Anime & Manga > Mermaid Melody Pichi Pichi Pitch
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Autore: Sonrisa_    25/02/2019    0 recensioni
[Capitoli dal primo al sesto: revisionati]
[Dal 7 maggio 2018 ripresa aggiornamenti]
La pace, nel regno sottomarino, non è mai destinata a durare a lungo... Dopo un anno dalla vittoria delle sette Principesse su Mikeru, infatti, compare un nuovo e potente nemico dalle intenzioni oscure. Le nostre amate Principesse si riuniscono, pronte e decise a riportare la pace nei loro regni, ma una rivelazione da parte della Regina dei Mari le condurrà verso il Mar Mediterraneo. Così, tra nuove amicizie, baci al chiaro di luna, nuovi amori, potenti nemici, antiche leggende e feste sulla spiaggia, riusciranno le nostre amate Principesse a ripristinare la pace nel loro mondo?
~*~
«Li ho abbandonati. Tutti loro. Oh Sara, come ho potuto?»
In risposta ebbe solo lo stridio di qualche gabbiano che sorvolava l'Oceano, infastidito dalle urla della sirenetta che avevano spaventato i pesci lì intorno.
In quel momento si sentì più sola che mai, lontana da tutti, priva di energie e provata anche emotivamente.
«Aiuto...» sussurrò al vento e alle onde.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovi personaggi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Timori





«Benvenuti, amici! È sempre un piacere ritrovarsi con voi, ma lo è anche constatare che ci siano delle facce nuove!» esclamò la misteriosa ragazza bionda, aggiustandosi meglio gli occhiali sul naso «Direi di iniziare con un rapido giro di nomi per poi passare al cuore della riunione e parlare della festa.» propose, camminando avanti ed indietro sul piano della struttura alla ricerca di un posto che le permettesse di riuscire ad essere visibile a tutti «Io mi chiamo Gioia[1], ho ventidue anni e mi piace davvero un sacco potermi dedicare con voi alla preparazione della festa del solstizio d'estate. Mi auguro di riuscire a fare anche quest'anno un buon lavoro e di divertirci tutti insieme.»
Dopo un rapido giro di nomi -che, per quanto si fossero sforzate, le sette Principesse avevano già quasi totalmente dimenticato- Gioia riprese parola: «I veterani lo sanno, ma io non mi stancherò mai di ripeterlo: noi siate timidi ed esponete senza problemi le vostre idee. Ognuno di noi ha un carisma, una dote particolare, un talento. Non abbiate paura e condividetelo con gli altri.» disse con enfasi «Come ben sapete, la festa del ventuno giugno durerà per tutta la giornata. A noi spetta prevalentemente il compito di organizzare al meglio la mattinata facendo divertire i bambini, quindi mi raccomando: in quelle ore la nostra priorità saranno loro, la loro sicurezza e il loro divertimento. Nel pomeriggio sarà la volta dei tornei sportivi e non, mentre la serata sarà occupata dallo spettacolo sulla spiaggia e, ovviamente, dalle bancarelle del lungomare. Siamo liberi sia  di dare una mano a livello organizzativo che di partecipare alle attività pomeridiane e serali.» spiegò, cercando di riassumere in breve lo svolgimento della festa «Ora però ritorniamo a parlare della mattina, visto che ci riguarda in maniera maggiore: dobbiamo essere attenti e consapevoli di avere una grande responsabilità fra le mani, eh! Bisognerà organizzare i giochi sulla spiaggia, i bans[2], le partitelle a pallanuoto e pallavolo, così da assicurare il massimo divertimento ai nostri piccoli amici. Ci sono proposte?»




La riunione si protrasse fino a mezzogiorno e si concluse quando il calore del sole si fece troppo intenso.
«Non voglio che qualcuno si senta male.» disse Gioia, tenendo un quadernino sulla testa per schermarsi dai raggi «Credo che per oggi basti, potremmo vederci domani mattina... sul presto però! Così da evitare di cuocerci allegramente.»
«Non sarebbe più semplice arrendersi all'idea di trovare un altro posto per le nostre riunioni?»
Gioia sbuffò: «Ale, so che hai ragione, ma fino a quando non troverò una valida alternativa ci toccherà stare qui.»
Il castano si astenne dal commentare come la ragazza non si fosse mai veramente messa a cercare una struttura più adatta, consapevole che non avrebbe avuto senso metterla in difficoltà in pubblico, e si limitò a lanciarle un'occhiata di rimprovero alla quale lei rispose con un sorrisetto imbarazzato.
«Bene, vi auguro buon pranzo!» esclamò la bionda per congedarsi prima di scendere dalla struttura con una discreta velocità, affinata negli anni.
Alessandro fece per seguirla, ma si bloccò quando la vide già con i piedi sul prato diretta verso l'uscita del parco. Storse la bocca e rimase fermo dov'era, preferendo dare la precedenza a tutti gli altri: avrebbe parlato con calma con lei.
«Vedi di non cuocerti troppo.» si raccomandò Marco con un sorriso divertito, dandogli una pacca sulla spalla prima di intraprendere l'attraversamento del ponte tibetano.
Alessandro ridacchiò di rimando, passandosi una mano sui capelli castani e ponderando l'idea di fare un salto dal parrucchiere per accorciare i ciuffi ribelli.
Un colpetto di tosse lo fece voltare: al suo fianco vi era la ragazza che aveva salvato prima.
«Tutto bene?» le chiese, inarcando un sopracciglio.
«Sì. Io volevo... uhm... scusarmi per la mia risposta brusca di prima: ti sono sinceramente riconoscente per avermi aiutato.» mormorò sincera la ragazza guardandolo negli occhi. Per tutta la durata della riunione ci aveva riflettuto, forse la somiglianza con Subaru l'aveva influenzata, ma aveva sentito l'esigenza di scusarsi per la freddezza dimostratagli.
Alessandro inclinò lievemente il volto di lato, non riuscendo a decodificare esattamente il tono di voce della giovane: pareva quasi turbata.
«Non pensarci nemmeno, tranquilla.» la rassicurò, rivolgendole un bel sorriso al quale lei rispose in maniera un po' impacciata prima di allontanarsi ed accodarsi al resto del gruppo che si stava apprestando ad attraversare il ponte.
Il chiacchiericcio diffuso iniziò a darle fastidio e Karen si chiese quando avesse iniziato ad essere così poco paziente, mentre stringeva fra le dita le catenelle che fungevano da corrimano del ponte oscillante.
«Ma davvero veniva usato da bambini?!» borbottò, incapace di ritenere sicuro un posto come quello.
«Bambini sempre rigorosamente accompagnati.» fece la voce di Alessandro alle sue spalle, facendola sussultare «E ovviamente di una certà età. Nessun genitore è mai stato tanto incosciente da permettere a figli piccoli di salire qui su.»
Karen si congelò sul posto, aumentando la presa delle proprie dita e chiedendosi il perché di tutte quelle figuracce davanti al sosia di Subaru.
«Vuoi una mano per scendere?» chiese Alessandro, inclinando il corpo in avanti fino a far arrivare il proprio volto ad una manciata di centimetri dall'orecchio della ragazza che, balbettando un "non serve, grazie", camminò con velocità sulle assi raggiungendo rapidamente la scala finale.
Riconoscendo di aver dato il peggio di sé in quelle ultime ore, cercò di tranquillizzarsi, decisa a riottenere un certo contegno. Era un Principessa, dopottutto. Credette davvero di aver raggiunto un minimo di serenità, ma la vista della sorella con il morettino di prima fece vanificare tutti gli sforzi. Impiegò un paio di secondi a riconoscere il ragazzo: era quello della foto che aveva mostrato loro Serena il giorno prima, l'amico di Riccardo.
«Perché stai cercando di incenerire con lo sguardo Tommaso?» ridacchiò Alessandro che nel mentre l'aveva raggiunta.
«Io non sto cercando di incenerire con lo sguardo nessuno. Stavo semplicemente cercando di capire chi ci fosse in compagnia di mia sorella.»
«Allora avevo ragione a credere che foste imparentate: vi assomigliate un sacco.»
«Siamo gemelle.» fece lei spiccia, scendendo con calma le scale per poi voltarsi e salutare il ragazzo con un semplice "ciao" sperando che capisse l'antifona e la smettesse di ripiombarle alle spalle: non aveva voglia di parlare.
Alessandro dovette capirlo, perché si limitò ad un cenno della mano prima di avviarsi verso l'uscita del parco.
«Karen, diglielo anche tu!»
Al richiamo di Hanon l'interpellata, avvicinatasi, rispose con un'espressione confusa: «Dire cosa a chi?»
«Che vogliamo sapere tutto dell'appuntamento con quel b-»
«Zitta!» la interruppe Coco, tappando la bocca dell'amica per poi guardarsi attorno circospetta: si sentì avvampare dall'imbarazzo quando si rese conto che Riccardo la stava guardando, fortunatamente ad una distanza tale da non permettergli di sentire i loro discorsi «Vi racconto a casa.» promise lei, riportando di nuovo la propria attenzione sulle amiche.
«Allora sbrighiamoci a tornare a casa, dai.»
«Dobbiamo aspettare Noelle e Serena.» le fece notare Seira, intenta a guardarsi attorno alla ricerca di quel ragazzo con cui si era scontrata in spiaggia il giorno del loro arrivo sull'isola[3]. Aveva notato la sua presenza durante la riunione e sperava di riuscire ad avvicinarsi per parlargli, ma ora pareva sparito.
«Vado a chiamare mia sorella.» sentenziò Karen, pronta a sottrarre l'amata gemella dalle grinfie di quel Tommaso che le stava davvero troppo vicino.
«No!» gridò Hanon, bloccandola per la vita e facendo cenno a Lucia e Seira di darle una mano «Magari ci scappa un appuntamento!» trillò entusiasta.
«Ecco.» ringhiò in risposta lei, cercando di scrollarsi di dosso le tre.
«Com'è che non vai a fare il Cupido della situazione, ora?» chiese Rina pungente, mentre Serena raggiungeva di nuovo il gruppo con le due amiche che l'avevano accolta festosamente prima della riunione.
«Non vi dispiace se rimangono con noi, vero?» domandò la ragazza.
«Certo che no! Ciao amiche di Serena, io sono Seira e sono molto felice di conoscervi!» esclamò la Principessina, mollando Karen e dando inizio alle presentazioni.
Coco si presentò frettolosamente, ritornando con lo sguardo su Noelle e Tommaso. Non si accorse di essere stata raggiunta alle spalle da Riccardo fino a quando lui non le posò il mento sulla spalla sinistra, facendola sussultare.
«Ma ti sembrano modi?!» sbottò lei, allontanandosi di scatto e notando con disappunto come gli altri si fossero allontanati, lasciandola sola.
«Scusa!» fece lui per nulla pentito e, anzi, rivolgendole un sorriso divertito.
Lei arricciò le labbra, incrociando al petto e guardandolo storto.
«Ehi, non fare così, Coco.» mormorò lui, enfatizzando il nome ed allungando un braccio verso il volto di lei «Ti ho offerto la colazione, credevo di essermi fatto perdonare.»
«Beh, ehm, sì. Però ora devo andare, non posso far aspettare i miei amici e non vorrei fomentare inutili chiacchiere.» spiegò lei, indietreggiando di un passo ed indicando gli altri che si erano messi proprio in mezzo tra lei e Riccardo e tra Noelle e Tommaso «Quindi grazie per la colazione e ciao.» disse ancora, raggiungendo le altre e lasciando il ragazzo da solo.
Finalmente anche Noelle degnò il resto del gruppo della sua presenza e, fatta la conoscenza di Melinda e Arianna, i ragazzi si avviarono sul lungomare.
«Pranziamo tutti insieme?» propose Kaito.



«Da quand'è che tu hai successo con le ragazze e io no?»
Alla domanda di Riccardo, posta in un modo tremendamente serio e anche un po' risentito, Tommaso rise di gusto.
«La gentilezza, Ric, il segreto è la gentilezza.»
«Ma sono stato gentile, io.» replicò il biondo, infilando le mani nelle tasche «Forse all'inizio non tanto, ma poi sì.» ammise in un borbottio.
«E allora dalle tempo. Io ho visto Noelle ancora scossa per quello che è successo ieri, così come è normale che sia.» mormorò il moro, guardando a destra e sinistra prima di attraversare la strada seguito dall'amico «Non conosco bene Coco, ma penso che lo sia anche lei. Forse le tue attenzioni le hanno dato inconsciamente fastidio. Tu sei anche molto fisico, ricerchi il contatto, non credo che a lei faccia piacere al momento, dopo ciò che hanno passato.» disse «Devi essere molto cauto e delicato.»
Riccardo non rispose, fissando di sottecchi l'amico e rimuginando sulle parole che gli aveva appena rivolto, mentre continuavano a camminare. Sbuffò passandosi una mano fra i capelli e, probabilmente scocciato per aver trovato un fondo di verità in quelle frasi, schioccò la lingua contro il palato.




Il pranzo trascorse con semplicità e in un'atmosfera davvero allegra. Si erano riuniti a casa di Serena e, vista la piacevole giornata, avevano deciso di mangiare in giardino all'ombra del gazebo. L'abitazione era tutta per loro perché né Perla né Nikora, Taki e Hippo erano presenti: avevano lasciato un semplice messaggio in cucina che non aveva dato loro grandi spiegazioni. I ragazzi quindi si erano adoperati volentieri ai fornelli e il risultato finale era stato abbastanza soddisfacente. Dopo aver mangiato, il gruppo si era un po' sciolto: le tre coppiette si erano allontanate in favore di maggiore privacy, Karen si era rintanata in camera propria per riposare un po', Coco e Noelle avevano iniziato a chiacchierare fitto fitto sul dondolo, mentre Seira aveva optato per la simpatica compagnia di Melinda e Benedetta che, assieme a Serena, formavano un trio davvero unito.
«Tenendo impegnati Shirai e Masahiro, magari con uno sport in comune, io potrei riuscire a darvi una mano sul serio. Tu non hai idea della paura che ho provato l'altra mattina, in particolar modo nel vedervi totalmente impotenti.» mormorò Kaito serio.
«Non oso pensare cosa sarebbe potuto accadere senza di te...» sussurrò Lucia, avvertendo un leggero senso di panico insinuarsi in lei al ricordo della loro quasi disfatta.
Kaito la tirò forte a sé, stringendola al proprio petto.
«Quindi appoggi la mia idea?»
«Ne parlerò prima con Rina e Hanon.» chiarì Lucia, scostandosi un po' da lui per poterlo guardare negli occhi «Se, come credo, anche la loro troveranno valida, potremmo vedere come organizzarci.» aggiunse, prendendogli la mano.




Il pomeriggio in compagnia era davvero volato: nel giro di un battito di ciglia si era arrivati quasi all'ora di cena. Melinda e Benedetta furono le prime a congedarsi, proprio nel momento in cui Perla, Madame Taki, Nikora e Hippo stavano finalmente rincasando. L'anziana donna salutò affettuosamente le due giovani amiche, scusandosi per non essere riuscita a provvedere per il pranzo proprio quel giorno.
«Avevamo un impegno importante che ci ha preso fin dalla mattina, non ho pensato di preparare qualcosa e mi dispiace che abbiate dovuto cucinare da soli.» mormorò Perla, sinceramente dispiaciuta.
«Ma si figuri!» esclamò Melinda, sminuendo il tutto con un gesto della mano «Ci siamo divertiti a prepare il pranzo!»
«E poi lei non sapeva nemmeno che saremmo piombati tutti a casa sua.» fece notare Benedetta «Abbiamo deciso all'improvviso dopo la riunione.»
Perla annuì, ma non parve molto convinta.
«Per questa volta è andata così, ma non mi sta per niente bene: vi voglio a cena al più presto!» disse con un tono che non ammetteva repliche, alché le due ragazze dovettero per forza acconsentire prima di andarsene «Ovviamente l'invito è esteso anche a voi!» fece la donna rivolgendosi a Kaito, Masahiro e Shirai, anche loro pronti a lasciare la villetta.
Rimasti soli, Perla richiamò l'attenzione di tutti, invitandoli a seguirla all'interno.
«Dove siete stati oggi?» domandò Seira, dando voce alla domanda a cui ciascuna Principessa cercava una risposta.
«Nel Palazzo del Regno di Serena.» iniziò l'anziana, sedendosi su una delle poltrone del salotto ed invitando tutti gli altri presenti a prendere posto con un gesto della mano.
«È successo qualcosa?» si informò immediatamente la diretta interessata, accomodandosi proprio di fronte a Perla.
«Niente di brutto.» la tranquilizzò immediatamente la donna «Ma il potere della tua perla si è finalmente stabilizzato, dunque bisogna far partire i preparativi per la tua Cerimonia del Passaggio.»
«Visto Lucia? Ora non ti sentirai più la sola ad aver festeggiato in ritardo.» ridacchiò Hanon all'orecchio dell'amica che le fece cenno di tacere.
«Ehm, non vorrei intromettermi...» iniziò la Principessa dalla perla rosa titubante «Ma data la nostra situazione attuale non risulterebbe rischioso organizzare la Cerimonia? Parlo per esperienza personale: quando combattemmo contro Gaito il mio Regno fu attaccato proprio durante la mia festa.» mormorò, ma vedendo l'espressione di Serena si affrettò ad aggiungere: «Non dico che non si debba celebrare una tappa tanto importante, ma credo sia necessario assicurarsi che non si corrano rischi.»
«Hai fatto bene ad esprimere il tuo parere portando come esempio la tua esperienza, cara Lucia.» disse Perla con un sorriso materno «Infatti è anche per questo che Madame Taki, Nikora, Hippo ed io ci siamo recati nel Palazzo Bianco: abbiamo incontrato i membri del Gran Consiglio delle Creature Marine e abbiamo discusso su tal proposito.»
«Allora esiste davvero?!» esclamò Hanon «Credevo fosse una storiella da rifilare alle sirenette per incutere loro timore.»
«No, è tutto vero. Ho avuto il piacere di avere a che fare con loro fin da bambina.» sospirò Serena «Hanno in serbo un'altra visita qui?» chiese, cercando di mantenere un tono di voce neutro.
«Non credo ne abbiano l'intenzione, ma sai che potrebbero comunque deciderlo e comunicarcelo senza grande preavviso.» rispose Perla «In ogni caso non è un opzione da escludere, così come non lo è nemmeno che decidano di volerti a Palazzo nei giorni che precederanno la tua Cerimonia del Passaggio: potrebbero volerti osservare in quello che sarà il tuo ambiente.» continuò «Oggi ci siamo incontrati per discutere prevalentemente sulle problematiche espresse da Lucia: abbiamo stabilito che ci si assicuri che la zona sia sicura prima di procedere con la scelta della data per la celebrazione e di tutti i preparativi che ne conseguono.»




Il clima allegro della serata era riuscito a distogliere la mente di Serena dalle novità portate da Perla, ma una volta sdraiatasi sul letto, senza la compagnia e le chiacchiere delle ragazze, la ragazza non aveva fatto altro che rimuginarci su. Seira era crollata qualche secondo dopo aver poggiato la testa sul cuscino, lasciando solo il suo respiro calmo e ripetitivo a fare compagnia all'amica. Serena si era rigirata tra le lenzuola per tutta la notte, risvegliandosi ripetutamente ad ogni ora.
Accolse con sollievo la tenue luce del nuovo giorno: il sole stava finalmente sorgendo. Abbandonò velocemente il materasso e decise di andare a fare una passeggiata sulla spiaggia per schiarirsi le idee, quindi recuperò distrattamente i vestiti dal proprio armadio nel modo più silenzioso possibile e si diresse frettolosamente nel bagno per darsi una rapida rinfrescata. Scese in punta di piedi le scale di casa e si recò in cucina decidendo di lasciare un biglietto a Perla prima di recuperare le chiavi ed uscire da casa.

Il suono del mare ebbe un effetto calmante su di lei che, dopo aver percorso più volte la spiaggia per tutta la sua lunghezza, decise di sedersi sulla sabbia e bearsi di quella atmosfera. Avvicinò le ginocchia al petto per potervi poggiare il mento e si limitò a contemplare la linea dell'orizzonte, cercando di relegare in un angolino della mente i pensieri che l'avevano occupata per tutte le ore precedenti. Oggettivamente parlando la sua reazione era esagerata: sapeva da tempo che avrebbe dovuto celebrare la Cerimonia del Passaggio per essere presentata ai suoi sudditi quanto prima e che avrebbe dovuto sopportare anche gli ultimi controlli da parte del Gran Consiglio prima di una tappa tanto importante, ma si era sentita sopraffatta. Cercò di fare dei profondi respiri per calmarsi, mentre nella propria testa si ripeteva che stava ingigantendo l'intera questione, affrontandola in maniera poco lucida e poco matura. Non doveva prenderla in quel modo: doveva essere un qualcosa di naturale, era un qualcosa di naturale per una come lei.
Abbassò lo sguardo sul proprio petto, puntandolo sulla collana che nascondeva il prezioso tesoro e stringendola fra le dita. Non doveva avere paura: era nata per essere una Principessa ed era stata educata per esserlo nel migliore dei modi. Era spaventata solo perché si prospettava nell'immediatezza quel tipo di vita che, finora, le era sembrata troppo lontana.
«Non è un po' troppo presto per una passeggiata in spiaggia?»
Serena sussultò, colta alla sprovvista dalla voce di Marco.
«Scusa, non credevo di spaventarti.» mormorò il ragazzo avvicinandosi fino ad affiancarla.
«Tranquillo, ero presa dai miei pensieri e non mi sono accorta della tua presenza.» fece lei, alzando il volto e sorridendogli un po' impacciata.
«Però stare sulla spiaggia da sola così presto potrebbe essere pericoloso. Che ci fai qui?» chiese sedendosi accanto alla ragazza.
«Avevo voglia di stare un po' da sola per riflettere con calma.» disse lei stendendo le gambe «Tu?»
«Avevo voglia di nuotare un po'.» rispose «Ti andrebbe di...?» iniziò dopo un attimo di esitazione indicando il mare calmo davanti a loro.
«No!» esclamò lei, balzando in piedi e facendo qualche passo verso dietro.
«Sono passati anni, davvero non ti è mai venuta voglia di entrare di nuovo in acqua?» domandò scettico, alzandosi e riavvicinandosi a lei.
«Marco, tu non puoi capire.» balbettò Serena, aumentando di nuovo la distanza fra loro «Io lì non ci entro.» sentenziò decisa, avvertendo un nodo allo stomaco mentre indicava il mare.
Fino ai dieci anni aveva creduto di essere una bambina come tante: andava a scuola, faceva sport, d'estate andava in spiaggia e faceva il bagno a mare con i suoi amichetti... Poi aveva scoperto di essere una Principessa. Ricordava quel giorno d'estate di sette anni fa: sembrava una giornata come tante, ma la sua vita era stata sconvolta. Si trovava in acqua con gli altri, ma all'improvviso si era sentita chiamare dal mare, aveva udito una voce invitarla a nuotare lontano dalla riva e così aveva fatto. Dopo alcune bracciate, sufficienti da essere lontano dalla battigia ma abbastanza da permettere ai bagnanti di vederla risucchiata da un improvviso mulinello d'acqua, aveva avuto la sua prima trasformazione. Aveva dieci anni e vedersi trasformata in una sirenetta era stato uno dei suoi sogni, ma aveva capito ben presto che quelle pinne portavano con sé un peso particolare, il peso di un intero popolo. La Regina dei Mari le si era rivelata in tutto il suo splendore e le aveva raccontato la sua storia, con la promessa di mostrarle il Palazzo Bianco quanto prima. Dopo quel breve incontro Serena era stata portata dalle onde su una spiaggia poco distante e, di nuovo nella sua forma umana, si era svegliata tra le braccia di Perla che le accarezzava il capo.
Per tutti lei era rimasta traumatizzata da quell'esperienza al punto da rifiutarsi di entrare in acqua di nuovo, vi erano stati blandi tentativi di farle passare quella che veniva ritenuta come una paura, ma nessuno l'aveva mai forzata a bagnarsi di nuovo.
«Ti chiedo solo di metterti vicino a me in riva e lasciare che le onde lambiscano i tuoi piedi.» mormorò lui, avvicinandosi per prenderle una mano.
«Non posso.» ribatté sottraendosi dalla presa delicata di Marco ed indietreggiano ancora.
«Ma perché? Tu vieni in spiaggia quando ricerchi un po' di tranquillità, non puoi dirmi che hai ancora paura, altrimenti eviteresti posti del genere.»
«Non puoi forzarmi.»
«E non voglio farlo.» affermò lui, riavvicinandosi «Ma l'acqua non ti spaventa davvero e lo sai.»
Serena deglutì, lanciando una breve occhiata alle onde che si infrangevano sulla battigia.
«Non è il mare a spaventarmi, ma ciò che potrebbe accadere se mi bagnassi.» mormorò, incredibilmente sincera per quanto l'intera situazione potesse permetterlo.
«Ci sono io. Non ti accadrà niente.» sussurrò il ragazzo «Non ti sto chiedendo di venire al largo con me, ma di seguirmi in riva. Ti bagneresti a stento il polpaccio.» le fece notare.
Serena scosse la testa decisa.
«Ma perché? Perché non ti fidi di me?»
«Non metterla sul personale, Marco.» lo ammonì lei, avvertendo gli occhi farsi lucidi. Era ingiusto che la ponesse in quei termini, dubitando della fiducia che Serena nutriva in lui.
«Potresti superare la tua paura.» tentò ancora lui «Serena, fidati di me.»
No, non poteva parlarle così. Lei avrebbe voluto cedere, ma non poteva minimamente assecondarlo nella sua idea. Si sarebbe trasformata, avrebbe rivelato la sua vera natura al ragazzo di cui era innamorata, non poteva.
«Basta, non voglio più parlarne.» disse, alzando per pochi istanti lo sguardo e tra le lacrime intuì l'espressione di lui mutare, ma Serena aveva raggiunto il proprio limite. Si era recata lì alla ricerca di pace, ora sarebbe tornata a casa in condizioni ancora peggiori. Non gli diede tempo di ribattere in alcun modo e fuggì.





[1] per i "veterani" (se ci sono ancora ahaha): sì, ho cambiato nome a Miriam.
[2] Bans --> Ballo ANimato
[3] spero vi ricordiate ancora di Mirko ahaha (capitolo 6)




Rieccomi ♥
Ciao a tutti! Mi ripresento di lunedì per rispettare quel giorno di pubblicazione da me deciso mesi fa, ma è molto probabile che scelga di cambiarlo per impegni universitari. Lo stabilirò con la prossima pubblicazione che non ho idea di quando possa essere (per questo motivo vi invito a seguirmi su Insta  https://www.instagram.com/sonrisa_efp/  per essere aggiornati sulle mie fanfic e anche per vedere dei bei disegni sulla long non realizzati dalla sottoscritta xD).
Non so cosa dire su questo capitolo ^^" è più che altro di passaggio, ma mi serviva per iniziare a dare spazio agli altri personaggi. :3
Spero vi sia piaciuto!
A presto,
Marty
  
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