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Autore: 283    24/02/2019    1 recensioni
dopo la sua caduta dal monte olimpo Kratos si trova su un isola deserta, ma non è solo, quando il Sangue di Drago arriva i due iniziano un feroce duello, chi è il vero ammazza-dei?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kratos
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo essere precipitato dall’Olimpo Kratos si era risvegliato su un’isola in mezzo al nulla, senza avere idea di come era arrivato lì. Si trovava sul ciglio di una scogliera, alle sue spalle si trovavano delle colline verdeggianti mentre sotto di lui era visibile una spiaggia sassosa. Ad un certo punto sentì un ronzio ed un’esplosione. Su una falesia rocciosa poco distante si ergeva un guerriero in armatura nera con uno strano elmo cornuto. il semidio gli puntò contro una delle Lame dell’esilio e urlò “chi sei tu!!?”. Il misterioso guerriero sollevo una lunga spada e rispose “io sono il Dovahkiin Sangue di Drago, il più forte guerriero vivo. Chi sei tu? Uno sfidante?”. Kratos rise “io sono Kratos il Fantasma di sparta!! E ora ti farò vedere chi è il più forte di tutti i guerrieri!!”.

Kratos attivò i sandali di Hermes e si lanciò all’attacco con una velocità impossibile, il Dovahkiin urlò “Wuld-Nah-Kest!!” partendo all’attacco sulle ali del vento. Si scontrarono a mezzaria mentre le Lame dell’Esilio e la Lama di Ebano si incrociavano. La forza superiore del suo avversario sbilanciò il Sangue di Drago e Kratos lo spinse nell’abisso sotto di loro, dispiegando contemporaneamente le ali di Icaro per rallentare la sua caduta. Poco prima di colpire gli scogli aguzzi il Dovahkiin urlò “Feim-Zii-Gron!” assumendo la sua forma eterea e salvandosi. Kratos si gettò in picchiata e tese l’arco di Apollo ma non riuscì a scoccare una freccia in tempo. il Dovahkiin si rialzò e urlò “Fus-Ro-Dah!!”. L’onda d’urto colpì Kratos in pieno scagliandolo all’indietro contro la scogliera. La forza dell’impatto fece tremare la terra e il Fantasma di Sparta fu seppellito sotto una montagna di detriti.

Il Dovahkiin non pensò neanche per un attimo che il suo avversario fosse sconfitto. Lanciò un altro urlo “Mul-Qah-Wyrm” e fu avvolto da una armatura luminescente dalle sembianze draconiche, poi lanciò un incantesimo Carne di Ebano.

Proprio in quel momento Kratos esplose fuori dalla scogliera brandendo il Martello del Barbaro. Il Sangue di Drago estrasse il possente martello da guerra Volendrung e partì alla carica. Quando le due possenti armi collisero sprigionarono un’onda d’urto che fece tremare l’intera isola, la spiaggia sassosa su cui si trovavano i due guerrieri fu spazzata via e gigantesche fenditure si aprirono nella scogliera causando una pioggia di macigni. Kratos roteò la sua arma colpendo il Dovahkiin al fianco con l’asta e facendolo barcollare all’indietro. Poi lo colpì con il Martello del Barbaro al petto facendolo volare verso il cielo. Il Dovahkiin roteò in aria come un proiettile di catapulta e atterrò su una collina boscosa trasformando una radura in un cratere. Si rialzò a fatica proprio mentre Kratos caricava attraverso il bosco. Il Sangue di Drago mulinò Volendrung e fece volare lo Spartano giù dalla collina con un colpo.

Una volta arrivato alla base della collina Kratos si rimise in piedi. estrasse la Spada di Artemide, imbracciò lo Scudo del Sole e si fece avanti con un urlo di sfida “vediamo come te la cavi con la spada Sangue di Drago!!”. Il Dovahkiin imbracciò lo scudo di Yisgramor e grazie alla forza dell’aspetto del drago brandì la Lama d’ebano con una sola mano.

I due guerrieri si scagliarono l’uno contro l’altro incontrandosi a metà della collina. Rotearono uno intorno all’altro scambiandosi fendenti e affondi. Ad un certo punto Kratos oscillò con tutta la sua forza la Spada di Artemide e mandò in frantumi lo scudo di Yisgramor. Il Dovahkiin si liberò in fretta dei pezzi di metallo e scagliò un fulmine magico contro Kratos, ma il vello d’oro assorbì l’attacco. Allora il Sangue di Drago lanciò un altro urlo “Fus-Ro-Dah!!” spedendo il suo avversario in aria. Kratos abbatte un boschetto di ulivi e si schiantò contro un macigno con tanta forza da spezzarlo in due. Il Dovahkiin lanciò due urla in successione “Od-Ah-Viing!!” “Dur-Neh-Viir”. In un coro di ruggiti un drago rosso ed uno grigio uscirono dalle nuvole.

Odahviing si tuffò in picchiata verso lo spartano mentre Durnehviir evocò con un Urlo un’orda di esseri d’ira. Contemporaneamente il Sangue di Drago impugnò la Rosa di Sanguine ed evocò due Dremora che avenzarono giù per la collina.

Kratos si rialzò in piedi e lanciò un ruggito terrificante. Fu avvolto da un’aura di fulmini e scatenò la sua Furia. Nel momento in cui Odahviing gli fu addosso, il semidio colpì il suo muso con i Cestus di Nemea. Le scaglie del drago si frantumarono e Odahviing scavò una trincea mentre si schiantava sul terreno. Gli esseri d’ira circondarono Kratos ma lui scatenò il potere dell’ira di Crono polverizzandoli con scariche elettriche verde-azzurre. Durnehviir lo investi con il suo soffio di ghiaccio, per poi provare a ghermirlo con i suoi artigli. ma lo spartano fece un salto mortale all’indietro atterrandogli sul collo. Il drago non-morto acquistò altitudine e sgroppò nel tentativo di disarcionarlo ma non servì, con un ruggito sanguinario Kratos serrò le braccia intorno al collo della bestia e strinse con tutte le sue forze. Con un rumore secco il collo di Durnehviir si spezzò e il drago precipitò.

Kratos si lanciò nel vuoto e atterrò a piedi uniti sul collo di Odahviing, proprio mentre il drago rosso tentava di rialzarsi, uccidendolo nell’impattò.

Solo a quel punto l’aura elettrica scomparve.

Kratos si voltò giusto in tempo per affrontare i suoi prossimi avversari. I due Dremora lo caricarono a testa bassa roteando i loro spadoni Daedrici sopra la testa. Kratos brandì la Spada dell’Olimpo e si impegno in un serrato corpo a corpo con le creature. Per alcuni istanti i tre non erano altro che una macchia di movimento circondata da nuvole di polvere e scariche elettriche, ma Kratos finì il combattimento in fretta. Con un colpo tagliò a metà uno dei due Dremora, poi mozzò le braccia al secondo e lo decapitò.

Mentre le due creature si dissolvevano Kratos si voltò verso la cima della collina dove si trovava il suo vero avversario.

In quel momento il Dovahkiin scatenò una raffica di incantesimi. Palle di fuoco, dardi di ghiaccio, fulmini, incantesimi di paralisi e tempeste di fuoco investirono il Fantasma di Sparta. Nel girò di pochi istanti la foresta alla base della collina era stata incendiata, congelata e fulminata, fino a ridurla ad una piana di cenere e crateri.

Il Sangue di Drago ebbe pochi attimi di respiro prima che la polvere si dissipasse e Kratos si lanciasse alla carica verso di lui brandendo la Lancia del Destino. Il Dovahkiin scoccò una raffica di frecce ma queste rimbalzarono inutilmente sul vello d’oro, quando Kratos lo aveva quasi raggiunto lanciò un’ultima freccia mirando verso il basso, lo spartano inciampò e urlò “HA!! IL GINOCCHIO!!”. Allora il Dovahkiin gli andò incontro, impugnando nella mano destra il Flagello del Drago e nella sinistra il rasoio di Mehrunes. Una volta che si furono avvicinati Kratos scagliò un’ondata di energia dalla punta della lancia, ma il Dovahkiin la schivò e urlò “Su-Grah-Dun!!”. A quel punto si scontrarono e le loro armi rotearono in una nuvola di scintille. Tuttavia il Dovakiin cominciò a guadagnare terreno, perché grazie al suo Urlo le sue braccia si muovevano alla velocità del vento, mentre la freccia costringeva il suo avversario a zoppicare.

Kratos subì diversi tagli su braccia e busto e cominciò ad arretrare. Si sentiva sempre più debole e lento, a sua insaputa infatti la freccia era intrisa di veleno congelante. All’ultimo momento però deviò un colpo del Dovakiin e premette la punta della Lancia contro il suo petto, colpendolo con un’esplosione di energia a bruciapelo. Il Dovakiin volò all’indietro di dieci metri e cadde in un cratere. Kratos approfittò del vantaggiò e imbracciato l’Arco di Apollo inondò il Cratere di lampi di fuoco.

Il Dovakiin si rialzò faticosamente. Anche con l’aspetto del Drago e la carne D’ebano aveva subito diverse ferite. La Maglia di ebano era danneggiata in più punti e le corna della maschera di Clavicus Vile erano spezzate. Radunò le sue forze e lanciò un altro Urlo “Tiid-Klo-Ul”. In quel momento il mondo cominciò a muoversi al rallentatore.

Il Dovakkin balzò fuori dal cratere e impugnando la Mazza di Molag Bal con entrambe le mani, caricò lo spartano, bloccato mentre tendeva l’arco. Lo colpì più e più volte, per poi per poi finirlo con un Urlo di Forza Inesorabile che lo fece volare in aria e giù dalla scogliera. Atterrando su ciò che restava della spiaggia sassosa su cui avevano combattuto prima.

Respirando faticosamente il Sangue di Drago si sporse dalla rupe in cerca del suo avversario.

Con un boato la rupe tremò facendo perdere l’equilibrio al Dovahkiin. Molto più in basso Kratos lanciò un altro urlo furioso e colpì il terreno un'altra volta con il Guanto di Zeus.

In poco tempo la scogliera cominciò a franare trascinando il Sangue di Drago nell’abisso.

Usando ancora l’Urlo della Forma etera il Dovahkiin raggiunse il terreno illeso.

Si mise a carponi tossendo a causa della polvere nell’aria. Ma non riuscì ad alzarsi in tempo, perché proprio in quel momento Kratos calò il Martello del Barbaro sulla sua schiena con una forza incredibile. Il colpo lo rispedì per terra a pancia in giù, mentre l’onda d’urto spaccava le pietre e il Martello inondava la spiaggia di lingue di fuoco. Kratos continuò a sferrare colpi, facendo tremare la terra.

Le difese magiche del Dovahkiin si erano quasi rotte ma lui racimolò le forze per un Urlo “Feim!!”. La prima parola dell’urlo della forma eterea lo protesse dal colpo in arrivo.

Quando l’attacco di Kratos andò a vuoto e lui perse l’equilibrio il Sangue di Drago ne approfittò. Gli saltò addosso spingendolo a terra ed estrasse il Rasoio di Mehrunes. Seguì una lotta convulsa, mentre il Dovahkiin tentava di immobilizzare Kratos e pugnalarlo.

Alla fine Kratos lo colpì con una ginocchiata al ventre facendolo volare all’indietro su un mucchio di rocce.

Entrambi i guerrieri si rialzarono a fatica. Avevano entrambi subito molte ferite ed ansimavano pesantemente.

 Kratos avanzò zoppicando verso il suo avversario.

Il Dovakiin si sorreggeva usando il Teschio della Corruzione come un bastone. Sollevò il bracciò libero e scaglio una palla di fuoco contro Kratos ma lui la deviò con le Lame dell’Esilio. Lo spartano richiamò il potere dell’esercito di Ade, scagliando una massa di anime oscure contro il suo nemico, ma il Sangue di Drago estrasse la Frangialba e con pochi colpi dissolse l’attacco. A quel punto il Dovahkiin evocò un Atronach del ghiaccio, ma Kratos lo distrusse facilmente, lanciò una punta di ghiacciò, ma l’attacco andò in frantumi contro il vello d’oro, lo investì con una scarica di fulmini ma lui sembrò non sentirlo nemmeno. Disperato il Sangue di Drago lo investi con un’ondata di energia oscura del teschio della corruzione, ma lo spartano gli camminò attraverso.

Kratos rise istericamente “questo è il meglio che sai fare? Ha! Sei patetico, non puoi battermi!! Io sono Kratos l’uccisore di dei!! Anche se mi mandassi negli inferi tornerei più forte di prima!!”.

Il Dovakiin ansimò per alcuni istanti ma poi disse cupamente “allora non finirai negli inferi”.

Respirò profondamente poi urlò “Krii-Lun-Aus!!”. L’urlo Marchio della Morte investì Kratos in pieno, indebolendolo ulteriormente. Il Fantasma di Sparta barcollò in avanti e cadde carponi. Il Dovakiin avanzò zoppicando fino a che non lo sovrastò. Il semidio provò ad alzarsi ma un secondo urlo lo investì “Gaan-Lah-Haas”. Kratos crollò a terra mentre le sue forze venivano prosciugate. Il Sangue di Drago sollevò la mazza di Molag Bal e lo colpì con tutte le sue forze, ancora e ancora. Alla fine crollo in ginocchio col fiatone. Kratos si girò a pancia in su in una pozza di sangue. Fissando il cielo disse “io ti avevo avvertito, gli inferi non mi fermeranno, tornerò!!”. Il Dovakiin estrasse il Flagello del Drago e rise “ma non finirai negli inferi, addio Fantasma di sparta”. affondò la spada nel cuore del semidio e Kratos si preparò al viaggiò verso l’Ade. Ma non andò come si aspettava. Un'altra forza attirò l sua anima. E quando riaprì gli occhi si trovava in una prigione di cristallo sospesa nel vuoto.

Mentre zoppicava su per la scogliera, verso il portale che lo avrebbe riportato a Skyrim, il Dovakiin poteva giurare di sentire un urlo furioso provenire dall’interno della Stella di Azura.
   
 
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