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Autore: Queen_Maylor    22/02/2019    1 recensioni
Avvolte basta solo mettersi in imbarazzo davanti alla propria cotta per mettervi insieme. 
Brian May l'ha imparato nei peggiori dei modi. 
Aka: 
Brian fuma per la prima volta e finisce con i polmoni arrostiti solo per impressionare Roger. 
[Maylor]
 
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Roger Taylor
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Di fumo e grandi amori


Brian lo stava fissando.

Era seduto sul divano dello studio, la testa appoggiata su una mano e la matita in bocca, intento a pensare ad un nuovo brano.
O così pensava.

Brian lo stava fissando, come se fosse l’unica cosa che davvero contava in quella stanza. Niente Red Special, niente microfoni, niente brani, niente scadenze, né Freddy né John. Solo lui, seduto dietro alla sua batteria, con le bacchette in mano e il sorriso sulla sua faccia angelica, incorniciata dai suoi capelli d’oro.

Roger Taylor.

La sua cotta per lui iniziò lentamente, senza che lui ne abbia avuto davvero il controllo.
Brian si sorprese a fissare i capelli sudati di Roger, le sua braccia che volavano dal timpano al rullante senza alcuna esitazione, la sua bocca e di come metteva una specie di broncio quando doveva concentrarsi per un assolo o una sincope particolarmente ardua.
Si sentiva così strano.
Questa non è una grande idea Brian!” Pensò ogni volta che il biondo si girava verso di lui e gli lanciava uno dei suoi sorrisi killer, o lo sfiorava o lo toccava leggermente.

“Brian, tesoro! Terra chiama Brian! Avanti, vieni a sentire l’assolo di Roger, a me sembra perfetto, ma insiste nel dire che manchi qualcosa!” Urlò Freddy facendolo letteralmente saltare dal divano su cui era seduto.

Aspetta.
Da quanto tempo si è fermato a fissare Roger?
Freddy e John se ne erano accorti?
Roger se ne era accorto?
O dio.
O mio dio.

Brian fu colto dal panico per un secondo, prima di giocherellare con la sua matita, alzarsi malfermo sulle sue gambe e dirigersi, con nonchalance, verso lo studio.
Mantieni la calma” si disse, ma il suo cuore era più rumoroso della batteria del suo amico, il sangue gli scorreva nello orecchie, le mani gli sudavano e gli occhi sfrecciavano da una parta all’altra della stanza.

“Brian, tesoro, stai bene?” Chiese Freddy, preoccupato dal pallore innaturale del suo amico, una mano già sulla sua spalla.

“Sì, sì, sto… sto bene, il tuo assolo, Roger, è… è fantastico, davvero, davvero fantastico si” farfugliò, ma quando vide il sorriso del batterista, tutta quell’ansia, quella strana sensazione che gli attanagliava lo stomaco sparì e venne sostituita dalla freschezza delle contentezza.

“Ottimo! Vado a fumare una sigaretta, torno fra cinque minuti!” Disse Roger, già con una sigaretta in bocca e l’accendino nella mano destra che agitava da una parte all’altra.

“Sì, buona, buona idea, vengo anche io ho bisogno di una pausa, magari una sigaretta è quello che ci vuole!”

“Cosa?”
“Cosa!”
Cosa!?

Accidenti.
Accidenti a lui e al suo stupido cervello super-intelligente che non sapeva quando fermarsi.

“Okay Brian, caro, hai davvero qualcosa che non va oggi. Hai la febbre?” Chiese Freddy, una mano già posta sulla sua fronte.

“No! Sto bene solo che, tutta questa roba della scadenza mi ha messo un po’ di pressione, voglio rilassarmi” spiegò, compiaciuto di aver formato questa frase di senso compiuto mentre Roger lo fissava con aria stupita e… Era preoccupazione quello che vedeva nei suoi occhi?

“Okay allora andiamo Bri!” Lo prese per un braccio e senza tante cerimonie lo trascinò fuori all’aria aperta, il cielo azzurro, il sole caldo e l’erba verde lo destabilizzarono un po’.

“Ecco” girò la testa in tempo per vedere Roger porgergli il pacchetto di Lucky Strike aperto e pieno di sigarette pronte per essere fumate.

“Eh, grazie” disse educato mentre con mano tremante prelevò una sigaretta, se la mise fra le labbra e prese l’accendino dalla mano di Roger, l’accese e espirò.

Brian ha visto subito le stelle.
Iniziò a tossire, a boccheggiare in cerca d’ossigeno, la sigaretta era ormai caduta e dimenticata mentre le mani di Roger presero le spalle del uomo per tenerlo in equilibrio.

“Gesù Brian! Che cazzo ti dice il cervello!?” Urlò nel panico il biondo, appoggiò una mano gentile sulla schiena del chitarrista, sentendo sotto di lei i muscoli che si irrigidivano e si contraevano per espellere quella sostanza tossica dal suo corpo.

Brian era mortificato.
Si appoggiò contro l’edificio, tossendo ancora un po’, le lacrime che scendevano dai suoi occhi, che abbassò per non vedere il giudizio scritto sul volto di Roger.
Non poteva sopportare di vederlo in quel modo, con quello sguardo di tradimento.
Roger odiava essere preso per il culo.

Dopo che poté respirare per più di dieci secondi senza sputare un polmone, decise di staccarsi dalla parete.

“Bri che è successo? Perché lo hai fatto?” La tristezza lo investì come un autobus, sentì la presenza della mano di Roger sulla sua spalla e l’angoscia nella sua voce.

“Rogertiamo” balbettò improvvisamente, il viso coperto dalle sue mani.

“Brian non capisco cosa dici se hai la bocca coperta dalle tue mani, va tutto bene?”

Brian si sentì così imbarazzato ma decise che non poteva più vivere così, non poteva più stare all’ombra dei sui sentimenti, non con Roger che lo guardava così, con quegli occhi splendidi e ricolmi assillo.

“Roger, mi piaci. Mi piaci come persona, come amico, come componente della band. Sai, dovevo toglierlo dal mio sistema in qualche modo, mi-mi stava divorando dentro, non riuscivo più a pensare lucidamente.
Tutto mi sembra così grigio senza di te, senza il tuo sorriso, senza le tue battute o la tua energia. Non potevo più tenermelo dentro-”

Le labbra che sentì lo sorpresero come la pioggia in estate, gli tolse il respiro e gli fece chiudere gli occhi.
Se ne andarono troppo presto a suo parere.

“Brian cazzo quanto sei idiota!” Urlò Roger il suo volto a pochi centimetri dal suo, “ho flirtato con te per chissà quanto tempo! Pensavo che fosse chiaro!” Continuò le sue mani circondarono la la testa di Brian, che per qualche ragione a lui sconosciuta, la sentiva vuota e leggera.
“Sei l’uomo più intelligente che io abbia mai incontrato, ma ci hai messo un eternità!” Disse mentre lasciavi piccoli baci sul collo e sulle mascella del giovane.

Brian May era in paradiso.
Sentiva le mani di Roger, la sua bocca, il suo respiro sul suo corpo.
Sì, era sicuramente il paradiso.

Roger gli accarezzò gentilmente la guancia, i suoi occhi lucidi.

“Ho voluto farlo da così tanto tempo…” la sua voce gentile e leggera contro le sue labbra.
Si accoccolò nel petto del più alto mentre gli cingeva le braccia attorno alla vita.

“Roger io… non so cosa dire… io non… non…” provò Brian, rimanendo ancora tagliato dalle labbra morbide del biondo.

“Non devi dirmi niente. Baciami Brian May.” Gli ordinò gentilmente.

Furono i dieci minuti migliori delle loro vite.


“Avete fumato l’intero pacchetto quando eravate fuori?” Chiese Freddy, inarcando un sopracciglio.

“Non sono affari tuoi Freddy!” Affermò Roger, ancora stringendo la mano di Brian.

“Guardali Freddy! Sono tutti rossi! Cosa avete fatto la fuori eh?” Interruppe John, il sorriso sul suo volto mentre si girava verso il cantante.

“Mi devi dieci sterline amico!”

“Dannazione!” Freddy si ficcò una mano intasca e tirò fuori cinque sterline e una gomma da masticare.

“Ecco, tieni” sorrise, lasciando tutto nella mano del bassista che cominciò a discutere.

Brian e Roger si strinsero vicini, sì lo loro sarà una bella avventura.







[Angolo dell’autrice:
Hey là! Salve!
Sono nuova, questa è la mia prima fanfiction, spero che vi piaccia!
Ci ho messo un po’ ma alla fine mi sono decisa, e l’ho scritta. La amo già e spero che potrete farlo anche voi!
Ci vediamo presto;
Queen_Maylor]
   
 
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