Film > The Avengers
Ricorda la storia  |       
Autore: Lightlyss    20/02/2019    8 recensioni
Thanos, il Titano Folle, ha schioccato le dita e dimezzato l’universo intero. La voce di chi ha lottato si è persa negli spazi immensi del cosmo. Eppure, l’eco di qualcosa è rimasta…
Il corvo sbatté ancora le ali, scuotendo di nuovo il velo sottile di polvere frammista a cenere e rocce sbriciolate, e atterrò con un ticchettio d’artigli sulle cromature rosso-oro semisepolte tra le dune […] Nel buio siderale, un bagliore metallico catturò l’attenzione rapace dell’animale: i resti di un’armatura regale, spoglie di un principe o di un mancato re.
Cap. 1 Prologo
Cap. 2 Tony
Cap. 3 Loki
Cap. 4 Dottor Strange
Cap. 5 Wanda
Cap. 6 Bucky
Cap. 7 Peter
Cap. 8 Steve
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Non alla polvere, non al rancore né al fato



I Campi di Battaglia


Dove sono i figli della guerra 
Partiti per un ideale 
Per una truffa
Per un amore finito male
Hanno rimandato a casa 
Le loro spoglie nelle bandiere 
Legate strette perché sembrassero intere.

Dormono, dormono sulla collina 




I


Un singolo refolo d’aria smosse la sabbia rossastra, sollevandola in un mulinello che andò a stagliarsi come un ventaglio granuloso contro il cielo ambrato.

Il corvo sbatté ancora le ali, scuotendo di nuovo il velo sottile di polvere frammista a cenere e rocce sbriciolate, e atterrò con un ticchettio d’artigli sulle cromature rosso-oro semisepolte tra le dune. Gracchiò piano, quasi sottovoce, inclinò la testa e picchiettò il metallo col becco: una volta, due, per poi attendere qualche secondo, e di nuovo una, due, tre, senza ottenere reazione.

Rimase ancora in attesa, con gli occhi d’onice che guizzavano ora sulle placche metalliche e scempiate, ora sul brillio azzurrino incastonato al centro di esse, finché un richiamo simile al suo non risuonò sopra di lui, spezzando il silenzio desolato. Sollevò la testa affilata, distinguendo la sagoma d’ombra di suo fratello volteggiare contro il cielo smorto e itterico di Titano. Mosse il capo piccolo e nero con uno scatto, come se cercasse conferma di qualcosa.

Arruffò le penne, beccò un’ultima volta la mano inerte e ustionata dell’uomo di ferro riverso nella sabbia e spiccò il volo con un altro sbuffo di terra e cenere. Affiancò il fratello, compì con lui un lento, ampio giro sopra quella tomba a cielo aperto e poi puntò con lui verso il cielo, con battiti d’ali sempre più rapidi, fino a svanire con un ultimo baluginio che si confuse con quello delle stelle.


II


Nel buio siderale, un bagliore metallico catturò l’attenzione rapace del corvo: i resti di un’armatura regale, spoglie di un principe o di un mancato re. La corazza di pelle e d’oro scintillò nel buio, gli occhi verdi, spalancati, fissi nello stupore della morte, rifletterono l’immagine del volatile. L’animale gracchiò, come se volesse risvegliare il guerriero caduto o lamentarsi della sua fine. Il suo verso stridulo riempì l’aria rarefatta e, dopo un volo d’ispezione, atterrò sullo spallaccio sbeccato del dio caduto, incrostato di polvere, con sopra i segni di una deriva che l’aveva condotto fin là, sulla terra grigia. Il relitto dell’astronave si era arenato su un asteroide o forse su un pianeta, trascinando con sé lo sguardo vuoto e attonito del dio degli inganni che non aveva potuto mettere in atto l’ultima delle sue trovate, forse.

Una goccia cristallizzata si era fermata a metà strada tra una pupilla e le ciglia, segno di una punizione breve, ma crudele. Gli altri, l’animale li trovò sul collo spezzato del principe reietto di Asgard che non c’era più. Chiazze livide marchiavano la pelle: era l’impronta della mano crudele del Titano, che aveva voluto infierire sul suo servo infedele, bugiardo fino all’ultimo, tranne che per quell’ultimo sguardo lanciato al fratello sopravvissuto chissà dove, chissà come.

Il corvo lo sapeva. Lo lesse negli occhi vitrei del principe degli Asi sconfitto, così come venne a conoscenza di molte, troppe cose. Forse.


III


Le ali cupe dei due fratelli planavano sulla scia dei venti caldi sfiorando la steppa e agitandola in onde serpeggianti che increspavano quel mare arido. Un sottile pulviscolo grigiastro permeava l’aria, creando fantasmi di cenere visibili solo quando i raggi del sole calante ne accendevano i granelli in fugaci riflessi dorati.

I corvi si lasciarono alle spalle il campo di battaglia, tagliato da solchi profondi come trincee, col suolo butterato da impatti violenti ed esplosioni, marchiato a fuoco da reticoli nerastri e contorti che, visti dall’alto, componevano una sorta di decorazione funebre attorno ai cadaveri alieni che ancora costellavano la pianura.

Avvinghiarono gli artigli lucidi e neri sul ramo contorto di un’acacia solitaria al limitare della giungla, e indirizzarono i loro sguardi verso il folto della selva. Là, la luce fioca che riusciva a superare la coltre di foglie si rifletteva, accecante, sulla sagoma di un guanto bronzeo abbandonato sul suolo molle e umido. Le gemme incastonate nelle nocche e sul dorso mandarono un lieve lucore, come di braci morenti.

Uno dei corvi allungò il collo verso l’oggetto, l’altro si guardò attorno in uno scatto allarmato. Incrociarono gli sguardi d’onice, in una domanda muta, per poi tornare a fissare quella reliquia, in attesa.


IV


Una brezza vivace scompigliava le fronde verdi degli alberi che punteggiavano Central Park, già screziate dalle prime tracce ambrate dell’autunno.

Nessuna cosa pareva mutata, eppure in ogni strada, sentiero, anfratto dominava l’eco di un unico, singolo gesto: lo schiocco letale.






Note delle Autrici:

Cari Lettori,

Questa long, scritta a quattro mani dalle sottoscritte
_Lightning_ e shilyss, trae ispirazione da un disco di Fabrizio De André che entrambe amiamo molto: stiamo parlando di Non al denaro, non all’amore né al cielo, un concept album ispirato, a sua volta, all’Antologia di Spoon River di E. Lee Masters. Le varie canzoni dell’album ci hanno spinte a riflettere sulla fine dei nostri eroi così come l’abbiamo vista nel tragico Avengers: Infinity War.
Vedrete nei prossimi capitoli come e quanto abbiamo usato e rielaborato i testi del bellissimo disco di Faber.
Per ora, vi lasciamo a qualche breve considerazione: i corvi descritti in questo primo capitolo introduttivo sono Huginn e Muninn, i servitori di Odino che abbiamo immaginato adesso servano Thor. A questo proposito, nel prologo e nel corso dei capitoli abbiamo inserito/inseriremo alcuni elementi appartenenti ai nostri headcanon. Vi lasceremo ogni riferimento in merito nelle NdA. 


Questa intro, nelle sue varie sezioni, è stata scritta interamente e fisicamente a quattro mani. Ci siamo "spartite" gli altri capitoli, e verrà sempre specificato chi delle due li ha scritti, fermo restando che in tutti è presente comunque una commistione di idee da parte di entrambe, con correzioni, aggiunte e suggerimenti reciproci.

Gli aggiornamenti saranno ogni mercoledì, e assicuriamo la puntualità dei prossimi due, in quanto già scritti.
Grazie per aver letto, speriamo abbiate gradito questo primo capitolo :)

Lightlyss
   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Lightlyss