-Dobe quando esco dal bagno voglio un caffè. Caffè, capito? Non fottutissimo ramen. Caffè.
Naruto trafficava ai fornelli con la caffettiera deformando il volto in una perfetta imitazione del compagno.
Poteva anche permettersi di parlare a voce alta, tanto lo stronzo quando era ammollo nella vasca cadeva in trance, per poi riuscirne non appena messo piede fuori dall’acqua.
-Sempre. A. Dare. Ordini. Quello. Stronzo.
E accompagnava ogni parola sbattendo qualcosa sul ripiano.
-Chi è lo stronzo?
Sussultò. Merda, era già uscito?? Era così impegnato ad arrabbiarsi che non se n’era accorto. Si girò verso la porta della cucina ridendo nervosamente.
-Ma ovviamente nessun...
Si interruppe.
Sasuke stava appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate e la solita faccia imperturbabile. Fin qui niente di nuovo. Ma si da il caso che fosse appena uscito dal bagno, e ciò implicava che avesse un misero asciugamano bianco a coprire un minuscolo strato di pelle, lasciando il resto del corpo da semidio del tutto scoperto.
Naruto deglutì, osservando una gocciolina descrivere un percorso irriverente, sparendo sotto l’asciugamano.
Uchiha No Jutsu – parte prima: stordire l’avversario con la bellezza fisica.
-Dobe. Il mio caffè.
Quello sguardo irrisorio della serie ‘Ti ho beccato’ lo riscosse e si girò stizzito verso i fornelli, controllando la caffettiera.
Quel... dannato! Faceva sempre così, gli faceva sempre fare la figura dell’idiota! Oh, ma stavolta non avrebbe certo ceduto. Beh... sorvolando sull’occhiata che gli aveva lanciato poco prima, ovviamente. Ma era più che giustificato, Kami.
Con gli anni, lo stronzo si era fatto dannatamente bello, e a poco a poco aveva capito che cosa ci trovassero in lui tutte le ragazze.
Sobbalzò quando sentì un corpo muscoloso contro la sua schiena e vide due mani posizionarsi sul piano al lato delle sue. Mani pallide ed eleganti. Sui polsi due tatuaggi d’evocazione, ricordino di Orochimaru.
-Stavi per rovinare il mio caffè, razza di dobe.
Sentì mormorare a qualche centimetro del suo orecchio destro.
-Vaffanculo. Perché non te lo prepari da solo?
Ringhiò, stringendo i pugni sul tavolo. Il corpo premette di più contro la schiena, le mani si poggiarono lievemente sulle sue.
-Non va bene così...
Poteva sentire chiaramente il petto bagnato di Sasuke contro la maglietta, ormai umidiccia.
-Però posso capirti, sai? Perché ti sei distratto, intendo...
Oh, quella merda di ragazzo! Quanto odiava quando lo sfotteva; sapeva di essere bello ed era pienamente consapevole dell’effetto che gli faceva quando gli appariva davanti seminudo.
-...Fanculo...ah!
Inspirò con uno scatto improvviso quando sentì qualcosa premere contro il suo sedere.
Eccolo lì. Uchiha No Jutsu – parte seconda: irretisci l’avversario non con la bellezza ma con... altro.
-Teme...
-Mmmh?
Mormorò noncurante.
-Sei davvero un hentai... come cavolo fai a essere in queste condizioni? Ti ecciti quando ti insulto? O è l’odore del caffè?
Gli leccò piano l’orecchio, facendolo sospirare. Sentiva chiaramente la sua erezione crescere, separata da lui dal piccolo asciugamano e dalla stoffa leggera dei pantaloncini che indossava.
-Non proprio... mi ecciti quando mi molesti.
-Eh?? Chi sta molestando chi, ora??
Scese sul suo collo, mordicchiando e leccando, stringendo le mani sulle sue.
-Prima. Mi stavi molestando con gli occhi.
Beh, non poteva certo controbattere a quell’affermazione. Soprattutto non in QUELLA situazione.
-Sì. Direi che mi manda su di giri vedere che la mia sola presenza ti eccita. Ecco tutto.
Tracciò il profilo del suo collo mentre Naruto abbandonava il capo all’indietro con un sospiro, poggiandolo sulla sua spalla.
-Sei... davvero...ah...presuntuoso.
Strinse le mani intorno alla sua vita, premendoselo contro.
-Non lo sono... per niente. Tutt’ora credo di non meritare tutto questo.
Si allontanò così come si era avvicinato.
Naruto tornò a respirare, senza accorgersi di aver smesso; cercò di ridarsi una sistemata e di calmarsi un po’. Dannato Uchiha. Ogni volta che lo trattava come se fosse uno straccio (quindi praticamente sempre), subito dopo veniva da lui, lo irretiva e si faceva perdonare a letto.
Tutta colpa di quella tecnica dannata. Altro che Sharingan. Gli Uchiha avevano quella come vera tecnica segreta.
Si girò verso la porta, reprimendo una risatina nel vedere la camminata di Sasuke: solo lui poteva camminare in quel modo disinvolto con un’erezione tra le gambe.
Stranamente, quella volta non era arrivato fino alla fine, con la sua tecnica per farsi perdonare; se n’era andato prima. Si chiese se sentirsi sollevato o no.
Spesso si diceva che si sarebbe dovuto offendere per il modo in cui lo trattava Sasuke,e anche per il modo in cui si faceva perdonare, come se il sesso (divino, nessun’altra parola per descriverlo) potesse risolvere sempre ogni cosa.
Ma poi, ogni volta che si faceva domande del genere, pensò che si era innamorato di Sasuke proprio perché aveva quel carattere di merda; era uno stronzo di prima categoria e a lui andava bene così. Perché quello era Sasuke.
E poi... ‘Tutt’ora credo di non meritarmi tutto questo’. Quel ragazzo aveva sempre quel sottostrato di tristezza che lui davvero non poteva ignorare; mascherava il tutto con parole cattive e con quell’aria gelida, ma a volte, come quel giorno, appunto, veniva a galla. E Naruto non poteva certo stare a guardare.
Lasciò perdere la caffettiera, ben sapendo che avrebbe bruciato il caffè e che sarebbe stato sgridato, e rincorse il compagno, abbracciandolo da dietro stile koala.
-Quale parte di ‘voglio un caffè’ non ti è chiara, dobe?
Mormorò freddamente.
-Non puoi lasciarmi così. Prima ti strusci addosso a me come un dannato cane in calore e poi te ne vai?
Si girò fissandolo con aria truce.
-Al momento è più importante il mio caffè dei tuoi istinti primordiali...!
Spalancò gli occhi quando due agili dita slacciarono il nodo dell’asciugamano facendolo cadere a terra.
-... poi sarei io l’hentai?
Mormorò tirandoselo addosso e affondando il viso tra i capelli biondi, mugugnando d’apprezzamento per come quelle mani lo accarezzavano e per come quella bocca stava succhiando il suo collo.
Alzò distrattamente lo sguardo verso la cucina e vide il caffè che fuoriusciva dalla caffettiera, ormai rovinato completamente.
-Brutto dobe!
Sbottò furibondo.
-Il mio caffè! L’hai rovinato!!
Naruto gli sorrise furbo.
-Te lo farò dopo. Ora...
Lo buttò a terra sedendosi sopra il suo bacino, sorridendo intimamente per l’erezione di Sasuke che premeva tra le sue gambe e per la sensazione dei muscoli tesi del compagno sotto le sue dita. Si abbassò verso il suo viso, baciandogli le rughe sulla fronte, causate dall’arrabbiatura.
-Ora... vorrei che Sasuke mi prendesse...
Sussurrò al suo orecchio, compiacendosi del sussulto che aveva provocato; aveva quasi voglia di ridere, quando sentì le mani forti di Sasuke che gli stringevano i fianchi con forza, facendogli male.
Mosse il bacino avanti e indietro strappando a entrambi un gemito strozzato, poi posò la fronte contro la sua, il sorriso furbo sparito.
-Te lo meriti, Sas’ke. Anzi, ti meriti molto di più di quello che posso darti io. Mi dispiace di non essere abbastanza, ma farò del mio meglio...
Lo vide spalancare gli occhi, aggrottare le sopracciglia; stava addirittura per sorridere, se n’era accorto. Si sentì afferrare per la nuca, prima che le labbra di Sasuke divorassero le sue.
-Dobe... va bene così... va davvero bene così...
Mormorò contro la sua bocca a occhi semichiusi, prima di tornare a baciarlo. Nell’aria si diffondeva il fastidioso odore del caffè bruciato, ma nessuno dei due sembrò farci caso.




Rispetto alle altre legate a ‘Giuramento’, questa ha dei contenuti molto più leggeri, diciamo!
Infatti è da collocare qualche anno dopo le altre, con un Sasuke che è pienamente tornato in sé; ma ogni tanto, come si può notare,k anche lui ha le sue ricadute. Meno male che c’è Naru ^^
Beh, non ho altro da dire, grazie a chi leggerà e a chi commenterà!