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Autore: Percyxx    22/02/2019    0 recensioni
Nathan non crederai mai a ciò che sto veden… - non finì la frase che un enorme mano che sembrava fatta di pietra lo afferrò e lo tirò fuori.
Tutto ciò in cui credevo crollò non appena mi avvicinai alla parete sfondata, vidi due esseri alti almeno quattro metri uno era un ciclope, me lo fece intuire il suo unico occhio verde grande quanto un piatto di plastica.
I protagonisti sono inventati da me ma durante la storia potranno comparire i personaggi di Rick Riordan
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio
Note: Nonsense | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Nathan

Facemmo avanti e indietro per la città, Mann aveva si scoperto delle entrate per il Labirinto, ma con il tempo aveva dimenticato dove fossero.
- Come si fa a dimenticarsi qualcosa di così importante? - Chiese Alessia dopo la settima volta che avevamo cercato a vuoto, la mia zietta aveva ragione, ma preferivo non infierire sul rosso, Mann aveva ormai guadagnato sia la mia fiducia che la mia simpatia, aveva persino portato con se le nostre spade, di cui io me ne ero persino dimenticato.
Mann non le diede ascolto e cercò di nuovo di ricordarsi dove era ubicata almeno una delle entrate.
Dopo altre 2 ore, quando ormai la appena apparsa fiducia per il rosso ormai stava svanendo, riuscimmo a trovarne una. Ammetto che sarebbe stato difficile non vederla, era un tombino che emanava una luce dorata, a fianco al buco vi era un enorme cartello, rosso fluorescente, a forma di freccia,con su scritto a caratteri enormi " Labirinto di Dedalo".
Dopo qualche ora che stavamo viaggiando nella struttura, schivando le fin troppe trappole, guardai lo schermo del mio cellulare, come il sosia muscoloso di un famoso cantante inglese ci aveva detto, non c era campo e non ci sarebbe stato fino al di fuori dell intricato edificio.
- Allora quanto manca? - chiese Ezio.
- Non saprei, potrebbero volerci pochi secondi come giorni interi. - gli rispose la nostra guida senza staccare gli occhi dal corridoio che stavamo percorrendo.
Come avevo letto nei libri il labirinto cambiava continuamente, prima sembrava di fuggire da Alkatraz, poi sembrava di atravversare l enorme sala di un castello inglese, grazie a chiunque ci sia la su, gli occhi di Mann gli permettevano di vedere attraverso il labirinto, scovando trappole e vicoli cechi.
Mann si fermò non appena ci trovammo di fronte ad un bivio.
- Che succede? - chiesi.
- Succede che le entrambe le strade portano ad un uscita, il problema è: Destra o Sinistra? - Disse indicando le due strade.
Beh, non sapendo quale sia quella giusta scegliamo quella con meno trappole. - disse mia madre
- Destra sia allora. - concluse.
Come la nostra guida ci aveva avvisato il labirinto sa essere sadico e perverso e questa volta non si smentì.
Nel momento stesso in cui io, Ezio e Mann prendemmo la via di destra, un muro si alzò da terra separandoci dalle nostre madri.
Noooh! - gridammo all' unisono. In neanche un secondo tirai un pugno con tutta la mia forza, sperando che la forza che mi era arrivata durante il combattimento con la manticora fosse rimasta, ma il risultato fu il rompermi le nocche e le dita della mano e lussarmi polso e gomito. L' onda creata dall'impatto aveva infatto percorso il mio intero corpo fino alle punte dei piedi, la sensazione era simile a quella di un miglione di formicche che si muovono sulla pelle.
Gridai per il dolore lancinante e per la disperazione, in più nell'altra mano mi comparve di nuovo l' occhio del ciclope, che non ci pensai 2 volte a buttare via.
- Cristo, che giornata di merda! - dissi.
Ezio ebbe un'idea simile, mise la mano sulla piccola crepa che si era creata a causa del mio pugno.
- Vediamo se un fulmine aiuta - disse il corvino, dalla sua mano si scatenò un lampo che duro un secondo, a far tremare tutta la struttura fu il tuono che seguì il lampo.
La crepa sparì.
- A quanto pare no. - disse il corvino avvilito cadendo di sedere a terra.
Mann si avvicinò dubbioso alla parete, appoggiò l'orecchio e batte con le nocche su di essa.
- Inutile - disse.
- Ci credo, se il mio pugno e il suo tuono non hanno funzionato era scontato che anche le tue nocche fallissero. - dissi a denti stretti a causa del dolore.
Volevo dire che non riusciremo mai a rompere questo muro, sarebbe come combattere il labirinto stesso - spiegò.
- Puoi spiegarti meglio? - chiese mio fratello.
- Questo muro è spesso massimo 8 cm ed è fatto in quelli che sembrano mattoni di fango, avrebbe dovuto ridurlo in briciole il tuo pugno, Nathanè chiaro che questo edificio ha deciso di separarci da loro.- spiegò.
Ezio fece una lunga inspirazione.
Haaaaaah! - gridò subito prima di una lunga serie di imprecazioni.
Svogliati decidemmo di andare verso l'uscita, schivare le trappole era diventato per me difficile, con il braccio nella pessima situazione in cui era, mi era difficile anche camminare, le dita avevano assunto posizioni innaturali e un pessimo colore, le nocche erano sanguinanti. Il dolore non accennava ad affievolirsi, ad ogni pulsazione mi faceva mancare il fiato. Stringere i denti era l'unica cosa che potevo fare in quel momento per poter stare al passo dei miei amici, si lo so, sembrera strano che io ed Ezio fossimo diventati amici di Mann in un giorno solo, ma ehi, un'esperienza di pre morte crea e fortifica i legami fra le persone.
Mentre camminavamo Ezio continuava a fissarmi il braccio.
- Tranquillo, non fa così male. - mentì per rassicurarlo.
Le ferite sulle nocche iniziavano a bruciare e ogni volta che il braccio si muoveva, un brivido mi percorreva tutto il corpo.
- Tu puoi aiutarlo? - chiese il moro
- Purtroppo no, la sacca con i medicinali e le cure l'aveva tua madre.- rispose sconsolato. - La Nutella potrebbe solo ridargli un po di energie, ma credo che meno ne avrà, meno dolore sentirà. - continuo.
L' uscita era ormai vicina, faceva entrare così tanta luce da non permetterci vedere dove saremo sbucati.
Ci ritrovammo in un bagno pubblico, a quanto pare eravamo usciti da dentro lo sgabuzzino per le scope, in più la scritta uomini sulla porta del bagno ci fece capire che non eravamo ancora usciti dall'Italia.
Il colpo di grazia fu quando uscimmo all'aperto, a quanto pare ci eravamo mossi di 4 isolati dopo tutta quella strada.
Ezio stava per rielencare tutte le imprecazioni che conosceva, ma la suoneria del mio cellulare lo stoppo.
Era una video chiamata ed era di mia madre, per un momento il braccio smise di farmi male.
La conversazione fu breve, ci disse che erano arrivate a Miami e che stavano bene, pianificavano di andare a Nuova Roma.
Beh almeno ora sappiamo che stanno bene, andiamo ora, quel braccio ha bisogno di cure e a casa ho una cassetta del pronto soccorso. - disse il rosso rasserenato che le nostre madri stessero bene.
Lo seguimmo sollevati dall'ultima scoperta.
   
 
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