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Autore: kamy    24/02/2019    0 recensioni
E se Tony Stark, figlio di Howard Stark, fosse stato cresciuto da Lex Luthor?
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lex Luthor, Nuovo Personaggio
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Iniziativa: Questa storia partecipa a Keep the secret! a cura di Fanwriter.it!

Numero Parole: 985.

Prompt/Traccia: 8. A trova il diario segreto di B e la tentazione di leggerlo è troppa.

 

Cap.5 Il diario di Lilian Luthor

 

Tony era sdraiato sotto una pesante scrivania, il sudore gli scivolava lungo la fronte, mentre si mordicchiava il labbro con aria concentrata.

Spostò un pannello di legno, trovando una grande A d’oro e ridacchiò.

“Alessandro Magno, il signor Luthor è davvero prevedibile. Mi chiedo se farà mai capire a fratellone che ci tiene” sussurrò. Forzò il simbolo con un cacciavite, trovando un pulsante, posò lo strumento sul pavimento. “… Incavo segreto… incavo segreto… incavo…”. Iniziò a sperare, ripetendoselo tra sé e sé, con gli occhi luccicanti. Si aprì un cassetto. “Sì!” esultò il giovane uomo, scivolando fuori da sotto la scrivania. Si alzò in piedi, aveva il viso sporco di polvere, cercò di pulirselo col dorso della mano, ma si sporcò anche la manica del completo nero che indossava. Si guardò intorno, la luce filtrava dalle grandi vetrate colorate, riflettendosi sulle superfici di vetro, illuminando i libri della libreria sul soppalco, e rilucendo su un’armatura lucidata.

< Nessuno in vista > rifletté. Guardò dentro il cassetto e vi trovò un diario, se lo nascose sotto la giacca, insieme al cacciavite e rimise tutto come prima. Sgattaiolò fuori dalla camera e si nascose in uno sgabuzzino per le scope, non accese la luce, ma si mise una torcia grande un indice in bocca; si accucciò sotto uno scopettone piegato, appoggiato contro la parete, davanti ad un secchio blu.

Accarezzò la superfice del diario, in pelle, su cui risaltava uno stemma in argento, forzò il piccolo lucchetto a forma di cuore e lo aprì, leggendo la firma dalla bella calligrafia in alto a sinistra: “Diario di Lilian Luthor”.

Tony sgranò gli occhi, le sue iridi castane brillarono.

< Non dovrei leggerlo, è della mamma di Lex, ma… Diamine, solo una sbirciatina > s’incoraggiò. Iniziò a sfogliare le pagine con dita tremanti, man mano la calligrafia diventava sempre più confusa, le parole incoerenti e cancellate, storte, fino ad essere degli scarabocchi.

Stark tornò alla prima pagina, si sfilò la torcia dalla bocca, ormai umida di saliva, se la pulì sulla camicia e l’appoggiò sulle gambe, nella direzione del diario segreto ora posato sulle sue ginocchia, iniziando a leggere.

***

“Lo so cosa stanno facendo alle mie spalle, quale sporco esperimento.

Dopo la caduta dei meteoriti sono rimasta sterile, non potevo avere altri figli. Ed ora stanno dicendo a tutti che sono incinta.

Hanno utilizzato quella dannata robaccia aliena per irradiare me e Maria. Prima lo hanno fatto con me e poi con lei, ma so che quella dannata sgualdrina era d’accordo. A me lo hanno fatto da drogata, ero semincosciente!”.

Tony socchiuse il libro con mani tremanti, il battito cardiaco accelerato.

< Io e Julian non eravamo ‘veri’? > pensò. Ricominciò a leggere, con gli occhi arrossati.

***

“… Quel dannato demonietto dormiva nella culla che era di mio figlio. Quell’essere immondo era lì…”.

Tony ebbe difficoltà a decifrare cosa c’era scritto, la parola viaggiatore era scritta in grande ripetutamente sulle altre parole, c’erano scarabocchi fatti con la penna e le parole erano scritte in obliquo, quasi schizzate. Non v’era traccia della calligrafia posata delle prime pagine.

“… Ora è puro, riposa tra gli angeli. Il piccolo Alexander, il mio adorato bambino, mi guardava, ed io l’ho rassicurato. Ora quel suo fratello non è più un alieno, ma un cherubino.

Ho protetto il mio piccolo Alexander dalla sua influenza…”.

Stark tirò su con il naso, una lacrima grande l’unghia di un pollice gli scivolò lungo la guancia.

< Il signor Luthor ha scoperto che non era stato Lex, ma lo ha stesso mandato in manicomio. Non ha ucciso lui Julien!

Devo far scappare fratellone!

Non m’importa se non sono vero, se mamma e papà non mi vogliono, se tutti dicono che sono gracilino e dalla mente fragile. Mio fratello mi ha sempre voluto, lui è stato l’unico che si è occupati di me quando era bambino >.

Nelle pagine successive non c’era nessuna parola di senso compiuto, a parte ‘il viaggiatore è arrivato’ scritto sempre più in grande.

Richiuse il diario e vi rimise il lucchetto, attese che da fuori non provenissero più dei passi e scivolò fuori dallo sgabuzzino. Tornò nello studio e si nascose dietro l’armatura, controllò che non vi fosse nessuno, la luce del sole si era fatta più tenue e aranciata fuori dalle grandi vetrate.

Rimise il diario al suo posto, riutilizzando il cacciavite e nascose le prove dello scasso, rimettendo tutto come all’inizio. Corse fuori e raggiunse la camera degli ospiti, chiuse silenziosamente la porta e recuperò alcuni libri da uno scaffale e dal suo zaino. Li aprì in giro per la stanza a pagine diverse, mettendone alcuni sul letto e altri sul pavimento, due storti sulla scrivania. Si accucciò sul cuscino e si forzò a sbadigliare diverse volte, fino ad ottenere un’aria stanca, i suoi occhi continuava a bruciargli, arrossati. Si ripulì dalle lacrime e rimase immobile.

< Ora attendiamo > pensò, mentre le lancette dell’orologio appeso alla parete si muovevano.

La porta si aprì e Jarvis si affacciò, lo vide intento a leggere un tomo di chimica appoggiato sul letto.

“Signorino, la cena è pronta. Suo padre si aspetta che lei si prepari, visto che siamo ospiti” disse.

Anthony annuì e si alzò in piedi, sorridendogli.

“Sì, J” disse.

Jarvis gli sorrise e chiuse la porta.

< Forse la mamma non mi vuole perché sono alieno. Ormai sono grande per farmi accettare come tenero frugoletto, non ho mai fatto niente per non sembrare strano.

Da oggi, però, ho intenzione di riconquistarla e colpire positivamente mio padre. Devo sembrare il figlio perfetto e diventare il nipote prediletto di zio Lionel.

Solo così scoprirò qualcosa di più su questo viaggiatore e, soprattutto, utilizzare tutto questo per salvare mio fratello dal manicomio.

Me lo hanno portato via troppo presto, per una colpa che non ha commesso. È arrivato il momento di vendicare questi torti! > pensò. Serrò un pugno e si diresse verso l’armadio.

 

 

 

  
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