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Autore: LadyEos    20/02/2019    0 recensioni
Una giovane donna lavora in una piccola azienda di comunicazione, tanto ambiziosa quanto sconclusionata, soprattutto quando si tratta di sentimenti. Intorno a lei le sue migliori amiche piene di ottimi consigli, il capo bello ma irraggiungibile e il collega fastidioso ma affascinante.
Quanto tempo passiamo a lavoro? Tanto, troppo in alcuni casi. Tra colleghi a volte c'è antipatia, indifferenza, a volte interesse e simpatia. Quando ci fosse amicizia, confidenza, attrazione... potrebbe trasformarsi in amore? Ma soprattutto a quali guai andranno incontro i due protagonisti?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La proposta le uscì di bocca senza che lei se ne rendesse immediatamente conto, mentre ancora era intenta a finire di compilare il file della contabilità. Davide la guardò sorpreso inizialmente poi con un sorrisetto di scherno considerò seriamente la cosa.
 
 - Se sei disposta ad annoiarti per un'intera serata in mia compagnia vuol dire che sono arrivato quasi alla frutta... - le rispose - Va bene andiamo a questa cena, forse con il tuo supporto morale riuscirò a non comportarmi da perfetto idiota e comunque mi evita di passare la serata a deprimermi inutilmente - concluse alla fine, con ironia. Poi dopo un momento di pausa:
 
 - Grazie - le disse sorridendo sinceramente. 
 
Diana nel frattempo aveva alzato gli occhi dallo schermo e alle sue parole aveva realizzato finalmente che quello che gli aveva proposto più per gioco - una proposta assolutamente poco plausibile ma che poteva dare modo a lui di prenderla un po' giro come al solito e tiragli su il morale - ora si trasformava in una realtà da cui non poteva, senza peggiorare la situazione, tirarsi indietro.
Ora non sapeva se darsi più della stupita o della coraggiosa per aver dato voce ai suoi pensieri, ma soprattutto un'intuizione la colpì: da quando lui aveva cominciato a prenderla sul serio?!
Mettendosi a ridere, più per l'imbarazzo che per l'assurdità della situazione, gli rispose: 
 
- Prego, non c'è di che.
 
Per tutto il giorno lui le era sembrato un leone in gabbia. Durante la pausa pranzo era letteralmente fuggito dall'ufficio senza dire una parola, per andare a fare una passeggiata che evidentemente pensava potesse schiarirgli le idee. Al suo ritorno tuttavia l'aria cupa che lo circondava non era affatto sparita, anzi se possibile si era tinta di un velo di malinconica tristezza. E questo l'aveva colpita inevitabilmente, mentre ancora era concentrata sulla contabilità ingarbugliata dell'ultimo progetto, con un leggero nodo allo stomaco le era arrivata la sofferenza di lui.
 
Lui, Davide. Suo collega di lavoro, più anziano solo d'ufficio, più giovane di lei di almeno 5 anni. Tuttavia alle spalle una discreta esperienza con le donne che non mancava mai di farle notare per prendere in giro l'ingenuità di lei. Cosa che aveva fatto dal primo istante che avesse messo piede in quell'ufficio, senza chiedere il permesso, prendendosi una confidenza che nessuno gli aveva accordato per i gusti di lei. Come la faceva uscire di matto all'inizio, così permalosa, ci aveva messo qualche mese a capire che quella di lui era soprattutto "scena", un forma - anche piuttosto infantile - di difesa dalle varie delusioni che lo avevano reso più cinico e incline alla frivola presa in giro.
 
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Fasciata in un grazioso abito di jersey nero, corto al ginocchio, una paio di eleganti stivali, aveva appena indossato un giacchetto morbido per coprire le corte maniche a farfalla dell'abito. Era pronta. Si guardò nelle specchio e si disse:
 
- Ricorda: il tuo obiettivo è Giammarco, the boss. Non importa con quale squinzia avrà deciso di accompagnarsi stasera, se è da solo tanto meglio, tu sei più carina, intelligente e soprattutto determinata a conquistarlo! 
Con un profondo sospiro si sorrise maliziosamente, un ultimo ritocco al rossetto e si apprestò a scendere.
 
Davide l'aspettava col motore acceso, vestito bene ma non troppo elegante, con quel suo stile casual chic: pantalone stretto, camicia bianca, gilet e giacca sportiva, un tocco di esotico la lavorata collanina di osso al collo - la sua passione quei ninnoli provenienti da mezzo mondo scovati  tra mercatini e negozi di bigiotteria durante i suoi numerosi viaggi in solitaria.
Diana doveva ammettere che stava molto bene, anche se aveva ancora un'aria piuttosto tesa.
 
- Allora quanto posso fare la carina con te stasera senza che ti venga l'orticaria, ma abbastanza da far pensare malissimo a tu sai chi? - disse Diana per alleggerire la tensione - E cmq stai molto bene stasera, come sempre d'altronde - aggiunse con un sorriso.
 
Lui sospirò.
 
 - Veramente ero giunto alla conclusione che ignorarla sarebbe la miglior moneta con la quale ripagarla... Non sono ancora sicuro di riuscire a divertirmi davvero stasera. Tuttavia - aggiunse sogghignando - se la metti in questi termini comincio ad essere curioso di vedere questo tuo lato "carino" di cui millanti... potrei addirittura apprezzarlo.
 
- Staremo a vedere - rise lei, entrambi più rilassati.
  
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