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Autore: Symphonia    25/02/2019    2 recensioni
Ritiro della nazionale. In una pigra serata di studio tra Sawada e Wakashimazu, Wakabayashi riesce a far arrabbiare quest'ultimo con una battuta stupida.
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| Comico, Slice of Life, Missing Moment | Personaggi: Takeshi Sawada, Ken Wakashimazu, Genzo Wakabayashi | Parole: 882
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Danny Mellow/Takeshi Sawada, Ed Warner/Ken Wakashimazu, Genzo Wakabayashi/Benji
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lingrediente Segreto



    Le luci riempivano pigramente la stanza. Fornivano una buona illuminazione per farci qualsiasi cosa: leggere le ultime notizie, giocare a carte, persino sonnecchiare su un divanetto. La notte stagliava ombre sempre maggiori fuori dalle ampie vetrate e nell’aria si respirava il fumo del torpore. Profumava di camomilla e caffè.
    La zona relax era ormai svuotata di quasi tutti i suoi abituali abitanti. Gironzolavano come bestie nottambule ancora Sawada - intento nel finire i suoi compiti di giapponese antico - Wakashimazu, che - come suo solito - era rimasto per aiutarlo e Wakabayashi, disteso sul divano a leggersi un giornale sportivo in tedesco. Non c’erano notizie molto interessanti, ma per Genzo Wakabayashi era particolarmente interessante sentire i compagni parlare di una materia che, almeno da quel che aveva capito, era infernale.
    I fumi delle tazze si dovettero assottigliare molto, prima che qualcuno desse segno di scivolare fuori dalla propria concentrazione. Il primo fu il Super-Great-Goal-Keeper. Lanciò il giornaletto sul tavolino, si stiracchiò e constatò che la propria bevanda s’era ormai raffreddata. Raggiunse i fornelli e se la mise a scaldare, quando notò un fazzoletto colorato, gonfio come un palloncino, appoggiato sull’isola che serviva a separare l’angolo cucina dal resto dell’ampia stanza.
    “C’è una torta qui.”
    “Uhm.” mugolò Takeshi. Voltò faticosamente il macigno, che ormai aveva rimpiazzato la sua testa, dal libro di testo. “L’ho cucinata prima.”
    “Posso?”
    La mano di Takeshi continuò a sostenere pigramente la testa, anche mentre annuiva debolmente. E restò impalato lì, con lo sguardo rivolto verso l’altro portiere - o meglio, rivolto al primo punto fisso che l’avrebbe fatto addormentare. Wakashimazu se ne accorse e sospirò. Chiuse i libri di testo e si passò una mano sulla faccia; era stremato anche lui. Si portò la tazza alle labbra — sussultò.
    “È buona!”
    L’esclamazione di Wakabayashi gli aveva quasi fatto versare addosso il caffè. Respirò a fondo. Si trattenne dal girarsi a lanciargli uno sguardo di fuoco. Nel mentre, un sonnecchiante Takeshi aveva ripreso un 
po’ di lucidità.
    “Sì? Vuoi sapere qual è l’ingrediente segreto?” 
    Era una domanda retorica, ovviamente. Takeshi adorava farla a tutti e poi non rivelare mai quale fosse il fantomatico ingrediente.
    Genzo lo guardò con cipiglio.

    “Sono troppo eterosessuale per sentirmi dire che è l’amore, Sawada.”

   
    Poté vedere le spalle di Wakashimazu sussultare. Probabilmente la sua battuta gli aveva fatto andare di traverso la bevanda. E poi sorrise. Quanto lo divertiva vedere Wakashimazu mentre si voltava incazzato. Aveva quest’aria perentoria e si muoveva non con la lentezza di una persona assonata, ma con quella di chi cercava di trattenere una bestemmia. La calma prima della tempesta fatta a persona. Gli si poteva leggere in faccia quello che pensava.
    E i suoi occhi lampanti facevano trasparire un messaggio molto chiaro: “Ma che cazzo di risposta è, Wakabayashi?!”
    “E-Era il sale, Wakabayashi!” rivelò di colpo Takeshi. Gli si erano imporporate le guance.
    Genzo cercò di trattenere una risata.
    “Ah.”
    “Venti grammi, precisi precisi.”
    “Va bene.”
    “Non è assolutamente l’amore!” ribadì, infastidito.
    “Ho capito! - e scoppiò a ridere, alzando le mani. Sentì il giovane numero quindici sbuffare, quando realizzò una cosa. “Aspetta... ma il sale non è un ingriedente segreto. Va in tipo qualsiasi cosa!”
    “Esatto. Mia nonna diceva servisse a dare più sapore alla vita...”
    “Lo dicono un po’ tutte le nonne.”
    “Sì, ma lei sosteneva che essere dolci non ti porta a nulla...”
    “Avevi una nonna molto saggia.” Genzo appoggiò una mano sulla spalla di Takeshi. Era un gesto genuino: lui non aveva molti modi per passare tempo in famiglia, tant’è che i suoi famigliari gli erano praticamente sconosciuti. Un po’ lo invidiava. “Tira fuori un po’ di quella cattiveria nelle partite successive, ok?”
    Sul volto di Takeshi si stampò un grosso sorriso.
    “Ok!” Poi diede un’occhiata all’orologio.
     23.30. Decise che era meglio coricarsi. “Wakashimazu, io andrei a dormire!”
    “Va bene. Buonanotte.” Era un saluto freddo e sbrigativo, ma il giovane non ci diede molto peso. Sapeva che il portiere era un tipo di poche parole.
    “Buonanotte! E grazie ancora per oggi!”
    E corse via.



    Calò il silenzio.
    “Come fa ad avere ancora forze a quest’ora... Che c’è?”
    Ken stava fissando Genzo con uno sguardo che definirlo indignato era riduttivo. Gli tremavano le mani. Lo voleva picchiare, perché gli aveva instillato l
atroce dubbio che sua nonna non gli voleva poi così tanto bene. Faceva parte del percorso di ogni karateka mettersi in discussione, ma non gli era capitato mai un quesito così profondo.
    “Non riuscirò mai più a guardare le torte di mia nonna con gli stessi occhi...
esordì tragico. E tutto per colpa tua, Wakabayashi.” Detto questo, prese e se ne andò anche lui.
    E Wakabayashi resto lì. Da solo, abbonato al fiume di risate che non poteva riversare addosso al povero compagno di squadra.




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     N.A.: Yo! Questa breve shot era stata pianificata per il Keep the Secret di fanwriter.it sul prompt
# 23. "La vecchia ricetta della nonna con uno speciale ingrediente segreto". La posto lo stesso, perché mi sembrava divertente. Molto nonsense, ma divertente e un po' cazzara. Ci si rivede quando mi riprendo dall'influenza!
    P.S.: Pray for Ken, pora stella XD
   
 
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