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Autore: LazyBonesz_    25/02/2019    0 recensioni
Il compito di Philippe era di restare nell'ombra e di evitare qualsiasi contatto con la politica francese. Per diciassette anni è riuscito a seguire gli ordini del cardinale, di sua madre e di suo fratello, Louis XIV. Per diciassette anni è stato ignorato dalla maggior parte della corte, fin quando non incontra lo Chevalier di Lorena.
***
Philippe rimase incantato da quel viso parzialmente nascosto da una maschera bianca e riccamente decorata. Ma non erano solo i tratti angelici ad averlo attirato, erano anche i modi, i gesti del giovane a incuriosirlo. Si muoveva guardando tutto ciò che lo circondava allo stesso modo ma quando portava il suo sguardo impertinente sul principe di Francia riusciva a farlo sentire come se fosse l'unico dettaglio importante della stanza, una sensazione che non aveva mai sperimentato.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Chevalier de Lorraine
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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6 novembre 1658

 

La famosa caccia al cinghiale era terminata quel pomeriggio freddo che prometteva un inverno anticipato. Il sole era già calato da mezz’ora e il cinghiale era pronto per essere cucinato. Non erano stati giorni molto proficui ma, alla fine, un nobile di quale zona a sud di Parigi, era riuscito a catturare l’unico cinghiale della caccia. Il re non ne era stato così entusiasta ma Bontemps pensava che avrebbe cambiato idea dopo averlo mangiato e dopo aver fatto allontanare il nobile.
Philippe e lo Chevalier avevano passato le poche e corte giornate a giocare come due bambini, immaginando di avere un palazzo completamente vuoto dove organizzare feste ogni notte. Sfortunatamente la maggior parte dei nobili presenti erano particolarmente noiosi e anziani, erano coloro che il re cercava di ingraziarsi prima di prendere effettivamente prestigio. Qualche nobile più giovane, non ancora particolarmente legato alla vita politica, partecipava a quei festini notturni dove il vino francese scorreva oltre i limiti permessi.
 L’odore del cinghiale si spargeva per le cucine della tenuta e successivamente raggiunse la piccola sala dedicata alla famiglia reale. Quella sarebbe stata l’ultima cena a Versailles e perciò il re si preoccupò di passarla con la propria famiglia e con il cardinale.  A Philippe non fu consentito di invitare lo Chevalier a quella serata intima ma il secondo gli aveva promesso un’ultima festa e il principe scalpitava alla sola idea.
‘’Figlio mio, mi sembri più vivace del solito’’, lo rimproverò sua madre Anne che aveva osservato i suoi movimenti frettolosi come se volesse scappare da un momento all’altro.
‘’Sono impaziente di tornare a Parigi’’, si scusò Philippe, rallentando i suoi gesti e iniziò a concentrarsi sul proprio piatto. Il re gli lanciò una strana occhiata, accennando un sorriso canzonatorio.
‘’Pensavo ti sarebbe piaciuto qui, sai, avresti potuto allenarti in tutto questo tempo,’’ disse Louis. Philippe sapeva bene che suo fratello parlava delle feste notturne che non approvava e gliel’avrebbe fatta pagare tenendolo ancora più lontano dalla corte. Lasciò che la rabbia scivolasse via, non poteva rispondere sgarbatamente davanti al cardinale e a sua madre.
La cena proseguì in silenzio fin quando il cardinale non volle parlare con il re di un impegno urgente. Anche la regina Anne rimase con loro e Philippe fu libero di lasciare la cena.
Attraversò i silenziosi corridoi dell’ala poco utilizzata del palazzo finché non sentii della musica lenta e profondamente dolce di un violino. Non era la solita musica delle loro feste.  Oltrepassò le porte bianche e dorate e si ritrovò nella solita piccola sala che di solito era occupata da almeno una decina di persone. Quella sera la luce era più soffusa del solito e c’era solo lo Chevalier assieme a un violista. La musica dolce fece rabbrividire Philippe e la rabbia dovuta all’ennesima esclusione svanì.
‘’Dove sono gli invitati?’’ domandò il principe mentre lo Chevalier riempiva due bicchieri con del vino più rosso del sangue stesso. Philippe prese il proprio ma non bevve subito.
‘’Temo che il mio unico invitato siate voi’’, mormorò lo Chevalier dopo aver bevuto del vino, ‘’perciò mi concentrerò completamente su di voi’’.
Il suo bicchiere raggiunse il tavolo e le sue mani afferrarono la giacca in broccato del principe che fece cadere il proprio calice a terra. Il vino aveva macchiato sicuramente il tappeto ma la cosa non importava a nessuno dei due. Le loro labbra si scontrarono in un bacio poco innocente e si mossero con frenesia come se non si toccassero da giorni. Con un gesto della mano lo Chevalier mandò via il violinista e nella sala cessò quella musica dolce, lasciando spazio al rumore del vento e al crepitio del fuoco nel camino.
Le mani calde del più giovane sfilarono la giacca dell’altro, infilandosi sotto la leggera camicia subito dopo. Philippe si irrigidì per pochi istanti pensando che stavolta avevano tutto il tempo per concludere qualcosa. Non sarebbe stata la sua prima volta ma solitamente erano momenti così veloci e con amanti fugaci, non con qualcuno a cui si stava legando. Le mani dell’altro gli accarezzarono i fianchi con dolcezza, massaggiando la sua pelle per farlo rilassare e così accade. I movimenti di entrambi si fecero più frettolosi e il bisogno di fare qualcosa li travolse. Ben presto gran parte dei vestiti raggiunse il pavimento e lo Chevalier fece distendere il principe sul divano blu della sala. Smisero di baciarsi per poter riprendere fiato e Philippe cominciò a pensare a cosa sarebbe accaduto a breve.
Per la prima volta nella sua vita si stava aprendo con un’altra persona ed era se stesso mostrando tutti i suoi pregi e i suoi difetti, senza nascondersi dietro al re come ogni giorno.Stava usando vestiti più appariscenti, parlava più spesso delle proprie idee e si divertiva a modo suo, tutto ciò grazie allo Chevalier e non voleva che ciò finisse. Si sentiva bene durante quelle serate notturne dove il re era una figura lontana, relegate alle ore diurne. Non si trattava d’amore ma erano comunque sentimenti nuovi e desiderava essere l’unico amante dello Chevalier.
‘’Sei bellissimo,’’ sussurrò il biondo, poggiando le mani sul petto scoperto di Philippe, guardandolo come se fosse la cosa più interessante in quella stanza.
I pensieri del principe svanirono e si lasciò andare; doveva godersi il momento. Non gli importava nemmeno del tu che aveva usato l’altro, anzi era felice di quel complimento. Le mani dello Chevalier scivolarono verso il basso e afferrò il tessuto dei pantaloni di Philippe. Ora era molto più cauto di prima, una caratteristica che non sembrava sua eppure, in quel momento, era così gentile.
Il principe annuì, scoprendo di essere piuttosto impaziente ed eccitato. Le sue gambe erano piegate attorno al corpo dell’altro che era quasi del tutto scoperto. I riccioli biondi non erano più in ordine e le sue guance erano rosse come le sue labbra. Strinse le gambe attorno al suo bacino e lo attirò a sé, lasciando che la loro pelle si scontrasse. Il calore che Philippe provava stava diventando fastidioso e fu lui stesso a sfilarsi i pantaloni, lasciandoli cadere per terra. Ora era completamente nudo davanti agli occhi chiari dello Chevalier. Lo guardò avidamente e lo imitò, finendo di svestirsi con un gesto veloce.
La luce nella sala era meno intensa e anche il fuoco non sarebbe durato a lungo senza un altro ciocco, però i due non avevano freddo e per stare bene bastava restare vicini.  Philippe avvolse le braccia attorno al collo del biondo e avvolse nuovamente le gambe attorno a lui, desiderando più contatto.
‘’Basta essere cauto’’, mormorò con decisione e spinse il proprio corpo contro quello dello Chevalier, facendo scontrare i loro fianchi. Quella vicinanza fece esalare dei sospiri ad entrambi.
Le loro labbra si scontrarono più e più volte con voracità e non ci volle molto prima che i loro corpi si unissero completamente. Le mani di entrambi si aggrappavano le une sul corpo dell’altro come se volessero unirsi ancora di più.
Al di là delle finestre il vento autunnale era sempre più forte ma dentro la sala tutto ciò che si poteva sentire erano i gemiti poco trattenuti dei due ragazzi. I movimenti dello Chevalier si fecero più decisi e Philippe raggiunse un piacere nuovo, mai provato prima. Per la prima volta era stato con qualcuno che lo vedeva come la persona più interessante all’interno di un palazzo dorato e con dettagli anche più belli del principe. Quando il freddo della sala prese il posto del calore intimo di poco prima, le paure di Philippe ritornarono all’improvviso. Con un gesto veloce si mise seduto, rabbrividendo per l’aria fresca che entrava dagli spifferi.
‘’Non vi è piaciuto?’’ domandò l’altro, scostandosi i riccioli biondi dal viso, facendoli finire lungo la propria schiena nuda e bianca.
‘’E’ questo il problema, voi piacete a molti e nessuno piace a voi’’, sussurrò Philippe, afferrando la propria giacca in broccato per scaldarsi e coprirsi.
‘’Voi mi piacete’’, disse lo Chevalier con il solito sorriso affascinante che rese Philippe ancora più infuriato.
‘’Non vi conviene mentire perché io vi conosco. Mi usate per i vostri scopi, per avere un amante importante e per diventare importante. Vi potrei anche far uccidere’’, sibilò Philippe ma lo Chevalier non mostrò alcuna preoccupazione, era troppo sfacciato per questo.
‘’Pensate che qualcuno possa superarvi? Io non lo penso. Siete bello, affascinante e così volubile. Siete troppe cose nello stesso momento e per questo mi piacete. Si tratta d’amore? Non lo so e non voglio indagare su questo ma credetemi, nessun altro è alla vostra altezza e per me siete l’unico.’’
Philippe si rilassò contro il divano ma quelle parole erano troppe melliflue per essere completamente vere. Eppure lo sguardo dello Chevalier era sincero quando diceva che lui contava più di tutti gli altri. A questo riusciva a credere ma non avrebbe ottenuto altre certezze e, in fin dei conti, non le voleva. Stare con lo Chevalier sembrava una continua avventura e voleva che fosse così.
‘’Siete troppo sfacciato’’, protestò il principe ma non rifiutò le carezze dell’altro che sorrise, mormorando un ‘’lo so.’

   
 
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