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Autore: Myriru    22/02/2019    2 recensioni
«Ho bisogno di te...»
«Sono qui»
Versailles no bara incontra Orpheus no mado: dalla loro unione si  mescolano gli avvenimenti della Rivoluzione Francese con la psicologia/filosofia dei personagg di Orpheus. Spero vi piaccia! ^-^
Genere: Erotico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Bernard Chatelet, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Insieme per sempre'
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Si svegliò di soprassalto, alzandosi a sedere sul letto. Aveva il respiro corto. Portò le mani alla testa, cercando di rimettere in ordine gli ultimi avvenimenti. Ricordava l’incontro con Bernard e Alain, il malore di Rosalie, l’incendio… avvertì un brivido freddo lungo la schiena. Gli era sembrato, seppur per una manciata scarsa di secondi, di vedere sua madre. Era quello l’ultimo ricordo che aveva della donna, tra le fiamme della sua vecchia casa. Sentì il cuore andare in frantumi.
«Ti sei svegliato... »
André alzò il capo lentamente verso Oscar e Rosalie e dopo essersi guardato intorno si rese conto di essere nella stanza di Oscar. Come era arrivato lì? Chi l’aveva portato? Bernard? E dov’era Renée? Stava bene? Era ferita?
«Dov'è mia figlia? »
Chiese notevolmente preoccupato, Rosalie si sedette accanto a lui e lo consolò.
«Lei sta bene, ha una leggera bruciatura sulla spalla ma nulla di grave, anche Kilian sta bene... siete vivi per miracolo... ora vado a disinfettarle le ferite »
André annuì sollevato. Rosalie sorrise ed uscì dalla stanza, lasciandoli soli. Oscar prese un lungo respiro e si voltò verso di lui, sedendosi al suo fianco, dove prima c’era Rosalie.
«Ora non muoverti, devo cambiarti la fasciatura, dimmi se ti faccio male... »
André annuì e Oscar iniziò a togliere lentamente la spessa fasciatura che aveva alla spalla e sulla schiena. Si sentiva completamente in imbarazzo. Le mani le tremavano mentre disinfettava la ferita e sentiva il suo sguardo su di sé, come se la stesse giudicando.
«Oscar... »
La donna si fermò un attimo, le dita le tremavano come la pinza e la piccola garza che aveva in mano.
«Non dire nulla... ti prego.... »
Il dottore le aveva spiegato come pulire a ferita e doveva farlo almeno due volte al giorno, passò delicatamente uno straccio umido sulla ferita, notando compiaciuta che non usciva più sangue, poi iniziò di fasciarlo. Mentre gli fasciava la spalla sentì il capo di André poggiarsi sulla sua spalla, le braccia cingerle la schiena, sentì le sue labbra sfiorargli il collo e un brivido le percorse la schiena. Oscar arrossì ancora di più, sentiva il suo profumo invaderle le narici, cercò di non pensarci e con mani tremanti continuò a fasciarlo. André si allontanò lentamente da lei, per poi sdraiarsi sul letto senza dire una parola.
«Il dottore ha detto che non devi fare grandi sforzi con il braccio »
«Dove mi sono ustionato precisamente? »
«Sei stato ferito con un’arma da fuoco al braccio destro, la maggior parte della bruciatura è sulla schiena ma il medico ha detto che guariranno presto e che non avrai cicatrici evidenti »
André sospirò, era stato fortunato, doveva ammetterlo, molto fortunato.
«Renée era molto preoccupata per te.... ti vuole molto bene... mi chiede sempre di te quando vado a medicarla
»
André sorrise timidamente, senza smettere di guardarla. Oscar arrossì leggermente, sentendo il suo sguardo addosso e si voltò a guardarlo, accennando un debole sorriso. Sentì la grande mano dell'uomo coprire la sua e abbassò lo sguardo osservando le loro dita intrecciarsi lentamente. Sentì come un tuffo al cuore, ora stava sicuramente sorridendo come una ragazzina.  Alzò il capo come a voler chiedere spiegazioni ma lui la bloccò, forse nel modo più dolce possibile. La mano libera a raccoglierle parzialmente i capelli sulla nuca, il viso contro al suo, le labbra avvolte in un gentile assalto. Chiuse gli occhi, trasportata da una dolcezza che non le sembrava possibile esistere.
 
///@///
 
«Oscar, vado al mercato, mi accompagni? »
«Certo »
Oscar  e Rosalie uscirono di casa  subito dopo aver messo qualcosa sotto i denti, le campane suonavano le otto di mattina e avevano tutta la mattinata a disposizione per poter trovare il cibo per riempire almeno un po’ la dispensa.
«Sai, Renée ha un innato talento per le vendite... riesce sempre a trattare in affari con tutti, non sai quanto la invidio! Ha un carattere molto forte! »
Rosalie rise, mentre si incamminarono per la via principale. Oscar sorrise, ma non nutriva in quel momento un profondo interesse per il tema "Renée Grandier", se non per l'uomo che le aveva dato il cognome.
Arrossì pensando alle sensazioni provate il giorno prima nello stringere tra le braccia il suo corpo, nel sentire le sue labbra vicine alla pelle del collo, le sue labbra sulle sue... non aveva fatto parola con nessuno riguardo a ciò. Scosse il capo, cacciando quei pensieri e aiutò Rosalie con la spesa.
«Allora... quando vorrai dirlo a Bernard? Lo sai che non puoi nasconderlo per sempre vero? »
«Tra poco è il nostro anniversario di matrimonio... così ho pensato di fargli questa sorpresa! »
Rosalie sembrava così felice di avere un bambino ed era certa che anche Bernard non vedeva l'ora di avere un figlio dalla sua amata moglie. Li aveva notati, quei sguardi complici, quelle dolci attenzioni di Bernard, quei baci rubati mentre credevano di non essere visti.... erano davvero una bellissima coppia, doveva ammetterlo. Mentre andavano in giro cercando di scambiare un po' di uova con della farina, notò un soldato addentrarsi in un vicolo poco lontano e uscire dopo un paio di minuti. Quel volto non le era nuovo. Oscar si incuriosì, si allontanò da Rosalie con una scusa e seguì quella guardia. Lentamente, si addentrarono nel caos del piccolo mercato e lo perse di vista appena cercò di seguirlo in un vicolo.
«Maledizione... »
Si morse un labbro arrabbiata, cercò di tornare da Rosalie ma la voce di un uomo la fece sussultare.
«Grazie, va' pure da qui in poi... procedo da solo »
Oscar si voltò di scatto e lo vide, con la divisa bianca impeccabile, nascosta sotto un mantello nero.
Si voltò, sentendosi osservato e la vide. Senza pensarci due volte la raggiunse, stringendola tra le sue braccia.
«Lo sapevo che non dovevo lasciarti partire senza una scorta.... »
Le strinse le spalle, guardandola negli occhi preoccupato.
«N-Non ci vediamo da tempo.... »
Lei si voltò, evitando lo sguardo.
«Perché sei rimasta qui? Perché non te ne sei andata?»
«Alexandre... Io...»
L'uomo si fermò, prendendo il suo volto tra le mani, costringendola a guardarlo negli occhi.
«L'hai trovato... alla fine... »
Oscar sussultò, come faceva a saperlo? Per lui André doveva essere morto e sepolto!
«Dimmi Oscar... sei felice? »
I due si guardarono negli occhi per alcuni istanti, ricordando quel giorno lontano. Le sembrò un'eternità, eppure erano passati pochi mesi da quel giorno. Erano bastati passati pochi mesi per dimenticare l'uomo di cui si era innamorata, per dimenticare quel suo bacio, per dimenticare quello che era stato e che poteva essere? Lo aveva davvero dimenticato così facilmente? Lei era cambiata, lo aveva notato. Il volto era più rilassato, gli occhi erano limpidi e cristallini, non cupi e pensierosi e i colorito era più roseo, nonostante l'eccessiva magrezza.
«Perdonami Alexandre... per non aver tenuto conto dei tuoi premurosi consigli. Ma adesso mi sento davvero... »
La zittì con un bacio. Ma quelle... non erano le labbra che conosceva… lo conosceva, lo ricordava.
"Le labbra che conosco io sono molto più calde ed elastiche... Si sono avvicinate, silenziose, ad avvolgere le mie umide labbra, come a volerle succhiare... A-A..."
Oscar poggiò le mani sul suo petto, cercando di allontanarlo da lei.
«No! Non posso... i-io non posso... devi dimenticarmi Alexandre! Dimenticami, te ne prego! »
«Non so se sono pronto a lasciarti andare per sempre.... forse un tempo ne sarei stato capace Oscar ma non ora.... non ora... »
«Ci stiamo facendo solo del male... »
Le lacrime iniziarono a scendere lentamente, bagnando le gote rosse dall'imbarazzo. Quello che aveva provato per lui era solo passeggero, quindi? Non era rimasto più niente? Ma non poteva negarlo, né a lui né a se stessa.
Eppure quel bacio che si erano appena scambiati, perché non aveva provato quasi nulla? E perché quando André le aveva rubato quel bacio ieri mattina aveva sentito il suo cuore esplodere dalla gioia?
«Ho evitato la fucilazione di André per ben tre volte, Oscar. Ho finto di non riuscire a trovarlo, ma al tempo stesso non volevo che tu lo incontrassi ed ero geloso. Perché il tuo cuore batte solo per lui. Sono stato io un folle ad essermi innamorato di te... e ad aver provato a farti innamorare di me »
Oscar sussultò, voltandosi a guardarlo negli occhi.
«Ma ormai è troppo tardi... »
Alexandre sospirò: era arrivato troppo tardi, doveva lasciarla andare.
«Alexandre... io non »
«Non dire niente, ti prego... mi farò da parte ma lasciami quest'ultima libertà... »
Spostò una ciocca di capelli dietro il suo orecchio e la baciò di nuovo, spingendola dolcemente contro il muro. Lei non rispose al bacio, ma non lo allontanò. Sentì alcune lacrime bagnarle le gote e un dolore acuto scuoterle il petto.
 
///@///
 
«Come ti senti oggi? Ti brucia ancora la schiena? »
«Leggermente,  poteva andare peggio...  »
André rise, poggiando di nuovo il capo sul cuscino. Posò la mano sul petto, piegò una gamba e si girò a guardarla. Oscar ripiegò alcuni vestiti nel cassetto, scuotendo lentamente il capo.
«Questo è vero... »
Oscar poggiò una piccola bacinella sul comodino e posò le fasce poco distante, girandosi a guardarlo.
«Posso farti una domanda Oscar? »
Chiese André, evitò il suo sguardo. Oscar corrugò la fronte, si avvicinò al letto e incrociò le braccia al petto, aspettando pazientemente.
«Dimmi pure. C'è qualcosa che non va? »
André temporeggiò per qualche istante, si mise a sedere sul letto e abbassò lo sguardo.
«Perché sei qui, nonostante quello che ti ho detto e che ti ho fatto? »
Oscar sgranò gli occhi sorpresa, colpita dalle parole dell’uomo.
«Perché? Perché sei molto importante per me... »
André si voltò a guardarla, misterioso, e avvertì un brivido lungo tutta la schiena.
«... più di quanto tu creda »
Ammise lei, senza alzare lo sguardo che avvertiva già pesante su di sé e se ne andò, notevolmente imbarazzata, chiedendo a Rosalie di cambiare le bende ad André.
   
 
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