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Autore: Elgul1    23/02/2019    14 recensioni
Nell'epoca Sengoku nei grandi Damyo di Sorachi, Kubo e Takahashi si accusano momenti di grave pericoloi: tradimenti, guerre e sfiducia regnano sovrani in questo momento di fragile equilibrio. Riusciranno gli eroi dei rispettivi regni a portare una pace a lungo persa e che sembra sempre più lontana e irragiungibile?
Genere: Drammatico, Guerra, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Tokugawa Shige Shige, Tsukuyo
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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La sala dei ricevimenti era ormai piena. Alla lunga tavolata della residenza padronale sedevano i maggiori capiclan della regione di Takahashi intenti a conversare fra loro in attesa del padrone di casa.
 
 Il ragazzo, dai capelli mori, guardava schifato tutti quegli uomini venuti alla corte solo per il prestigio e il  potere di suo padre. 
 
- Siete solo dei miseri avvoltoi.- Pensò fra sè e sè mentre una cortigiana sorridente gli versò del sake nel bicchierino bianco posto davanti a lui.
 " Cerca di darti un contegno  Inuyasha..." Sussurrò la voce di un ragazzo molto più alto di lui.
 
 Il viso chiaro lo faceva sembrare bianco come il latte. Sulla sua fronte un tatuaggio, raffigurante una mezzaluna, aleggiava simboleggiando così la sua appartenenza alla famiglia del damyon e, i lunghi capelli bianchi, stonavano rispetto a quelli lunghi e neri del fratello minore.
 
 " Tranquillo, farò come al solito. Berrò un goccio mentre voi grandi parlate di cose importanti Sesshomaru." Borbottò Inuyasha seccato con lo stesso tono fissando gli occhi aurei del fratello maggiore con astio. Prima  che quello potesse replicare le pesanti porte si aprirono. 
I capiclan si alzarono in piedi seguiti a ruota dai figli alla sua destra e alla sua sinistra. Dalla porta entrò un uomo imponente dai folti capelli bianchi come il figlio maggiore. Indossava un kimono bianco che sembrava fatto apposta per lui sotto di se si intravedeva una lunga cintura sulla cui estremita, a sinistra, si notava la sua katana. In modo solenne si mise seduto e, facendo cenno, tutti gli altri commensali sedettero in religioso silenzio.
 
 
" Benvenuti miei fedeli capiclan..." Mormorò con aria seria fissando ognuno di loro. " Vi ho fatto riunire qui, con così poco preavviso, per questioni di estrema importanza per la nostra regione." Disse ancora.
 " Dici grande generale Toga cosa fare e noi lo faremo!" Ruggì un ragazzo magro con, sulle sue spalle, una pelliccia di lupo bianco. Molti, annuirono convinti a quella frase. 
" Calmati giovane Koga. Quello che sto per dirvi non simboleggia alcun tipo di futura guerra ma  una possibile tregua e, inoltre, la possibilità di rafforzare ancora di più il nostro potere su queste terre." Spiegò fiducioso nelle sue stesse parole e placando così gli animi agitati di alcuni dei commensali. 
" Cosa intende fare padre?" Chiese schiettamente Sesshomaru sempre restando impassibile. 
" Un matrimonio. La nostra casata e quella del paese di Sorachi si uniranno insieme." Rispose il padre. Tutti ammutolirono ancora di più su alcuni il disgusto e la sorpresa erano palesi. 
" Padre, ma noi, siamo loro nemici da oltre cinque generazioni! Come puoi chiedere una  cosa simile!" Ruggì Inuaysha alzandosi in piedi furioso.               
  Toga, senza scomporsi, fissò il figlio coi suoi occhi. " Modera le tue parole Inuyasha..." Replicò senza alcuna emozione nella voce. " Comprendo come molti, oltre a mio figlio, possono trovare la cosa inverosimile. Però, coi tempi che stanno correndo, c'e bisogno di cambiamenti e unioni. Non possiamo stare fossilizzati al passato." Spiegò brevemente tornando a rivolgere la sua attenzione al pubblico ignorando così il giovane che sbuffò contrariato. " Se a qualcuno di voi non andrà bene la mia decisione lo prego di comunicarlo subito..." Aggiunse. Nessuno dei presenti emise un solo sussulto. Tutti, in quella sala, sapevano benissimo quale fosse la risposta a chi osava contraddire oppure non essere d'accordo col loro signore.

" Se nessuno ha obiezioni siete tutti invitati al banchetto di questa sera." Disse interrompendo quel silenzio con un tono quasi cordiale. " Il mio cibo e il mio sakè è il vostro, prendentene tutti." Annunciò mentre porte scorrevoli si spalancarono mostrando, dozzine di cortigiane, cariche di vivande che, rapidamente furono portate sul tavolo. Alcuni suonatori iniziarono a dar vita agli strumenti in un piccolo angolo della sala. Inuyasha, alla vista di quello spettacolo, si alzò stizzito. Toga non disse niente sapeva come fosse il suo secondogenito, e dire qualcosa, avrebbe di sicuro peggiorato le cose. 
                          
" Sei stato troppo buono con lui padre..." Mormorò a bassa voce Sesshomaru mentre, con le bacchette, si serviva della carne. 
"  Conosci bene tuo fratello minore..." Rispose lui mentre veniva servito del sakè. " Odia i Sorachi più di chiunque altro a questa tavola e lo comprendo però..." Bevve dal bicchierino tutto d'un fiato il forte liquore. " Per le minacce che si stanno avvicinando c'e bisogno d'unione non possiamo più contare solo su di noi." Concluse enigmatico al figlio maggiore. Il giovane guardò il padre con sguardo serio. 
" Hai ricevuto notizie e non le hai condivise con noi non è vero..." Replicò lui. Scontento della cosa. Odiava quel suo atteggiamento nonostante ormai fosse diventato un uomo quel vecchio si ostinava a non dirgli mai niente se non lo stretto necessario. 
" In quanto vostro signore ci sono cose che non sono tenuto a dirvi nonostante siate miei figli..." Lo ammonì con tono severo. " Fino a che sarò in grado di governare ci sono cose che non siete tenuti a sapere." Rispose Toga lasciando basito il figlio che, dopo quella risposta, riprese a mangiare rimuginando su quelle parole.
 
 
-
 
 
La notte stava scendendo ormai. La luna, da dietro le nubi, usciva fuori timidamente illuminando così la fitta foresta ai piedi del Monte Fuji. Un ragazzo, dai corti capelli biondi, se ne stava sopra un albero sparapanzato a contemplarla con i suoi profondi occhi azzurri. Tirò un lungo sospiro. - Chissà, se sarò scelto.- Pensò fra sè e sè dubbioso mentre dondolava la gamba sinistra sotto di se dove c'era il vuoto. 
 
" Che stai facendo qua fuori Naruto?" Domandò una voce austera proveniente da sotto le fronde dell'albero. Lui abbassò la testa trovando, sotto di se, un uomo dai folti capelli bianchi e una bandana che gli copriva l'occhio sinistro e con una fascia che nascondeva le sue labbra. 
 
" Maestro Kakashi." Rispose allarmato lasciandosi cadere e atterrando in piedi con eleganza. 
" Mi perdoni ma, ecco, sono piuttosto nervoso e sono uscito per prendere una boccata d'aria..." Si scusò subito a testa china. 
L uomo lo fissò per qualche istante poi sospirò rassegnato. " Sei solo un genin non puoi andartene dove ti pare e piace. Stasera ci sarà la scelta e sai cosa vuol dire non è vero?" Lo rimproverò lui con tono pacato facendolo alzare. 
" Si, lo so benissimo, maestro Kakashi." Replicò lui seccato da quella sgridata. 
" Dai, potrebbe essere la tua giornata fortunata. Potresti essere uno dei cinque prescelti." Lo incoraggio sorridendo da dietro la maschera che celava le sue labbra. 
" Lo spero molto..." Ammise il giovane. Essere scelti per andare al servizio di un signore era uno degli avvenimenti più importanti nel loro villaggio. Solo cinque venivano scelti per tale onore. Suo padre, Minato, era stato scelto alla prima occasione che veniva proposto e lui non voleva essere da meno.
 " Secondo lei chi potrebbe avere maggiori possibilita maestro?" Chiese mentre si avvicinavano alle case nascoste nel mezzo del bosco. Kakashi guardò il giovane poco più basso di lui con occhi pieni di comprensione. Anche lui aveva dovuto subire quel momento capiva la sua tensione. 
" Non è facile..." Rispose enigmatico. " Sasuke ha ottime doti con le armi da taglio e grandi capacità di combattimento, Rock Lee è un vero maestro delle arti marziali il suo maestro Gai ha trasmesso tutto quello che sapeva, poi c'e Shikamaru suo padre ha trasmesso al figlio le migliori tecniche omicide è un assassino coi fiocchi e un grande stratega nonostante la sua pigrizia. Ma potrei elogiare anche altri dozzine di giovani  come te. Purtroppo, la tua generazione, è piena di talenti incredibili perfino io non saprei chi di voi sarà scelto." Aggiunse rammaricato. Il giovane sbuffo piano. " Detta così mi fa apparire come un essere insignificante sensei." Borbottò ancora più nervoso di prima. Kakashi rise stava per aggiungere altro quando, un rumore di passi, attirò la loro attenzione.
 " Era l'ora che arrivaste." Disse seccato un giovane alto e magra dai capelli neri e uno sguardo severo rivolto verso il biondo. " La signora Tsunade si stava spazientendo di aspettare quella testa quadra." Aggiunse senza permettere ai due di parlare.
 " Abbassa la cresta prima che ti gonfi di botte." Mormorò Naruto facendo un passo avanti di fronte al moro. I due si guardarono in cagneso. Non si sopportavano sin dai tempi dell'addestramento soprattutto visto il passato dei loro clan. 
" Smettetela." Ordinò loro Kakashi frapponendosi tra i due con forza. " Discuterete dei vostri battibecchi dopo il discorso dell Hogake e non prima." Disse indicandogli la via verso la zona della cerimonia posta nel pieno del villaggio. I due si fissarono un ultima volta, e in silenzio, si diressero nella piazza.
 
 
-
 
 
Inuyasha era furibondo. Come un tifone attraverso l'ala del palazzo finendo per ritrovarsi nel grande e lussureggiante giardino della loro tenuta in cui, era solito allenarsi. 
" Qualcosa non va specie di cagnaccio?" Domandò una voce alle sue spalle inconfondibile per lui.
 " Direi tutto..." Ammise imprecando e dando un calcio a una roccia.
 " Fammi indovinare tuo padre ti ha rivelato cosa intende fare. Ho ragione?" Domandò un uomo alto poco più grande di lui dai folti capelli scuri e un kimono nero e una cintura blu attorno alla vita.
 " Cosa vuoi Miroku?!" Sbottò Inuyasha girandosi verso di lui scocciato. Quello si mise seduto sul tatami porgendo una bottiglia di terracotta colma di sakè. 
" Bere un'po col mio migliore amico e vedere se riesco a farlo sbollire." Disse sorridendo. Si conoscevano da anni ormai e, tra i due, si era formato un ottimo rapporto supportato anche dai rispettivi padri amici dall'infanzia. Inuyasha gli prese la bottiglia di mano bevendo una grande sorsata.
 
 " Se pensa che accetterò di sposare una lurida nobile del regno di Sorachi si sbaglia di grosso!" Sbraitò lui convinto. 
" Non è detto che sarai tu potrebbe anche essere Sesshumaru il possibile sposo." Mormorò di rimando l altro cercando di vedere quella possibilita e tendendo la mano per prendere la bottiglia. Inuyasha lo fissò stranito mentre gli dava la bottiglia. 
" Tu credi davvero che sarà lui? Nha è impossibile ha troppa fiducia in lui e, inoltre, conoscendolo farà a me questo spregio." Rispose schiettamente lui. Miroku alzò le spalle mentre si portava il sakè alla bocca.
" Questo non lo so. Potrei sentire un'po in giro se qualcuno sa qualcosa ma, come immagino, tuo padre terrà tutto per se senza dire niente ne al mio e nemmeno a Naraku." Rispose.
 Inuyasha, a sentire il nome del secondo, rabbrividi. Tra tutti i servi più fedeli di suo padre lui era il più misterioso e quello che gli faceva accapponare la pelle. 
" Sono convinto che, quella serpe, sappia qualcosa..." Mormorò a bassa voce lui. " Anzi, sono sicuro, che sia stato lui a far si che mio padre accettasse la cosa." Aggiunse fiducioso e colmo di rabbia.
 " Credi che, tuo padre, il temuto generale dell'ovest colui che ha sottomesso più di venti clan si faccia mettere sotto dai suggerimenti di un misero nobile qualunque?" Gli disse piuttosto confuso Miroku.
 Inuyasha lo guardò male. " Tu non hai idea di che tipo è quello Miroku. Mio padre non avrebbe mai accettato una cosa simile soprattutto non con quella gente..." Rispose lui convinto della cosa. 
" Non è che forse a farti parlare così e è quello che è successo cinque anni fa...." Replicò l amico con tono confidenziale. Inuyasha si bloccò con la bottiglia a pochi millimetri dalle sue labbra. Il sake sembrava aver preso un gusto acido. Sposto lo sguardo sul suo amico colmo di risentimento e disprezzo. 
" Non osare più nominare quella storia..." Replicò lui freddo come il ghiaccio.  Miroku si maledi mentalmente per aver tirato fuori il passato proprio in quel momento. " Scusa non volev..." 
" Sta zitto." Replicò senza farlo finire Inuyasha gettando la bottiglia a terra.  " Tu non immagini il dolore che ho patito, non puoi proprio capirlo!" Urlò ad alta voce digrignando i denti. 
" No, non posso capirlo. Però, lei era anche mia amica e lo sai benissimo." Disse con voce calma lui. Inuyasha, fece finta di non ascoltarlo e si incammino verso la residenza.                                                   
" Dove vai adesso?" Domandò Miroku allarmato. 
" Nelle mie stanze, ho bisogno di dormire." Replicò colmo di rabbia e di un dolore che, in cuor suo, sperava che sparisse per sempre. 
 
 
-
 
 
La piazza del villaggio era gremita di persone. Naruto, così come gli altri giovani, si guardavano attorno nervosi sotto quella pressione e quella folla che, in sottofondo, parlottava animamente di chi fra loro sarebbe stato scelto portando onore alla propria famiglia. A un certo punto, dalla casa più grande, emerse una donna dai capelli lunghi e biondi, raccolti in due lunghe code di cavallo. Un kimono grigio scuro esaltava la sua figura snella e ne esaltava le forme prosperose.  I suoi occhi nocciola, col loro sguardo magnetico e severo, si posarono sui giovani di fronte a lei.
 
 " Oggi, siamo qui riuniti, per decidere chi, tra i nostri kohai, potrà uscire dal villaggio e recarsi come servitore di uno dei grandi Damyo del nostro paese..." Annunciò la donna mentre, le fiaccole poste attorno alla piazza, crepitavano. " Solitamente sono solo cinque i prescelti che hanno questo onore ma, per questa volta c'e un cambiamento..." Disse ancora con tono grave.
Kakashi così come gli altri maestri rimasero basiti. Mai, da quando ne aveva memoria, era successa una cosa simile. Un uomo alto dalla capigliatura a caschetto gli tirò di gomito distraendolo. 
" Sapevi di questa cosa?" Gli sussurrò dal tono preoccupato.
 Lui scosse la testa. " No, non mi ha detto nulla." Rispose rapido l uomo mascherato tornando subito concentrato in quello che stava succedendo. 
 
" Le terre del Kanto si apprestano a tornare colme di sangue, le rivalita, così come l'odio, non sono mai stati così forti come in quest'ultimo periodo." Spiegò ancora la donna seria. Indico poi i giovani di fronte a lei. " Questa volta, i giovani ninja impiegati, saranno due per regione..." Annunciò ancora mostrando una miriade di piccole pergamane su cui si intravedevano i kanji dei vari nomi. " Le destinazioni, così come le squadre saranno segrete. Vi troverete col vostro partner a orari diversi e, con esso, vi recherete nel luogo scelto." Concluse. Mentre i fogli furono lanciati in aria verso la folla di giovani. Tsunade osservò per un'ultimo istante la scena poi silenziosamente, si diresse verso la sua abitazione in cima al villaggio.
" Ne è sicura Hogake?" Chiese Kakashi che, in quel momento, era tallonato dagli altri maestri del villaggio. La donna annuì con aria stanca. " Purtroppo siamo in una situazione drastica.  L'intera nazione sta per piombare nel caos." Mormorò ancora.
 " Perché non mandare noi allora?" Si propose Gai convinto seguito a ruota da altri con cenni d'assenso. 
" Voi siete i maestri, servite qui. La vostra esperienza e forza servono al villaggio ora più che mai..." Rispose di rimando piccata.
 " Perché mai dovrei mandare i miei allievi a morire e io restare qui?!?" Sbraitò Kurenai furiosa. 
" Per proteggere il villaggio non è vero?" Domandò Kakashi bloccando qualunque altro commento oppure opinione.
 La bionda annuì. " Ho ricevuto notizie allarmanti diversi altri villaggi nascosti come il nostro sono stati attaccati da nemici non meglio identificati..." Mormorò con tono grave. " Fino a che, il pericolo non sarà passato, avrò bisogno di voi qui e dei nostri giovani fuori per completare il loro apprendistato." Concluse. Kakashi si grattò la testa nervoso. Anche gli altri, nonostante tutto, sembravano più cupi a quella notizia.
" Dici che è opera di nunkenin?" Gli domandò Gai serio.
Lui alzò le spalle di rimando. " Può darsi ma non ne vedo motivo. Nessun ninja ha la forza da solo di distruggere un'intero villaggio. C'e qualcuno dietro di questo ne sono sicuro." Ammise Kakashi pensieroso. " Cerchiamo di stare tutti allerta allora. Vediamo di non andare nel panico intesi?" Aggiunse agli altri cinque maestri che annuendo diedero il loro sostegno al compagno.
 
 
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Naruto era nervoso. Con ansia, sempre più crescente, continuava a battere il piede sul nudo terreno. Il suo foglio indicava la terza ora della notte ma, ormai, era passata una buona mezz'ora e nessuno in vista. - Che sia in ritardo?- Pensò fra sè e sè. Un rumore di passi in mezzo alla boscaglia attirò la sua attenzione. Veloce si girò di scatto pronto a estrarre il kunai ma si bloccò subito. Di fronte a lui vide una ragazza minuta ma dal fisico prosperoso. Due brillanti occhi perlacei lo fissavano spaventati e, le guance erano rosse come peperoni. " Scusa il ritardo..." Mormorò con una voce sommessa la giovane. 
" Mi dispiace Hinata." Disse subito lui chinando la testa. " Sai con i discorsi della vecchiaccia mi sono allarmato ed ero sul chi vo la." Spiegò a mo di scusa lui. 
Lei gli sorrise timidamente. " A quanto pare siamo compagni di squadra." Sussurrò con una nota di felicità nella voce. Da sempre aveva desiderato di stare nella squadra del biondo e le sue preghiere avevano esaudito quel sogno. Lui annuì. " Esatto, per mia fortuna sei capitata tu. Se fosse stato Sasuke oppure un altro avrei dovuto litigare sin da subito." Rispose ridendo. La ragazza arrossì a quelle parole. 
" Sarà il caso di metterci in marcia comunque." Disse ancora Naruto mettendosi sulle spalle la sua sacca.
 La ragazza annuì. " Non sono mai stata nel regno di Sorachi e tu?" Gli chiese lei affiancandolo ma a debita distanza a causa del nervosismo. 
Lui scosse la testa. " Ne ho sentito parlare so che è una regione del Kanto ricca di giacimenti minerari, boschi e campi. Però conto che, laggiù, ci diano una degna accoglienza," Rispose lui alla compagna. 
Lei sospirò amareggiata e sfiduciata. " Speriamo che non succeda niente di ingestibile per noi." Mormorò con un tono ansioso.
 Il biondo le si avvicino. " Vedrai andrà tutto bene." Disse mettendole la mano destra sulla spalla facendola sussultare. " Tu stammi vicina e vedrai, riusciremo a cavarcela sempre." Aggiunse con un radioso sorriso. 
La giovane lo guardò rapita per qualche istante per poi abbassare la testa imbarazzata. Tutti, i ragazzi, avevano capito cosa provasse per quella testa quadra solo lui, ancora, non se ne era reso conto. - Speriamo che, questa, sia l'occasione giusta.- Pensò lei mentre, ancora vicini, iniziarono il loro viaggio.










ANGOLO DELL AUTORE: Si lo so purtroppo un altro capitoli di spiegazioni mi spiace ahahah abbiate pazienza presto l'azione tornerà a regnare sovrana anche in questa storia ;) spero che l'introduzione di altri due anime vi sia piaciuto ^_^ Ci vediamo nel prossimo capitolo ciaoo alla prossima.
   
 
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