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Autore: biatris    20/02/2019    0 recensioni
Claire continuava a fissare Marco. Come poteva quell’uomo essere il ragazzo che lei aveva avuto come alunno pochi anni prima? Già, pochi anni prima, ma le sembrava un’epoca lontanissima.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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MARIA POV
Mentre diceva a quella donna che non poteva venire con loro, Maria si sentiva una condannata a morte. Sapeva che, probabilmente, non sarebbero riusciti a salvare il marito della donna, glielo aveva detto il chirurgo con cui aveva parlato poco prima, e non sapeva nemmeno se avrebbero potuto portarle il figlio incolume. Sperò fosse così.
-Eccoti, credevo fossi ancora con la madre – sentì improvvisamente dire alle sue spalle.
Bryan, il suo capo di origini statunitensi la fissava con il suo solito sguardo impenetrabile.
-Le ho parlato poco fa – rispose – Ha chiesto di venire con noi, le ho detto di no-
L’uomo fece una smorfia e annuì.
-Hai preferito che rimanesse col marito fino alla fine – commentò.
Lei sospirò. Sapeva che Bryan la capiva con un solo sguardo ormai.
-Non posso pensare che lei non sia lì quando quell’uomo esalerà il suo ultimo respiro – ammise – E poi – si fermò un secondo -E poi non siamo nemmeno sicuri di riuscire a riportarglielo vivo quel figlio…-
Bryan la fissò. Maria si chiese a cosa stesse pensando, ma ebbe solo pochi secondi per riflettere, prima che lui le dicesse solo una parola.
-Andiamo – le sorrise.
Dieci minuti dopo erano fermi davanti ad una casa. Sembrava del tutto priva di abitanti. Scesero dal furgone che li aveva portati lì.
-Luca, tu e Gio sul retro, io e Maria dall’entrata principale, Mitch e Luigi qui sul furgone – disse Bryan – Guardatevi le spalle, l’uomo dovrebbe essere solo, ma non possiamo esserne certi –
Pochi secondi dopo Bryan stava spalancando la porta con un calcio.
Entrarono. La casa continuava a sembrare deserta. Perlustrarono l’abitazione senza trovare nulla.
-Qui sembra tutto vuoto – disse Maria.
-Capo, noi non abbiamo trovato nulla – confermò Luca sbucando da un’altra stanza.
-È tutto così strano. Avrei detto che l’avremmo trovato qui. In fondo stiamo parlando di uno psicopatico con tendenze asociali, probabilmente non sa nemmeno che lo stiamo cercando – esclamò Maria dando voce ai suoi pensieri.
Bryan sospirò.
-Probabilmente è vero, però è possibile che ci abbia sentiti arrivare o che…-
L’uomo si zittì improvvisamente. Maria e gli altri lo fissarono.
-Bryan che succede? – chiese la donna.
-Ascoltate – disse solo lui.
Maria cercò di capire a cosa si riferisse l’uomo, ma inizialmente non ci riuscì. Poi sentì in sottofondo un flebile rumore. Sembrava il pianto di un neonato.
-Non ci sono neonati qui, nemmeno nelle vicinanze. Siamo isolati da tutto nel raggio di un chilometro – disse poi – Vuol dire che quello che cerchiamo si trova qui-
Bryan annuì.
-Probabilmente c’è un’entrata nascosta che ci porterà nei sotterranei o in una soffitta. Perlustrate tutta la casa – ordinò.
Cercarono con cura in ogni anfratto, dietro ogni mobile o quadro, senza trovare praticamente nulla. Maria sospirò sconfitta. Fissò Bryan.
-Per essere uno psicopatico ci sa fare – disse – Non ho la più pallida idea di come entrare in quel posto –
Bryan annuì. Probabilmente anche lui era frustrato dalla situazione. Poi Maria vide quello sguardo che, sapeva, avrebbe portato buone notizie.
-La casetta in cortile! - disse -E se non ci fosse un’entrata dalla casetta, ma dietro la casetta? -
Maria fissò il luogo indicato dal suo capo. Era una casetta di legno costruita probabilmente in maniera artigianale. Erano entrati, ma non ci avevano trovato nulla. Solo ora, però, si accorgeva che la casetta era costruita in modo tale da essere appoggiata ad un albero. Era un albero molto grande, probabilmente una quercia, e una persona poteva tranquillamente passare all’interno di un tronco di quelle dimensioni.
Uscirono dall’abitazione velocemente per rientrare nella casetta di legno. Come già avevano notato prima, l’interno era vuoto.
Uscirono di nuovo. Bryan guardò a terra.
-Guarda – disse solo.
Per terra Maria notò dei segni. Probabilmente la casetta era stata spostata. Fissò il proprio capo e i colleghi che li circondavano.
-Spostiamola – disse Luca agli altri uomini del gruppo.
Non fu un’operazione semplice, e Maria si sentiva impotente. Quando però l’entrata fu liberata si sentì distintamente il pianto del neonato e, insieme, una voce che tentava di calmarlo.
-Maria, tu vieni con me, Luca e Gio. gli altri stanno qui, potremmo avere bisogno di rinforzi- ordinò Bryan.
Entrarono tutti insieme con le armi bene in vista, ma quello che trovarono lasciò Maria paralizzata.
Lì dentro c’erano non meno di otto bambini e due donne e nessuna traccia dell’uomo che cercavano.
-Buonasera- disse una bambina a Maria.
Doveva avere su per giù la stessa età del bambino che stavano cercando Maria pensò che la stesse salutando come se fosse tutto normale. Non doveva capitare spesso di avere visitatori lì dentro, eppure sia la bambina che le altre ragazze sembravano tranquille.
Bryan la fissò e annuì. Doveva parlarci.
-Ciao piccola. Come ti chiami? – le chiese.
La bambina sorrise.
-Io sono quattro – disse.
Maria la fissò.
-Quattro? – chiese.
Lei annuì.
-Sì. E loro sono le mie sorelle due, tre e sei- disse.
Maria rabbrividì. Quel folle aveva numerato i bambini che aveva rapito.
-E dimmi, siete tutte bambine? – chiese poi alla piccola.
-No – scosse la testa lei – Ma i miei fratelli sono nell’altra stanza con nostro padre. È arrivato un fratello nuovo e dicevano che era un po’ strano –
Maria deglutì.
-E tu pensi di potermi portare da vostro padre? – chiese allora alla bambina.
Lei annuì.
-Certo. Venite – disse poi facendo strada alle forze dell’ordine – Io però devo rimanere fuori perché papà non vuole –
Maria annuì. Probabilmente sarebbe stato meglio così, pensò. Avrebbero rischiato di dover mettere mano alle armi e, senza bambini attorno, non avrebbero rischiato di ferirli.
Bryan seguì Maria e la bambina, mentre oltrepassavano la porta di legno alle loro spalle.
-Ecco. Arrivate in fondo al corridoio, poi entrate – disse la bambina lasciandoli proseguire.
Quando furono entrati, ancora una volta, rimasero di sasso.
Se prima le ragazze rinchiuse non sembravano affatto rendersi conto della loro condizione, erano ben vestite e lavate, si sarebbe quasi detto che non fossero prigioniere, qui la situazione era completamente diversa. Una serie di attrezzi ginnici ricopriva la parete. Per terra dei pagliericci e, poco più in là, in fila, due bambini e quattro ragazzi erano legati su alcune sedie. Li avevano trovati.
-Non avvicinatevi o li sgozzo uno ad uno – disse una voce.
 
CLAIRE POV
Claire sospirò. Era seduta al capezzale del marito da orai due ore, da quando lo avevano portato fuori dalla sala operatoria, ma nulla era cambiato.
Si chiese tra quanto tempo l’avrebbero chiamata per aggiornarla sulla situazione di Filippo. Pianse di nuovo.
Aveva obbligato Marco ad andare a casa, non poteva sopportare che lui facesse tutto questo per lei e trascurasse la sua bambina, ma in quel momento avrebbe egoisticamente voluto che fosse lì con lei. Sapeva che probabilmente la mattina dopo si sarebbe ripresentato in ospedale e non poté non sentirsi sollevata da quella certezza. In tutto quel marasma Marco stava diventando la sua unica certezza. Si sentì confusa. Fino a poco tempo prima avrebbe giurato che il suo matrimonio fosse la cosa migliore che le fosse capitata, ma ora non si riconosceva più nemmeno lei. E si sentiva in colpa a pensare a Marco ora che suo marito e suo figlio erano in pericolo di vita.
Appoggiò la testa sul materasso del letto di Luca e sempre stringendo il telefono in una mano e la mano del marito nell’altra, cedette alla stanchezza.
Fu risvegliata dal suono del telefono dopo un tempo indefinito. Non avrebbe saputo dire se fossero passati minuti o ore.
-Pronto? – rispose.
-Signora Chiozzi? - chiese una voce dall’altra parte del telefono.
-Sono io, mi dica – rispose.
-Sono Maria. Abbiamo trovato il suo bambino! –
Il cuore di Maria perse un battito.
Ora che avevano salvato il suo bambino si chiese chi avrebbe salvato lei.
  
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