo già di nuovo tra i piedi.» Cercò di scherzare lui, accennando un sorriso poco convinto.

«Sì, madre, non è così semplice liberarsi di noi!» Gli diede corda Garrett in una risata forzata. Nel momento stesso in cui Leandra puntò gli occhi nei suoi, si rese conto che sarebbe stato meglio tacere ed evitare battutine.

«È quello che hai detto anche a Lothering, e guarda com'è finita Bethany.» Gli rinfacciò la madre, furente. «Fai in modo che torni vivo, Garrett.»

Serrò la mascella. «Mi pare sia abbastanza grande da cavarsela da solo, madre, è ora che tu te ne renda conto, invece che stare sempre ad osannare solo e soltanto Marian, rinfacciando a me tutte le colpe per qualsiasi sciagura nel mondo.» Replicò tagliente.

Leandra sembrò voler aggiungere qualcosa, ma si limitò a scuotere la testa, salutando Carver un'ultima volta prima di girare i tacchi e tornarsene verso la città bassa.

Bu uggiolò in direzione dei due fratelli, il capo reclinato da un lato.

«Tienila d'occhio, Bu.» L'accarezzò Carver, grattandola dietro l'orecchio. «Ci vediamo presto.»

La mabari gli leccò la mano, spingendo la testa contro la sua gamba prima di salutare affettuosamente anche Garrett e scattare di corsa dietro a Leandra, che era ormai lontana.

Il loro sguardo vagò istintivamente verso la Forca, le alte torri che svettavano sul resto della città.

«Dici che avrà ricevuto la nostra lettera?» Chiese Carver, scuro in volto.

«Anche se fosse, non è qui.»

«Se abbiamo finito con i drammi familiari, sarebbe ora di andare!» Li schernì Bartrand, riprendendo il controllo della situazione e dando l'ordine di partire.

«Starà solo tenendo il broncio, vedrete.» Cercò di consolarli Merrill, avvicinandosi. Sfiorò per un attimo la mano di Carver, ma lui si ritrasse troppo velocemente per accorgersene.

«Bartrand ha ragione. Non possiamo trascinarci dietro le nostre beghe familiari, le Vie Profonde sono abbastanza pericolose già di loro.» Disse, sistemandosi la grande spada sulle spalle.

«Siamo ancora in tempo per abbandonare quest'idea stupida...» Suggerì Anders, stringendosi nel mantello e lanciandogli un'occhiata speranzosa.

Garrett si costrinse ad esibire un ghigno divertito. «Ti piacerebbe, ma troppo tardi. In marcia!» Superò i compagni a passo leggero, mettendosi in testa al gruppo, l'arco e le due faretre sulle spalle.

Dopo poco, Varric lo raggiunse di soppiatto, Bianca che scintillava sotto i raggi del sole. «Vedrai che andrà tutto bene. Se fossi nei Prole Oscura, me la starei già facendo sotto dalla paura.»

Accennò un sorriso. «Immagino, Ogre tremanti raggomitolati nei cunicoli più bui, farsi piccoli piccoli alla sola menzione di Bartrand. Nessuno dovrebbe essere costretto a sopportarlo.»

«Come darti torto...»



 

Cinque giorni dopo, si erano tutti già ampiamente stufati di quelle maledettissime Vie Profonde.

«E ti pareva che non trovavamo un tunnel crollato!» Si lamentò Anders scuotendo la testa affranto, mentre il resto dei nani e umani allestivano un accampamento nel mentre che i Tethras decidevano sul da farsi. «E dall'altra parte, una porta che non si apre. Per le mutande fiammeggianti di Andraste, odio questo posto, l'ho sempre detto.»

Merrill, che da quando erano scesi sottoterra si era fatta stranamente taciturna, gli diede ragione. «Quasi non si respira. Per non parlare del buio...»

«Una volta tornati, ti servirà una giornata all'aria aperta, magari un picnic sul Monte Spezzato, sono certo che Carver-» La gomitata del fratello nelle costole gli mozzò le parole in gola. Si accasciò sghignazzando, godendosi le guance paonazze del fratello e ignorando i suoi insulti.

«Oh, mi farebbe piacere!» Esclamò Merrill, illuminandosi. «Potremmo andarci tutti, conosco un posto molto bello dietro ad un boschetto, alle volte ci vanno le copp-» Chiuse la bocca di scatto, le orecchie che si imporporavano. «Volevo dire... Cioè... Ah, signor Bodahn!»

Il nano si avvicinò loro torcendosi le mani, angosciato. «Non vorrei aggiungere altri problemi, ma mio figlio, Sandal, è sparito. Deve essersi cacciato in qualche cunicolo e temo possa perdersi...»

Garrett aggrottò le sopracciglia. «Quando è successo?»

«Qualche minuto fa, credo... stavo finendo di passare le razioni al resto della compagnia, quando mi sono voltato e non c'era più. Vi prego, se Serah Varric vuole davvero tentare di esplorare una delle gallerie secondarie, potreste cercare anche il mio ragazzo?»

Sospirò. «Ma certo, Bodahn. Vedrete che non si sarà allontanato molto.»

Fece cenno agli altri di seguirlo, mentre raggiungevano Varric e suo fratello.

«Potrebbe essere già stato mangiato.» Commentò tetro Anders, sottovoce.

«Non sei d'aiuto.»

«Dico solo le cose come stanno.»

«Non fare così, Anders, sono certa che lo ritroveremo sano e salvo!» Lo incoraggiò Merrill, cercando di farlo sorridere e beccandosi invece un'occhiataccia torva.

«Non tutti possono risolvere i loro problemi con la magia del sangue, sai?»

Carver si spostò impercettibilmente tra i due, sulla difensiva. «Hei, lasciala in pace.»

«Dateci un taglio, voi tre.» Li ammonì Garrett, salutando Varric con un cenno. «Allora, il verdetto?»

Il nano per tutta risposta impugnò saldamente Bianca, un ghigno sicuro di sé sul volto. «Non ci faremo fermare da un semplice crollo come dei pivelli qualunque. Forza!»

Il crollo, però, si rivelò il minore dei loro problemi.

Si erano allontanati di appena qualche centinaio di metri dall'accampamento, quando Anders alzò il pugno, immobilizzandosi di colpo e stringendo il proprio bastone magico, che iniziò a brillare.

All'occhiata interrogativa di Garrett, rispose con un sussurro, alzando una barriera magica ad avvolgere il resto del gruppo. «Prole Oscura.»

«E ti pareva.» Ringhiò Carver a denti stretti, estraendo il grande spadone e ponendosi in testa al gruppo. Merrill evocò la sua armatura rocciosa, pronta a combattere, Varric imbracciò Bianca con un cipiglio determinato e Garrett si preparò a tempestare di fulmini qualsiasi cosa si parasse loro davanti. Per una volta, non c'erano templari nelle vicinanze che avrebbero potuto imprigionarlo.

Trovarono i Prole Oscura in una galleria dal soffitto basso. Riusciti a coglierli di sorpresa, li sconfissero senza troppe difficoltà, stando bene attenti a non farsi ferire dalle loro armi, denti o artigli carichi di Corruzione.

Osservando il fratello incedere a testa bassa, più cupo del solito, Garrett sapeva a cosa stava pensando. L'ultima volta che avevano affrontato quei mostri, la loro famiglia si era ridotta di un altro membro.

Strinse l'arco con forza.

Mentre scendevano una serie di scalinate mezze distrutte, avvertì un'energia diffusa nella zona, come non aveva mai sentito prima. Era come un ronzio nelle orecchie. Avvicinandosi alla parete rocciosa, sembrava che esso provenisse dalla pietra stessa, o più probabilmente sotto di essa.

«Hei, guardate lì!»

Varric indicò con un cenno la fine del cunicolo, illuminato debolmente da una flebile luce azzurra.

«Lyrium.» Lo precedette Anders, che non accennava a rilassare il volto corrucciato. «Siamo abbastanza in profondità da essere circondati da vene di lyrium, lo percepisco da ore ma qui è più forte, devono spuntare da qualche parte all'interno della galleria.»

«Ecco cos'era!» Annuì Garrett, allungando il passo incuriosito.

Svoltato l'angolo, li accolse uno spettacolo mozzafiato: ramificazioni larghe quanto un tronco d'albero si arrampicavano sulla pietra, di un blu azzurrato splendente, più intenso dove la vena era più larga. Più si avvicinava, più riusciva ad avvertirne l'energia magica sprigionata.

«Non toccate nulla, quella roba è pericolosa. E statene lontani.» Li avvertì Varric.

«È bellissimo...» sussurrò Merrill, il naso all'insù, gli occhi spalancati per la meraviglia.

«Già...» Carver le lanciò un occhiata di sottecchi, arrossendo di colpo e voltandosi nuovamente verso il lyrium, tossicchiando per dissimulare la sua reazione quando si accorse dello sguardo del fratello puntato su di sé.

Garrett ridacchiò, scuotendo la testa. Si fermò un attimo ad ascoltare quello che, da un semplice ronzio, era diventato una sorta di melodia mormorata. «È come se... cantasse.»

«Non hai mai ingerito del lyrium, ne deduco.» Commentò Anders, facendoglisi più vicino e tirandolo lontano dalla vena azzurra. «Sei fortunato. Non toccarlo per nessun motivo, moriresti immediatamente.»

«È vero che aumenta il mana e potenzia gli incantesimi?»

L'altro annuì. «A caro prezzo, però. Chi lo consuma è spesso vittima di incubi nell'Oblio, sogni coscienti, o inizia a sentire voci che non esistono. Il “canto del lyrium”, lo chiamano. E può portare a serie complicazioni fisiche, quindi anche i maghi più esperti ne fanno uso di rado e solo in caso di grande necessità.»

«Per non parlare del fatto che alle volte le vene di lyrium tendono ad esplodere senza motivo.» Commentò Varric, lanciando un'occhiataccia sospettosa alla roccia. «Andiamocene, su.»

Trovarono alcuni gruppi sparuti di Prole Oscura, ma nessuno di essi si rivelò un problema.

Man mano che procedevano, le venature di lyrium si facevano sempre più frequenti, tanto che un paio di volte dovettero procedere quasi a carponi attraverso alcuni cunicoli laterali per evitare di avvicinarcisi troppo.

Finalmente, sbucarono in una galleria più ampia delle precedenti, che dava su uno strapiombo alla loro sinistra e una grande porta sfondata a poche decine di metri da loro. La cosa più sorprendente, però, furono i corpi carbonizzati di parecchi Prole Oscura, e un grosso Ogre dalle corna grandi quanto un uomo, completamente pietrificato e cristallizzato nel bel mezzo della sua carica.

Tra essi, a proprio agio, stava un nano, che si girò verso di loro con un sorriso serafico sul volto.

«Sandal!» Esclamò Garrett, avvicinandosi circospetto al ragazzo. «Come diamine hai fatto?»

Il nano allargò ancora di più il sorriso, porgendogli un sasso scintillante sul quale vi era incisa una runa che brillava leggermente. «Boom.»

Varric fischiò, ammirato. «Questo lo vedo. E quello?» Chiese, indicando l'Ogre.

«No incantamento!»

Si strinsero nelle spalle, sapendo già che non avrebbero trovato un senso a quell'enigmatica risposta.

«Meno male stai bene. Vieni, stiamo cercando un modo di aggirare il crollo e proseguire.»

Sandal annuì, obbediente, restando tutto il tempo vicino a Merrill mentre procedevano verso il portone divelto.

Oltrepassatolo, trovarono di nuovo la pavimentazione delle Vie Profonde, segno che stavano tornando sulla via giusta.

Varric estrasse la propria copia delle mappe, esaminando la situazione. Dopo qualche minuto, annuì soddisfatto. «Dovremmo essere nella direzione giusta, alla nostra sinistra. Mentre alla nostra destra...» Indicò una galleria più piccola, che percorsero per almeno un'ora e passa fino a fermarsi di fronte ad una grande porta chiusa, che scassinarono con qualche difficoltà.

Dopo parecchi tentativi andati in fumo, sentirono finalmente uno scatto. Si appoggiarono tutti alla pietra, spingendola faticosamente sui cardini cigolanti.

«Ah, eccovi finalmente!»

«Bartrand, fratello mio, non te lo dico spesso ma sono contento di rivedere la tua faccia.» Ghignò Varric, dando una pacca sulla spalla al fratello. «Possiamo proseguire.»

«Avete ritrovato il mio Sandal!» Esclamò Bodahn, correndo ad abbracciare il figlio. «Grazie, serah, vi sono debitore, troverò il modo di ripagarvi, lo giuro sulla mia vita!»

Sandal ricambiò confusamente l'affetto del padre, sorridendo nel suo solito modo.

«Non è necessario, Bodahn, davvero. L'avrebbe fatto chiunque...» cercò di sminuire Garrett, pensando che non è che avessero fatto molto, oltre a scortare il ragazzo fino a lì, Sandal sembrava sapersela cavare egregiamente contro la Prole Oscura.

Il nano scosse la testa. «Insisto. Dico davvero, serah, troverò il modo di rendermi utile e ricambiare il favore.»

Garrett si strinse nelle spalle, arrendendosi di fronte alla testardaggine dell'altro.

 

 

Dopo altri tre giorni di cammino, procedendo per grandi gallerie di pietra che sembravano a stento state contaminate dalla Prole Oscura, raggiunsero il loro obbiettivo. Una grande incisione in una lingua sconosciuta anche ai nani spiccava sull'enorme colonna alla loro destra, mentre una serie di colonnati più piccoli riempivano l'intera sala, sorreggendo la volta. Tutto era illuminato da piccole lanterne di pietra, dentro le quali brillava una luce rossa e sinistra, e immense venature di quello che doveva essere lyrium ma era del medesimo colore scarlatto. Il ronzio che ormai Garrett percepiva quasi costantemente da giorni era diverso, più intenso, distorto.

«Che io sia dannato...» Sussurrò Varric, senza fiato.

«Non era quello che vi aspettavate?» Gli chiese Garrett, ammirando compiaciuto il luogo.

«Mi immaginavo un qualche thaig abbandonato, qualcosa di antico, ma... questo? Non so nemmeno cosa sia... i vecchi racconti dei razziatori dopo il Terzo Flagello parlavano di qualcosa ad una settimana dalla superficie, ma nessuno gli ha mai creduto.»

Bartrand scoppiò a ridere, soddisfatto. «Meglio per noi. Coraggio, montate il campo e iniziamo a dare un'occhiata in giro!»

Si misero subito all'opera, riposandosi lo stretto necessario per poi afferrare i propri zaini e mettersi ad esplorare la zona, la pancia piena e la testa piena di sogni di fama e ricchezze.

Trovarono presto una scalinata che scendeva più in profondità, la luce rosso sangue di quello strano lyrium che pareva più intensa.

«Non mi piace.» Commentò Anders, esitando.

«Non ti piace nulla qui sotto, non è una novità.» Rimbeccò Carver, che non parve scoraggiarsi.

Garrett lanciò un'occhiata a Varric, che era rimasto in silenzio, pensoso. «Non sembri molto affascinato da questo luogo, al contrario di Bartrand.»

Il nano sbuffò. «Non sono nato ad Orzammar, a differenza sua. Se non fosse per i profitti, non avrei mai nemmeno messo piede qua sotto. Non mi piace stare sottoterra, e questo posto mi mette i brividi. Spero solo che ne valga la pena.» Rispose tetro, iniziando a scendere.

«Lo spero anch'io...» Borbottò Garrett, seguendo i compagni giù per i gradini consumati dal tempo e dalle frane.

Qualche minuto e numerosi gradini dopo, Merrill, che nella fioca luce delle loro torce e delle venature di lyrium vedeva bene quanto Varric, indicò loro una grossa statua di pietra, alta poco più di due metri. «Guardate, magari ci può aiutare a capire chi abitava qui sotto!»

Varric la fermò per un braccio, scuotendo la testa. «Potrebbe non essere la mossa miglio-»

Con uno scricchiolio che rimbombò per tutta la galleria, la statua si mosse, facendo cadere a terra miriadi di sassolini mentre avanzava verso di loro, rune e venature di lyrium che brillavano su tutta la sua superficie.

«Merda!» Esclamò Anders, affrettandosi a sollevare una barriera attorno a loro, appena in tempo per fermare qualcosa alla loro destra, comparso dal nulla, che esplose in una nuvola di fumo.

«È davvero un Golem?!» Chiese Garrett, cercando inutilmente di fermare l'avanzata del costrutto con una serie di scariche elettriche, che rimbalzarono sulla roccia scalfendola a malapena.

«Risparmia l'entusiasmo per quando ce lo saremo tolto di turno!» Grugnì Varric, caricando Bianca e mirando ad una delle rune sul collo del Golem. Colpita, quella si frantumò con uno scoppio, il braccio della creatura che crollava a terra. «Concentrate il fuoco!»

Garrett stava per ricaricare l'arco quando si sentì spingere da parte da Anders, che lanciò un incantesimo che imprigionò temporaneamente il golem in uno spesso strato di ghiaccio. «Occupati delle Ombre, qui ci pensiamo noi!»

Interdetto, si voltò verso una creatura che sembrava fatta di fumo e polvere. Agitò l'arco verso di essa, colpendola con una serie di schiocchi fino a farla esplodere.

Carver, al suo fianco, ne trapassò un'altra, la lama della spada che brillava nel buio.

Il Golem cadde a terra con fragore, perdendo pezzi, le venature di lyrium ormai spente.

«Se là sotto non c'è qualcosa di valore...» ringhiò Varric, lasciando la frase in sospeso e caricando di nuovo Bianca, puntata verso il corridoio di pietra levigata che si apriva davanti a loro.

Superarono alcune statue di pietra vulcanica, nere e lucide, scolpite in forma vagamente nanica, alte abbastanza da sorreggere la volta. In fondo al corridoio vi era una porta, che si aprì cigolando verso l'interno.

Entrarono di soppiatto, aspettandosi un attacco.

La stanza era deserta, una scalinata portava verso una sorta di altare, numerose torce accese tutto intorno e una grande vetrata di lyrum rosso ad illuminare tutto. Sulla parete opposta notarono una porta piuttosto piccola.

Salirono le scale con cautela, avvicinandosi all'oggetto posto sull'altare: era una statuetta di cristallo brillante, raffigurante qualcuno di sembianze umane o elfiche paralizzata in un urlo di dolore e disperazione, abbracciata (o stritolata) da una figura scheletrica.

«È... lyrium?» Chiese Garrett.

«C'è sicuramente di mezzo della magia. E non quella buona.» Rispose Anders, corrugando la fronte.

Varric scosse il capo, ammirato. «Non assomiglia a niente che abbia mai visto prima.» Una serie di passi li fece sobbalzare, ma si rilassarono subito quando videro Bartrand varcare la soglia. «Guarda qui, Bartrand! Un idolo fatto interamente di lyrium, o almeno credo!»

Quello fischiò d'approvazione. «Potresti aver ragione, Varric. Ottima scoperta.»

Garrett allungò una mano verso l'idolo, titubante. Anche sotto la pelle degli spessi guanti che indossava, l'oggetto era stranamente tiepido per essere rimasto chiuso là sotto al buio per chissà quanti secoli. Lo allungò a Varric, che con un ampio sorriso di vittoria lo passò al fratello, che li aveva raggiunti. Bartrand lo prese, soppesandolo in mano con un ghigno avido, gli occhi che brillavano.

«Noi andiamo a vedere se troviamo qualcos'altro di valore, d'accordo?» Gli disse Varric, indicando la porta più piccola. «Magari c'è una cripta o qualcosa del genere...»

«Sì, sì, andate pure... Conto su di voi.» Li condì via Bartrand, scendendo le scale.

Il resto del gruppo si avvicinò alla porta, studiandone la serratura. «Sembra aperta, ma qualcosa la blocca.» Commentò Varric, appoggiandovi una spalla e spingendo. «Datemi una mano-»

Un fragore dietro di loro li fece sobbalzare. Tornarono di corsa all'ingresso.

«Bartrand!» Urlò Varric, cercando di farsi sentire dal fratello e sbattendo i pugni sulla parete di pietra. «Bartrand, mi senti? Ti si è chiusa dietro la porta!»

Gli rispose con una risatina di scherno. «Sei sempre stato un acuto osservatore, Varric.»

«Stai scherzando?! Mi stai tradendo per uno stupido idolo? Tuo fratello?!» Sbattè di nuovo i pugni sulla porta, furioso. «Apri la porta, Bartrand!»

«Puoi scordartelo. Non è solo l'idolo, questo intero Thaig vale una fortuna e non ho intenzione di dividerlo in tre parti. Tanti saluti, fratellino...»

Varric ricominciò a battere sulla porta come un folle, cercando di richiamare il fratello. «Bartrand! Bartrand, maledizione!»

“E tanti saluti all'amore fraterno...” Garrett lo tirò via dalla porta, cercando di calmarlo. «È inutile, sarà già lontano. Dobbiamo uscire da qui.»

«Questa maledetta cosa si apre solo dall'esterno!» Sbottò il nano, tirando un calcio alla pietra. «Maledizione, quando usciamo da qui troverò quel gran figlio di puttana -scusa, mamma- e lo ucciderò con le mie mani!»

«Potremmo provare con la magia?» Chiese Merrill, appoggiando una mano sulla parete.

Anders scosse la testa. «E rischiare che ci crolli in testa tutto?»

«Sono sicura che troveremo un'uscita...» Cercò di pensare positivo Merrill, che tuttavia si stava guardando intorno con aria molto poco fiduciosa. «Dobbiamo solo cercarla.»

Carver sospirò, scuotendo la testa. «Vorrei avere il tuo ottimismo.»

Garrett si scambiò un'occhiata preoccupata con Anders. «Mi sa che avevi ragione sulle Vie Profonde...» Gli sussurrò, restando un pochino indietro mentre Varric e Carver aprivano l'altra porta spingendola sui cardini arrugginiti.

L'altro mago sospirò affranto. «Di solito ne sarei contento, ma non hai idea di quanto mi sarei voluto sbagliare, questa volta.»

Carver fu il primo a varcare la soglia. «Coraggio, chissà questo tunnel dove ci porta.»

«Non vedo l'ora di fare il culo a quella faccia di merda di Bartrand...» Ringhiò Varric, seguendolo.



 

«Ora basta.»

«Per le tette di Andraste.» Boccheggiò Garrett, guardando l'enorme ammasso di pietre sollevarsi in aria, tentacoli di energia magica che tenevano insieme i pezzi. «Questo è ancora più grosso!»

«Scommetto che è quello che vorresti sentirti dire più spesso.» Lo punzecchiò Varric ridacchiando, tuttavia aveva imbracciato Bianca, puntandola sulla creatura che ora li guardava con un unico, brillante occhio giallo.

Carver, il piede ancora appoggiato sui resti della cosa rocciosa che li aveva attaccati qualche minuto prima, ricambiò lo sguardo della creatura con ferocia, sbuffando.

«Avete dimostrato il vostro valore. Non metterò ulteriormente a rischio queste creature senza che sia necessario.»

«Come se fossimo stati noi ad iniziare!» Ribattè Garrett, il bastone già alzato. «Volevamo solo farci una tranquilla passeggiata qui intorno, veniamo in pace.»

«Non vi attaccheranno più, allora. Non senza il mio permesso.»

«Ah, e immagino che, qualsiasi cosa tu sia, voglia qualcosa in cambio.»

«Cosa sono questi cosi?» Li interruppe Varric, osservando meglio la creatura. «Sembrano Wraith della pietra, ma...»

«Hanno fame.» Rispose quella. «I Sacrileghi abitano questo luogo da ere immemori, nutrendosi della pietra magica finchè non ricordano soltanto la fame.»

«Mangiano... il lyrium?» Domandò Garrett, lanciando un'occhiata alle molte venature di lyrium rosso che illuminavano la grotta. «E tu, invece?»

«Io non sono come loro. Sono... un visitatore.»

«Un demone, piuttosto. Diciamo le cose come stanno. Si nutre della loro fame.» Lo interruppe Anders, facendo un passo avanti, minaccioso. «Non dovremmo perdere tempo a parlarci.»

«Preferirei non dover rinunciare al mio banchetto.» Proseguì la creatura dopo qualche secondo. «Avverto il vostro desiderio... volete andarvene da qui, ma avete bisogno del mio aiuto.»

Garret si sentì stringere il braccio. «Non farlo.» Lo avvertì Anders. «I demoni finiscono sempre per tradirti, in un modo o nell'altro.»

«... e se fosse invece l'unico modo per uscire da qui?» Chiese Carver, incerto. «Le nostre provviste ci basteranno appena per una settimana, e stiamo già razionando al massimo.»

Merrill, d'altro canto, sembrava convinta del contrario. «Non c'è da aver paura. Possiamo sfruttare il suo aiuto, basta solo fare attenzione.»

Varric scosse la testa. «Beh, non è che abbiamo molte alternative...»

Garrett soppesò la situazione. Si grattò il mento, pensoso. «E come intendi aiutarci?» Poteva sentire lo sguardo di disapprovazione di Anders puntato sulla sua schiena.

Il demone rivolse il suo occhio spettrale su di lui. «C'è una porta che conduce alla superficie. È ciò che cercate. Ma è sigillata, vi servirà una chiave per aprirla. Io so dov'è quella chiave, fate come vi dico e potrete uscire da qui prima che le vostre scorte di cibo e acqua si esauriscano.»

Il mago incrociò le braccia. «E cosa dovremmo fare in cambio?»

«Cosa non ti è chiaro della parola “demone”?» Gli sibilò Anders all'orecchio, furente. Garrett gli fece cenno di tacere, spronando la creatura a rispondere.

«C'è una cripta, non lontano da qui. E un essere che mi ha infastidito troppo a lungo. Uccidetelo e avrete la possibilità di uscire.»

Garrett ridacchiò. «Beh, mi sembra che abbiamo appreso abbastanza. Merrill?»

«Con piacere!»

Prima che il Sacrilego potesse rendersene conto, un'ondata di magia lo travolse, colpendolo nel suo punto debole lasciato scoperto dalla roccia. La magia del sangue dell'elfa avvolse i tentacoli di energia che tenevano insieme i pezzi del demone, distruggendoli e assorbendoli, finchè di esso non restò altro che un ammasso di rocce e pietre che caddero a terra con un gran fracasso.

«Sai, dovresti darmi un po' più di fiducia, Anders.» Lo rimbeccò Garrett, il guaritore che lo fissava sorpreso.

Quello si riprese in fretta. «Non approvo comunque l'uso di magia del sangue, imparata da qualche demone, per combattere un altro demone.»

Garrett fece spallucce. «Finchè dice di sapere quello che fa... ci torna utile, in fondo. Coraggio, ho come l'impressione che la cosa nella cripta sia ben peggiore di questa.»

«Non mi sorprenderebbe...» Commentò Carver, per poi andare a complimentarsi con Merrill.

L'elfa arrossì fino alla punta delle orecchie, mormorando qualcosa.

Varric e Garrett si scambiarono un'occhiata complice.

«Vedi che finalmente il mio fratellino si da una mossa...»

«E meno male, povera Margheritina, non stavano andando da nessuna parte!»

I due in questione non li degnarono nemmeno di uno sguardo, restando in coda al gruppo, completamente ignari dei loro commenti.



 

Il gigantesco wraith della pietra crollò a terra con un fracasso da fargli male alle orecchie.

Garrett, ancora a terra per il colpo ricevuto, si guardò intorno rialzandosi dolorante. «State tutti bene?»

Incrociò lo sguardo di Varric, Bianca ancora carica, mentre spuntava dalla colonna dietro la quale si era rifugiato per prendere fiato. «Sai quando ho detto che i wraith della pietra erano solo leggende? Ecco, avrei dovuto chiudere la bocca, per una volta.»

Carver scoppiò a ridere. «Non avrei mai pensato di sentirtelo dire da solo.» Allungò la mano a tirare in piedi Merrill, che era crollata a terra senza più forze, il mana completamente prosciugato. «Stai bene? Grazie per aver preso quel colpo, se non ci fossi stata tu-»

L'elfa arrossì graziosamente. «Avevo la mia armatura di roccia, non mi ha fatto quasi nulla! E poi, tu mi hai evitato di finire a pezzi per colpa di quel raggio magico...»

Garrett squadrò Varric, ammiccando verso gli altri due. Il nano ridacchiò, scuotendo la testa. «E pensare che hanno aspettato di finire qua sotto per... bah, non avrei mai detto che le Vie Pronfonde potessero ispirare qualche romanticheria.»

Vide Anders esaminare i resti del wraith con aria critica. Fece per raggiungerlo, quando un giramento di testa lo costrinse ad appoggiarsi ad una delle colonne di pietra. Il guaritore, allarmato, lo raggiunse quasi di corsa. «Hei, come ti senti?»

«Un po' intontito. Credo non ci sia nulla di-» La vista gli si annebbiò per qualche istante, mentre la nausea gli attanagliava lo stomaco. «Ah, forse devo solo riposarmi un attimo.»

«Stenditi a terra.» Ordinò l'altro, costringendolo ad appoggiare la schiena sul terreno gelido e la testa su uno dei giacigli arrotolati. Fece comparire una piccola fiammella, chiedendogli di seguirla con lo sguardo.

Garrett chiuse gli occhi, infastidito. «Anders, sto bene-»

«No che non stai bene, hai preso un colpo in testa. Stai sanguinando, Garrett.»

«Oh.» “Ecco cos'era, quel viscido sul collo...” Pensò dandosi dello stupido.

«Ora stai fermo e tieni gli occhi chiusi.»

Le dita fresche dell'altro gli si posarono sulle tempie, mentre la magia cominciava a scorrere, dandogli la sensazione di venire immerso in una pozza di acqua fresca. La nuca cominciò a pizzicargli fastidiosamente, ma dopo qualche tempo si ridusse soltanto ad un formicolio.

Quando riaprì gli occhi, erano tutti chini su di lui a fissarlo.

«Come ti senti?» Gli chiese preoccupato il fratello.

«Mh, meglio, credo.» Guardò Anders con aria interrogativa. «Posso alzarmi, dottore?»

L'altro si lasciò sfuggire un sorrisetto. «Sì, ma fai piano. E niente più scontri con mostri di pietra.»

Si mise lentamente seduto, accettando di buon grado l'aiuto del guaritore per rimettersi in piedi. «Credimi, una volta usciti da qui punto ad avere la vita più noiosa che si possa mai avere a Kirkwall.»

Varric sbuffò. «Non prendi in giro nessuno, Garrett.»

«Hei, guardate lì!» Li chiamò Merrill, indicando una nicchia poco più avanti. Avvicinandosi, granarono gli occhi, ammirando la pila di oro, pietre preziose e oggetti dall'aria antica che scintillava alla debole luce delle fiammelle magiche.

«Signori, siamo ricchi.» Annunciò Varric con un fischio di approvazione. «Bartand e il suo stupido idolo moriranno di invidia. Prima di morire sul serio, intendo.»

Garrett ci pensò su. «Come ci portiamo dietro tutta questa roba?»

«Potremmo usare quello.» Propose Carver, indicando un grosso carrello da miniera, anch'esso pieno di oggetti. «Se gli sistemiamo sotto delle ruote e lo spingiamo a turno...»

«Potrebbe funzionare.» Concordò Anders. «Ma ci rallenterà.»

Varric sventolò loro davanti una grossa chiave di metallo ancora lucido. «Non se questa apre una qualche porta verso le Vie Profonde.»

Garrett annuì. «Se non ci sono scale, tanto vale rischiare. Caricate negli zaini quello che vi sembra valga di più e mettete il resto nel carrello, in caso di necessità lo abbandoneremo.»

Per loro fortuna, la chiave apriva una grande porta con una serie di serrature che scattarono una dopo l'altra, rivelando un accesso alle Vie Profonde. In alcuni punti dovettero usare le loro abilità magiche per far fluttuare il carrello su lunghe e ripide scalinate ma, a parte qualche sparuto gruppo di Prole Oscura, sembrava che stessero raggiungendo la superficie abbastanza in fretta da non finire le poche scorte di cibo che rimanevano nelle bisacce. Con loro grande sorpresa avevano scoperto una fontana intarsiata di rune dalla quale usciva acqua pulita e fresca, e ne avevano fatto scorta in abbondanza. Razionando per bene, non avrebbero avuto problemi.

Un'indicazione in caratteri nanici segnalò loro che erano sulla direzione giusta.

«Quanto, esattamente?» Azzardò a chiedere Merrill, che era sempre più pallida da tutti quei giorni passati sottoterra. «Non vedo l'ora di stare all'aria aperta...»

«Non ne ho idea, Margheritina. Ho a malapena capito che questa runa significa “sopra”, non chiedermi di più.» Si strinse nelle spalle Varric, guardandosi attorno. «L'aria sembra più pulita però, non credete? I filtri funzionano meglio, siamo vicini.»

Stavano procedendo spediti, quando Anders si immobilizzò di colpo.

Garrett, che gli era dietro, per poco non gli sbattè addosso. «Hei, che-»

Gli fece cenno di tacere, una mano premuta sulla bocca. «Prole Oscura. Parecchi. Sono vicini, probabilmente ad una galleria di distanza.»

«Riusciamo ad evitarli?» Sussurrò, allarmato. Erano stanchi e nessuno di loro voleva affrontare un'altra ondata di quei mostri.

Anders si spostò una ciocca di capelli dagli occhi, preoccupato. «Forse. Muoviamoci. Merrill, fai fluttuare il carro, ma fai attenzione che non sbatta o faccia rumore. Se ci sentono, ci piomberanno addosso in un attimo.»

L'elfa annuì, agitando il bastone in aria e facendo fluttuare il pesante carrello a mezzo metro da terra, pallida in volto.

Carver e Garrett aprivano la strada, mentre Varric chiudeva la fila, Bianca ben stretta fra le braccia.

Anders li fece cambiare strada un paio di volte, girando su sé stessi e cercando di evitare la Prole Oscura. Un paio di volte dovettero acquattarsi contro il muro, trattenendo il respiro e sperando che non si accorgessero di loro.

Sembrava che li avessero superati, quando un rumore sopra di loro li fece sobbalzare.

La volta della grande sala che stavano attraversando era piena di ragnatele, a tal punto da non riuscire ad intravedere il soffitto.

Una serie di schiocchi, stavolta più vicini, mentre le ragnatele sussultavano come mosse dal vento di una tempesta.

Quando i ragni calarono verso il pavimento, il gruppo stava già correndo all'impazzata verso l'uscita. Anders cercava di aiutare Merrill a tenere dritto il carrello, che nel frattempo sobbalzava e sferragliava rumorosamente, mentre Varric e Garrett tentavano di rallentare l'avanzata dei mostri, tempestandoli di frecce ed incantesimi.

Evocando faticosamente tutto il mana che aveva in corpo, Garrett innalzò una barriera di fuoco dietro di loro, infilandosi per ultimo all'interno di uno stretto passaggio laterale, le pareti larghe a malapena da far passare il carrello con dentro i loro sudatissimi guadagni.

Non riuscendo a controllare le fiamme fin dal momento in cui le aveva evocate, non gli restò che sperare che avessero fatto il loro dovere. «Muovetevi con quel coso, non ci-»

Trasalì, sentendo una voce familiare urlare di dolore.

«Carver!» Gridò, il panico che gli stringeva il petto mentre affrettava il passo, svoltando per lo stretto passaggio fino a raggiungere gli altri. Il fratello era crollato a terra, reggendosi il fianco. Poco distante da lui, il cadavere deforme e fumante di un prole oscura, il muso allungato e quattro zampe dotate di lunghi artigli. Il bastone di Merrill era a terra, la ragazza pietrificata dall'orrore.

Anders, chino sul ragazzo, era già all'opera, un'aura azzurra ad avvolgere il ferito. «Oh Creatore... è spuntato fuori dal nulla, non sono riuscito a percepirlo con gli altri così vicini.»

Garrett cadde in ginocchio accanto al fratello. «Carver, mi senti?!» L'armatura di cuoio e placche metalliche era ammaccata e insanguinata, strappata sul fianco. La ferita sembrava profonda, poco sopra l'anca.

L'altro mugolò dal dolore, stringendo i denti e imprecando.

Rivolse la sua attenzione su Anders. «Puoi salvarlo, vero?»

Il guaritore non incrociò il suo sguardo. «Non è quello che mi preoccupa.»

«Che stai dicendo, dimmi solo se-»

«È stato ferito da un Prole Oscura, Garrett!» Sbottò l'altro, senza mai lasciare andare l'incantesimo di cura. «La corruzione si sta già facendo strada nel suo corpo e non c'è nulla che possa fare contro quella!»

Garrett sbattè le palpebre, più volte, senza capire. Carver era pallido come un cencio, il volto contratto dal dolore. Si guardò le mani, intrise del sangue del fratello. Senza rendersene conto, afferrò Anders per le spalle, stringendolo con forza. «Deve esserci un modo. Sei un guaritore spirituale e un Custode Grigio, ci deve essere qualcosa che puoi fare!»

«Non-»

«Non mi interessa cosa devi fare, ma salvalo!»

Non poteva perdere un altro fratello.

«Garrett...» Carver tossì un grumo di sangue scuro, riaprendo gli occhi blu, identici a quelli delle sorelle. «Non c'è un modo. Morirò, come Wesley. Come...»

«No che non morirai!» Ringhiò Garrett, rifiutandosi di dargliela vinta. «Non puoi. Non dopo Bethany, non dopo papà. Non lascerò che muoia qualcun altro al posto mio.»

Si girò verso Merrill, che si era inginocchiata anche lei accanto al ragazzo. «Se Anders non vuole aiutarmi, forse la tua magia del sangue può.»

L'elfa si morse il labbro inferiore, torcendosi le mani. «Non lo so, non ho mai guarito nessuno... Forse, con abbastanza sangue, ma non credo possa funzionare...»

«Prendi il mio.» Le disse, senza pensarci un attimo. «Prendilo pure tutto, non mi interessa, se serve a farlo stare meglio-»

«Un modo ci sarebbe.»

Puntarono tutti lo sguardo su Anders, tesi.

«Se è solo un modo per non farle usare la magia del sangue-» Lo minacciò Garrett, ma venne subito zittito dall'altro.

«No, ma è un'alternativa. La magia del sangue non funziona per guarire qualcuno, puoi solo rubare la fora vitale per assorbirla, ma mai per donarla agli altri. Mentre il mio metodo... Forse non sopravvivrà comunque, ma c'è una possibilità. Carver è abbastanza forte.» Sembrava incerto. «So che ci sono dei Custodi Grigi, qui vicino. Li posso sentire, li abbiamo evitati ieri sera. Ho rubato le mappe ad uno di loro, a Kirkwall, pensavo stessero cercando me, invece avevano pianificato anche loro una spedizione nelle Vie Profonde.»

«I Custodi combattono la Prole Oscura ogni giorno, conosceranno una cura!» Si illuminò Merrill. «Quando Aenor ha contratto la Corruzione, la Guardiana l'ha affidata ai Custodi per salvarla.»

Anders esitò. «Non è una vera e propria cura. Ma può sopravvivere, se tutto va bene. Potrebbe diventare un Custode, ma l'Unione ha un caro prezzo da pagare, che non tutti sono disposti ad accettare. Non è una vita facile, ed è irreversibile.»

«Ma se è l'unico modo...» Garrett abbassò lo sguardo sul fratello, che non aveva aperto bocca. «Carver. È la tua vita, non posso decidere per te, anche se vorrei farlo.»

L'altro sospirò, cercando di mettersi a sedere, gli incantesimi di cura di Anders che cominciavano a fare effetto. «Diventare un Custode Grigio? Io?» Scosse la testa. «Non so nemmeno se mi prenderebbero, non sono un eroe.»

«Sei abile a maneggiare la spada, Carver, non sminuirti.» Lo interruppe Merrill. «Aenor era poco più di una ragazzina, ma Duncan la reclutò lo stesso, aveva visto del potenziale in lei. Tu... saresti un ottimo Custode Grigio.» Aveva le lacrime agli occhi. «E poi è l'unico modo per salvarti, no?»

Il minore degli Hawke puntò lo sguardo in quello del fratello. «Se non mi accettano, tocca a te uccidermi. Sono troppo debole per gettarmi sulla spada, ma non voglio impazzire come Ser Wesley. Promettimelo, Garrett.»

Lui tirò su col naso, annuendo, troppo scosso per parlare.

«Andiamo allora, prima che i Custodi se ne vadano. Datemi una mano ad alzarmi.»

Per trasportarlo, svuotarono in parte il carrello, usando tutti i loro giacigli per creare un morbido materasso su cui potesse viaggiare senza peggiorare la ferita. Anders guidava il gruppo, fermandosi spesso per controllare Carver e ripetere i suoi incantesimi, cercando come poteva di rallentare la corruzione. La ferita era nera, la pelle attorno ad essa cosparsa di venature violacee, il colorito pallido e malsano di un morto.

«Questi Custodi... come sono?» Chiese Garrett in un sussurro, attento a non farsi sentire dal fratello che fluttuava a pochi metri da lui.

Anders si strinse nel mantello, le piume dell'indumento che ondeggiavano seguendo i suoi movimenti. «Il Comandante Adrien è una brava persona, così come gli altri con cui ho combattuto ad Amaranthine... riconosceranno il valore di Carver, ne sono sicuro.»

«E... cercheranno di farti tornare con loro?»

Il guaritore non rispose subito, lo sguardo puntato davanti a sé, determinato. «Dipende tutto da chi troveremo. Possono provarci, comunque.»

























Note dell'Autrice: eccomi di ritorno! Questo capitolo ci ha messo un'eternità ad essere finito, tra impegni vari. Odio le maledette Vie Profonde, quasi quanto Varric. E proprio quando la ship tra Merrill e Carver stava per salpare... sigh. 
Al prossimo capitolo!  

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Dragon Age / Vai alla pagina dell'autore: LysandraBlack