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Autore: Iron_Captain    23/02/2019    4 recensioni
Un killer misterioso che sta terrorizzando la città... Una verità che sconvolgerà la vita di Judy... Cosa accadrà e come riuscirà Judy Hopps ad affrontare e gestire queste situazioni?
Genere: Azione, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 26: Omicidio a sangue freddo

Dopo aver ucciso anche il suo fidanzato, Lucia decise di prepararsi a fare la prossima mossa ai danni della sua sorellina: uccidere i loro genitori e ottenere così la vendetta che bramava da parecchi anni verso coloro che le avevano impedito di realizzare il sogno che aveva da quando era soltanto una cucciola: diventare una militare. Dopo aver smontato e lucidato le armi, che aveva rubato grazie all'aiuto dei suoi ex complici e alle competenze informatiche di Finnick da Fort Major, le ricostruì rapidamente, assemblando correttamente ogni singolo componente; mentre il fennek stava riverniciando il furgone, che aveva nascosto in un vicolo di uno dei tanti quartieri della periferia della città, affinché potessero passare di nuovo inosservati per le strade. Nonostante avesse atteso tanto e pianificato tutto per eliminare i suoi bersagli principali, Lucia aveva provato molta ansia e alle volte si era sentita impaziente di rivelare la propria identità a Judy, poiché avrebbe voluto eliminarla subito. Ma era stato grazie al proprio complice se era riuscita a rispettare il diabolico piano che aveva architettato da tempo e a non mandare tutto all'aria.
“Ho appena finito di riverniciare il furgone.” disse con tono freddo all'amica dopo essere rientrato nel grosso automezzo.
“Molto bene. Allora andiamo.” si limitò a rispondere l'assassina, che non vedeva l'ora di mettere fine alla miserabile vita dei propri genitori.
Se fosse stato in sé, la volpe del deserto si sarebbe affrettata ad eseguire le richieste della propria migliore amica, ed ex compagna di corso; ma invece di andare a mettere in moto il furgone rimase lì, sulla soglia dell'entrata posteriore del mezzo, e continuò a fissare la leporide.
“C'è qualcosa che non va?” chiese Lucia non appena notò lo sguardo assente e quasi minaccioso di Finnick.
“Sei sicura di voler andare avanti?”
Nel sentire quella domanda, la coniglietta malvagia si alzò in piedi e andò ad appendere la propria mitragliatrice pesante MP 74 sulla pareti dove si trovavano anche le altre armi.
“Hai iniziato ad avere dei ripensamenti?”
“No...è solo che un conto è odiare e cercare di uccidere la tua sorellina; ma per quanto riguarda i genitori...è un discorso diverso.” disse il fennek, che abbassò lo sguardo e le orecchie.
Lucia strinse improvvisamente i pugni e si diresse verso la volpe del deserto. A quel punto si abbassò fino a raggiungere la sua altezza e lo fissò negli occhi.
“Guardami.” gli ordinò la killer.
Finnick obbedì.
“Ci conosciamo da tanti anni: perciò sai che quando avevi bisogno del mio aiuto io te lo davo; conosci i miei problemi personali che ho avuto con la mia famiglia, e avevi anche visto quando piangevo a causa di quei due stronzi che non volevano lasciarmi realizzare il mio sogno!” disse Lucia che fu sul punto di urlare e mettersi a piangere. “Ho scelto di venire da te perché sei il mio solo e unico amico di cui posso fidarmi, e perché tu sai chi sono e cosa ho passato...E sai che loro non meritano di vivere!...Lo sai perché sono arrabbiata con loro!”
Dopo aver visto la propria migliore amica inginocchiarsi e mettersi a piangere, la volpe del deserto iniziò a provare una grande pena per lei: capiva perfettamente cosa significava avere un genitore che costringeva il proprio figlio a compiere scelte contro la sua volontà con ogni mezzo possibile. Ma a differenza di Lucia, che aveva avuto dei genitori che avevano tentato di convincerla a non farla diventare una militare, Finnick aveva avuto un padre che lo aveva iscritto e mandato all'accademia militare solamente perché era fissato nel dover portare avanti la tradizionale professione di famiglia che c'era da varie generazioni. Da quando si erano conosciuti, i due mammiferi si erano sempre aiutati e capiti a vicenda, senza pensare di abbandonare mai l'altro in nessun caso.
La malvagia leporide si ritrovò ad essere abbracciata dal suo complice.
“Io continuerò a mantenere la promessa che ci facemmo tanti anni fa: io non ti lascerò mai sola.” disse il predatore con tono convinto.
Nel momento in cui la preda ricambiò l'abbraccio, iniziò a piangere a dirotto per qualche minuto.
“Allora devi fare una cosa per me...e voglio che mi ascolti bene e che non ti rifiuti di farla.” riprese Lucia dopo essersi calmata.
Dopo aver sciolto l'abbraccio, la volpe del deserto guardò negli occhi la coniglietta, con le orecchie ben alzate per ascoltare quella richiesta.

L'attesa sembrava essere interminabile, nonostante fossero passate soltanto due ore; mentre Nick era sottoposto a un intervento delicato, Judy continuava ad essere profondamente turbata e scossa da tutto ciò che era accaduto diverse ore fa. Era silenziosa, nervosa e sconvolta. Ancora non riusciva ad accettare che un membro della propria famiglia era diventato uno spietato assassino in cerca di vendetta a causa delle imposizioni dei genitori. Se fosse stata semplicemente arrabbiata e si fosse limitata a sfogarsi su di loro e sulla sorellina minore che era riuscita a realizzare il sogno che inseguiva sin da quando era una cucciola sarebbe stato un gesto giustificabile, anche se sbagliato, e avrebbe cercato di capirla. Ma purtroppo era andata oltre...E a causa di ciò non sapeva in che modo poteva impedirle di giustiziare i loro genitori. E a complicare ancora di più la situazione erano le condizioni del povero Nick Wild, che secondo il parere dei dottori non sarebbe riuscito a sopravvivere. Tuttavia Judy aveva voluto ignorare quelle parole, e aveva continuato a sperare che si sbagliassero. Era entrata in ambulanza per rimanere vicino al proprio partner e lo aveva tenuto per la zampa per tutto il tragitto; mentre pregava a mente che potesse sopravvivere. Una volta arrivati in ospedale i medici lo avevano portato con urgenza all'interno della sala operatoria, mentre la coniglietta fu costretta a rimanere fuori, nella sala d'attesa, dove c'erano altri mammiferi, la maggior parte di grosse dimensioni, che aspettavano il momento in cui potevano andare a far visita agli altri pazienti ricoverati; che potevano essere degli amici o i loro familiari. Tutti loro erano pieni di ansia e preoccupazione, e speravano che potesse accadere un miracolo che avrebbe salvato i loro cari; anche Judy nutriva la loro stessa speranza e pregava che accadesse quel miracolo.
Ad un trato la luce si spense. Non appena la piccola agente se ne accorse si alzò immediatamente in piedi. Quando la porta si aprì alcuni comparve un piccolo gruppo di dottori che successivamente si erano messi a parlare tra loro sottovoce.
“Scusate?” li chiamò Judy che dopo essersi alzata dalla sedia andò loro incontro.
Non appena si fu avvicinata, tuttavia, le capitò di origliare la loro conversazione.
“Avvertirò io i parenti del paziente.”
“Molto bene.”
Non appena uno dei suoi assistenti se ne andò, il dottore si rivolse all'altro suo assistente.
“Lei vada a mettere per iscritto ora, data e condizioni del decesso del paziente...”
Nel momento in cui sentì quelle parole, la coniglietta sgranò gli occhi e abbassò le orecchie: Nick era davvero morto.
No, disse a se stessa, dal momento che non riusciva ad accettare la perdita del proprio amato partner e migliore amico. La rabbia e il dolore cominciarono ad offuscare ogni segno di lucidità e razionalità. Persino quando i due dottori rimasti all'ingresso della sala operatoria si accorsero della sua presenza, la leporide scappo via piangendo, senza badare alla moltitudine di sguardi degli altri mammiferi.

Non appena uscì dall'ospedale la coniglietta si andò a nascondere in un vicolo, dietro un enorme cassone della spazzatura, poi iniziò a piangere a dirotto e ad incolpandosi del fatto di non essere riuscita a proteggere il proprio collega e di averlo messo in pericolo.
Dopo qualche secondo il cellulare iniziò a squillare.
“Che cosa vuoi ancora?!” disse d'impulso Judy urlando, senza preoccuparsi di sapere chi fosse. “Volevo soltanto dirti, sorellina, che mi trovo davanti alla casa sicura in cui si trovano i nostri genitori, e che sono pronta ad andare a farli fuori.”
La coniglietta fu nuovamente scioccata nel sentire quella notizia.
“Non ti azzardare a toccarli, assassina!” urlò la piccola agente accecata dalla rabbia.
“E perché mai non dovrei farlo? Come ti avevo detto prima è a causa loro se sono diventata così.” fu la risposta di Lucia.
“Loro sono comunque i nostri genitori!”
“Non per me!...”
“Se tu li ammazzi...giuro che non mi darò pace finché non ti avrò spedita all'inferno!” la minacciò Judy, che era disposta a fare di tutto per difendere la propria famiglia e di non ritrovarsi nella stessa situazione di impotenza che aveva avuto prima, quando aveva visto Nick morire davanti ai propri occhi.
“Allora ti invio l'indirizzo in cui si trovano, così avrai la possibilità di assistere alla loro morte...e tu non sarai in grado di fermarmi.”
Dopo aver detto ciò, la chiamata si chiuse.
Senza perdere altro tempo, la coniglietta telefonò al proprio superiore per avvertirlo del fatto che la killer aveva scoperto il luogo in cui erano tenuti al sicuro i propri genitori. Nel momento in cui aveva chiuso la chiamata, le arrivò un sms da parte di un numero sconosciuto. Intuendo chi fosse, lo aprì. Dopo aver letto l'indirizzo in cui si trovava la casa sicura, si affrettò a raggiungere i propri genitori prima che fosse troppo tardi.

Dopo aver chiuso la chiamata, Lucia, appostata su un edificio distante di parecchi metri dal rifugio in cui si trovavano i suoi genitori, caricò il proprio lanciarazzi quadruplo, le pistole e il fucile mitragliatore MP 4 per scatenare l'inferno non appena sarebbe arrivata quella coniglietta, che avrebbe assistito al massacro senza avere la possibilità di fare nulla per salvarli. Come Stu, anche lei non riusciva ad avere pazienza: preferiva venire al sodo e agire in quel momento; e nei momenti di pazienza si innervosiva parecchio. In quel preciso momento voleva mettere fine alle loro inutili vite, voleva vendetta; e più cercava di trattenere l'impulso di fare fuoco in quel preciso momento, più la rabbia aumentava e veniva a galla. Improvvisamente le vennero in mente i ricordi di quando era insieme a Finnick, quando studiavano e si addestravano insieme a Fort Major: quando stava con lui era felice; si scambiavano spesso battute, si aiutavano e sostenevano a vicenda...quei momenti erano stati perfetti. Se avesse avuto la possibilità di realizzare il proprio sogno non avrebbe avuto alcun motivo per odiare e volere morti i propri genitori, né avrebbe odiato la propria sorellina, che era diventata una poliziotta professionista e anche famosa. Invece aveva avuto un'amara delusione da quei due conigli, che oltre ad averle negato la possibilità di crearsi un futuro, avevano concesso a Judy la possibilità di poterlo realizzare, e ci era anche riuscita. Provava odio, rabbia e soffriva, fino a desiderare di cancellare dalla faccia della Terra tutti coloro che erano stati la causa dei propri fallimenti.
Nonostante fosse pronta a far saltare in aria quella casa sicura, Lucia continuava ad aspettare che arrivasse la propria sorellina odiata, con lo scopo di farla assistere impotente all'omicidio dei loro genitori.
Ma cosa sta combinando quella stronza, si chiese la leporide malvagia, stanca di continuare ad aspettare che arrivasse. Ad un tratto iniziò a sentire il lontano rumore di numerose sirene, che cominciava a diventare man mano più forte.
Finalmente, esclamò tra sé Lucia che non perse un attimo a prepararsi a fare fuoco con il lanciarazzi. Quando le auto della polizia si parcheggiarono davanti il rifugio della famiglia Hopps, gli agenti uscirono fuori dalle vetture e si ripararono dietro ad esse, pronti a fronteggiare un qualsiasi attacco da parte di quella killer.
No no no no, disse tra sé Lucia che non aveva previsto affatto l'arrivo della polizia. Attraverso il mirino del lanciarazzi riuscì a vedere chiaramente che uno degli agenti, di dimensioni mastodontiche, andò davanti l'ingresso della casa. Nel momento in cui vide che la porta si aprì, intuì immediatamente che la polizia era lì per portare i propri genitori in un altro rifugio sicuro. Decisa a non permettere che succedesse ciò, decise di aprire il fuoco...e dare così inizio alla carneficina. Nel momento in cui la prima volante saltò in aria, gli agenti erano entrati completamente nel panico: oltre a guardarsi intorno con le pistole puntate in avanti, correvano in tutte le direzioni, in cerca di un riparo. La malvagia leporide sparò il secondo razzo contro il portone d'ingresso, dove c'era quel grosso agente che le impediva di vedere con chiarezza le prede che avrebbe voluto uccidere: nel momento in cui si era voltato a causa dell'esplosione della vettura, vide chiaramente che quell'agente era un enorme bufalo. Il razzo colpì in pieno lui e la porta d'ingresso. Se tutto era andato secondo i calcoli, era riuscita nel proprio intento...era riuscita ad ucciderli. Eppure non aveva ancora finito: sparò gli altri due razzi sulle altre vetture...

Non avendo avuto un'automobile a disposizione, Judy era stata costretta ad usare i mezzi pubblici: nonostante si fosse impegnata ad arrivare il più in fretta possibile, ci aveva comunque impiegato parecchie ore ad arrivare alla casa sicura in cui si trovavano i propri genitori. Nel momento in cui vide le fiamme di quell'edificio che era ancora in piedi, le auto della polizia distrutte e capovolte, capì di essere arrivata tardi.
“No!” urlò la piccola agente, che in preda alla preoccupazione iniziò a correre. Non appena si fu avvicinata di fronte alla strage che aveva fatto la propria sorellina, poté notare anche i numerosi cadaveri dei propri colleghi. Nel vedere quello spettacolo raccapricciante, Judy si inginocchiò e abbassò la testa, poi iniziò a piangere. Lucia aveva vinto: era riuscita ad uccidere i loro genitori, e per di più aveva fatto un'altra strage di agenti di polizia. Avrebbe desiderato avere avuto a disposizione una qualsiasi automobile che le avrebbe permesso di arrivare in tempo per portare via la propria famiglia, cosicché avrebbe potuto evitare di far compiere a Lucia un'altra strage. “Judy!”
La leporide riconobbe quella voce. Alzò lo sguardo e si voltò di fianco, con gli occhi ancora lucidi. Nel momento in cui vide Stu e Bonnie che si trovavano all'imbocco di un vicolo, la piccola agente si alzò immediatamente in piedi e corse loro incontro per abbracciarli.
“Mamma! Papa!” urlò di gioia.
“Judy!” esclamò il padre ricambiando l'abbraccio.
“Siete vivi!” esclamò Judy senza smettere di piangere.
“Si, tesoro mio. Siamo qui.” fu rispose Bonnie.
In quel preciso momento il tempo sembrò essersi fermato, ed era come se attorno a loro si fosse fermata una barriera che impediva a chiunque di vederli, ed in cui i sentimenti dominavano l'atmosfera in modo emotivo e instabile.
“Che cosa è successo?” chiese ad un tratto la piccola agente preoccupata.
“C'è stata un'esplosione.” rispose Bonnie.
“Oh si...e credo sia stata provocata da un missile: lo so perché lo avevo visto chiaramente arrivare dritto verso di noi.” intervenne Stu.
“Ci ha salvati un grosso bufalo della polizia...”
“E che ha permesso a te e tua madre di usare la porta sul retro della casa per fuggire via.”
Nel sentire le loro testimonianze, Judy Intuì subito che il mammifero di cui stavano parlando non poteva essere altri che il capitano Bogo, poiché lo aveva contattato lei stessa per dirgli che la propria famiglia era in pericolo; e una volta arrivato alla casa sicura con i rinforzi stava sicuramente procedendo con il trasferimento dei due conigli in un altro rifugio, fino a quando non era arrivata la propria sorella maggiore per compiere la sua strage e tentare di uccidere i suoi bersagli fissi. Non appena abbassò le orecchie e la testa, strinse le zampette a pugno: sentì la rabbia crescerle dentro...e non era rivolta soltanto verso la sorella maggiore.
“Perché lo avete fatto?” chiese la leporide tentando di non alzare la voce.
Nel sentire quella domanda, e notando che la loro figlia sembrò essere sul punto di gridare, Stu e Bonnie si scambiarono un'occhiata preoccupata.
“Di cosa stai parlando, Judy?” chiese il padre confuso.
“Perché avete impedito a mia sorella di realizzare il sogno di diventare una militare?”
Colti completamente alla sprovvista, quella domanda sconvolse completamente i due conigli adulti, che si sentirono ancora più confusi.
“Sto parlando diLucia.” riprese a parlare Judy non appena notò che i genitori non avevano ancora capito a chi si stava riferendo.
Non appena i genitori sentirono quel nome i loro sguardi cambiarono improvvisamente: erano demoralizzati...e spaventati.
“Non è possibile...Lucia è morta diversi anni fa.” fu la risposta di Stu.
“No...Non lo è.” fu la risposta di Judy. “Lei è viva e vuole vendicarsi: ha intenzione...di uccidere me e voi! E non sto scherzando!”
“C...Come puoi dire una cosa simile su uno dei tuoi tanti fratelli, soprattutto su Lucia, che era stata uccisa dalla mafia?” disse Bonnie sconcertata, la quale non voleva pensare e neanche accettare l'idea che Lucia era viva ed era diventata una spietata assassina che voleva far fuori la famiglia. “Perché io l'ho vista, e mi ha rivelato il suo piano!” rispose Judy, che cercava di far ragionare i propri genitori. “Neanche io riesco ad accettare una cosa del genere, ma questa è la realtà...”
“No Judy...” riprese Bonnie.
“Perciò ditemi perché non le avevate permesso di realizzare il suo sogno!” esclamò Judy alzando il tono della propria voce e fissandoli negli occhi, poiché pretendeva di avere una risposta.
Entrambi i genitori furono talmente demoralizzati da quella rivelazione che volevano tentare di contraddire e ribattere alle parole della loro figlia. Tuttavia decisero di rispondere prima alla sua domanda.
“Il fatto è che noi eravamo contrari al fatto che diventasse una militare, perché non volevamo vederla tormentata dai continui incubi dei mammiferi che avrebbe ucciso, e delle bombe che esplodevano sul campo di battaglia ogni volta che tornava casa dopo che finiva una guerra” “Per non parlare anche del fatto che avrebbe rischiato di far del male ai tuoi altri fratelli nel caso si fosse arrabbiata...” intervenne Bonnie.
“Che poi era capitato anche al fratello di Gideon Grey, che dopo essere tornato dalla guerra che infuriava, e ancora infuria, in Iraq, durante uno dei loro litigi aveva preso una bottiglia di vetro e dopo averla frantumata, stava quasi per ferire gravemente quella povera volpe!”
“Voi le avete comunque impedito di realizzare il suo sogno!” rispose d'impulso Judy.
“Lo abbiamo fatto per proteggere la nostra famiglia!” insistette Bonnie.
“Avete tentato di costringerla a diventare una coltivatrice di carote, come avevate tentato di fare con me e avevate fatto con i miei altri fratelli e sorelle!”
“Judy; lo sai che adattarsi alle proprie condizioni di vita e alle attività di famiglia che sono state tramandate per diverse generazioni, ha i propri vantaggi...” disse Stu Hopps nel tentativo di convincere la figlia a dare loro ragione.
Quella risposta non fece altro che far arrabbiare ancora di più la piccola agente, che non aveva intenzione di accettare quella risposta, che sosteneva fosse assolutamente sbagliata.
“Voi non dovevate costringerla a diventare come voi!” urlò furiosa; e poiché stava parlando con i propri genitori, non riuscì a dare una risposta o una motivazione più adatta, né voleva mancare loro di rispetto.
“Hai detto bene sorellina: non dovevano.”
Non appena la leporide sentì quella voce familiare, si voltò di scatto; e con sguardo spaventato vide davanti a sé Lucia con indosso una specie di tuta antisommossa completamente nera, con la cintura paramilitare con i diversi borselli in cui si trovavano i proiettili o altri utensili più piccoli, il volto scoperto, in cui si vedeva chiaramente la sua espressione fredda e determinata a compiere la sua vendetta; con il fucile di precisione che portava a tracolla, ed impugnava una pistola che stava puntando verso la piccola agente. Anche i genitori furono sconvolti non appena la videro, dal momento che avevano vissuto per tanto tempo con la convinzione che fosse morta.
“Lucia!” esclamò Bonnie confusa.
Non appena Stu vide con i propri occhi che quella leporide era viva, si sentì talmente spiazzato da non riuscire a dire una sola parola.
“Stai lontana da loro!” urlò Judy, che dopo aver preso dalla fondina la pistola gliela puntò contro. Non aveva intenzione di permetterle di uccidere anche la loro famiglia; e questa volta aveva la possibilità di fermarla.
“Fermati Judy!” urlò Bonnie, che oltre a mettersi davanti alla propria figlia minore afferrò la sua arma.
“Che stai facendo mamma!”
“Deponi la tua arma, Judy!” gli ordinò Stu con tono duro.
Mentre Judy rimase allibita dal loro comportamento, Lucia li osservò con uno sguardo freddo: nonostante fosse arrabbiata e voleva uccidere tutti loro, dentro di lei iniziò a provare esitazione; infatti la zampa con la quale impugnava la pistola iniziò a tremarle.
Un conto è odiare e cercare di uccidere la tua sorellina; ma per quanto riguarda i genitori...è un discorso diverso.
Le parole che gli aveva detto Finnick vennero improvvisamente a galla, e iniziarono a suggestionare la malvagia leporide, che fino adesso non aveva avuto alcun problema riguardo al fatto di dover premere il grilletto della propria arma per sparare e uccidere i propri genitori.
“Ma lo volete capire che vi vuole uccidere?!” esclamò Judy stupita.
“Lei è nostra figlia, Judy.” fu la risposta di Stu.
“Ed è anche una delle tue sorelle.” rispose invece Bonnie. “E non possiamo permettervi di farvi del male e che tentiate di uccidervi a vicenda.”
“Io non posso permetterle di farvi del male!” esclamò Judy disperata, che non aveva alcuna intenzione di permettere che Lucia potesse farli fuori.
“Ascolta Judy: lei è arrabbiata con noi, ed è normale che dica di volerci uccidere...ma non lo farà.”
Nel sentire le parole del papà, la coniglietta lo squadrò completamente allibita, come se non si aspettasse quella risposta; e nonostante fosse normale che un genitore dicesse così, lei cominciò a pensare che lui non la conoscesse affatto.
“Tu non sai di cosa è realmente capace!” fu la risposta della piccola agente. “Guarda cosa ha appena fatto qui...e aveva anche tentato di uccidervi!”
All'inizio Stu volse lo sguardo verso la moglie, che era davvero preoccupata, poi tornò a guardare Judy negli occhi.
“Io e tua madre avevamo sbagliato con lei; ed è giusto risolvere questa questione.”
Non appena vide che il proprio papà si diresse verso la piccola mammifera che aveva intenzione di ucciderli, Judy lo prese per un braccio.
“Che hai intenzione di fare?!” esclamò Judy agitata.
“Lascialo, Judy.” le ordinò la madre.
“No! Io non voglio che venga ucciso!” urlò Judy, che fu sul punto di mettersi in ginocchio e supplicarlo.
A quel punto il coniglio adulto poggiò la zampa libera sulla guancia sinistra della propria figliola.
“Andrà tutto bene Judy: non mi accadrà nulla di male.”
“Ti prego, non andare da lei!” gli supplicò la piccola agente, convinta che sarebbe accaduto qualcosa di brutto.
“Judy: lascia fare a tuo padre.” intervenne Bonnie.
“Ma mamma...” disse la leporide disperata, e che distrattamente mollò la presa sul braccio del papà.
A quel punto Stu decise di andare da Lucia, la quale continuava a puntare la pistola verso di loro.
“Non ti avvicinare!” urlò la killer.
“Ascoltami Lucia...”
“Ti ho detto di non avvicinarti!”
“So che sei arrabbiata, e che hai ucciso tanti mammiferi e...hai tentato di uccidere noi.” disse il padre che continuò ad avvicinarsi un passo alla volta a lei.
“Stai fermo!” continuò a urlare la leporide, mostrando allo stesso tempo timore nel proprio tono; mentre fece qualche passo indietro.
“Hai ragione ad essere furiosa con noi; e ce lo meritiamo...io e tua madre abbiamo sbagliato. E ti chiediamo scusa per ciò che ti abbiamo fatto diventare.”
Non appena sentì quelle parole, e vide il proprio genitore fermarsi a qualche passo da lei, Lucia abbassò l'arma e sgranò gli occhi. La rabbia si fece improvvisamente da parte, lasciando che il dolore e la tristezza, che erano stati tenuti nascosti da essa, venissero fuori in modo violento per provocare una reazione a catena instabile.
Nel momento in cui Judy vide che la propria sorella maggiore andò ad abbracciare il loro papà, rimase sconcertata, poiché non si aspettò di vedere un simile gesto. Era convinta che avrebbe sparato loro contro e dato libero sfogo alla rabbia e all'odio che teneva dentro di sé. Ma non accadde ciò. Eppure aveva un brutto presentimento, come se il pericolo non era ancora passato.
“Volevo che foste fieri di me!...E che aveste accettato le mie scelte!” gridò la malvagia leporide piangendo, mentre abbracciava con forza il proprio papà.
“Hai ragione, Lucia: noi abbiamo sbagliato a importi di essere come noi; però non ci pentiamo di averti impedito di diventare una militare.” fu la risposta di Stu, che le avrebbe lasciato realizzare qualsiasi desiderio...eccetto diventare un soldato.
“Perché?!...Dimmi perché non volete che io diventi una militare!” esclamò la figlia maggiore in preda alla rabbia e alla tristezza.
“Te lo avevamo detto tanti anni fa: noi siamo contrari alla violenza, e ti abbiamo anche raccontato che fine aveva fatto il fratello di Gideon...”
“Io non avrei mai fatto quella fine!” urlò ancora Lucia, ricordando ciò che gli avevano raccontato i genitori: di come Jason Grey, dopo essere tornato dalla guerra, aveva aggredito con una bottiglia di vetro rotta il suo fratellino minore durante uno dei loro litigi, rischiando di mandarlo in ospedale. E la causa di quel gesto e di quella rabbia erano dovuto al fatto che quella volpe era continuamente tormentata dagli incubi e dai pensieri di tutto ciò che aveva vissuto in prima persona quando si trovava sul campo di battaglia. Dopo essere finito in prigione, Jason riceveva due volte a settimana, qualche volta anche tre, le visite da parte di uno psichiatra, specializzato in quel tipo di problemi, che lo seguiva passo per passo per tentare di riabilitarlo e reinserirlo nella società.
“Io e tua madre avevamo avuto paura, e avevamo deciso di proteggere te e i tuoi fratellini da quel mondo.” si giustificò Stu.
“E vi aspettate che vi perdoni e che mi costituisca alla polizia? Magari volete anche che io e mia sorella ci riconciliamo; e magari mi direte che tutto ritornerà come prima?”
“Beh...Non ritornerà tutto come prima, ma posso assicurarti che le cose miglioreranno.” fu la risposta realistica del coniglio adulto, consapevole che non sarebbe stato facile ricostruire con Lucia quel legame che con il tempo si era rovinato ed infine troncato del tutto. Tuttavia era determinato, insieme a Bonnie, a recuperare quel rapporto con la figlia che aveva creduto fosse morta da parecchio tempo, e volevano aiutarla in ogni modo a farle capire che erano cambiati...erano disposti anche ad assumere un avvocato costoso che fosse stato in grado di farle scontare la pena alla quale sarebbe stata condannata nel momento in cui si sarebbe costituita.
“Se voi mi aveste amata...Vi avrei resa orgogliosi di me!”esclamò Lucia, ancora in preda alle lacrime.
“Lo so, e mi dispiace...”
Non appena Stu cominciò a parlare, un sordo rumore interruppe la sua risposta. Quando Lucia alzò di nuovo lo sguardo, il leporide poté scorgere sua la rabbia e l'odio che per qualche momento erano stati messi da parte, e che gli fecero capire che lei non aveva alcuna intenzione di perdonarli. Fu in quel momento che capì di aver fallito come genitore, e di aver commesso un grave errore che non avrebbe incontrato perdono; e mentre pensò a ciò, il povero coniglio adulto emise i suoi ultimi respiri di vita, e cadde pesantemente a terra.

Quando Bonnie vide la propria figlia abbracciare Stu, decise di andare loro incontro.
“Mamma!” esclamò Judy afferrandola per una zampa. “Non andare, ti prego!”
“Che cosa ti prende, Judy?”
“Non andare...ti supplico.” ripeté la piccola agente, la quale continuava a ad avere il presentimento che dovesse accadere qualcosa di brutto.
Quando vide l'espressione preoccupata la sua amata figlia, Bonnie le si avvicinò e la accarezzò la guancia destra.
“Andrà tutto bene, piccola mia.”
Nonostante il tono rassicurante e la carezza affettuosa che aveva ricevuto, Judy non si sentiva affatto tranquilla: era tesa e nervosa. Improvvisamente le due leporidi sentirono un rumore talmente forte da provocare un grande fastidio ai mammiferi dotati di un udito ben sviluppato, come il loro. Nel momento in cui volsero il loro sguardo nel punto da cui era partito quel fastidioso rumore, videro il povero Stu cadere pesantemente a terra, mentre Lucia impugnava la sua pistola all'altezza dello stomaco.
“No.” disse a bassa voce Judy; e mentre le lacrime cominciarono a rigarle il viso, e dentro di lei cominciò a crescere una rabbia talmente grande da non riuscirla a controllare.
“Lucia...!” urlò Bonnie completamente sconcertata e incredula a ciò che aveva fatto la propria figlia.
Approfittando del loro disorientamento, l'assassina puntò verso la sorellina la pistola e fece fuoco, centrando in pieno il suo bersaglio.
La piccola agente, rimasta sconvolta dalla morte del papà, non fu abbastanza lucida da riuscire ad evitare di essere spinta dalla mamma, che si beccò al posto suo quel proiettile, che si andò a conficcare nella testa. Quando vide anche il suo corpo cadere a terra, fu talmente accecata dalla rabbia che fu incapace di ragionare; dopo essersi alzata in piedi andò ad aggredire, urlando, quella coniglietta pazza e psicopatica.
“Maledetta bastardaaaaa!!!!!”
Era talmente furiosa che fece ricorso a tutte le energie che aveva in corpo per sferrare pugni e graffi a quella killer, che alla fine era riuscita a “portarle via tutto”. Dopo aver subito qualche colpo, Lucia ebbe la prontezza di puntare la propria arma all'altezza della gola della sua prossima ed ultima vittima e fece fuoco.
Judy sentì improvvisamente il bruciore della ferita che quel proiettile le aveva provocato, e il dolore era insopportabile fino ad avvertirlo dentro il proprio corpo. Istintivamente si girò su se stessa, volgendo il proprio sguardo verso la criminale, che oltre ad essersi avvicinata le stava puntando la pistola. Nel momento in cui la piccola agente cercò la propria arma nella fondina si accorse che non c'era. Fu in preda all'agitazione, poiché ricordava di averla sempre avuta a portata di zampa. “Sei talmente accecata dalla rabbia ce non ti sei neanche resa conto di averla fatta cadere a terra nel momento in cui avevo ucciso quello stronzo!”
“Sei un mostro!” urlò Judy furente e in preda al dolore, prima di mettersi a piangere. “Se sono davvero un mostro, è stato merito di quei due conigli idioti...”
“Loro erano i nostri genitori!...E tu...li hai uccisi!...Solo perché non ti avevano permesso di realizzare i tuoi desideri!” ribatté Judy sforzandosi di far sentire le proprie parole tra le lacrime. “Oh no, non l'ho fatto solo per quello; ma perché hanno preferito dare tutto a te, invece di dare anche me le stesse cose...e proprio perché siamo sorelle, anche io avrei dovuto avere una vita come l'hai avuta tu.”
“Erano disposti a chiederti scusa!...Avresti finalmente avuto anche tu quello che desideravi avere...loro volevano soltanto riavere la loro figlia che avevano creduto fosse morta da tempo!...”
“E secondo loro le cose sarebbero tornate come prima?!” urlò Lucia. “Credevate che se avessi accettato le loro scuse saremo ritornati tutti a casa abbracciati tra noi e saremo vissuti felici e contenti, in pace, a Bunnnyburrow come se niente fosse accaduto?! Sono diventata un'assassina a causa loro; e soprattutto...Tu non mi avresti mai perdonata!”
Nel sentire quelle parole, Judy abbassò lo sguardo e iniziò a riflettere: aveva ragione...ma probabilmente sarebbe arrivata a perdonarla.
“Lo sapevo.” fu la risposta di Lucia quando vide la propria sorellina che aveva abbassato lo sguardo e non disse nulla. “Stanotte la faremo finita.”
“Come?” domandò Judy ancora in preda alle lacrime.
“Stanotte metteremo fine a questa storia. Solo noi due...e solo una di noi vivrà.”
La coniglietta fu veramente sconvolta di sentire uscire dalla sua bocca simili parole.
“No, Lucia...” disse Judy scuotendo la testa.
“È deciso...Tutto sarà deciso da un duello all'ultimo sangue, dove soltanto una di noi ne uscirà viva.”
Dopo aver detto ciò, la killer abbassò l'arma che aveva tenuto puntato alla testa della piccola agente di polizia e se ne andò via. Invece di fermarla, Judy andò a vedere le condizioni dei loro genitori: nonostante fossero morti, rifiutava di accettare che lo fossero. Dopo aver raggiunto Stu, che indossava una maglia celeste e dei pantaloni marroni chiari, vide la gran quantità di sangue che fuoriusciva dalla ferita che aveva sul torace, nella parte in cui si trovava il cuore;i suoi occhi aperti; e la sua espressione addolorata, nella quale era anche racchiuso...il fallimento: aveva commesso un errore che aveva creduto di poter rimediare, ma non era stato così...e a causa di ciò aveva pagato con la vita.
A quel punto si affrettò a raggiungere il corpo di Bonnie. Lei giaceva a terra senza vita come suo marito; ma a differenza di lui era stata colpita alla testa. Era morta per salvare uno dei propri figli...ma Judy sapeva benissimo che Lucia intendeva uccidere proprio lei, e per riuscire nel suo scopo aveva usato la propria sorellina come esca.
A quel punto la leporide si inginocchiò: era furiosa, e per di più addolorata...ma soprattutto fu sopraffatta dal fallimento. La propria sorella maggiore era riuscita a portarle via davvero tutto in un solo giorno: i mammiferi a lei più cari che le davano motivo di vivere e superare tutte le difficoltà e gli ostacoli che che le capitava di affrontare, la dignità e la carriera. Insomma...era riuscita a distruggerle la vita...e non era riuscita ad impedirglielo.
Mentre stringeva con forza sovrumana i pugni e tremava come se fosse infreddolita, Judy lanciò un urlo fortissimo...Talmente forte che sarebbe riuscita a far tremare di paura persino i predatori di grossa taglia.

Angolo autore
Rieccomi qua con questo nuovo capitolo di questa fanfiction...
Innanzitutto mi scuso per la mia lunghissima assenza, ma ho avuto un periodo in cui non ero per nulla ispirato, e nonostante mi sforzassi non riuscivo a tirare fuori nessuna idea...ma adesso sono tornato, ed ho intenzione di terminare questa fanfiction...per di più stavo pensando, dopo aver sentito molti consigli e pareri di alcuni utenti che stanno seguendo questa fanfiction, di cambiare il rating e metterlo arancione...anche se non lo farò subito.
So di essere stato...molto drammatico e crudele questa volta; ma ho voluto sperimentare parecchie cose...e nonostante io abbia imparato che anche se mi impegnassi non riuscirei mai a immedesimarmi completamente a tutti i tipi di personaggi, volevo comunque dirvi che “al peggio non c'è mai fine”.
A presto...e spero continuiate a seguire questa mia fanfiction fino alla fine.

   
 
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