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Autore: nattini1    20/02/2019    6 recensioni
Missing moment della 1x11: Sam e Meg passano la notte nella sala d'attesa della stazione degli autobus e lei fa di tutto per ingraziarselo, dividendo con lui pensieri e una bottiglia di whisky. Scritta per la Valentine/Carnival Challenge Hurt/Comfort Italia - fanfiction & fanart.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Meg Masters, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questi personaggi non mi appartengono; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

 

 

 

Sam prese in mano il telefono che gli mostrava insistentemente la domanda che gli frullava da ore nella testa, la stessa che si era fatto ogni maledetto giorno durante gli anni trascorsi a Stanford: “Chiamare Dean?”. Crocetta rossa, sarebbe rimasto solo; icona azzurra, sarebbe bastata una parola del fratello per farlo tornare nella tana del bianconiglio, scoprendo quanto era profonda e piena di orrori sovrannaturali.

Mentre teneva il dito in sospeso come il suo animo tra una scelta e l’altra, una voce squillante, leggermente troppo squillante lo chiamò: “Ehi!”. Sam alzò gli occhi sulla giovane ragazza dai capelli biondi che aveva incontrato chilometri prima mentre facevano l’autostop, rimandò la scelta e rispose sorpreso: “Ciao! Sei di nuovo a piedi?”.

Lei se ne stava seduta sul pavimento della sala d’aspetto della stazione degli autobus, in una posa piena di movimento, come fosse una modella in posa su un set fotografico: “Avevi ragione: il tipo che mi aveva dato un passaggio non era un ragazzo raccomandabile, sono scesa subito. Tu che fai qui?”.

“Sto cercando di arrivare in California” rispose Sam.

Lei sorrise con compiacimento e avanzò verso di lui con una grazia quasi felina, come un gatto quando punta alla preda: “Non mi dire! Anche io! Sai, il prossimo autobus non partirà fino a domani”. Ce la stava mettendo tutta per ingraziarsi il ragazzo, perché dopotutto era l’incarico più attraente che avesse mai ricevuto e avrebbe potuto rivelarsi un compito dai risvolti molto più piacevoli del previsto.

Il demone iniziò con una generosa dose di moine sentimentali, raccontando che si chiamava Meg e stava prendendo le distanze dalla sua famiglia, che avrebbe voluto imporle il proprio modo di pensare, preferendo invece scegliere da sé quale strada percorrere. Si ricordò di sbattere più volte le ciglia e di abbassare lo sguardo con finto dispiacere, come era solita fare quando ancora era un essere umano; fu un gioco da ragazzi conquistare le simpatie del fessacchiotto con quella bugia costruita abilmente perché lui provasse inevitabilmente empatia. Anche se doveva riconoscere che gran parte del lavoro lo avevano fatto il padre e il fratello durante gli anni imponendogli di cacciare, lei doveva solo alimentare un fuoco già acceso per separarlo definitivamente dal resto della sua famiglia.

Mangiarono insieme e brindarono alle loro recenti scelte di vita facendo tintinnare due bottiglie di birra. La stazione degli autobus si era svuotata lentamente man mano che l’ora si era fatta tarda, finché non rimasero solo loro due nella sala d’attesa illuminata fiocamente da un pallido neon. Cullato da quell’atmosfera ovattata, Sam cominciò a raccontare sottovoce di Dean, di quanto fosse sempre stato, diversamente da lui, un figlio ubbidiente e come pretendesse che Sam sacrificasse tutto quello che aveva costruito per andargli appresso. Ma disse anche quanto aveva fatto per lui, che lo aveva sempre protetto. Era una storia piena di sospiri, sentimenti contrastanti, insomma di una noia mortale; però Meg aveva reagito come ci si sarebbe aspettato da una normale ragazza: aveva riso e pianto nei momenti giusti, e soprattutto trattenuto il vomito.

Temeva che Sam avrebbe parlato fino a farla morire dal disgusto, quindi decise di passare all’azione. Alzò con studiata malizia il sopracciglio sinistro, sostenendo che non sarebbe mai riuscita a prendere sonno su una scomoda sedia di plastica o su un gelido pavimento, e gli propose un gioco: avrebbero guardato insieme il video di Blank space di Taylor Swift, e ad ogni cambio di abito della cantante avrebbero dovuto bere un sorso a testa, passandosi di volta in volta la bottiglia dell’orribile whisky di marca Four Roses che avevano comprato allo spaccio della stazione. Meg conosceva la canzone perché faceva parte della terribile, per i suoi gusti, playlist della ragazza di cui stava occupando il corpo e non l’aveva scelta per caso: il testo era ironicamente appropriato all’occasione, anche se l’ingenuo cacciatore non avrebbe mai potuto sospettarlo.

Furono i 4 minuti e mezzo più frenetici della vita di Sam: dopo un inizio un po’ impacciato, si ritrovò a ridere e a passare e a ricevere la bottiglia il cui contenuto finiva sempre di più un po’ ovunque: a terra, sulle mani, sui vestiti. Dita che si sovrapponevano le une alle altre, scivolando in una danza bagnata, braccia che vorticavano schivandosi e scontrandosi e labbra che si appoggiavano sul collo della bottiglia dove prima c'erano quelle dell'altro. Si stupirono che alla fine della canzone, durante la quale la tizia aveva cambiato la bellezza di 21 vestiti, fosse rimasto ancora del liquido ambrato nella bottiglia.

“Mi hai quasi lanciato la bottiglia addosso! Guarda come hai ridotto i miei jeans!” protestò Meg.

“Lasci le comodità di una casa per chiedere passaggi a sconosciuti e dormire sui pavimenti delle stazioni degli autobus e te la prendi per due gocce di whisky sui pantaloni?” la prese in giro Sam prendendole di mano spontaneamente la bottiglia e tracannando un altro sorso. Meg se la riprese e bevve di nuovo, poi gli si spalmò addosso e disse accattivante: “Non avremmo tutte le comodità del mondo, ma siamo liberi!”.

Sam le fece un sorriso malinconico: “Credo di aver trovato poche persone che mi abbiano capito come te, Meg. Sai, Dean...”.

Diavolo, adesso ricomincerà con quella lagna!” pensò lei inorridita e, per evitare una nuova tiritera strappalacrime, visto che l’alcool era finito, prese il viso di Sam tra le mani e lo baciò. Dopo un istante, con gran sollievo di Meg, lui stava rispondendo intensamente al bacio, dimentico di tutto quello che avrebbe voluto dirle.

Meg ringraziò mentalmente tutti i demoni superiori dell’Inferno e pensò che Sam era decisamente più carino quando stava zitto.

 

 

 

NdA

 

Ciao a tutti! Questa è la prima fic su una coppia etero che scrivo, i personaggi e la tematica sono stati scelti in modo casuale per la Valentine/Carnival Challenge, spero di aver reso loro giustizia!

La canzone Blank space di Taylor Swift è successiva di parecchi anni all’incontro tra Sam e Meg, ma mi pareva molto adatta al contesto, quindi mi sono presa la libertà di inserire un piccolo anacronismo!

Meg ha sempre fatto ciò che andava fatto per raggiungere il suo obiettivo, era un personaggio molto interessante!


 


 

   
 
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