Agosto 1942


Era una calda sera d’estate a Città del Messico e nella Plaza erano stati allestiti dei tavoli dove la gente poteva conversare e gustarsi un ottima cena, un buon bicchiere di vino e un palco dove si sarebbe esibito uno dei più grandi cantanti degli ultimi tempi: Ernesto De La Cruz.
Quest’ultimo era dietro le quinte, davanti allo specchio a prepararsi per il concerto, ed era piuttosto nervoso: non sembrava riuscire a trovare l’accessorio adatto per l’occasione.
“Allora, questo bracciale d’oro? No, muy aburrido*…   Questo anello con la pietra rossa?  No, muy malo*.  Ay, non ho niente da mettermi, è umiliante!”  esclamò con impazienza gettando tutte le sue cose per terra 
“Ernesto, tra 5 minuti tocca a te. Cosa stai combinando?”, chiese il suo manager e vecchio amico Mario Suarez
“E’ una tragedia Mario! Non riesco a trovare uno stupido accessorio da abbinare al mio completo.”
“Ay amigo, non cambierai mai!”
“Se posso darle un consiglio dovrebbe mettere questo!” disse Fernando, una delle sue guardie del corpo.
L’oggetto in questione era una collana con un ciondolo a forma di chitarra simile a quella che usava nelle sue esibizioni. Ernesto quasi non ricordava più di possedere quell’oggetto che nascondeva il suo oscuro segreto. Era stato regalato nel 1904 al suo migliore amico Hector Rivera, nel giorno del suo quarto compleanno, dal loro maestro di musica Emilio Lopez Garcia.  Ricordava ancora come quel giorno avesse provato invidia. Lui non aveva mai ricevuto neanche una caramella da parte sua, e ricordava anche la sensazione di malsana soddisfazione che aveva provato quella sera di 21 anni fa quando glielo aveva strappato dal collo dopo averlo ucciso.
“Credo che questa volta tu abbia avuto un ottima idea mio caro!” disse con un ghigno trionfante.
“¡Gracias, señor!”
“Ma Ernesto sei sicuro? Non hai paura che tu possa essere maledetto?” Mario era l’unico a conoscenza del suo segreto ed era superstizioso riguardo l’indossare un oggetto appartenente ad un morto.
“Amigo, io sono Ernesto de la Cruz, il più grande musicista di tutti i tempi. Io non credo alle maledizioni, né tantomeno alla sfortuna. E ora si va in scena!” disse allacciandosi la collana al collo e chiudendo la camicia
La serata sembrava procedere bene , Ernesto aveva iniziato ad esibirsi sulle note di la Llorona” procedendo poi con un'altra canzone popolare messicana, e già cominciava a cantar vittoria dentro di se ribadendo che la sfortuna e le maledizioni non esistono. Poi arrivò il turno di Ricordami e nessuno si rese conto che la collana si stava illuminando di una luce arancione che andò a colpire tutti i presenti ipnotizzandoli su quelle note e annebbiando la mente dell’addetto alle scene che,senza rendersene conto, si appoggiò alla leva che fece cadere l’enorme campana situata sopra il palco proprio nell’istante in cui Ernesto si trovava lì. 
Così morì il più grande musicista di quei tempi: anche se la gente non sapeva che in realtà egli non era chi diceva di essere, e che quella sera in parte era stata fatta giustizia.


*muy aburrido = troppo noioso
*muy malo= troppo brutto

La collana: